Header
Header
Header
         

Regioni.it

n. 4330 - venerdì 8 luglio 2022

Sommario3
- Istat: Rapporto 2022 tra pandemia, ripresa e problemi sociali
- PIAO: la semplificazione a vantaggio di cittadini e amministrazioni
- Pandemia: aumenta l'indice di trasmissibilità
- Gioco pubblico: la posizione sull'intesa del 2017 con l'analisi delle leggi regionali
- Scuola: il rapporto Invalsi 2022
- Fedriga all'assemblea di Confcooperative: puntare su una programmazione di medio e lungo periodo

+T -T
Istat: Rapporto 2022 tra pandemia, ripresa e problemi sociali

(Regioni.it 4330 - 08/07/2022) Nel Rapporto 2022 dell'Istat sii legge che “Elementi di elevata vulnerabilità nel nostro Paese sono legati alle disuguaglianze nel mercato del lavoro, al disagio economico di alcuni sottogruppi di famiglie, alla diversa opportunità di accesso all’istruzione o alle competenze digitali. Donne, giovani, residenti nel Mezzogiorno e stranieri sono i soggetti più fragili, insieme alle persone con disabilità e ai loro familiari”.
“Lo studio delle disuguaglianze - spiega sempre l’Istat - è fondamentale per individuare gli strumenti più adeguati a colmare gli storici divari che caratterizzano la società italiana, divari già ampliati dalla crisi pandemica e che rischiano di aumentare ulteriormente a causa dell’accelerazione inflazionistica degli ultimi mesi. Tale rischio è legato sia alla diminuzione del potere di acquisto, particolarmente marcata tra le famiglie con forti vincoli di bilancio, sia all’effetto delle tempistiche dei rinnovi contrattuali, più lunghe in settori con bassi livelli retributivi”.
Il numero di individui in povertà è quasi triplicato dal 2005 al 2021, passando da 1,9 a 5,6 milioni, mentre le famiglie sono raddoppiate da 800mila a 1,96 milioni.
La povertà è tre volte più frequente tra i minori e quasi quattro volte tra i giovani di 18-24 anni. 'Le misure di sostegno economico erogate nel 2020 - reddito di cittadinanza e di emergenza - hanno evitato a un milione di individui (circa 500mila famiglie) di trovarsi in condizione di povertà assoluta', scrive l'Istat. Secondo il Rapporto, l'intensità della povertà, senza sussidi, nel 2020 sarebbe stata di 10 punti più elevata, raggiungendo il 28,8%.
Fattori collegati anche alla crisi dovuta alla pandemia, che ha provocato forti accelerazioni dei problemi sociali.
Con 16 milioni di contagi e oltre 160mila
 decessi associati all'infezione da SARS-CoV-2 tra marzo 2020 e aprile  2022, l'Italia è stata, insieme alla Spagna, fra i paesi Ue  maggiormente colpiti dalla pandemia, soprattutto nella prima fase, con un netto miglioramento nel 2021 in concomitanza dell'avvio della  campagna vaccinale.
A quanto rileva l'Istat, il 48% dei decessi è avvenuto nel 2020, il  37% nel 2021 e il 15% tra gennaio e aprile 2022. Nel confronto con il quinquennio pre-pandemico 2015-2019, nel 2021 si continua a registrare un eccesso di mortalità totale (63mila unità in più), ma in calo  rispetto al 2020 (-37mila), anche nei segmenti più colpiti dalla prima fase della pandemia.
Nell'Ue27 il totale dei decessi in eccesso ha superato i 500mila nel 2020 e i 650mila nel 2021, con un contributo dell'Italia che è passato dal 19% circa del primo anno di pandemia a meno del 10% nel 2021 e nei primi mesi del 2022.
La guerra in Ucraina riduce ora le possibilità di ripresa dell'economia, ma l’Italia nel 2021 ha mostrato una crescita del PIL particolarmente sostenuta (+6,6 per cento). Nonostante la decelerazione dell’attività economica, nel primo trimestre di quest’anno il Pil ha recuperato il livello del quarto trimestre 2019, precedente la pandemia: va segnalato che in quel momento l’attività economica nel nostro Paese era già in leggera contrazione rispetto ai trimestri precedenti. La Francia è stata l’unica grande economia dell’Uem a tornare già lo scorso anno sui livelli di attività pre-pandemia (+7,0 per cento il tasso di crescita annuo).

Rapporto annuale 2022 - La situazione del Paese



( gs / 08.07.22 )

+T -T
PIAO: la semplificazione a vantaggio di cittadini e amministrazioni

Seminario l'11 luglio su pianificazione strategica territoriale e programmazione operativa

(Regioni.it 4330 - 08/07/2022) “La creazione del Valore Pubblico territoriale nelle Regioni. Verso il PIAO”, è il tema dell’incontro conclusivo del laboratorio seminariale promosso da Dipartimento della funzione Pubblica (Presidenza del Consiglio dei Ministri), Formez.PA e Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
Il seminario si svolge l’11 luglio - dalle 10,30 alle 13,30 - a Roma in via Parigi 11, nella sede della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e si tratta del Progetto “Partecipazione di cittadini ed utenti al processo di misurazione della performance organizzativa e valorizzazione della performance individuale come strumento di gestione delle risorse umane”.
Il seminario è rivolto a partecipanti delle Direzioni del personale ed RPCT delle Regioni, con modalità sia in presenza che on line.
Obiettivo di quest’ultimo incontro la presentazione alle Amministrazioni regionali dei risultati della sperimentazione del modello partecipativo di pianificazione strategica del Valore Pubblico territoriale e di programmazione operativa delle leve (performance finalizzate; rischi gestiti) e delle condizioni abilitanti (salute organizzativa e professionale) per la sua creazione.
Sono finora 5 le Regioni sperimentatrici: Basilicata, Emilia - Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Toscana in merito all’applicazione del modello del Valore Pubblico nel processo di predisposizione del PIAO (Piano Integrato di Attività e di Organizzazione). Sperimentazioni basate fondamentalmente su due politiche: occupazione (focus sui neet) e green.
Un altro obiettivo del seminario è l’illustrazione del percorso di formazione e accompagnamento tra pari sul modello partecipativo che sarà attuato a partire dal mese di settembre a favore delle altre restanti Regioni.

 
PROGRAMMA

10.30 – 10.50 - APERTURA DEI LAVORI - Saluti istituzionali
Alessia Grillo
Segretario generale Conferenza delle Regioni e delle P.A. 
 
Cons. Marcello Fiori
Capo Dipartimento Funzione Pubblica (DFP)
 
Alberto Bonisoli
Presidente FormezPA

10.50 – 11.00
PIAO e Valore Pubblico
Denita Cepiku 
Componente Commissione Tecnica per la performance
Università di Tor Vergata 

11.00 – 11.30
Presentazione dei risultati del laboratorio “Il Valore Pubblico territoriale delle Regioni”: verso il PIAO
Enrico Deidda Gagliardo
Università di Ferrara

11.30 – 12.45
Testimonianze dalle Regioni
Coordina Bruno Carapella
Direttore Progetto ECCo
- Basilicata 
- Emilia-Romagna
- Friuli Venezia Giulia
- Liguria
- Toscana  1

12.45 – 13.10
Diffusione dei risultati e creazione di una rete tra le Regioni: il percorso di accompagnamento e formazione sul modello partecipativo e sull’utilizzo di strumenti di autodiagnosi organizzativa
Claudia Migliore
Resp.le Progetto Valutazione FormezPA

13.10 – 13.30
Giro di tavolo e chiusura lavori 
 

 




( gs / 08.07.22 )

+T -T
Pandemia: aumenta l'indice di trasmissibilità

(Regioni.it 4330 - 08/07/2022) Continua la pandemia. Aumentano i ricoveri per Covid sia in terapia intensiva sia nei reparti ordinari. Secondo l'Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, nel mondo sono stati registrati 4,6 milioni di nuovi positivi in 7 giorni.
L'Ema. L’agenzia europea dei farmaci, raccomanda la quarta dose agli over 60 se i casi aumentano e l'Agenas (l’agenzia per i servizi sanitari regionali) lancia l'allarme pronto soccorso: 'Esplodono'.
L’Istituto superiore di sanità (ISS) indica che è ancora in aumento l'indice di trasmissibilità nel nostro Paese e l'incidenza dei casi Covid: l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici, è stato pari a 1,40.
E’ in forte aumento anche l'incidenza settimanale a livello nazionale: 11 le regioni che registrano un'incidenza dei casi superiore a 1000 per 100mila abitanti rispetto a una media nazionale di 1071 per il periodo 1-7 luglio.
I valori più alti in Campania, Puglia, Abruzzo e Umbria.
In particolare ISS rileva che Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 3,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 07 luglio) vs 2,6% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 30 giugno).
Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 13,3% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 30 giugno) vs il 10,3% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 30 giugno)
Nessuna Regione/PA è classificata a rischio basso. 12 Regioni/PPAA sono classificate a rischio moderato ai sensi del DM del 30 aprile 2020 (2 di queste ad alta probabilità di progressione), mentre 9 Regioni/PPAA sono classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza  e una per non aver raggiunto la soglia minima di qualità dei dati trasmessi all’ISS”.
“Venti Regioni/PPAA riportano almeno una singola allerta di resilienza. Nove Regioni/PPAA riportano molteplici allerte di resilienza”.
“La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve aumento (10% vs 9% la scorsa settimana).
In diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (41% vs 44%), e in aumento la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (49% vs 47%)”.
Il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, sottolinea che “noi dobbiamo completare la quarta dose  nelle residenze sanitarie assistite per la popolazione anziana. Non  aspettiamo settembre, a settembre non arriverà niente di nuovo.  Occorre vaccinarsi oggi con la quarta dose sopra gli 80 anni e per i  pazienti fragili".
Per il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, “l'impatto di oggi non è più quello da 10 mila contagi, il virus di oggi non è più quello di Wuhan che conoscevamo nel 2020. Ho fatto fare un'elaborazione, il 47,5% dei contagiati positivi ospedalizzati sono Covid per caso, sono partorienti, fratture femorali, incidenti stradali che poi si rivelano essere dei cittadini positivi ma asintomatici”.
“Quindi quando vedete l'ospedalizzazione che oggi è di 830 persone - afferma Zaia  -, dividete per due perché i malati di Covid che vanno in ospedale perché sono malati di Covid oggi sono intorno alle 400 unità, non 830”.

 



( gs / 08.07.22 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 6 luglio

+T -T
Gioco pubblico: la posizione sull'intesa del 2017 con l'analisi delle leggi regionali

Il documento è stato illustrato il 7 luglio dall'Assessore della Regione Umbria, Luca Coletto, in un'audizione

(Regioni.it 4330 - 08/07/2022) Il 7 luglio si è tenuta un’audizione di rappresentanti della Conferenza delle Regioni presso la commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico del Senato della Repubblica nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sullo stato di attuazione dell’intesa tra governo, regioni ed enti locali concernente le caratteristiche dei punti di raccolta del gioco pubblico, del 7 settembre 2017. Ad illustrare la posizione della Conferenza delle Regioni (contenuta in un documento approvato il 6 luglio) è stato l’assessore della Regione Umbria, Luca Coletto (vedi “Regioni.it” di ieri).
“L’Intesa sancita in sede di Conferenza Unificata del 7 settembre 2017 – si legge nel documento della Conferenza delle Regioni - è scaturita dalla presa d’atto che l’incremento dell’offerta di gioco d’azzardo legale, in particolare delle slot, attuato in passato con l’obiettivo di porre argine alla diffusione incontrollata dell’offerta di gioco illegale, aveva provocato in realtà una nuova emergenza sociale che non poteva più essere trascurata”. L’obiettivo era quello “di intervenire regolando la distribuzione dell’offerta di gioco e, tenendo conto delle accresciute esigenze sociali, in primo luogo determinandone una forte riduzione”.
“Il complesso di interventi delineati dall’Intesa si inscrive in un approccio di “prevenzione ambientale”, che considera l'importanza degli stimoli ambientali e sociali e dei processi automatici nell'influenzare il comportamento”.
“L’Intesa intendeva colmare un vuoto normativo in questa direzione e prefigurava l’emanazione di un Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze che, riprendendone i contenuti, avrebbe dovuto operare una riforma completa del settore del gioco pubblico”” Un provvedimento che “ad ormai quasi cinque anni di distanza non è stato adottato, con la conseguenza di un forte depotenziamento dell’Intesa e del persistere della frammentazione normativa e della disomogeneità territoriale antecedenti”.
“In questo quadro, le iniziative legislative assunte autonomamente dalle Regioni e Province Autonome fin dagli anni 2013-14 hanno supplito all’assenza di un intervento statale organico ed incisivo”.
“Tutte le Regioni, inoltre, hanno definito e implementato – si legge nel documento della Conferenza delle Regioni - propri Piani di azione con il supporto del fondo costituito presso il Ministero della Salute con la legge 28 dicembre 2015 n. 208, art. 1, c. 946; i Piani, orientati prevalentemente alla prevenzione del Disturbo da Gioco d’Azzardo, seguono le indicazioni dello stesso Ministero e sono da questo sottoposti a valutazione e monitoraggio periodico con il contributo dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave”.
“Anche in questo caso, le differenti impostazioni dei Piani regionali se da un lato rispondono alle specificità dei territori, dall’altro scaturiscono dal mancato esercizio di un ruolo effettivo di indirizzo e coordinamento da parte del livello statale”.
“Attraverso una analisi approfondita delle disposizioni contenute nelle leggi delle Regioni e delle Province Autonome in relazione alle specifiche previsioni contenute nell’Intesa, si evidenziano gli elementi di coerenza riportati di seguito in forma sintetica; per una illustrazione più completa e dettagliata, si rimanda al documento allegato”, in ogni caso “e leggi regionali non contengono elementi riguardanti l’obiettivo dell’Intesa di ridurre l’offerta di gioco, sia dei volumi che dei punti vendita […] in quanto entrambi gli ambiti non rientrano nelle competenze delle Regioni e Province Autonome. Tutte le leggi regionali e provinciali intervengono sulla distribuzione territoriale e temporale dei punti di gioco, subordinando l’autorizzazione all’esercizio o all’installazione di apparecchi da gioco a vincoli di ubicazione” “Nella quasi totalità dei casi viene demandata ai Comuni – prosegue il documento della Conferenza delle Regioni - la possibilità di individuare ulteriori luoghi sensibili rispetto a quelli identificati. Il riferimento alle limitazioni temporali all’esercizio di gioco è presente, seppur con alcune differenze, nella maggior parte delle normative regionali”.
“Il criterio della trasparenza nella comunicazione sul gioco d’azzardo è trattato dalla maggior parte delle leggi, con primario riferimento ai rischi connessi alla dipendenza, attraverso l’obbligo di esporre materiale informativo sul gioco d’azzardo patologico e sui servizi di assistenza/trattamento in modo che sia ben visibile e accessibile al pubblico”.
Anche “L’accesso selettivo ai locali con attività di gioco d’azzardo è un tema presente in numerose disposizioni, con particolare riferimento al divieto e, quindi, al controllo dell’accesso e della fruizione del gioco da parte dei minori di 18 anni”, così come “Il rispetto dei vincoli architettonici, dimensionali e strutturali degli esercizi con gioco d’azzardo lecito”.
“Nel complesso, l’attenzione al controllo e alla qualità dell’offerta di gioco [….] è principalmente finalizzata a garantire la tutela della salute e un approccio al gioco sano e consapevole da parte dell’avventore, in modo da prevenire il rischio di dipendenza, sia attraverso canali informativi espliciti, sia indirettamente tramite la predisposizione di contesti (il locale di gioco, gli spazi ad esso esterni e, più in generale, il territorio/comunità) in cui siano implementate misure tese a contenere l’offerta di gioco e controllarne le modalità di erogazione e fruizione, in linea con l’approccio di prevenzione ambientale”.
“L’attenzione ai controlli è perseguita dalla quasi totalità delle Regioni, salvo alcune eccezioni. La competenza in materia di controlli e vigilanza viene generalmente affidata ai Comuni territorialmente competenti o al personale della struttura provinciale competente in materia di polizia amministrativa, i quali collaborano alla pianificazione di interventi rimessi alle Forze dell’Ordine e ai Corpi di polizia municipale per garantire il contrasto all’esercizio illegale od abusivo delle attività di gioco con vincite in denaro”. “Le sanzioni derivanti dalle irregolarità dei punti di gioco vengono destinati alla pubblica amministrazione o alle attività di proprio interesse. Il principale destinatario dei proventi si individua nei Comuni”.
“In ciascuna delle normative regionali/provinciali le finalità preventive vengono declinate secondo molteplici modalità. Nella quasi totalità delle leggi viene istituito un Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo, o in alternativa tavoli tecnici, comitati consultivi o gruppi di lavoro analoghi, al fine di monitorarne gli effetti nelle dimensioni culturali, legali, di pubblica sicurezza, sanitarie, epidemiologiche ed economiche, garantendo anche la predisposizione di strategie e linee di intervento, nonché l’individuazione di buone prassi e verifiche dell’impatto della legislazione. E’ altrettanto diffusa la previsione del marchio regionale per il contrasto al Disturbo da Gioco d’Azzardo, seppur differente nei contenuti grafici, che viene rilasciato ai titolari che decidono di disinstallare o non installare nei propri esercizi apparecchi per il gioco”.
“Particolare rilevanza viene infine data all’approccio intersettoriale, che vede coinvolti nelle iniziative di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico molteplici stakeholder, tra cui organizzazioni di volontariato e gruppi di auto mutuo aiuto, enti del terzo settore, associazioni di rappresentanza delle imprese e degli operatori di settore, associazioni di tutela dei diritti dei consumatori/utenti e ancora, a vario titolo, Uffici scolastici regionali e istituzioni scolastiche”.
“A distanza di diversi anni dall'adozione, e alla luce dei mutamenti intervenuti nel fenomeno e delle più recenti acquisizioni tecnico-scientifiche, si rende opportuno – si sottolinea nel documento della Conferenza delle Regioni - approfondire un’analisi dei contenuti dell’Intesa”.
“Per quanto riguarda la riduzione dei punti di gioco, l’Intesa prevede che, al termine del processo di riduzione e rottamazione, ne rimangano 55.000; di questi, ben 47.000 dovrebbero comprendere bar, tabacchi e non meglio definiti “negozi”. Questa distribuzione non tiene conto che i locali come i bar, i tabacchi e i "negozi" sono esercizi che si caratterizzano per la prossimità ai luoghi vita delle persone, siano essi abitativi, lavorativi, scolastici, ricreativi, sanitari, e che la prossimità dei luoghi di gioco ai luoghi di vita costituisce il fattore di rischio più importante per l'iniziazione al comportamento di gioco, per lo sviluppo di una carriera di gioco problematico/patologico e per la "ricaduta" nel comportamento di gioco da parte di soggetti in trattamento”
Le “misure come messaggi di avvertimento statici sono poco efficaci; tali messaggi, per essere efficaci dovrebbero essere personalizzati, secondo la ricerca scientifica, e combinati con informazioni derivate dal monitoraggio dell'attività di gioco, e quindi sul ricorso al tracciamento dell'attività disposto a livello nazionale”. “Analogamente, la formazione del personale degli esercizi con offerta di gioco pubblico, prevista dalla gran parte delle leggi regionali, dovrebbe essere obbligatoria a livello nazionale, gestita da esperti che non siano in posizione di conflitto di interessi, ripetuta ad intervalli regolari, e soprattutto includere non solo informazioni su come riconoscere i giocatori problematici ma anche una guida su come intervenire nei loro confronti”. “E’ a livello nazionale, infine, che occorre intervenire al fine di garantire un accesso costante e automatico ai dati necessari per comprendere l’evoluzione del fenomeno del gioco d’azzardo in tutte le sue dimensioni, con attenzione alle specifiche situazioni territoriali, su cui basare una appropriata attività programmatoria: occorre accelerare l’adozione del decreto del Ministero della Salute per il nuovo SIND-Sistema Informativo Nazionale delle Dipendenze”.
“Le Regioni e le Province autonome manifestano, in conclusione, la propria disponibilità a riprendere il percorso avviato con l’Intesa, ad analizzare ed attualizzarne i contenuti in relazione alle evoluzioni dei fenomeni di interesse intercorsi in questi ultimi anni e alle evidenze scientifiche maturate in ambito nazionale e internazionale, purché nello spirito di una comune e condivisa assunzione di responsabilità da parte di tutte le istituzioni coinvolte nella regolamentazione dell’offerta di gioco legale e nel contrasto del gioco illegale, con la finalità ultima e prevalente della tutela della salute pubblica”.
Il Documento riporta infine, in allegato, una breve analisi delle leggi regionali in materia di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico in riferimento alle previsioni dell’Intesa, ai sensi dell’art. 1, c. 936, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), tra Governo, Regioni ed Enti locali concernente le caratteristiche dei punti di raccolta del gioco pubblico.

Il testo integrale del  documento della Conferenza delle Regioni



( red / 08.07.22 )

+T -T
Scuola: il rapporto Invalsi 2022

(Regioni.it 4330 - 08/07/2022) Dai dati del Rapporto Invalsi 2022, presenato il 6 luglio, emerge che si è fermato peggioramento delle performance degli studenti della scuola media, riscontrato nel 2021 rispetto al 2019 collegabile agli effetti che la pandemia ha avuto sull'istruzione. I risultati della scuola elementare sono rimasti invariati rispetto al 2019, anche se con alcune flessioni in determinati territori e segnali di preoccupazione per la matematica.
Le prove Invalsi 2022 hanno coinvolto oltre 920.000 allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 545.000 studenti della terza media e poco più di 953.000 di studenti della scuola superiore (classe II e ultimo anno).
Diminuisce la differenza tra scuole in tutta Italia, anche se in italiano, in inglese e ancora di più in matematica si riscontra una differenza dei risultati tra scuole e tra classi più accentuata nelle regioni meridionali. Ciò significa - osservano i ricercatori di Invalsi - che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi.
In alcune regioni del Mezzogiorno - Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna - c'è un maggior numero di allievi con livelli di risultato molto bassi, che si attesta attorno al 50% della popolazione scolastica in Italiano, al 55-60% in Matematica, il 35-40% in Inglese-reading e il 55-60% in Inglese-listening. Lo studio evidenzia che in tutte le materie le perdite maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli. Tra questi ultimi diminuisce la quota di studenti con risultati più elevati. 
I divari territoriali - rileva Invalsi - alle scuole medie non migliorano rispetto alle rilevazioni precedenti e rimangono molto ampi. Emergono infine forti evidenze di disuguaglianza educativa nelle regioni del Mezzogiorno sia in termini di diversa capacità della scuola di attenuare l'effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi.
I risultati Invalsi 2022 alle scuole medie indicano che si è fermato il calo in italiano e matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021 e che gli esiti di inglese (sia listening sia reading) sono invece stabili o in leggeromiglioramento.
A livello nazionale gli studenti che raggiungono risultati almeno adeguati, ossia in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali, sono in Italiano il 61% (-1 punto percentuale rispetto al 2021), in matematica il 56% (invariato rispetto al 2021), Inglese-reading (A2): 78% (+2 punti percentuali rispetto al 2021), Inglese-listening (A2): 62% (+2 punti percentuali rispetto al 2021).
La pandemia ha reso ancora più attuale il problema della dispersione scolastica e da qualche tempo è divenuto chiaro che l'attenzione non deve essere rivolta solo a coloro che la scuola l'abbandonano, ma anche a tutti i giovani che la terminano senza avere le competenze di base necessarie. Questa forma di dispersione scolastica è stata definita dispersione scolastica implicita o nascosta.
Nel 2022 si osserva un'inversione di tendenza per quanro riguarda la dispersione scolstica "implicita" sia a livello nazionale, dove si ferma al 9,7% (-0,1 punti percentuali), sia a livello regionale. In termini comparativi, il calo maggiore della dispersione scolastica implicita si registra in Puglia (-4,3 punti percentuali) e in Calabria (-3,8 punti percentuali). Tuttavia, le differenze assolute a livello territoriale rimangano molto elevate: Campania (19,8%), Sardegna (18,7%). 
La scuola elementare ha tenuto durante gli anni della pandemia: il confronto degli esiti della scuola primaria del 2019, del 2021 e del 2022 svolti da Invalsi restituisce un quadro sostanzialmente stabile. Emergono tuttavia alcune indicazioni importanti che, se osservate con attenzione, possono fornire una spiegazione dei grossi divari che si evidenziano nella scuola secondaria, di primo e di secondo grado. In particolare, si registrano i buoni risultati degli allievi della primaria della Valle d'Aosta, di alcune regioni del Centro (Umbria e Marche) e della Provincia Autonoma di Bolzano, limitatamente all'Inglese.

Sono buoni i risultati d'inglese degli allievi della scuola primaria italiana: il 94% (+2 punti rispetto al 2018) degli allievi raggiunge il prescritto livello A1 del Qcer nella prova di lettura (reading), mentre nella prova di ascolto (listening) è l'85% degli allievi (+6 punti rispetto al 2018) a raggiungere il prescritto livello A1 del Qcer. Al Nord e al Centro gli allievi che raggiungono il livello A1 di reading sono circa il 95-96%, mentre al Sud circa il 92%. Per il listening, invece, gli allievi che si collocano al livello A1 sono circa l'85-90% al Nord e al Centro, mentre circa il 75% al Sud.
 


( red / 08.07.22 )

+T -T
Fedriga all'assemblea di Confcooperative: puntare su una programmazione di medio e lungo periodo

(Regioni.it 4330 - 08/07/2022) Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, è intervenuto il 7 luglio, in collegamento da remoto, all'Assemblea di Confcooperative, presso l'Hotel Villa Pamphili di Roma. "Per garantire equità - ha sottolineato il presidente nel suo intervento - bisogna programmare nel medio e lungo periodo, se non lo facciamo rischiamo di fare solo propaganda. Dobbiamo iniziare a capire, e la politica deve farlo per prima, che l'Italia ha bisogno di guardare più in là di una scadenza elettorale o dell'interesse del singolo politico. Come fanno in molti altri Paesi europei e del mondo dobbiamo fare programmazioni di lungo periodo per creare linee di sviluppo coerenti, che si possano portare avanti negli anni. Solo così possiamo dare, concretamente, uguali opportunità ai cittadini".
Nella sua qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, Fedriga ha poi sostenuto che "la collaborazione tra gli Enti dello Stato è fondamentale per dare risposte ai cittadini. Su questo tutte le Regioni e la Conferenza delle Regioni sono disponibili a rafforzare la collaborazione con lo Stato centrale, ovviamente nell'ambito delle nostre competenze che ci consentono di dare risposte più veloci e incisive ai territori. Ad esempio - ha spiegato - tutta la parte sanitaria del Piano nazionale di ripresa e resilienza è stata sviluppata insieme alle Regioni e saranno queste ultime a realizzarla, insieme alle aziende sanitarie. Mi auguro quindi che tutti i ministeri comprendano l'importanza di coordinarsi con le Regioni". Proprio a questo proposito, Fedriga ha ricordato che "il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, ha sottolineato come il lavoro di coordinamento tra Regioni e Stato centrale rappresenti sicuramente uno sforzo, ma altrettanto una certezza che a fronte di quello sforzo si riesca a raggiungere l'obiettivo".
Quanto all'importanza dell'autonomia delle Regioni, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ha chiarito che "sicuramente l'autonomia è una responsabilità e suquesto non possiamo che condividere le richieste di diverse Regioni, che si stanno ampliando sempre di più, di attuare le possibilità di autonomia differenziata che la Costituzione prevede. Penso che anche molte Regioni del Mezzogiorno andranno in questa direzione e credo che sia una strada più che condivisibile per tutto il Paese. È chiaro che bisogna strutturarla in modo solido per non creare discrepanze e non tenere escluso parte del territorio nazionale dal processo di crescita. La ricchezza del nostro Paese sta nelle sue diversità - ha ribadito Fedriga - Siamo forse l'unico Paese al mondo che in un territorio non grande riesce a comprendere moltissime diversitàc he devono essere valorizzate, perché la diversità è ricchezza.Proprio per questo come conferenza delle Regioni abbiamo iniziatoa presentarci nei contesti internazionali valorizzando lespecificità delle varie Regioni, unicità nella diversità", ha concluso.

(fonte: agenzia Dire)




( red / 08.07.22 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
Redazione: tel. 064888291 - fax 064881762 - email redazione@regioni.it
via Parigi, 11 - 00185 - Roma
Progetto grafico: Stefano Mirabelli, Giuseppe Schifini
Registrazione r.s. Tribunale Roma n. 106, 17/03/03

Conferenza Stato-Regioni
Conferenza Stato-Regioni

Conferenza delle Regioni e Province autonome
Conferenza delle Regioni

Conferenza Unificata (Stato-Regioni-Enti locali)
Conferenza Unificata



Go To Top