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Regioni.it

n. 3851 - giovedì 28 maggio 2020

Sommario
- Riaperture, turismo e passaporto sanitario
- Elezioni: confronto Regioni-Governo
- Regioni: audizione Sartore in Commissione Bilancio Camera su minori gettiti
- Caporalato: piano triennale di contrasto
- Bonaccini: dalle Regioni solidarietà a Fontana
- Web talk il 29 maggio: Politica ambientale dell’UE e governance, vecchie e nuove sfide per la ripresa

+T -T
Elezioni: confronto Regioni-Governo

Nella serata del 27 maggio primo step con il ministro Lamorgese

(Regioni.it 3851 - 28/05/2020) Dopo la lettera inviata il 26 maggio, il Presidente e il Vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini e Giovanni Toti, sono tornati a sollecitare il Governo sul decreto-legge n. 26/2020 recante “Disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020”. Con una ulteriore lettera inviata il 27 maggio al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomi, Francesco Boccia, e al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, Bonaccini e Toti ribadiscono infatti l’esigenza di un “incontro immediato con la Presidenza e la Vicepresidenza di questa Conferenza e le Regioni interessate”. L’obiettivo è quello di “verificare – hanno scritto Bonaccini e Toti - che la posizione che il Governo assumerà in Parlamento, in sede di conversione del citato decreto-legge n. 26/2020, sia concordata con le Regioni, affinché il principio di leale collaborazione, anche in virtù della questione di cui si sta discutendo, sia garantito”.
Nella serata dello stesso 27 maggio il Presidente della Conferenza delle Regioni e i Presidenti di 5 delle 6 Regioni che prossimamente dovranno andare al voto si sono confrontati con il Ministro dell'Interno. Nel corso del confronto con Luciana Lamorgese, non si è arrivati ad alcuna intesa sull'election day tra i cinque governatori prossimi alle elezioni regionali - Giovanni Toti, Michele Emiliano, Luca Zaia, Vincenzo De Luca e Luca Ceriscioli - e il governo.
I presidenti di Liguria, Puglia, Veneto, Campania e Marche hnno minacciano "la rottura" dopo l'incontro con il ministro che si è concluso con un nulla di fatto. Al termine della riunione il ministro, che da mesi è già in contatto con le regioni e i comitati per il referendum, ha preso atto delle posizioni dei cinque Presidenti e si è impegnata a riportarle al Presidente del Consiglio.
I Presidenti di Campania, Liguria, Marche, Puglia e Veneto hanno indirizzato poi una lettera formale al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul tema del Decreto in materia di elezioni, in conversione in queste ore alla Camera.
"La difficile situazione, senza precedenti nella storia Repubblicana, determinata dalla diffusione del virus Covid-19 ha sicuramente richiesto, e richiede ancora - scrivono i Presidenti - provveedimenti di natura emergenziale, con la necessità di un adattamento continuo dei rapporti tra Stato e Regioni, nel quale ci siamo impegnati in prima persona in continue riunioni e contatti con il Governo. In questo contesto riteniamo che, nonostante i momenti difficili che abbiamo dovuto affrontare, non sia venuto meno il principio di leale collaborazione fino a quando non si è dovuto affrontare il tema del rinnovo delle legislature regionali in scadenza il 30 maggio prossimo.
Si tratta - prosegue la lettera dei Presidenti - di un argomento molto delicato perché coinvolge la durata di organi dotati di potere legislativo eletti a suffragio universale e diretto, dotati tra l'altro, ai sensi dell'articolo 122 della Costituzione, di potestà legislativa propria in ordine alla legislazione elettorale. La durata certa degli organi legislativi è un principio fondamentale dello Stato democratico, tant'è che la Costituzione stessa prevede tempi certi per la ricostituzjone delle Camere (art. 61) e il divieto di proroga delle stesse se non in caso di guerra (art. 60).
In considerazione della peculiare situazione sanitaria in atto, il Governo, con il DL 26/2020, ha ritenuto di disporre la proroga delle legislature regionali, per un periodo di tre mesi, ossia fino al 30 agosto 2020, disponendo però che, a differenza di quanto normalmente avviene, la data delle elezioni possa essere fissata soltanto nei 60 giorni successivi, ossia nei mesi di settembre e ottobre.
Di questa decisione, assunta in difformità dal parere reso dalle Regioni, non è mai stata resa pubblica la motivazione sanitaria, che giustificasse come dal punto di vista dell'epidemia di Covid-19 vi siano maggiori rischi nel mese di luglio piuttosto che nei mesi autunnali, quando fin dai primi di giugno sono permesse tutte le attività economiche, culturali e sociali e financo gli spostamenti tra regionì. Al contrario, come anche sì evince dal parere reso nei giorni scorsi dal Comìtato Tecnico Scientifico, esigenze sanitarie sconsigliano fortemente di ritardare le elezioni verso i mesi autunnali, in quanto potrebbe aversi una recrudescenza del vlrus che porterebbe a dover rinviare la scadenza elettorale di ulteriori, troppi, mesi.
Riteniamo, inoltre, assolutamente inopportuna la fissazione di una data che pregiudichi la riapertura delle scuole, mettendo a rischio i ragazzi nel rientrare in edifici frequentati da milioni di elettori. Da ultimo constatiamo che una decisione che può essere giustificata soltanto da ragioni sanitarie e emergenziali sta assumendo i contorni di una decisione politica e, ci sia concesso, basata sulla convenienza di parte, che, a nostro avviso, non può giustificare la compressione dell'autonomia legislativa regionale e del diritto di voto degli elettori.
Ci rivolgiamo quindi a Lei, quale Capo dello Stato e Garante della Costituzione, per chiederle un Suo autorevole intervento a tutela del principio di leale collaborazione tra gli organi della Repubblica su cui è fondata la nostra Costituzlone, che rimetta al centro - concludono i cinque presidenti - l'interesse pubblico alla tutela della salute e il principio democratico sul quale !a Repubblica si fonda".
"Votare dopo l'inizio delle scuole e a pochi giorni da ottobre, quando potrebbe ripresentarsi l'incognita virus sarebbe imprudente", ribadisce il Presidente della Liguria, Giovanni Toti ,durante la trasmissione Centocitta' su Rai Radio 1, e, aggiunge "andrebbe contro il Comitato Scientifico e allo stesso tempo bloccherebbe le scuole a pochi giorni dalla riapertura". "Chiediamo di votare nella prima finestra utile che è la fine di luglio, ove il Governo e il Parlamento decidano qualcosa di diverso, cinque Regioni sceglieranno di comune accordo di votare nella prima data utile, il 6 settembre"., proseguei Toti sul voto per le Regionali. "Visto che dal 4 e dal 15 giugno il Paese tornerà sostanzialmente aperto e non riteniamo che le elezioni siano più pericolose di andare al lavoro o in vacanza, chiediamo di votare nella prima finestra utile che è luglio".
Sulla questione della data delle elezioni "noi pensiamo che non sia rispettata la Costituzione. La Costituzione prevede di sospendere le elezioni in caso di guerra, questo articolo lo abbiamo inaugurato con il Coronavirus". Lo ha affermato il presidente del Veneto Luca Zaia. "Nella riunione di ieri sera - ha aggiunto - tensione ce n'è stata perché è messa in discussione la leale collaborazione tra le istituzioni. E' impensabile che la risposta sia 'vi abbiamo dato una finestra a settembre, voi convocate le elezioni quando volete'. C'è la tentazione di non dare più pareri della Conferenza delle Regioni. E' grave tradurre in dibattito politico un rapporto istituzionale tra noi e il Governo, che è un fatto di Costituzione", ha concluso. 
 
>>>ANSA/ Scontro Regioni-governo su Election day

 
[Liguria] ELEZIONI: GOVERNATORI DI LIGURIA, CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA E VENETO SCRIVONO AL PRESIDENTE MATTARELLA

 
ELEZIONI: TOTI "VOTIAMO PRIMA DELL'INIZIO DELLA SCUOLA"

++ Regionali: Toti,se non si vota a luglio il 6 settembre ++

Regionali: Zaia, non viene rispettata la Costituzione C'è la tentazione di non dare il parere in Conferenza Regioni


 



( red / 28.05.20 )
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