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Regioni.it

n. 3991 - martedì 26 gennaio 2021

Sommario3
- Conte si dimette, slitta vertice con Regioni ed enti locali sul PNRR
- 27 gennaio: Giornata della Memoria
- Lombardia: 36 miliardi di progetti per ripartenza nella direzione dell'Europa
- Emergenza Covid-19: dalla UE un'ipotesi di zone "rosso scuro", la reazione delle Regioni italiane
- Piano Pandemico influenzale: accordo Stato-Regioni, “testo migliorato grazie al contributo delle Regioni”
- Next Generation EU, come farne un patto tra generazioni

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Conte si dimette, slitta vertice con Regioni ed enti locali sul PNRR

Recovery Plan: ieri dibattito in Conferenza delle Regioni

(Regioni.it 3991 - 26/01/2021) Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti. Le consultazioni avranno inizio nel pomeriggio di domani, mercoledì 27 gennaio.
Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, dopo aver sentito il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, e i presidenti di Anci e Upi, Antonio Decaro e Michele de Pascale, ha sconvocato la riunione prevista per oggi pomeriggio alle 16 sul Recovery plan (cfr. Regioni.it n. 3989) a cui avrebbe dovuto partecipare anche il Presidente del Consiglio Conte.
Per il Ministro Boccia, comunque tutte le attività di coordinamento relative all'emergenza Covid-19 tra Regioni, Comuni e Province restano in corso e senza alcuna interruzione.
Nella giornata di ieri la Conferenza delle Regioni ha discusso (anche in previsione dell'incontro con il Presidente del Consiglio poi saltato) su temi e procedure che dovranno caratterizzare il Recovery plan italiano.
"Il tema dei temi, ancora non risolto, posto da tutte le Regioni al Governo, è il ruolo che le stesse devono ricoprire in questo percorso": lo ha sottolineato la presidente umbra, Donatella Tesei, parlando del Ricovery Plan nell'Assemblea legislativa regionale.  Riferendosi proprio alla riunione di ieri, la Presidente - coordinatrice della Commissione Affari Internazionali ed Europei della  Conferenza delle Regioni- ha sottolineato che "c'è una condivisione all'unanimità sulla ormai non più rinviabile determinazione da parte dell'Esecutivo sul ruolo che devono avere Regioni ed enti locali in questo piano strategico unico ma anche pericoloso se non affrontato con i mezzi giusti". "Dopo mesi di lavoro - ha detto Tesei - il Governo ha chiesto a tutte le Regioni, senza una interlocuzione diretta che pure avevamo chiesto ben due volte come Conferenza, un semplice compendio di tutti i progetti disponibili che rispondessero ai criteri delle sei 'missioni' previste dall'Europa e fatte proprie dal Governo nazionale".
Poco prina della riunione i Presidenti delle Regioni del Mezzogiorno si sono incontrati online per una condivisione di temi relativi al Recovery Fund. All'incontro hanno partecipato il Presidente della Sicilia Nello Musumeci, della Campania Vincenzo De Luca, della Puglia Michele Emiliano, della Calabria Antonino Spirlì, dell'Abruzzo Marco Marsilio, del Molise Donato Toma. 
Per il Presidente della Puglia Michele Emiliano, occorre "
costruire un criterio con il quale dare garanzia alle altre Regioni d’Italia e all'Unione europea di essere in grado di spendere bene i fondi per progetti strategici che sono nell'interesse di tutti. Perché o il Sud si carica della responsabilità dell'Italia per quello che gli compete, per quello che noi possiamo fare, o è evidente che noi non usciremo dai luoghi comuni sul Mezzogiorno”..
“Io vorrei - ha argomentato il presidente pugliese - che la Conferenza delle Regioni fosse la sede nella quale le Regioni del Sud, in maniera unitaria, presentassero, per la condivisione con le altre regioni italiane, le proprie proposte di utilizzo delle risorse del Recovery. Proposte che devono prediligere progetti il cui beneficio ricada su tutto il sistema meridionale. Sia in materia Infrastrutturale e logistico, quanto in materia sociale ed economica".
Davanti abbiamo "una ipotesi di rivoluzione nel modo di essere del Mezzogiorno" e "Noi ci stiamo a questa ipotesi, a condizione che questo impegno venga preso collettivamente, sia controllabile da parte di ciascuna delle Regioni del Sud e sia controllabile e valutabile anche dalle altre Regioni. È indiscutibile che per struttura economica ogni euro investito nel Mezzogiorno determina la messa in movimento anche delle economie del Nord".

Secondo il Presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, "L'opportunità offerta dal Recovery Fund non deve diventare un terreno di scontro tra Nord e Sud, ma l'occasione per raggiungere in maniera condivisa due obiettivi: il rilancio delle Regioni, in particolare quelle settentrionali in quanto area del Paese più colpita dal Covid, e il recupero del gap infrastrutturale del Meridione". Come ha spiegato Fedriga, lo stanziamento di Bruxelles è mirato in primo luogo a rimettere in moto lo sviluppo economico dei territori che hanno subito in maniera più pesante la pandemia. "In quest'ottica - ha concluso il Presidente del Friuli Venezia Giulia - le legittime necessità di tutte le Regioni devono trovare una sintesi, dimostrando quella coesione necessaria a rendere autorevoli e credibili le proposte".
Per il presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì  "C'e' la necessita' di suddividere in modo equo le quote relative agli interventi, tenendo in considerazione il fatto che le regioni del Mezzogiorno hanno urgenze che non rimangono all'interno dei loro confini, ma riguardano l'organizzazione dell'intero continente, dal momento che si tratta di progetti strategici che interessano l'Europa, come, ad esempio, il Ponte sullo Stretto". Durante l'incontro, i presidenti delle Regioni meridionali hanno anche parlato del raddoppio della linea ferroviaria Reggio Calabria-Bari e dell'alta velocita' Reggio Calabria-Salerno, "due progetti - commenta Spirli' - che, insieme, consentirebbero la libera circolazione, in chiave moderna, delle persone in Europa". Attenzione anche sul porto di Gioia Tauro, il porto piu' importante del Mediterraneo e tra i piu' strategici d'Europa".
Costituire una "commissione permanente" sul Recovery Plan, da insediare come commissione speciale nell'ambito del consiglio regionale, per la nascita di "una cabina ristretta di dialogo con cui affrontare di volta in volta i vari temi". E' la proposta presentata al consiglio regionale della Liguria dal Presidente Giovanni Toti nel corso della discussione sul Recovery Plan. "Il Recovery - ricorda Toti - è un gigantesco piano che vale circa due volte il vecchio piano Marshall con cui ripartì l'Italia e che credo debba essere il più condiviso possibile con le forze politiche, sociali ed economiche del Paese. Al momento la situazione politica del governo e anche i ritardi accumulati sul Recovery non ci consentono di conoscere nel dettaglio quali saranno gli indirizzi governativi, europei e del Parlamento italiano". Ma "Avere una commissione del consiglio regionale che monitora e segue tutto quello che riguarda il Recovery nella nostra regione - aggiunge il Presidente ligure - credo sia lo strumento più opportuno per garantire condivisione ed efficacia. "Al momento - ha concluso Toti - non sappiamo come verranno utilizzati i fondi del Recovery: se verranno delegati alle Regioni o se gestirà tutto il governo centrale attraverso bandi condivisi, quindi è difficile entrare nel merito. Sicuramente alcune cose positive già ci sono: la grande diga del porto di Genova, il raddoppio della ferrovia del ponente, gli investimenti sulla mobilità sostenibile del Comune di Genova, opere importanti già finanziate da cui si può partire".
A fare da cornice al dibattiton in cvorso la dichiarazione del commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, che ha ribadito il richiamo ad assicurare "la qualità" dei piani nazionali di ripresa e resilienza. E nel corso di un collegamento con i sindacati europei, ha anche rimarcato la rilevanza della loro "dimensione sociale". E proprio su questo aspetto ha avvertito che confronto con le organizzazioni dei lavoratori, le parti sociali e più in generale tutte le parti coinvolte "è cruciale". Ma "non è ancora soddisfacente", ha detto. Questo coinvolgimento è necessario, ha concluso Gentiloni, se vogliamo che gli Stati membri siano in grado di attuare le riforme.


Il Presidente del Consiglio Conte ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto - 26.01.2021

Governo:salta riunione con regioni e enti locali su Recovery

Recovery: Tesei, va risolto il tema del ruolo delle Regioni

Recovery:governatori Sud rafforzano posizione unitaria

Recovery, il richiamo di Gentiloni: coinvolgere le parti sociali

[Puglia] RECOVERY FUND, EMILIANO: “UN COORDINAMENTO DELLE REGIONI DEL SUD, NON PER BATTERE CASSA MA PER OFFRIRE GARANZIE A TUTTO IL PAESE”

[Friuli Venezia Giulia] Recovery Fund: Fedriga, necessaria sintesi tra Nord e Sud

[Calabria] Recovery plan, Spirlì: «Da presidenti del Sud proposte per un'equa distribuzione dei fondi»

[Liguria] RECOVERY PLAN, REGIONE LIGURIA, PRESIDENTE TOTI: UNA COMMISSIONE AD HOC DEL CONSIGLIO REGIONALE CON CUI AFFRONTARE TUTTI I TEMI.

( red / 26.01.21 )

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27 gennaio: Giornata della Memoria

Zaia: ferita ancora viva e sanguinante

(Regioni.it 3991 - 26/01/2021) “Trovo che i campi di concentramento nazisti rappresentino una ferita ancora viva e sanguinante”. Secondo il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, non si possono avere dubbi sulla Shoah. Lo dichiara in vista di domani, 27 gennaio, Giornata della Memoria, che rappresenta “un momento di riflessione importante, che col tempo diventa sempre più prezioso, più urgente”.
Zaia avverte “infatti potente il pericolo che si dimentichi cos'è stata la tragedia dell'Olocausto”: “Penso ai giovani che rischiano di essere bombardati dai negazionisti che prosperano nella Rete”.
Per Zaia quindi il “negazionismo” è una minaccia alla memoria condivisa: “Io l'avverto come tale. È incredibile che ci sia gente in giro che continua a dire che i campi di concentramento non sono mai esistiti, o che parla della Shoah dileggiando gli ebrei. È una deriva che va combattuta con ogni forza. E la scuola in questo può fare molto”.
“Nella mia famiglia c'è chi è stato partigiano. – spiega Zaia - Non si fa mai abbastanza contro l'antisemitismo, soprattutto quel che si fa dovrebbe essere fuori dalla ritualità”.
“Il fascismo – rileva Zaia - ha dato vita alle leggi razziali e ciò vale a mio avviso per condannarlo. Punto”.
La Regione Veneto è “l'unica peraltro che dall'anno scorso si è dotata di una legge che promuove la conoscenza della Shoah e della Giornata della memoria. In Veneto il legame col mondo ebraico è molto profondo”.
Anche in Piemonte “ogni giorno e' il Giorno della Memoria”, la Regione intende offrire alle realta' che operano sul territorio gli strumenti per favorire il dialogo tra generazioni, culture e religioni diverse e per creare reti formate da enti locali, scuole secondarie di secondo grado, centri di aggregazione, organizzazioni di volontariato, web e social rappresentano strumenti per il dialogo tra generazioni.
La delibera regionale prevede tutta una serie di iniziative che prevedono anche progetti rivolti ai giovani per la creazione di campagne di comunicazione web e social o prodotti multimediali rivolti agli alunni della scuola secondaria.
Nella regione Emilia-Romagna si è svolta questa mattina l'iniziativa 'Pietre d'inciampo', con la messa in posa di tre pietre nel Comune di Sorbolo Mezzani, in provincia di Parma, intitolate al partigiano Giacomo Fontanili e ai fratelli di religione ebraica Natan e Avram Baruch. Alla cerimonia ha preso parte il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: "Ritengo doveroso e importante partecipare alla messa a dimora di queste pietre, i simboli tangibili delle vittime della Shoah - ha detto Bonaccini - Una iniziativa di grande valore civile e morale”.
Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, racconta: “Un anno e mezzo fa sono partito per un viaggio in Israele. Quando eravamo in aeroporto è giunta la notizia che alcuni razzi stavano cadendo sui cittadini inermi di quel Paese. Persone costrette, ancora oggi, a correre nei rifugi per non perdere la vita mentre stanno facendo la spesa o vanno a scuola”.
"Se, pertanto, le pietre d'inciampo non possono certo riportare in vita le persone in passato barbaramente uccise, - aggiunge  Fedriga - non dobbiamo però dimenticare i fenomeni di intolleranza e persecuzione nei confronti della comunità ebraica ancora presenti in Israele e in diverse parti del mondo. Queste piccole pietre devono essere un monito a non sottovalutare queste manifestazioni di odio".
Le pietre d'inciampo installate oggi ricordano tredici persone - quasi tutte nate a Trieste - morte nei campi di sterminio. Con quelle posate oggi, sono in tutto 63 le 'Stolpersteine' presenti a Trieste.
Sarà virtuale, a causa dell'emergenza Covid, il treno della memoria che sarebbe dovuto partire dalla Toscana tra pochi giorni per portare 500 studenti a visitare Auschwitz. La Regione, è stato spiegato, ha in programma un evento online con le scuole, il 27 gennaio, giorno della memoria in cui si celebra quando, nel 1945, furono abbattuti i cancelli di Auschwitz. 
Giorno Memoria: Acquaroli, è un dovere, unisca e pacifichi

Giorno memoria: Kompatscher, restare vigili

Giorno Memoria: Emiliano, l'unico dovere è ricordare

SHOAH: FEDRIGA, 'PIETRE INCIAMPO ARGINE A VIOLENZE SU POPOLO ISRAELIANO'


SHOAH: MOSTRA 'DALL'ITALIA AD AUSCHWITZ' ALLA CASINA DEI VALLATI DI ROMA =


==Governo: Zaia, con numeri di oggi sembra inevitabile voto


SHOAH: 'IO MI RICORDO DI TE', MILANO-BICOCCA E UNITA DANNO VOCE AI TESTIMONI =


Giornata memoria: Piemonte, web e social per dialogo generazioni


Giorno Memoria: Bonaccini a messa in posa pietre d'inciampo


SCUOLA. SHOAH, A POMIGLIANO ISTITUTO 'EUROPA' LANCIA 'SETTIMANA DELLA MEMORIA'


Giorno Memoria:Rosolen,collaborazione Israele per eventi Fvg


Giorno memoria: da Regione Toscana giornata di eventi online


MEMORIA. TOMA: ABBANDONARE INDIFFERENZA È DOVERE MORALE E CIVILE "IN MOLISE RICORDIAMO CON RISPETTO AUTOREVOLE TESTIMONE OLOCAUSTO"

 

 



( gs / 26.01.21 )

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Lombardia: 36 miliardi di progetti per ripartenza nella direzione dell'Europa

(Regioni.it 3991 - 26/01/2021) Mentre si discute del Recovery plan la regione Lombardia programma gli interventi per rilanciare i territori più colpiti dalla pandemia.
Il presidente Attilio Fontana annuncia che "ci stiamo impegnando per le risorse in arrivo dall'Europa, abbiamo fatto un nostro progetto da 36 miliardi nella direzione voluta dall'Europa”.
"Il nostro piano - spiega Fontana - comprende digitalizzazione, grandi infrastrutture, sviluppo verde, un progetto da 36 mld che e' gia' pronto, c'e' la tabella di marcia con tempi e modalita' di investimento".
“Abbiamo subito deciso di intervenire con risorse per ristorare le aziende che hanno più sofferto durante la pandemia - aggiunge Fontana - e abbiamo cercato di favorire le aziende escluse dai ristori statali”.
“Infine - sottolinea il presidente della regione Lombardia - abbiamo cercato di affrontare questo momento difficile con il grande impegno e sviluppo di opere pubbliche, 4 miliardi con cui finanziarle opere grandi piccole e medie per dare progettualità al futuro, investimenti in innovazione e ricerca, sostegno alle università e all'economia sostenibile e alla tutela del territorio”.
Fontana ha poi ricordato i “piccoli interventi per 400 milioni lo scorso anno a disposizione dei Comuni, degli enti locali e delle Province, a condizione che i cantieri aprissero entro la fine dello scorso anno.
Ne sono stati aperti oltre 3mila per dare boccata d'ossigati aperti oltre 3mila - ha concluso - per dare boccata d'ossigeno ad alcune filiere della nostra economia”.

 
++Lombardia: Fontana, nostro Recovery Plan 36 mld pronto


( gs / 26.01.21 )

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Emergenza Covid-19: dalla UE un'ipotesi di zone "rosso scuro", la reazione delle Regioni italiane

(Regioni.it 3991 - 26/01/2021) Per fare fronte al continuo aumento di nuovi casi di Covid-19 e alla preoccupante diffusione delle nuovi varianti, la Commissione europea ha proposto una nuova colorazione delle aree piu' a rischio, la zone rosso scuro. Ossia le regioni dove negli ultimi 14 giorni sono stati segnalati oltre 500 casi cumulativi per 100 mila abitanti. E, secondo gli ultimi dati comunicati all'Ecdc, in Italia il provvedimento rischia di coinvolgere il Friuli-Venezia Giulia (768 casi); la Provincia autonoma di Bolzano (696 casi); il Veneto (656) e l'Emilia Romagna (528). "Alla luce delle nuove varianti di coronavirus e dell'elevato numero di nuove infezioni in molti Stati membri, e' necessario scoraggiare fortemente i viaggi non essenziali, evitando la chiusura delle frontiere o divieti di viaggio generalizzati e garantendo che il funzionamento del mercato unico e delle catene di approvvigionamento rimanga del mercato unico e delle catene di approvvigionamento rimanga ininterrotto", spiega la Commissione. Per chi viaggia dalle zone rosso scuro dovra' fare i conti con misure piu' rigorose di restrizioni: i viaggi non essenziali sono scoraggiati e per i viaggi essenziali e' previsto il test prima della partenza e la quarantena dopo l'arrivo. Le persone che tornano nel loro Stato di residenza dovrebbero invece essere autorizzate a sostenere un test dopo l'arrivo. La raccomandazione e' di utilizzare lo stesso parametro anche per gli spostamenti interni, ma resta ovviamente una decisione degli Stati membri.
Per i presidenti dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e del Veneto, Luca Zaia. "Imporre ai cittadini delle nostre regioni l'obbligo di test e quarantena per poter viaggiare nell'Unione europea, cosi' come previsto per le realta' colorate di 'rosso scuro', significherebbe penalizzare le amministrazioni che effettuano il maggior numero di tamponi e non, come sarebbe invece necessario, operare una valutazione su parametri epidemiologici oggettivi". "Il dato dell'incidenza sui 100 mila abitanti", spiegano i tre presidenti di Regione, "implica pertanto che la valutazione viene operata sul numero assoluto di positivi riscontrati". "Ne deriva dunque una situazione paradossale", concludono Bonaccini, Fedriga e Zaia, "che, anziche' incentivare le amministrazioni a potenziare i controlli sui cittadini, andrebbe a premiare quelle realtà che, per non rischiare di sforare i parametri indicati, dovessero deliberatamente decidere di ridurre la somministrazione di tamponi".
 “Si sta parlando di un’ipotesi. E comunque, l’Emilia-Romagna, con i dati attuali, non correrebbe certo il rischio di entrare a livello europeo in zona rosso scuro, ammesso che l’ennesima sfumatura cromatica possa essere il miglior modo per contrastare l’epidemia. A oggi, infatti, il numero cumulativo di positivi ogni 100mila abitanti, sia nel corso della settimana tra il 18 e il 24 gennaio, sia nelle due precedenti - cioè tra il 4 e il 17 gennaio - ha fatto registrare cifre più basse della soglia di 500 indicata in questa proposta dell’Unione europea”.  Lo precisa la Regione Emilia-Romagna con l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, dopo la diffusione di notizie di agenzia secondo cui - dalla nuova mappa del contagio in Ue realizzata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) - l’Italia sarebbe tra i Paesi con zone, appunto, a rischio rosso scuro: Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia-Giulia. Dati alla mano, infatti, i casi di positività in regione si mantengono sotto quella soglia, sia considerando l’incidenza dell’ultima settimana (18-24 gennaio), quando sul territorio il rapporto è stato di 205 positivi su 100mila abitanti, sia quella relativa alle 2 settimane precedenti (4-17 gennaio), che hanno fatto registrare 486 positivi su 100mila abitanti. “L’attenzione da parte della nostra Sanità pubblica e delle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali è sempre al massimo livello, perché il virus continua a circolare- aggiunge Donini-. Allo stato attuale, però, si registra un decremento dei casi e dei ricoveri in ragione delle misure di contenimento adottate per le festività natalizie a livello nazionale e regionale.  Peraltro, l’emergere di nuovi casi di positività nella popolazione molto spesso è riconducile ad un’intensa attività di screening epidemiologici, di contact tracing e di protocolli di prevenzione e sicurezza nella scuola e nei luoghi di lavoro, che la nostra Regione porta avanti con convinzione. Noi continuiamo a cercare i positivi anche fra gli asintomatici come misura di prevenzione, e ne troviamo ogni giorno, proprio per contrastare la diffusione del virus. Non farlo- chiude l’assessore-, e quindi registrare poi un numero inferiore di positivi, vorrebbe dire solo favorire il contagio, non il contrario”. Insomma"rosso scuro"? "Noi abbiamo dati diversi, non ci riguarda", ha ribadito l'assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, precisando che in questo momento l'Europa dovrebbe "concentrarsi su una risposta unitaria" invece che "insistere sulle sfumature cromatiche". "Abbiamo dati inferiori a questa soglia - ha ripetuto Donini a margine di una conferenza stampa al Policlinico di Modena - per cui ad oggi non ci riguarderebbe" la proposta della Commissione europea di aggiungere il rosso scuro per indicare le aree in cui il virus circola a livelli molto elevati. Per cui "Anziché insistere sulle sfumature cromatiche - ha aggiunto - credo ci si debba tutti, Europa compresa, concentrare a una risposta unitaria sul piano vaccinale e della prevenzione".
“Immagino che l’Ecdc parta dalla considerazione che i dati italiani siano uniformi. Questo è un errore di fondo - sottolinea il Presidente del Veneto , Luca Zaia - che porta a dati fuorvianti. Bisogna ribadire per l’ennesima volta che il numero di positivi a settimana su centomila abitanti dipende dalle positività che si trovano facendo tamponi. Basta applicare la proprietà transitiva, ma anche stavolta non è stato fatto, secondo la quale chi fa tanti tamponi trova tanti positivi, chi ne fa meno, ne trova meno. In Veneto arriviamo a farne 60-65 mila al giorno, in altre regioni se ne fanno magari un decimo. E’ quindi ovvio - aggiunge  il Presidente della Regione del Veneto - che non si possono mettere a confronto regioni che fanno tanti tamponi e altre che non ne fanno”. “Noi – incalza Zaia – abbiamo sempre avuto una percentuale di positivi sui tamponi eseguiti giornalmente non superiore all’8%, e in questi ultimi 20 giorni tale percentuale si è attestata tra il 2% e il 4%”. “Quindi – conclude il Presidente – tutti, a ogni livello, devono parlare sulla base di dati omogenei, perché altrimenti, come in questo caso, scaturiscono dati fuorvianti, che non c’entrano assolutamente niente con la realtà”. Le rilevazioni del Veneto, peraltro, parlano chiaro in questo senso, con 201 casi su 100.000 su base settimanale.
Anche il Presidente altoatesino Arno Kompatscher commenta le affermazioni del commissario Ue Didier Reynders: "Purtroppo, le valutazioni si basano soprattutto sull'incidenza settimanale (sui positivi ogni 100mila abitanti), senza mettere questo dato in correlazione ai numeri di test effettuati, ovvero il numero test ogni 100mila abitanti. Seguendo questa logica una regione che non effettua test non avrebbe problemi, perché avrebbe un'incidenza di zero".
a chi fa più tamponi'
Il Friuli Venezia Giulia a rischio 'rosso scuro' nella mappa del contagio dell'Ue "mi sembra una cosa molto aleatoria, che non accadrà. Già i dati di questa settimana mostreranno che saremo sotto i famosi 500 per 100 mila abitanti". Inoltre, "questo tipo di parametro, che abbiamo abolito per il calcolo delle nuove zone in Italia, cioè l'incidenza dei contagi su 100 mila abitanti, è sbagliato perché penalizza i territori che fanno più tamponi". Lo ha affermato il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a margine di una cerimonia a Trieste.
"Noi siamo la regione che in proporzione fa più tamponi molecolari, quelli più affidabili secondo i nostri esperti - ha ribadito - e quindi è chiaro che più tamponi si fanno più positivi si trovano e quindi l'incidenza è maggiore. Ma noi dobbiamo premiare chi fa un forte lavoro di ricerca del positivo, non andare a penalizzarlo. In teoria se uno non fa tamponi - ha concluso - non ha nessuna incidenza e quindi può girare felicemente e liberamente in tutta Europa".


Covid: Fedriga, Fvg 'rosso scuro' non accadrà
 
[Emilia - Romagna] Coronavirus. Nessuna zona "rosso scuro" per l'Emilia-Romagna: la regione sotto la soglia dei 500 casi ogni 100mila abitanti indicata dalla Ue. Donini: "Attenzione sempre massima e si registra un decremento di positivi e ricoveri. E noi continuiamo a cercare anche fra gli asintomatici"

 
[Veneto] COVID. ZAIA SU DATI EUROPEI ECDC, “NON REALISTICI PERCHE’ QUELLI ITALIANI NON SONO UNIFORMI. E’ PERSINO OVVIO CHE CHI FA PIU’ TAMPONI TROVA PIU’ CASI, MA NON SE NE TIENE CONTO”.

 
++ Kompatscher,rischio rosso scuro perché facciamo tanti test ++ "Non basta incidenza settimanale, importante anche numero test"


= IL PUNTO = Covid: tre regioni Italia a rischio rosso scuro Ue


( red / 26.01.21 )

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Piano Pandemico influenzale: accordo Stato-Regioni, “testo migliorato grazie al contributo delle Regioni”

Pubblicati i report della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza Unificata del 25 gennaio

(Regioni.it 3991 - 26/01/2021) La Conferenza Stato Regioni del 25 gennaio, convocata in seduta straordinaria, e presieduta dal Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, ha approvato l'intesa sul Piano strategico - operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu 2021 - 2023). In collegamento anche la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, presidenti di Regione e assessori competenti delle materie oggetto della Conferenza. Il Piano è stato predisposto dal Ministero della salute sulla base delle raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della sanità (OMS); in ambito nazionale, trae il suo fondamento dal Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 e dal Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale, del gennaio 2017. Tra le finalità, quella di facilitare oltre al processo decisionale, l'uso razionale delle risorse, l'integrazione, il coordinamento delle Regioni e degli attori coinvolti e la gestione della comunicazione. Questo piano, terminata la pandemia da Covid-19, guiderà le azioni del Governo, degli operatori sanitari, del mondo socioeconomico e della popolazione stessa per consentire un ritorno alle normali attività, tenendo conto della possibilità di nuove ondate dell'epidemia.
“Dopo un confronto costruttivo con il ministero della salute", portato avanti anche nella giornata di ieri, "abbiamo sancito l’accordo Stato-Regioni sul piano pandemico influenzale: PanFlu 2021-2023.  E’ un passaggio importante e dalle Regioni è arrivato un contributo migliorativo che consente di guardare in termini ancora più positivi alle esigenze della prevenzione nel nostro Paese”, lo ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini (al termine della Conferenza Stato-Regioni).
Due i nodi risolti nelle ultime ore che hanno permesso il via libera al documento "Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale, PanFlu 2021 – 2023”.
Prima di tutto abbiamo ottenuto l’impegno da parte del Governo allo stanziamento di adeguate risorse nazionali per l’attuazione del Piano, aggiuntive rispetto alla dotazione del fondo sanitario.
Infine – ha concluso Bonaccini - l’esecutivo ha assicurato un aggiornamento periodico dei contenuti del Piano, anche su richiesta delle Regioni e delle Province autonome ed anche con una cadenza diversa da quella prevista”.
Soddisfatto il Ministro della Salute, Roberto Speranza; "la Conferenza-Stato Regioni ha approvato all'unanimità il nuovo Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu) 2021-2023. Facciamo tesoro anche delle esperienze acquisite in questo durissimo anno di crisi sanitaria globale e mettiamo a sistema la capacità di reazione dell’Italia e del nostro Servizio Sanitario Nazionale”.
Sono stati pubblicati sul sito i report della Conferenza Unificata e della Conferenza Stato-Regioni con gli esiti relativi agli altri punti in discussione
In particolare per quanto concerne la Conferenza Unificata, presieduta dal Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, sono stati esaminati i seguenti punti all’ordine del giorno con gli esiti indicati:
1. Intesa, ai sensi dell’articolo 7, comma 3, della legge 8 agosto 2019 n. 86, sullo schema di decreto legislativo recante Misure in materia di riordino e riforma delle norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi e della normativa in materia di ammodernamento o costruzione di impianti sportivi.
SANCITA INTESA
2. Intesa, ai sensi dell’articolo 9, comma 2, della legge 8 agosto 2019 n. 86, sullo schema di decreto legislativo recante Misure in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali.
SANCITA INTESA
Per quanto riguarda la Conferenza Stato-Regioni, sempre presieduta dal Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, sono stati esaminati i seguenti punti all’ordine del giorno con gli esiti indicati:
1. Intesa, ai sensi dell’articolo 6, comma 2, della legge 8 agosto 2019 n. 86, sullo schema di decreto legislativo recante Misure in materia di rapporti di rappresentanza degli atleti e delle società sportive e di accesso ed esercizio della professione di agente sportivo.
SANCITA INTESA
2. Intesa, ai sensi dell’articolo 8, comma 3, della legge 8 agosto 2019 n. 86, sullo schema di decreto legislativo recante Semplificazione di adempimenti relativi agli organismi sportivi.
SANCITA INTESA
3. Intesa, ai sensi dell’articolo 5, comma 2, della legge 8 agosto 2019 n. 86, sullo schema di decreto legislativo recante Riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici nonché di lavoro sportivo.
SANCITA INTESA
4. Accordo, ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, sul documento “Piano strategico – operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu 2021 – 2023).  
SANCITO ACCORDO

[Ministero della Salute] Covid-19, Speranza: “Nuovo Piano Pandemico Influenzale fa tesoro esperienze acquisite” - 25.01.2021

Sanità: Stato-Regioni approva intesa su Piano pandemico influenzale

CORONAVIRUS: BOCCIA, 'STATO-REGIONI APPROVA PIANO PANDEMICO INFLUENZALE'

Quotidiano Sanità:Via libera dalla Conferenza Stato-Regioni al nuovo Piano pandemico. Mascherine e distanziamento utili anche per l’influenza. Per attuarlo le risorse saranno extra Fondo sanitario

Sole 24 Sanità: Nuovo Piano pandemico, via libera della Stato-Regioni all'edizione 2021-2023. Bonaccini: «Testo migliorato, ottenuti fondi ad hoc e la promessa di contenuti sempre aggiornati»


( red / 26.01.21 )

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Next Generation EU, come farne un patto tra generazioni

Il 29 gennaio Seminario dell'Università Cattolica

(Regioni.it 3991 - 26/01/2021) Per il 29 gennaio l'Università Cattolica ha organizzato il seminario “Investimenti e lavoro nel piano Next Generation EU. Un patto tra generazioni per un’economia inclusiva” che ospiterà un intervento del Commissario Ue Paolo Gentiloni.
Sarà in diretta online venerdì 29 gennaio alle ore 15 - sia al seguente link sia sui canali social dell’Università Cattolica e del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) - e promosso dalla facoltà di Economia Milano-Roma, l’evento si aprirà con i saluti istituzionali di Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica, di Tiziano Treu, presidente Cnel, di Antonella Occhino, preside della facoltà di Economia dell’Università Cattolica, di Gianna Fracassi, vice presidente Cnel.

Alle ore 16 seguirà una tavola rotonda, coordinata dal docente di Diritto del lavoro in Cattolica e consigliere Cnel Michele Faioli, cui prenderanno parte i docenti dell’Ateneo Alessandro Rosina Ivana PaisCarlo Sangalli, presidente Confcommercio, e Annamaria Furlan, segretaria generale Cisl.
Chiuderà i lavori l’economista della Cattolica e consigliere Cnel Claudio Lucifora.

Next Generation EU, come farne un patto tra generazioni

REGIONE LAZIO

Webinar 28 gennaio 2021, ore 16:00

SUL FUTURO DELL’EUROPA. TEMI SCELTI


Collegamento on-line su Teams https://bit.ly/3qxfEn9

Il Centro di Documentazione Europea dell’Università degli Studi di Catania, con il supporto del Dipartimento di Giurisprudenza e della Clinica legale “Coesione e Diritto”, promuove il webinar “Sul futuro dell’Europa. Temi scelti”, evento ideato a supporto della “Conferenza sul futuro dell’Europa” della Commissione europea.

Attraverso tale iniziativa s’intende mettere a conoscenza i cittadini, ed in particolare i più giovani e gli studenti, delle tematiche e delle questioni che saranno al centro della Conferenza e, così come auspicato dalla Commissione europea, favorirne la partecipazione attiva alla Conferenza che è concepita, come rimarcato dal Presidente Ursula von der Leyen, nei termini di “forum pubblico per un dibattito aperto, inclusivo, trasparente e strutturato con i cittadini”.

Programma 


CETRO STUDI PIM

Il ruolo dei territori e il rapporto urbano/rurale nel quadro del Next generation EU

DATA
 lunedi 1 febbraio 2021

ORARIO
 dalle ore 16.00

LUOGO
 L'evento si svolge on-line

DOWNLOAD

 Programma dell'evento

 



( gs / 26.01.21 )
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