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Regioni.it

n. 4038 - giovedì 1 aprile 2021

Sommario3
- Pandemia: Governo approva le nuove misure fino al 30 aprile
- PNRR: Bonaccini, l'8 aprile le Regioni incontrano Draghi
- Campagna vaccinale: serve la stabilità delle forniture
- Vaccini: Figliuolo rassicura che sono in arrivo
- Agricoltura: fondi del Piano di Sviluppo Rurale, da Patuanelli un'ipotesi di riparto
- Emergenza Covid-19 e congedi parentali: emendamenti al Ddl di conversione in legge del DL 30/2021

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Pandemia: Governo approva le nuove misure fino al 30 aprile

(Regioni.it 4038 - 01/04/2021) Il Consiglio dei Ministri del 31 marzo 2021 ha approvato il decreto legge “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici”, che non prevede fino al 30 aprile delle “zone gialle”, ma con possibili deroghe con delibera del Governo in base all'andamento di epidemia e piano vaccinale.
Tra l’altro è stabilito che il vaccino antiCovid sia obbligatorio per operatori sanitari e farmacisti, e lo scudo penale per i vaccinatori. C'è anche il demansionamento o la sospensione per chi appartenga alle categorie indicate e non voglia vaccinarsi. Ancora non è possibile visitare gli amici in zona rossa e ci saranno lezioni in presenza fino alla prima media e la possibilità di svolgere concorsi pubblici.
Il testo prevede – spiega il Governo - la proroga fino al 30 aprile 2021 dell’applicazione delle disposizioni del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 2 marzo 2021 (salvo che le stesse contrastino con quanto disposto dal medesimo decreto-legge) e di alcune misure già previste dal decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30. In particolare, la proroga riguarda: l’applicazione nelle zone gialle delle misure della zona arancione; l’estensione delle misure previste per la zona rossa in caso di particolare incidenza di contagi (superiori a 250 casi ogni 100mila abitanti e nelle aree con circolazione delle varianti) sia con ordinanza del Ministro della salute che con provvedimento dei Presidenti delle Regioni; la possibilità, nella zona arancione, di uno spostamento giornaliero verso una sola abitazione privata abitata in ambito comunale.
E prevista la possibilità entro il 30 aprile di apportare modifiche alle misure adottate attraverso specifiche deliberazioni del Consiglio dei Ministri. Il provvedimento dispone che dal 7 al 30 aprile 2021 sia assicurato, sull’intero territorio nazionale, lo svolgimento in presenza dei servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia, nonché dell’attività didattica del primo ciclo di istruzione e del primo anno della scuola secondaria di primo grado. Per i successivi gradi di istruzione è confermato lo svolgimento delle attività in presenza dal 50% al 75% della popolazione studentesca in zona arancione mentre in zona rossa le relative attività si svolgono a distanza, garantendo comunque la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
Inoltre, il decreto:
- esclude la responsabilità penale del personale medico e sanitario incaricato della somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2, per i delitti di omicidio colposo e di lesioni personali colpose commessi nel periodo emergenziale, allorché le vaccinazioni siano effettuate in conformità alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative;
- introduce disposizioni volte ad assicurare l’assolvimento dell’obbligo vaccinale da parte del personale medico e sanitario, prevedendo una dettagliata procedura per la sua operatività e adeguate misure in caso di inottemperanza (assegnazione a diverse mansioni ovvero sospensione della retribuzione);
- stabilisce che le previsioni già vigenti per i soggetti incapaci ricoverati presso strutture sanitarie assistite in merito alla manifestazione del consenso alla somministrazione del vaccino anti-SARS-CoV-2 siano estese anche alle persone che, pur versando in condizioni di incapacità naturale, non siano ricoverate nelle predette strutture sanitarie assistite o in altre strutture analoghe;
- proroga al 31 luglio 2021 alcune disposizioni in materia di giustizia civile, penale, amministrativa, contabile e tributaria, prevede norme sullo svolgimento dell'attività giudiziaria in periodo di emergenza pandemica e reca modifiche al codice della giustizia contabile;
- proroga al 31 maggio 2021 il termine concernente le procedure di assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori socialmente utili (LSU) e dei lavoratori impegnati in attività di pubblica utilità (LPU) (Basilicata, Calabria, Campania e Puglia) nonché i contratti a tempo determinato degli LSU e LPU (Calabria), con oneri a carico del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
- estende agli enti del Terzo settore (ONLUS, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale) la disciplina prevista per lo svolgimento delle assemblee ordinarie con modalità semplificate per le società sino al 31 luglio 2021;
- proroga il termine per la rendicontazione della spesa sanitaria regionale al fine di consentire alle Regioni e alla Province autonome  di completare le relative operazioni;
- dispone deroghe per lo svolgimento dei concorsi pubblici prevedendo lo svolgimento di una sola prova scritta e una orale, con modalità decentrate. Si prevedono inoltre modalità ulteriormente semplificate (prova orale facoltativa) per i concorsi relativi al periodo dell’emergenza sanitaria e la possibilità a regime per le commissioni di suddividersi in sottocommissioni. È esclusa l’applicazione delle procedure derogatorie per il personale in regime di diritto pubblico. Inoltre, dal 3 maggio 2021 i concorsi riprenderanno in presenza nel rispetto delle linee guida del Comitato tecnico-scientifico;
- consente lo svolgimento della prova scritta del concorso per magistrato ordinario indetto con decreto del Ministro della giustizia 29 ottobre 2019 anche in deroga alle disposizioni vigenti, che regolano lo svolgimento di procedure concorsuali nel corso dell’emergenza pandemica da COVID-19. Si prevede espressamente che l’accesso dei candidati ai locali destinati allo svolgimento della prova scritta e della prova orale sia subordinato alla presentazione di una dichiarazione sostitutiva, sulle condizioni previste dal decreto del Ministro della giustizia concernente l’accesso ai locali adibiti alle prove.

Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 10 del 31.03.2021
 


( gs / 01.04.21 )

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PNRR: Bonaccini, l'8 aprile le Regioni incontrano Draghi

Il Presidente della Conferenza delle Regioni fa il punto anche sul Decreto varato ieri, sulle possibili riaperture, sulla norma relativa ai sanitari che non si vaccinano e sui viaggi all'estero

(Regioni.it 4038 - 01/04/2021) "L'8 aprile ci sarà l'incontro con il presidente del Consiglio, Mario Draghi e alcuni ministri per parlare del Recovery Plan. Non ho dubbi che ci saranno anche Regioni, Province e Comuni. Dobbiamo evitare che la pandemia sanitaria si trasformi in pandemia economica". Così il presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, a margine di una conferenza stampa.
Quanto poi alla situazione generale rispetto all'energenza pandemica "I numeri ci dicono che sta cominciando a migliorare" la curva epidemica "ma restano numeri molto alti. Il picco lo abbiamo ormai superato, però scende lentamente e in alcuni casi nel Paese non scende, ma cresce. Bisogna essere ancora molto prudenti e io credo che il Governo abbia fatto bene a utilizzare un principio di precauzione ed evitare di illudere gli italiani", ha aggiunto Bonaccini. "Siamo in una situazione dove non siamo fuori dal tunnel, ci siamo ancora dentro - ricorda il presidente -. Le restrizioni di queste settimane hanno contato" .
"Come Conferenza delle Regioni mettiamo" in azione "subito quel gruppo di lavoro sulle linee guida delle possibili riaperture per farci trovare pronti quando si potrà riaprire. Perché è bene non perdere un minuto dal momento in cui le condizioni dei dati lo permetteranno". E comunque  "A tutela della salute e della vita dei pazienti bene ha fatto il governo a prevedere una norma di demansionamento" per gli operatori sanitari che non vogliono vaccinarsi e "di spostarli da quei luoghi, cosa che l'Emilia-Romagna era già pronta a fare, prendendo un provvedimento con una delibera che risaliva a epoca pre-pandemica", ha proseguito il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. Per questo "Plaudo alla decisione del Governo di intervenire perché ognuno si comporti liberamente come vuole, l'importante è che non metta a rischio la salute degli altri" aggiunge."Tra chi non vuole vaccinarsi - sottolinea Bonaccini - non sono tutti no vax, ci sono anche persone che oggi hanno dei dubbi e che dobbiamo provare a convincere. Basta elencare le statistiche che vedono crollare non solo i decessi ma anche i contagi tra coloro che sono già vaccinati, cioè il personale sanitario o i degenti anziani delle rsa, per capire che il vaccino è davvero lo strumento che conta per battere il virus. Basta guardare la Gran Bretagna, Israele e gli Usa". "Ci auguriamo, perciò - conclude -, che siano sempre meno quelli che non vogliono vaccinarsi. Sono relativamente pochi nel personale sanitario emiliano-romagnolo, ma non possono stare sul posto di lavoro laddove debbano tutelare pazienti e curarli.
"Segnalo che credo il Governo stia lavorando a una norma che preveda che si riapre ma se in qualche parte d'Italia, anche fosse una sola citta' o una provincia, vi fossero rischi epidemiologici drammatici, sia possibile chiudere d'intesa con il ministero della Salute": lo ha detto il presidente dell'Emilia Romagna, a proposito della riapertura delle scuole anche in zona rossa fino alla prima media. "C'e' un principio di precauzione in cui la tutela della salute si mette davanti a tutto", ha concluso il governatore.
"L'aumento dei vaccini unitamente all'arrivo della bella stagione e' un fattore molto importante per provare, quando si riaprira', e ci auguriamo ovviamente presto, a non chiudere mai piu'. Questa e' la vera sfida da mettere in campo. L'anno scorso, verso l'estate, non avevamo il vaccino e a ottobre e' arrivata la nuova ondata. Dobbiamo vaccinare tutti gli italiani e tutti gli emiliano-romagnoli entro la fine dell'estate, in modo da non chiudere mai piu' nulla. Questa e' la sfida piu' grande", ha spiegato ancora il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. "C'è una richiesta che avevamo fatto come presidenti" di Regione, ovvero "la maggior parte di noi aveva chiesto di cominciare a riaprire le scuole a fronte di dati che cominciavano a migliorare. Sapete che in zona rossa fino alla prima media si potranno riaprire. E credo che questo sia giusto. Segnalo che credo il Governo stia lavorando a una norma che preveda però che si riapre, ma se in qualche parte di Italia - anche fosse una sola città o provincia - vi fossero rischi epidemiologici drammatici, sia possibile chiudere d'intesa col Ministero della Salute". Così Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, a margine di una videoconferenza.
A chi gli chiedeva un commento sulla posizione di Antonio Decaro che ha lamentato il mancato coinvolgimento dei sindaci da parte del governo sulle misure contenute nel DL Covid, Bonaccini ha risposto "Per l'Anci parla il presidente dell'Anci, quindi immagino che se ha fatto questa rimostranza avra' le sue buone ragioni. Mi auguro che il Governo chiami subito Comuni e Province se questo non e' stato fatto".
Infine in un'intervista al 'Foglio' Stefano Bonaccini, interviene sulla questione "viaggi all'estero consentiti": "E' una contraddizione palese e un'ingiustizia vera e propria, che l'ordinanza del ministro Speranza su tamponi e quarantena ha, almeno parzialmente, sanato. Non si può dire agli italiani di restare in casa ma anche che si può partire per un viaggio all'estero. O ai nostri operatori del turismo di sopportare le chiusure delle proprie attività e poi spingere i cittadini verso i loro concorrenti". Poi sottolinea che ''la priorità resta sempre la tutela della salute dei cittadini, ma dobbiamo restare vicini a quelle categorie che sono chiuse da mesi: i ristori sono fondamentali, vanno erogati velocemente e con risorse adeguate, ma da soli non bastano. A questi operatori economici dobbiamo dare una prospettiva''. Quanto a cinema e teatri il presidente dell'Emilia Romagna cita il suo assessore alla Cultura in Giunta. ''Mi scrive o chiama ogni giorno su ipotesi di riaperture in sicurezza. Ha ragione. Cultura e spettacolo sono fermi da un anno, devono poter ripartire. Se necessario facciamo anche scelte selettive, mettiamo paletti stringenti, ma nulla è troppo poco. E quando riapriranno andranno sostenuti in maniera ancora maggiore. Su palestre, ristoranti, ripeto, dobbiamo dare loro una prospettiva ravvicinata da cui non tornare più indietro".

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COVID: BONACCINI, 'BENE GOVERNO SU DEMANSIONAMENTO SANITARI NO VAX'

Bonaccini, Regioni al lavoro su linee guida per riaperture


( red / 01.04.21 )

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Campagna vaccinale: serve la stabilità delle forniture

(Regioni.it 4038 - 01/04/2021) Lancia l’allarme l'Organizzazione mondiale della Sanità: “il ritmo lento delle somministrazioni prolunga la pandemia”. Ma in Italia e in Europa c’è ancora un problema di mancanza di forniture, avverte il presidente della regione Veneto, Luca Zaia: “serve un supporto per lo sforzo vaccinale, la stabilità delle forniture". Zaia ha inoltre sottolineato "la necessità di evitare i dibattiti inutili":  "vaccini? Noi gli abbiamo terminati".
"Potremmo fare 80mila vaccinazioni al giorno con il personale messo in campo, però ci servirebbe una fornitura di 80mila dosi al giorno", dichiara Zaia: “la luce in fondo al tunnel si chiama vaccino e lo si vede perché non abbiamo più operatori sanitari che si ammalano, siamo performanti".
Anche l'assessore alla Salute della regione Lazio, Alessio D'Amato, evidenzia che “se nelle prossime 24 ore non arrivano i 122 mila vaccini di Astrazeneca previsti siamo costretti nostro malgrado a sospendere le vaccinazioni. Mi auguro che tale sospensione venga scongiurata. Abbiamo messo in esercizio una macchina imponente che non deve fermarsi. Da ieri notte abbiamo aperto le prenotazioni anche per l'età 66 e 67 e sono già oltre 36 mila i prenotati. Abbiamo un milione di prenotazioni da qui a maggio. Servono i vaccini!”.
Intanto il presidente Nicola Zingaretti annuncia che dal 20 aprile sono previste le vaccinazioni nelle farmacie della regione Lazio con il Johnson&Johnson per la fascia d'età 55-60 anni.
In Emilia-Romagna "siamo pronti a passare a 30mila vaccinazioni" al giorno molto presto, appena avremo il numero di dosi consegnate”, afferma il presidente Stefano Bonaccini.
In Puglia l'assessore alla Sanita', Pier Luigi Lopalco, commenta: "E' inutile mettere su un'organizzazione come la nostra se non abbiamo i vaccini".
In Friuli Venezia Giulia si sta “intensificando l'attivita' vaccinale" ma "rimane il problema - spiega il vicepresidente con delega alla Salute Riccardo Riccardi - della disponibilita' di vaccini. Le dosi di Pfizer - 180 mila le ultime - sono infatti quasi esaurite e siamo in attesa della nuova fornitura. Oggi e' prevista la consegna di un quantitativo rilevante di vaccini AstraZeneca, il quale sara' certamente molto utile, dato che i primi dati evidenziano un'alta adesione alla campagna anche nella fascia d'eta' 70-74 per la quale abbiamo aperti oggi le prenotazioni”.
Anche in Umbria “siamo allineati al piano nazionale: se rallentiamo e' solo perche' mancano le dosi", dichiara il commissario straordinario all'emergenza Covid in Umbria, Massimo D'Angelo.
Mentre il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, nel corso della conferenza stampa di presentazione del piano di vaccinazione di massa e del nuovo sistema di prenotazione di Poste, spiega: "Stiamo procedendo in maniera assolutamente positiva, la prima parte della campagna era legata alla disponibilita' dei vaccini e siamo confidenti che presto arriveranno quantita' di vaccini molto piu' alte, quindi riusciremo ad affrontare l'operazione di vaccinazione di massa fondamentale per il futuro della nostra regione".
Nota positiva la Basilicata: "Ieri 3.219 somministrazioni, record in Basilicata, ampiamente sopra la media nazionale: oggi arriveremo all'80% degli over 80 vaccinati con la prima dose", rileva il presidente della regione Basilicata, Vito Bardi: "Abbiamo superato anche la Provincia di Bolzano. Si corre".
L'Italia ha superato le 10 milioni di somministrazioni e il ministro della Salute, Roberto Speranza, rassicura: “nelle prossime settimane arriveranno piu' dosi, la campagna sta correndo”.  Speranza evidenzia il successo della campagna vaccinale: dove si agisce c'è un crollo del tasso di contagi, ma "siamo ancora in una sfida difficile. Abbiamo davanti settimane in cui dovremo ancora fronteggiare l'emergenza".
Per l'Oms il ritmo delle vaccinazioni antiCovid in Europa è di una lentezza inaccettabile: “i vaccini rappresentano il nostro modo migliore per uscire da questa pandemia – spiega il direttore per l'Europa, Hans Kluge - ma il lancio di questi vaccini è inaccettabilmente lento”. Secondo l'Oms l'attuale impennata dei casi di coronavirus in Europa è "la più preoccupante" da diversi mesi.

= Covid: Oms, 'picco' casi in Europa piu' preoccupante da mesi

Vaccino: Zaia, da domani non avremo piu' dosi

Vaccini: Zingaretti, dal 20 Johnson & Johnson nelle farmacie

++ Speranza,10 mln di dosi somministrate ma accelerare ancora ++

[Lazio] CORONAVIRUS: D’AMATO, ‘SE ENTRO 24 ORE NON ARRIVANO VACCINI, COSTRETTI A SOSPENDERE’  



( gs / 01.04.21 )

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Vaccini: Figliuolo rassicura che sono in arrivo

Intensificati i controlli a Pasqua

(Regioni.it 4038 - 01/04/2021) Tra oggi e domani, rassicura il commissario all'emergenza Figliuolo, sono in arrivo in Italia 1,3 milioni di dosi di vaccino. E sulle vaccinazioni da parte dei medici di base, Figliuolo evidenzia che “dobbiamo fare tutti di più e insieme”.
“La Lombardia è pronta a partire con la vaccinazione anche nelle aziende. – dichiara il vicepresidente Letizia Moratti - C'è un tavolo tecnico in corso con la commissione salute e ci sarà un ulteriore confronto il prossimo 7 aprile, mentre l'8 il tema verrà portato in Conferenza Stato-Regioni. La nostra pozione è di vaccinare in azienda solo i dipendenti e non i famigliari. Noi siamo pronti, ma siamo in attesa di avere il piano vaccinale che ci darà il commissario”.
Il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, ha come obiettivo di “iniziare a parlare di riaperture, e non più di chiusure, dalla prima settimana di maggio. Se riuscissimo ad anticipare di un mese la riapertura del Paese, grazie anche alla campagna di vaccinazione e alla politica prudente di contenimento delle prossime ore, sarebbe per tutti un risultato: sia per chi deve riaprire bar o ristorante o stabilimento, sia per chi ci ascolta dai presidi sanitari”.
Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania, vorrebbe “usare le strutture pubbliche per vaccinare gli anziani in base alle priorita' per fasce d'eta', ma anche per le categorie a rischio, alcune non considerate, penso agli autisti dei mezzi pubblici, ai dipendenti dei Comuni o delle poste”.
“Abbiamo deciso – annuncia De Luca - di fare due tre operazioni simboliche: intendiamo immunizzare le isole, Ischia, Capri e Procida. C'e' una situazione di particolare difficolta' nelle isole, ma anche un interesse nostro a lanciare la campagna turistica per la prossima estate prima di farci rubare turisti dalla Grecia o dalla Spagna, dalle isole libere dal Covid. Per noi significa fare una bella operazione sanitaria, ma anche lanciare nel mondo il turismo campano".
Infine il ministero degli Interni chiede ai prefetti di intensificare i controlli in occasione della Pasqua: l'attenzione delle forze dell'ordine dovrà essere rivolta alla verifica "del rispetto delle misure di contenimento del contagio, con particolare riguardo a quelle riguardanti i divieti per gli spostamenti".

COVID. COMITATO SICUREZZA, PER PASQUA RAFFORZATE MISURE PREVENZIONE E CONTROLLO

COVID: DE LUCA, 'IMMUNIZZARE ISOLE PRIMA CHE SPAGNA E GRECIA CI RUBINO TURISTI'

COVID. TOTI: MIO OBIETTIVO È INIZIARE A RIAPRIRE A INIZIO MAGGIO

COVID: MORATTI, 'LOMBARDIA PRONTA PER VACCINI IN AZIENDA, ASPETTIAMO OK GOVERNO'

= IL PUNTO = Vaccino: Figliuolo rassicura, nessuna interruzione

++ Figliuolo, tra oggi e domani 1,3 mln dosi Astrazeneca ++



( gs / 01.04.21 )

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Agricoltura: fondi del Piano di Sviluppo Rurale, da Patuanelli un'ipotesi di riparto

Programma che trova il consenso di 15 regioni o Province autonome, ma l'opposizione di 6

(Regioni.it 4038 - 01/04/2021) “Una proposta equilibrata che riesce a mediare sulle due differenti ipotesi proposte dalle Regioni.  Ringrazio il ministro Patuanelli che ha ascoltato i territori ed è riuscito a mettere in campo un’ipotesi attenta, per trovare un punto di equilibrio importante nell’interesse nazionale. Le risorse del Psr devono essere utilizzate al meglio da tutte le Regioni nell’interesse delle imprese agricole italiane”.  Così l’assessore dell'Emilia-Romagna all’agricoltura, Alessio Mammi, interviene a sostegno della proposta del ministro Politiche agricole e alimentari, Stefano Patuanelli, che nei giorni scorsi ha presentato un piano di riparto delle risorse del Programma di sviluppo rurale, Psr, per il biennio di transizione 2021-2022. Si tratta di una proposta di mediazione tra le due diverse ipotesi in campo: quella di 15 Regioni Italiane e Province Autonome, rappresentative di tutti i territori e governate da forze politiche differenti, che puntava su criteri oggettivi per l'assegnazione dei fondi Ue e proponeva una mediazione, considerando anche in parte i criteri storici, e quella di altre 6 Regioni, intenzionate a non abbandonare il metodo storico di riparto. La proposta di Patuanelli fatta alle Regioni e Province Autonome prevede l’introduzione nel 2021 di un 30% di criteri oggettivi e il mantenimento del 70% dei parametri storici, per poi ribaltare le stesse percentuali nel 2022, ovvero un 70% di criteri oggettivi e un 30% di parametri storici.  “L’Emilia-Romagna ha usato tutti i fondi della precedente programmazione- chiude Mammi-, ed è importante applicare questo modo di lavorare per distribuire alle imprese e alle filiere tutti i fondi a disposizione. Il sistema agricolo nazionale deve fare un passo avanti e deve dimostrare di essere responsabile e maturo per usare al meglio i fondi Ue”.
Anche “La Regione del Veneto condivide pienamente l’impostazione data dal Ministro Patuanelli al riparto delle risorse del Programma di sviluppo rurale per il biennio di transizione 2021-2022”. Lo afferma l’assessore all’agricoltura della Regione del Veneto, Federico Caner, ribadendo il giudizio favorevole già espresso ieri in sede di Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, insieme ad altri 14 colleghi, alla proposta di mediazione del Ministero sul riparto dei fondi per i PSR. “Il documento ministeriale – spiega Caner –, infatti, individua le esigenze di finanziamento del PSR Nazionale e propone per il riparto dei fondi FEASR tra i PSR regionali una mediazione di assoluto buon senso tra le due posizioni emerse in seno alla Conferenza delle Regioni. Va infatti ricordato che la questione ha occupato i lavori della Commissione politiche agricole per più di cinque mesi, nel corso dei quali quindici tra Regioni e Province Autonome, nel tentativo di trovare un accordo complessivo, hanno formulato più ipotesi di rivisitazione dei criteri di riparto dei fondi per gli anni 2021 e 2022; fondi che ammontano a 3.910 milioni di euro e che sviluppano, con il cofinanziamento dello Stato e delle Regioni, a oltre 6.900 milioni di spesa pubblica. Le sei Regioni contrarie, invece, sulla base di una ardita interpretazione lessicale del termine “transizione”, pretenderebbero di continuare ad applicare l’accordo per il riparto tra Regioni delle risorse per lo Sviluppo rurale 2014-2020 approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome il 16 gennaio 2014”. La proposta di Patuanelli prevede l’introduzione nel 2021 di un 30% di criteri oggettivi e il mantenimento del 70% dei parametri storici, per poi ribaltare le stesse percentuali nel 2022, ovvero un 70% di criteri oggettivi e un 30% di parametri storici. “Questa modalità – prosegue Caner –  premia ancora le sei Regioni “contestatrici”, in quanto il 2021 è quello che prevede una spesa pubblica complessivamente più elevata. Se si può capire che tali Regioni, molto avvantaggiate dal criterio ‘storico’ fondato su un regolamento comunitario già abrogato da oltre un decennio, tentino di accaparrarsi la maggior parte di risorse in gioco (oltre il 60%) essendo anche molto favorite dalla percentuale di cofinanziamento comunitaria più elevata, molto meno comprensibile è che per farlo attacchino il Ministero, peraltro dopo averlo a più riprese invocato come giudice super partes, che ha formulato una proposta di riparto sensata, pienamente in linea col dettato normativo, con i precedenti Accordi in seno alla Conferenza Stato Regioni e rispondente a tutte le esigenze in campo”. “Il Ministero, infatti, ha ben compreso, come hanno anche rappresentato a più riprese le 15 Regioni – conclude Caner –, che il settore agricolo è quello più debole economicamente, rispetto agli altri settori, in tutto il Paese e che, proprio per questo motivo, non può essere la PAC, di cui lo sviluppo rurale è uno dei pilastri, lo strumento per il riequilibrio tra i diversi territori”.
Sullo stesso fronte la Regione Marche. “Abbiamo chiesto al Governo di accelerare il più possibile il cambiamento sulla ripartizione dei fondi PSR” spiega il Vicepresidente Mirco Carloni (che ha la delega al commercio, agricoltura, energa e sviluppo economico) che ha condiviso la proposta del ministero dell’Agricoltura per un passaggio graduale dai criteri storici a quelli oggettivi. “Come Regione Marche chiediamo con forza 26 milioni di euro aggiuntivi per sostenere i progetti e gli investimenti dei nostri agricoltori. Le aziende agricole marchigiane hanno necessità di crescere ed innovare grazie anche al supporto di incentivi mirati in grado di moltiplicare investimenti e occupazione. Questi 26 milioni – in aggiunta ai 170 previsti dal criterio storico - serviranno per l’insediamento di giovani imprenditori in agricoltura, per lo sviluppo di filiere agroalimentari e la realizzazione di investimenti produttivi presso le aziende agricole”. 
Per l'assessore regionale lombardo all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, "Il criterio di storicità è da consegnare, appunto, alla storia. Non capiamo perché gli agricoltori di alcune Regioni debbano continuare ad avere più risorse rispetto a quelli di altre regioni. Basti pensare che con i cosiddetti criteri storici difesi da solo 6 Regioni su 21, considerando le province autonome, queste regioni (Sicilia, Basilicata, Calabria, Umbria, Puglia e Campania) hanno percepito negli ultimi 20 anni il 48% dei fondi del secondo pilastro assegnati all'Italia. Solo la Sicilia ha avuto una disponibilità per il periodo 2014-2020 per il Psr di 2,2 miliardi di euro, pari al doppio di quello Lombardo. Il tutto mentre con la convergenza interna le regioni del centro nord storicamente dotate di titoli più ampi hanno progressivamente visto i propri stanziamenti equilibrarsi a quelli del resto del Paese, il portafoglio titoli delle aziende lombarde dal 2014 al 2020 è diminuito di 150 milioni di euro. Chiediamo pertanto di fare lo stesso anche per i fondi del Piano di sviluppo rurale". Per questi motivi "La Lombardia è al fianco del ministro Patuanelli e di altre 14 Regioni e province autonome italiane, di diversi colori politici, che chiedono parametri oggettivi e una ripartizione equa dei fondi europei - ha detto l'assessore Rolfi - già nel periodo di transizione 21-22. Questo consentirà al nostro territorio di avere circa 48 milioni di euro in più. Era noto da tempo che il criterio di storicità della spesa, che penalizza fortemente la Lombardia, sarebbe stato archiviato nel 2020". "Lo riporta - ha continuato - anche il verbale della conferenza dei presidenti che già nel 2014 aveva deciso all'unanimità che la programmazione terminata il 31 dicembre 2020 fosse l'ultima con i cosiddetti criteri storici". "In sede di conferenza Stato-Regioni - ha ricordato - abbiamo anche aperto a un passaggio graduale di uscita da questo sistema per cercare una soluzione unanime, ma se da alcune Regioni arriva la chiusura totale al dialogo è giusto che il Ministro faccia una proposta che tenga conto delle istanze di 2/3 delle Regioni italiane per non far perdere altro tempo alle aziende agricole italiane che attendono la programmazione delle misure. Le risorse pubbliche vanno ripartite con criteri oggettivi e razionali che tengano conto di indicatori concreti come quello che anche la Lombardia, insieme alle altre regioni, ha proposto per il confronto: produzione lorda vendibile, superficie agricola utile, numero imprese". "Sono elementi oggettivi - ha sottolineato l'assessore - sulla base dei quali ripartire le risorse che sono stanziare dall'Europa per lo sviluppo rurale. Non si tratta di fondi di perequazione, ma risorse destinate allo sviluppo agricolo e quindi il peso oggettivo dei sistemi territoriali deve essere criterio guida del riparto. "Il primo passo per vincere le sfide imposte dalla Farm to Fork - ha concluso Rolfi - è quello di stanziare bene le risorse per spendere al meglio i fondi a disposizione. Ricordo che regione Lombardia pesa nel sistema agricolo nazionale per il 13,5 % e passa in termini di quota Psr dal 5,3% al 6,2 % con questa proposta di ripartizione, ancora ampiamente inferiore rispetto al suo peso reale".
La Regione Piemonte condivide pienamente la proposta dal ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli sui criteri di ripartizione tra le Regioni dei fondi Feasr 2021 -2022 per l’attuazione del Programma di sviluppo rurale. Ha dichiarato l’assessore Marco Protopapa: “Il Piemonte, insieme ad altre 14 Regioni, plaude al piano di ripartizione dei fondi Feasr presentato dal Ministro: una proposta equilibrata che supera, finalmente, i vecchi criteri, cosiddetti “storici”, che sono ormai completamente avulsi dalla realtà agricola italiana. Si, invece, all’adozione di criteri oggettivi che, peraltro, entreranno a regime con gradualità, proprio per venire incontro anche alla esigenze delle 6 Regioni che ancora si oppongono a questo nuovo approccio. Peraltro ricordiamo che in base all'accordo sancito all'unanimità nel 2014 tra tutte le Regioni e le Province Autonome, questi criteri dovevano essere completamente abbandonati con l'attuale periodo di programmazione. Con questa modalità di assegnazione, nel biennio 2021-2022, il Psr del Piemonte potrà contare su un aumento della spesa pubblica di oltre il 10% a cui si aggiungeranno circa 50 milioni di € dei fondi “Next Generation”. In questo modo sarà anche possibile dare risposte concrete alle nostre aziende in un periodo di eccezionale difficoltà”.

Ma sei Regioni fanno muro, esprimendo ferma contrarietà rispetto all’ipotesi di una revisione dei criteri di ripartizione dei fondi europei per le politiche di sviluppo rurale, disancorati dal parametro della storicità della spesa, come proposto dalle altre Regioni con l’avallo del ministero delle Politiche agricole e forestali.  Una posizione, quella del no allo stravolgimento dei parametri attualmente in vigore, formalizzata in sede di Conferenza Stato-Regioni, al tavolo della Commissione Politiche agricole, dagli assessori all’agricoltura di Basilicata (Francesco Fanelli), Calabria (Gianluca Gallo), Campania (Nicola Caputo), Puglia (Donato Pentassuglia), Sicilia (Toni Scilla) e Umbria (Roberto Morroni). Regioni che - sottolineao i sei assessori - che da sole rappresentano il 60% delle aree italiane interessate dal Psr. che da sole rappresentano il 60% delle aree italiane interessate dal Psr. 
Nello specifico, attraverso una nota depositata agli atti dei lavori della Cpa, il sestetto ha bollato come incomprensibile la proposta di ripartizione dei fondi formulata dal capo di Gabinetto del ministro.  "Essa – si obietta – parte da un presupposto definito incontestabile, cioè che vi siano dei parametri per la ripartizione dei fondi Feasr che sia possibile definire oggettivi, quasi fossero elementi di verità scientifica in grado di rendere giustizia a tutte le Regioni. L’ipotesi logica da cui muove questa osservazione è che si tratti di un criterio in grado di allocare le risorse in maniera equa, essendo già stato utilizzato in altre occasioni, e cioè per l’applicazione delle risorse assegnate per il de minimis". 
Tuttavia, si evidenzia, "l’aiuto de minimis è utilizzato in agricoltura, di norma, per soddisfare esigenze emergenziali, dovute spesso a calamità naturali o a epizoozie e quindi volte al risarcimento del danno. Le risorse del Feasr, al contrario, sono esclusivamente destinate a colmare il divario tra le aree più ricche ed evolute e quelle più povere e marginali, come del resto sostiene lo stesso Commissario europeo all’agricoltura Janusz Wojciechowski".  Da qui la necessità di ricercare criteri "non solo oggettivi, ma soprattutto idonei a rispondere agli obiettivi generali dello sviluppo rurale», nel rispetto della logica del criterio storico seguita dalla Ue per ripartire il Fondo nel periodo 2021-2027.  Impegno tuttavia vanificato dalle decisioni del ministero, "che non lasciano emergere alcun elemento di analisi globale della totalità dei fondi Pac – I e II pilastro – destinati ai territori, non tenendo conto che il Regolamento Ue 2020/2220 ha prorogato per il 2021 e il 2022 non solo i programmi di sviluppo rurale, ma anche l’attuale regime dei pagamenti del I pilatro della Pac".  Critiche di merito alle quali si aggiunge una censura di ordine formale: "Sarebbe opportuno capire fin da ora come il ministero dell’Economia, in caso di adozione di differente criterio di riparto, intenda cofinanziare il Feasr per la quota nazionale, dal momento che esso deve necessariamente approvare, prima di qualsiasi accordo che approdi in Conferenza Stato-Regioni, una differente copertura finanziaria da parte dello Stato che si determinerebbe a causa dello spostamento di risorse tra Psr delle Regioni ex convergenza verso Psr delle Regioni ex competitività. Rilievi ignorati e superati con un voto a maggioranza, che va ad incrinare l’unità tra Regioni". 
I 6 assessori regionali si dicono "pronti a ragionare su nuovi meccanismi a partire dal 2023, ma non accettiamo colpi di mano tesi a cancellare la fase transitoria del biennio 2021-2022, che si tradurrebbe in una forte penalizzazione per regioni svantaggiate che, paradossalmente, sarebbero private proprio dei fondi destinati a garantire il riequilibrio strutturale, a vantaggio di zone già di per sé meglio attrezzate». Nel mirino, metodo e sostanze delle decisioni ministeriali: «Da un ministro presentatosi come pronto all’ascolto ed al dialogo ci saremmo aspettati ben altri atteggiamenti che far passare a colpi di maggioranza, e senza il preventivo coinvolgimento del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale, un’iniziativa che fa a pugni con la logica, la ragionevolezza e la politica". I sei assessori chiederanno un incontro urgente al Ministro all’Agricoltura, Stefano Patuanelli, mentre un’informativa sarà notificata alla Commissione Europea.

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[Emilia - Romagna] Agricoltura. Riparto risorse Programma di sviluppo rurale per il biennio di transizione 2021-2022, l'assessore Mammi: "Bene la proposta del ministro Patuanelli che ha trovato un punto di equilibrio importante, nell'interesse nazionale. Le risorse devono essere utilizzate al meglio da tutte le Regioni per sostenere le imprese agricole"

[Veneto] RIPARTO FONDI PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2021-2022, CANER: “IL VENETO CONDIVIDE E SOSTIENE LA PROPOSTA DEL MINISTRO PATUANELLI”

[Lombardia] FONDI EUROPEI AGRICOLTURA, ROLFI: PARAMETRI OGGETTIVI DI RIPARTO TRA REGIONI, LOMBARDIA SOSTIENE PROPOSTA MINISTRO PATUANELLI  

[Marche] FONDI PSR, CARLONI: “CHIEDIAMO PIU' RISORSE PER LE MARCHE. I NOSTRI AGRICOLTORI VOGLIONO CRESCERE E OCCORRE INCENTIVARE GLI INVESTIMENTI”

[Calabria] PSR, SEI REGIONI CONTRO LA REVISIONE DEI PARAMETRI DI RIPARTIZIONE

[Umbria] psr: 6 regioni contro la revisione dei parametri di ripartizione. contestati radicalmente l’operato e le scelte del ministero dell’agricoltura. interessata la commissione europea e richiesto un incontro urgente al ministro

[Piemonte] PSR, L’ASSESSORE MARCO PROTOPAPA DEL PIEMONTE: FORTE SOSTEGNO ALLA RIPARTIZIONE FONDI PER IL BIENNIO 2021-22 PROPOSTA DAL MINISTRO PATUANELLI

[Sicilia] Psr, sei Regioni contro la revisione dei parametri di ripartizione

[Basilicata] Psr: 6 Regioni contro la revisione dei parametri di ripartizione


( red / 01.04.21 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 25 marzo

+T -T
Emergenza Covid-19 e congedi parentali: emendamenti al Ddl di conversione in legge del DL 30/2021

(Regioni.it 4038 - 01/04/2021) La Conferenza Unificata del 25 marzo ha dato il via libera al Ddl di conversione in Legge del DL 30/2021 “misure urgenti per fronteggiare la diffusione del covid19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena”. Le Regioni hanno però condizionato il loro parere favorevole all'accoglimento delle proposte di modifica riportate in un documento che è stato inviato al Governo.
Due le principali richieste delle Regioni. La prima è che la fruizione del congedi sia indicata dall’amministrazione pubblica di appartenenza e che, per gli enti e aziende del servizio sanitario nazionale, la possibilità di usufruire degli stessi possa essere riconosciuta compatibilmente con le esigenze organizzative legate all’espletamento delle attività correlate all’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e al contrasto all’emergenza da Covid-19.
La seconda proposta di emendamento prevede che la possibilità di scelta della corresponsione di uno o più bonus per l’acquisto di servizi di baby sitting sia estesa a tutto il personale del servizio sanitario nazionale appartenente ai ruoli sanitario e tecnico.
Parere, ai sensi dell'articolo 9 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281
Punto 3) Odg Conferenza Unificata
La Conferenza esprime parere favorevole condizionato all’accoglimento delle seguenti proposte emendative:
All’ART. 2 (Congedi per genitori e bonus baby-sitting),inserire dopo il comma 2 il seguente comma 2-bis:
- “2-bis – L’indicazione delle modalità di fruizione del congedo sono a cura dell’amministrazione pubblica con la quale intercorre il rapporto di lavoro. Per gli enti e aziende del servizio sanitario nazionale la fruizione sarà valutata anche in relazione alla effettiva possibilità di adozione delle misure necessarie per consentire l’espletamento delle attività correlate all’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e al contrasto all’emergenza epidemiologica da Covid-19.”
- Sostituire al comma 6 le parole “appartenenti alla categoria dei medici, degli infermieri, dei tecnici di laboratorio biomedico, dei tecnici di radiologia medica e degli operatori socio sanitari” con le seguenti “appartenenti al ruolo sanitario e tecnico
RELAZIONE ILLUSTRATIVA
Il primo emendamento prevede che le modalità di fruizione del congedi siano indicate dall’amministrazione pubblica di appartenenza e che, per gli enti e aziende del servizio sanitario nazionale, la possibilità di usufruire degli stessi possa essere riconosciuta compatibilmente con le esigenze organizzative legate all’espletamento delle attività correlate all’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e al contrasto all’emergenza da COVID-19.
La seconda proposta di emendamento prevede che la possibilità di scelta della corresponsione di uno o più bonus per l’acquisto di servizi di baby sitting sia estesa a tutto il personale del servizio sanitario nazionale appartenente ai ruoli sanitario e tecnico.
Dopo l’ART. 2, aggiungere il seguente ART. 2-bis:
- “ART. 2-bis (Clausola di salvaguardia)
Le disposizioni del presente decreto si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.”.
Roma, 25 marzo 2021



( red / 01.04.21 )
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