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Regioni.it

n. 3840 - mercoledì 13 maggio 2020

Sommario
- Cassa integrazione in deroga: confronto Governo-Regioni
- Fase 2: le ripartenze in attesa delle linee guida
- Fase 2: in arrivo il decreto Rilancio
- Attrazione investimenti: una strategia per un piano d’azione operativo straordinario
- Proposte per il Patto per l’Export
- App Immuni: le Regioni chiedono di condividere la strategia con il Governo

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App Immuni: le Regioni chiedono di condividere la strategia con il Governo

Pubblicate le Faq

(Regioni.it 3840 - 13/05/2020) "I ritardi nell'avanzamento dei lavori del  Piano strategico Banda ultra larga per l'infrastrutturazione dei territori sono inaccettabili. Le Regioni sono pronte a far  pervenire una lettera al ministro Paola Pisano per chiedere al Governo il commissariamento del piano e la decadenza di OpenFiber  per inadempienza dei termini contrattuali". È questa la sintesi con cui l'assessore regionale ai Sistemi informativi, Sebastiano Callari, in veste di coordinatore della Commissione Agenda digitale della Conferenza delle Regioni, esprime la posizione delle Regioni rispetto ai ritardi nella messa in opera della Banda ultra larga.
Nella riunione del 12 maggio la Commissione, Callari ha dichiarato che "non ci possiamo più permettere di sentire da parte di OpenFiber che mancano maestranze per l'avanzamento dei lavori. Abbiamo chiesto che ci diano scadenze precise, poichè la prospettiva del 2023 quale termine di conclusione dei lavori non è accettabile, così verrebbe meno un preciso impegno di OpenFiber rispetto al contratto che va onorato. Stiamo mettendo a rischio la competitività del made in Italy sui marcati internazionali, dove in questo momento il digitale è vitale per promuoversi e per commercializzare i prodotti italiani - ha sottolineato Callari -, oltre al rischio di mantenere un divario digitale che impedisce alle scuole italiane di attivare la didattica a distanza".
In un quadro generale a tinte grigie, Callari ha evidenziato anche alcuni risultati positivi ottenuti dalle Regioni al tavolo Cobul, tra cui la disponibilità di 400 milioni di euro per la connessione a 1giga delle scuole secondarie di primo grado e secondo grado e delle scuole primarie in area bianca, con una copertura dell'80 per cento. "Su richiesta delle Regioni, il Cobul - ha riferito Callari - ha inoltre espresso parere positivo per impiegare rapidamente risorse per i voucher di incentivo alla domanda di connettività per famiglie ed imprese e per la banda ultra larga alle scuole. È stato concordato che le Regioni che lo vogliono possano definire criteri territoriali o settoriali per indirizzare le risorse dei voucher ad una porzione della popolazione delle famiglie ed imprese della Regione, in base alle specificità dei singoli territori".
Nel corso della riunione della Commissione, le Regioni hanno affrontato anche il tema della App Immuni, il dispositivo digitale con cui il Governo intende tracciare, su scala nazionale, i contatti dei positivi a Covid-19, attraverso i cellulari dei cittadini. La app si basa su un sistema decentrato per cui i dati raccolti restano sui dispositivi dei singoli cittadini, nel rispetto della privacy; in caso di utente positivo al Covid-19, il cellulare invia automaticamente un messaggio alle persone con cui è entrato in contatto negli ultimi quindici giorni.
"Condividiamo la scelta di un'app nazionale - ha ribadito Callari -, ma l'uso di questa applicazione di tracciamento dei contatti, se non opportunamente integrata con i servizi sanitari territoriali, rischia di diventare esclusivamente un appesantimento tecnico-amministrativo per le strutture sanitarie, oltre a innescare dubbi sulla reazione di chi riceverà il messaggio se non sarà opportunamente filtrata da professionisti della sanità". Su questo tema la Commissione Agenda digitale, per voce dell'assessore Callari, si appresta nei prossimi giorni a esprimere il proprio parere alla Commissione Giustizia del Senato; "le Regioni - ha anticipato Callari - chiedono al Governo di condividere una visione strategica in cui siano esplicitati obiettivi a breve e a medio-lungo periodo della App Immuni, il suo funzionamento e una roadmap delle azioni che saranno messe in atto affinché la app sia un dispositivo effettivamente utile alle  strutture sanitarie".
Nel frattempo la ministra Paola Pisano  rassicura "il Parlamento e tutti i cittadini che non sussistono, neppure in astratto, rischi che i dati raccolti dall'app" Immuni "possano entrare nella disponibilità di soggetti stranieri o privati". La ministra, rispondendo a un'interrogazione in aula al Senato nel corso del question time, ha precisato inoltre come l'app sia "conforme alla normativa sulla privacy sia italiana che europea e che "sara' scaricabile su base volontaria, raccogliera codici anonimi con esclusione dei dati di geolocalizzazione e sara' gestita da Sogei".
La raccolta completa di documenti, news, interventi e chiarimenti sul processo che (dalla nascita della Call “Innova per l’Italia” e la costituzione della Task Force Data Driven) ha portato alla scelta della app Immuni sono stati pubblicati sul sito del ministro dell'innovazione. Si tratta di tutti i documenti e le informazioni che riguardano il processo di selezione della soluzione tecnologica denominata "Immuni", che, sotto forma di app da scaricare liberamente da parte dei cittadini, contribuirà, attraverso un meccanismo di digital Contact tracing che preserverà la privacy e la sicurezza dei dati, al contenimento della pandemia.
Proponiamo di seguito le prime risposte alle domande più frequenti (Faq, Frequently Asked Questions)
- Cos’è Immuni? Immuni è un’app che ci aiuterà a combattere le epidemie, a partire da quella del COVID-19. L’app si propone di allertare gli utenti potenzialmente contagiati il prima possibile, anche quando sono asintomatici o hanno sintomi lievi.
- Come funziona il tracciamento di prossimità di Immuni? Il sistema di tracciamento di prossimità di Immuni mira ad allertare l’utente quando questo è stato esposto a un utente potenzialmente contagioso. Il sistema è basato sul Bluetooth Low Energy e non utilizza dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del GPS. L’app non raccoglie alcun dato identificativo dell’utente, quali nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email. Pertanto, l’app riesce a determinare che un contatto fra due utenti è avvenuto, ma non chi siano effettivamente i due utenti o dove il contatto sia avvenuto.
- Come funziona il sistema
1. Una volta installata dall’utente A, l’app fa sì che il suo smartphone emetta continuativamente un segnale Bluetooth Low Energy. Il segnale include un identificativo di prossimità. Lo stesso vale per l’utente B. Quando A si avvicina a B, gli smartphone dei due utenti registrano nella propria memoria l’identificativo di prossimità dell’altro, tenendo quindi traccia di quel contatto, incluso quanto è durato approssimativamente e a che distanza erano i dispositivi dei due utenti.
2. Supponiamo che, successivamente, l’utente B risulti positivo al COVID-19. Con l’aiuto di un operatore sanitario, B potrà caricare su un server delle chiavi crittografiche dalle quali si può derivare il suo identificativo di prossimità.
3. Per ogni utente, l’app scarica periodicamente dal server le nuove chiavi crittografiche caricate dagli utenti che sono risultati positivi al virus, deriva i loro identificativi di prossimità e controlla se qualcuno di quegli identificativi corrisponde a quelli registrati nella memoria dello smartphone nei giorni precedenti. In questo caso, l’app dell’utente A troverà l’identificativo casuale di B, verificherà se la durata e la distanza del contatto siano state tali da aver potuto causare un contagio e, se sì, allerterà A.
Si noti che gli identificativi di prossimità sono generati del tutto casualmente, senza contenere alcuna informazione sul dispositivo o l’utente. Inoltre, sono modificati diverse volte ogni ora. Questo rende pressoché impossibile per un malintenzionato sfruttarli per tracciare in qualche modo gli spostamenti di un utente. Queste sono solo alcune delle tante misure implementate da Immuni per proteggere al meglio la privacy degli utenti.
- L’app traccia i miei spostamenti? Assolutamente no. Il tracciamento di prossimità di Immuni si basa sul Bluetooth Low Energy e non raccoglie dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del GPS. Immuni non è in grado di sapere dove vai o chi incontri.
- Come viene tutelata la mia privacy? Immuni è stata sviluppata ponendo grandissima attenzione alla tutela della privacy degli utenti
- I tuoi dati non lasciano mai il tuo smartphone, se non nel caso in cui dovessi risultare positivo al COVID-19 a seguito di un esame. In qual caso, la decisione di caricare sul server i dati necessari ad allertare gli utenti a rischio di contagio sarebbe comunque tua.
- L’app non raccoglie alcun dato personale che consentirebbe di svelare la tua identità. Per esempio, non ti chiede il tuo nome, cognome, età, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email.
- L’app non raccoglie alcun dato di geolocalizzazione, inclusi i dati del GPS. I tuoi spostamenti non sono tracciati in alcun modo.
- L’identificativo di prossimità Bluetooth Low Energy trasmesso dall’app è generato in maniera casuale e non contiene alcuna informazione riguardo al tuo smartphone, né tantomeno riguardo a te. Inoltre, questo identificativo cambia svariate volte ogni ora, rendendo praticamente impossibile per un ipotetico malintenzionato sfruttare questa informazione per tracciare il tuo smartphone.
- I dati salvati sul tuo smartphone sono criptati.
- Tutti i dati saranno cancellati il prima possibile e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2020.
- È il Ministero della salute a controllare i dati.
- I dati sono salvati su server in Italia e gestiti da soggetti pubblici.
- Il codice è open source? La massima trasparenza è un valore fondante per il progetto. Riteniamo che rendere il codice accessibile a tutti sia importante per almeno due motivi
a) Aiuta a guadagnare e mantenere la fiducia degli utenti.
b) Permette a tanti esperti di fornire consigli utili a migliorare Immuni.
- Come sono stati selezionati Immuni e Bending Spoons fra le possibili alternative? Il 24 Marzo 2020, il Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, in collaborazione con il Ministero della salute, ha pubblicato una fast call for proposals per la presentazione di alcune proposte di soluzioni tecnologiche finalizzate a combattere il COVID-19. Inoltre, con il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è stata selezionata una task force di esperti in diversi campi rilevanti. La fast call for proposals è stata chiusa il 26 Marzo. La task force ha poi valutato diverse centinaia di proposte. È stato proprio a seguito di questo processo che Immuni e Bending Spoons S.p.A. sono stati selezionati.
- Bending Spoons viene pagata per Immuni? Bending Spoons S.p.A. non viene pagata in alcun modo per Immuni
- Ha concesso a titolo gratuito alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una licenza perpetua, irrevocabile e senza limitazioni su tutto il codice, le grafiche, i testi e la documentazione sviluppati per Immuni.
- Bending Spoons S.p.A. si è poi impegnata a supportare il progetto a titolo completamente gratuito nei mesi successivi—sempre dal punto di vista del design e dello sviluppo software—qualora ce ne fosse bisogno.
- Immuni è gestito dal Governo?
Sì. Immuni è un progetto gestito dal governo, che si avvale di una licenza perpetua, irrevocabile e senza limitazioni su tutto il codice, le grafiche, i testi e la documentazione fornita a titolo gratuito da Bending Spoons S.p.A. Per conto del governo, lavorano al progetto le società pubbliche SoGEI S.p.A. e PagoPA S.p.A. Bending Spoons S.p.A. continua a fornire un contributo nel design e nello sviluppo del software, con un ruolo di supporto, sempre a titolo completamente gratuito, e senza autorità decisionale o accesso ai dati degli utenti.
Cosa succede se l’app non viene scaricata da un numero sufficiente di persone? Sarà inutile?
- No. Sappiamo che più persone usano Immuni, più l’app può essere efficace nell’aiutarci a limitare la diffusione del COVID-19 e ad accelerare il ritorno alla normalità. Tuttavia, anche se Immuni si rivelasse uno strumento insufficiente a contenere l’epidemia in maniera definitiva, potrà comunque contribuire a rallentarla, specialmente in combinazione alle altre misure implementate dal governo. Questo rallentamento, anche se minimo, ridurrà comunque la pressione sul Servizio Sanitario Nazionale, permettendo a più pazienti di ricevere cure appropriate e potenzialmente salvando molte vite. E nel frattempo la ricerca scientifica avanza verso un possibile vaccino.
- Quali sono le informazioni personali che Immuni raccoglie? Chi può accedere ai miei dati?
Immuni non raccoglie alcun dato personale che consentirebbe di svelare la tua identità. Per esempio, non ti chiede il tuo nome, cognome, età, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email. Il sistema di tracciamento di prossimità è basato su Bluetooth Low Energy e l’app non raccoglie alcun dato di geolocalizzazione, inclusi i dati del GPS. L’app può riconoscere i contatti fra gli utenti, ma non l’identità degli utenti o il luogo dove questi contatti sono avvenuti. L’app raccoglie i seguenti dati principali
- Le chiavi crittografiche che permettono di risalire agli identificativi di prossimità Bluetooth Low Energy che il tuo smartphone ha trasmesso agli smartphone degli altri utenti coi quali sei entrato in contatto. Questo serve per poterli allertare, nel caso tu dovessi in seguito risultare positivo al COVID-19.
- Gli identificativi di prossimità degli utenti coi quali sei entrato in contatto, oltre alla durata di quel contatto e alla distanza stimata fra i due smartphone durante il contatto. Questi dati consentono all’app di allertarti, nel caso uno di questi utenti dovesse in seguito risultare positivo al COVID-19. Questi dati rimangono sul tuo smartphone. Avrai la possibilità di inviare le tue chiavi crittografiche e alcuni altri dati rilevanti per gli epidemiologi (quali la durata dei tuoi eventuali contatti con un utente contagioso) al server nel caso in cui un esame rivelasse che hai il COVID-19. In quel caso la scelta se inviare o meno questi dati sarà comunque tua. Il server è in Italia e gestito da soggetti pubblici. I dati sono controllati dal Ministero della salute.
- I miei dati vengono condivisi da Immuni con altri siti o app? Vengono venduti o usati per fini pubblicitari?
Immuni non condivide i tuoi dati con nessun altro sito o app. I tuoi dati non vengono venduti a nessuno, né usati per alcuno scopo commerciale, inclusa la pubblicità. Il progetto non ha alcun fine di lucro, ma nasce unicamente per aiutare a far fronte all’epidemia di COVID-19.

Tutta la documentazione on line: La nascita e la composizione della Task Force Data Driven Le relazioni della Task Force Aggiornamento sulla app Immuni Audizione della Ministra Pisano al Senato della Repubblica Audizione della Ministra Pisano alla Camera dei Deputati La Call Innova per l’Italia La Fast call del 23 marzo


Coronavirus - Fase 2: Tabella relativa ai potenziamenti sanitari nelle Regioni - aggiornata al 13.05.2020

 
[Friuli Venezia Giulia] App Immuni, richiesta condivisione strategia con Regioni

APP IMMUNI, PISANO: DATI NON FINIRANNO IN MANO STRANIERI-PRIVATI

[Ministero Innovazione tecnologica e digitalizzazione] Immuni: tutto quello che c’è da sapere e le risposte del Dipartimento - 11 maggio 2020 -


( red / 13.05.20 )
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Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
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Progetto grafico: Stefano Mirabelli, Giuseppe Schifini
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