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Regioni.it

n. 4010 - lunedì 22 febbraio 2021

Sommario
- Emergenza Covid-19: Bonaccini su blocco spostamenti interregionali nel prossimo Decreto Legge
- Emergenza Covid-19: verso nuovo Dpcm, prime proposte della Conferenza delle Regioni
- Pandemia: sottoscritto protocollo d’intesa con i medici di medicina generale per le vaccinazioni
- Gestione emergenza Covid-19: Regioni pronte al confronto con il Governo
- Governo Draghi: prime misure anti-Covid
- Medici e vaccinazioni: testo Protocollo d’intesa tra Governo, Conferenza Regioni e Organizzazioni sindacali

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Gestione emergenza Covid-19: Regioni pronte al confronto con il Governo

Le dichiarazioni e le interviste di Bonaccini, Toti, Giani, Zingaretti, Zaia, Spirlì, De Luca e Fedriga

(Regioni.it 4010 - 22/02/2021) ''Le forniture dei vaccini dipendono dalle aziende produttrici, i contratti li ha firmati la Commissione europea per tutti gli Stati membri. Io confido nella forza della Ue e nell'autorevolezza internazionale del presidente Draghi, perché cessino i tagli e le dosi in arrivo si moltiplichino. Serve un deciso cambio di passo''. Così al Corriere della Sera il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, che per quanto riguarda la possibilità di produrre in Italia i vaccini, afferma che "abbiamo distretti della chimica-farmaceutica e della meccanica di grande qualità. Concordo con Prodi quando propone che le imprese che detengono i diritti sui vaccini li rendano disponibili a chiunque sia in grado di produrli con efficacia. La ricerca ha potuto contare ovunque su ingenti fondi pubblici, è il momento di restituire alla collettività. I vaccini devono essere un bene pubblico''.
''Le persone sono esauste - afferma Bonaccini - Il continuo entrare e uscire da zone colorate, senza che si riesca a piegare la curva in maniera strutturale, non aiuta. Ci sono attività economiche che non sanno cosa accadrà il giorno dopo, altre chiuse da troppi mesi. Occorre cambiare schema. Al governo chiediamo un confronto sulla revisione dei parametri e delle misure, per dare maggiori certezze a cittadini e imprese e rendere più efficace l'azione di contrasto al virus. Qualcuno ha interpretato la mia proposta come l'estensione della zona arancione a tutto il Paese. Non è così, dobbiamo evitare che dopo l'anno dell'unità e della solidarietà, segua l'anno della rabbia sociale e della frustrazione. Chiediamo al Cts indicazioni più chiare e al governo di riconsiderare l'impianto dei provvedimenti". "Noi proponiamo una tempistica diversa per esame dei dati, ordinanze, decorrenze. Non deve più succedere che si prendano decisioni all'ultimo minuto''. Riguardo la polemica scuole chiuse e ristoranti aperti, "eviterei di mettere in contrapposizione esigenze primarie come istruzione e lavoro, ma eviterei anche scontri ideologici. Ci servono numeri aggiornati sull'impatto delle nuove varianti e poi valuteremo come rendere compatibile la lotta all'epidemia con le attività essenziali''.
"Con Gelmini è già partito un confronto positivo e ci siamo detti subito che le istituzioni debbono sempre cooperare e il virus non ha colore politico'', conclude Bonaccini, ribadendo che ''le Regioni sul Recovery plan chiedono condivisione. Il piano deve essere partecipato e aperto al Paese, non definito in poche stanze dentro il palazzo. E solo facendo sistema coi territori riesci a realizzare progetti per 209 miliardi di euro".
"Abbiamo dato tutti quanti il nostro assenso al fatto che vengano prorogate le cosiddette norme primarie, quelle che vietano la libertà di spostamento, tra Regioni e comuni, per un mese. D'altra parte era anche giusto lasciare a questo governo qualche settimana per prendere contezza della situazione e agire in modo dettagliato e consapevole", ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti nel corso del suo intervento questa mattina alla trasmissione di Rai 3, Agorà, dopo il primo incontro Stato-Regioni di ieri sera. "Abbiamo dato tutti quanti un assenso dicendo anche che c'è bisogno di revisionare il sistema in modo profondo, rendendolo più comprensibile alle categorie e ai cittadini e più coerente con i tempi, dalle varianti alla necessità di far ripartire l'economia". "Vorrei che i cittadini sapessero che le varianti non sono una cosa che noi non controlliamo. Abbiamo un 'cruscotto di comando' che le intercetta e i nostri laboratori hanno anche una mappatura settimanale delle varianti". "Non credo l'Italia possa vivere di sola repressione. C'è bisogno di regole che vengano vissute come equilibrate dai cittadini", ha aggiunto Toti. "Ho detto ai ministri - ha spiegato - che noi abbiamo sempre agito su zone gialle, arancio e rosse che prevedevano la chiusura di determinate attività. Non si può provare a ragionare invece sulle zone di rischio, con un allentamento o un irrigidimento delle regole? Faccio un esempio: un ristorante che in zona gialla ha 50 coperti e una distanza di 1 metro da un cliente e l'altro, in zona arancio ha 25 coperti e 2 metri tra un cliente e l'altro, il ché vuol dire comunque rarefare i contatti sociali ma anche agire sul lato dei volumi e non drasticamente dell'aperto e chiuso. Sono molte le proposte che abbiamo fatto ma credo che un cambio di passo si possa avere". "Draghi deve usare la sua autorevolezza per far sì che Pfizer e Moderna consegnino le dosi. Il problema vero è ora il numero del personale messo in campo per le vaccinazioni da un lato e dall'altro il numero dosi che riusciamo ad acquisire sul mercato".
il presidente della Regione Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni Giovanni Toti, è poi intervento anche alla trasmissione 'Che giorno è' di Rai Radio1. "Dobbiamo mettere mano e testa ad una serie di normative che consentano di cominciare a vedere l'orizzonte di una riapertura del Paese, tenendo conto del fattore varianti. Non bisogna su questo fare inutile terrorismo, il virus è monitorato, le varianti vengono monitorate nel sistema di rilevazione. Ora ci aspettiamo un cambio di passo da questo governo anche nel coinvolgimento di tutti i livelli di governo nelle scelte".   "Abbiamo chiesto al governo di riflettere anche su interventi più mirati di quelli su base regionale. Sarebbe opportuno pensare a restrizioni a livello provinciale o comunale, dove serve, senza costringere un'intera regione alla chiusura".
"Spero che il presidente Draghi, dall'altro della sua autorevolezza e il suo standing internazionale, ci possa dare una mano a rimpinguare le scorte di vaccini"". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel corso del punto stampa indetto presso la sede della Protezione Civile di Marghera (Venezia). "Noi abbiamo necessità di vaccinare; se immaginassimo di avere vaccini a sufficienza, noi potremmo fare 50 mila vaccini al giorno". "Nell'incontro di ieri sera tra regioni e il governo, presenti il ministro Speranza e all'esordio il ministro Gelmini, abbiamo parlato di quello che dovrà essere il nuovo Dpcm del prossimo 5 marzo. Come Veneto ho chiesto che ci sia un tagliando rispetto all'approccio e ai parametri dopo quest'anno di esperienza. Ed ho chiesto che il Cts venga rivisto e rafforzato che possa avere un portavoce unico così da evitare le dichiarazioni e le contro dichiarazioni". "La riunione tra regioni e il governo si è tenuta in un'atmosfera positiva per quanto riguarda gli arrivi futuri di vaccini: passata questa fase di difficoltà credo che arriveranno presto, speriamo il prima possibile perché un Paese Covid free andrà sul mercato prima degli altri", ha concluso.
"L'importante e' ristabilire un po' d'ordine, perche' il governo precedente navigava un po' a vista". Lo ha detto il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirli', intervenendo in diretta a "Mattino Cinque" su Canale 5. "Il divieto di spostamento tra Regioni - ha esordito Spirli' - è forse una cosa indispensabile, su questo non abbiamo assolutamente nulla da dire, non abbiamo dubbi, non abbiamo nulla da eccepire. Per quanto riguarda invece le aperture di certe attività, forse dovremmo cominciare a pensarci su, perché non possiamo pensare di tenere commercianti, artigiani, palestre, teatri chiusi costantemente, altrimenti qui se non si muore di Covid si muore di fame. Credo - ha rimarcato il presidente ff della Regione Calabria - che tutto possa ritornare a un minimo di normalita' con le dovute accortezze". Secondo Spirli',"c'e' bisogno di mettere un po' d'ordine anche nelle decisioni governative, nelle decisioni iniziali. Qui c'e' un Comitato tecnico scientifico che parla molto in televisione ma non scrive mai, non si assume mai una responsabilita' vera, reale su quelle che sono le decisioni. Quindi e' necessario che cambino anche un po' i criteri".
"Il Paese deve dare la massima priorità ad avere più vaccini possibili per i cittadini. Anche nella nostra regione abbiamo aziende che possono inserirsi nella filiera della produzione per accelerare i tempi e fornire le maggiori dosi necessarie: questa è una battaglia che si vince tutti insieme". Lo afferma, in un post su Facebook, il presidente della Toscana Eugenio Giani. "La Toscana fa da apripista a livello nazionale per i vaccini anche attraverso i medici di base. Una sinergia chiave per il successo dell'intera campagna vaccinale seguita dalle altre regioni italiane. Facciamo squadra sul territorio tutelando la salute". "Il vero salto di qualita' che io mi aspetto dal governo Draghi e' che con la sua autorevolezza possa parlare in Europa e farci arrivare vaccini", ha detto il presidente della regione Toscana Eugenio Giani ai microfoni di Rainews 24. "Spesso noi parliamo di restrizioni ma la vera sfida, quello che ieri e' venuto fuori" nell'incontro fra il governo ed i presidenti di regione "e' il grido:'Vaccini, vaccini, vaccini' - ha aggiunto Giani. "Io ho 310 luoghi su 273 Comuni della Toscana assolutamente disponibili - ha proseguito Giani -. Ed ho anche l'organizzazione perché noi abbiamo trovato l'equilibrio fra quello che fanno gli ospedialieri e quello che fanno i medici di base, cio' che fa il volontariato. Il problema e' il numero di vaccini. Quindi ce li devono mandare".
"Credo che se vogliamo raggiungere l'obiettivo di liberarci dalla pandemia dobbiamo spingere affinché le case farmaceutiche, anche quelle con il brevetto, permettano di produrre i vaccini in tutti i siti industriali dove ciò è possibile". Lo ha detto Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e segretario del Pd, chiudendo i lavori del convegno 'Cantieri nel Lazio - Investimenti per la ripresa'.  Nel Lazio "la campagna vaccinale sta andando avanti, se ci fossero più vaccini ne faremmo anche molti, molti di più". Così il governatore del Lazio Nicola Zingaretti parlando, a margine di una iniziativa sui cantieri del Lazio, dell'avvio oggi delle vaccinazioni ai professori e al personale non docente del Lazio.
"Ci auguriamo che il nuovo governo dia un'accelerazione ma non c'è da farsi grandi illusioni, io credo che dobbiamo accelerare i tempi di valutazione dei vaccini di Aifa ed Ema e cominciare a produrre in Italia le dosi". Lo ha detto il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. "I tempi di attività delle agenzie di controllo Aifa ed Ema - ha spiegato - sono incompatibili con i tempi dell'epidemia, non possiamo perdere mesi per affrontare una pandemia, si deve accelerare, Le due agenzie devono lavorare anche la notte e devono essere valutati tutti i vaccini presenti nel mondo. Poi dovremmo produrre in Italia i vaccini. Quando ci dicono che ci vogliono mesi per adeguare le tecnologie, io dico che se cominciamo a lavorare oggi, 24 ore al giorno, a giugno, luglio, agosto abbiamo le tecnologie, in modo particolare i bioreattori che servono per produrre i vaccini, ma se non abbiamo capacità di programmazione arriveremo sempre tardi".  "Rimaniamo sconcertati dagli improvvisi tagli delle forniture dei vaccini. Dal governo non ci dicono assolutamente niente, l'interlocuzione con l'attuale commissario è pessima e non abbiamo la possibilità di fare una programmazione".
"L'analisi e il confronto su quali settori debbano essere riaperti e quali invece è necessario restino chiusi sono stati improntati alla ragionevolezza, tenendo conto che alcune di queste attività sono ferme da mesi, e senza alcuna posizione prevenuta".Lo ha affermato il Presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga a commento dell'esito del vertice Governo-Regioni sulle misure anticovid. La ministra degli Affari regionali Maria Stella Gelmini nel corso dell'incontro ha assicurato che a brevissimo verrà calendarizzato un altro vertice per definire nel dettaglio i criteri per l'attuazione del sistema di regole per la gestione ed il contenimento della pandemia in vista dell'adozione del prossimo Dpcm. Fedriga da parte sua ha sottolineato l'importanza, condivisa da tutti i presidenti di Regione, di un cambio di passo per la campagna vaccinale. E' stata altresì condivisa la necessità di una comunicazione dei nuovi provvedimenti che verranno adottaticompatibile, nei modi e nella tempistica, con le esigenze organizzative delle categorie interessate dalle misure.

Link alla pagina Facebook del Presidente Stefano Bonaccini
Link alla pagina Facebook del Presidente Eugenio Giani


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( red / 22.02.21 )
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