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Accordo Governo-Regioni su minori entrate

lunedì 20 luglio 2020

Roma, 20 luglio 2020 (comunicato stampa) “C’è l’accordo con il Governo per recuperare le risorse che sono venute meno nei bilanci regionali a causa della pandemia e della conseguente crisi economica”, afferma Donato Toma, che ha presieduto oggi la Conferenza delle Regioni. Si tratta dell’Accordo – ratificato in Conferenza Stato-Regioni, anch’essa svoltasi in modalità videoconferenza- per “assicurare le risorse necessarie per l’espletamento delle funzioni regionali per l’anno 2020 in relazione alle competenze istituzionali in conseguenza della perdita di entrate connesse all’emergenza Covid-19”.

“Sono risorse indispensabili – spiega Toma – per garantire servizi essenziali ai cittadini, dalla sanità all’istruzione, dal trasporto pubblico locale all’assistenza.
Il rischio era di far saltare i bilanci regionali e quindi i servizi resi. E’ un rischio che non possiamo correre in momento così delicato per il nostro Paese.
L’accordo coinvolge sia le Regioni a statuto ordinario che le Regioni a statuto speciale e le Province autonome. E’ pertanto previsto il riparto del fondo nella proporzione di 1/3 per le Regioni a statuto ordinario e 2/3 per le Autonomie speciali. 
Viene così ripartita la quota già assegnata dal decreto legge 34 di 1,5miliardi per il 2020, assegnando 0,5 miliardi alle Regioni a statuto ordinario per la compensazione delle minori entrate e il restante miliardo alle Autonomie speciali.
Il Governo ha nel contempo preso atto che si tratta di uno stanziamento del tutto insufficiente rispetto alla effettiva perdita delle entrate regionali, stimate il 1,7 miliardi solo per le regioni ordinarie nel 2020.
Si dovrà quindi continuare a definire nel corso del 2020 e del 2021 l’entità effettiva delle mancate entrate.
Nell’accordo pertanto è stabilito, per continuare a garantire gli equilibri di bilancio, di prevedere l’inserimento in un prossimo provvedimento utile dell’integrazione di 1,2 miliardi di compensazione di minori entrate per le Regioni a statuto ordinario e di 1,6 miliardi per le Autonomie speciali.
Sono anche da considerare le minori entrate tributarie, circa un miliardo, derivanti dalla lotta per l’evasione fiscale. Pertanto Governo e Regioni concordano che i rapporti finanziari siano definiti sulla base degli effettivi andamenti dei gettiti.
Infine preoccupano i meccanismi di finanza pubblica che bloccano gli investimenti regionali. E’ paradossale infatti che, dopo aver dato un contributo fondamentale alla ripartenza, le Regioni non possano anche farsi carico del rilancio economico del nostro Paese, non potendo fare investimenti perché costrette al rispetto dell’equilibrio di bilancio. Quindi le Regioni non possono finanziare spesa corrente per non indebitarsi e sono l’unico comparto pubblico che deve rispettare sia gli equilibri di bilancio che contribuire a precisi obiettivi finanziari già prefissati”.



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