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Regioni.it

n. 4110 - martedì 13 luglio 2021

Sommario
- PNRR: via libera del Consiglio europeo ai primi esborsi per la ripresa
- Regionalismo differenziato: Ministra Mariastella Gelmini in audizione
- Professione guida turistica: la posizione delle Regioni sui due Disegni di legge
- E-Procurement e digitalizzazione servizi: coinvolte 11 Regioni nel III "dialogo strutturato" di #madebycitizen4cohesion
- AGENAS: Seconda Indagine sulle Reti tempo-dipendenti
- Agricoltura: presa d'atto sull'accordo relativo alla cessione di quote del plafond de minimis

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Regionalismo differenziato: Ministra Mariastella Gelmini in audizione

L'intervento durante il confronto con la Commissione parlamentare per le questioni regionali

(Regioni.it 4110 - 13/07/2021) "Ho ritenuto indispensabile costituire una Commissione di studio sul tema del regionalismo differenziato, perché dopo la stagione della pandemia ritenevo importante da un lato non dispendere il lavoro fatto precedentemente, e al tempo stesso aggiornare le informazioni e i contenuti". Lo ha detto Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali, durante la sua audizione in Commissione parlamentare per le questioni regionali. "Ho chiesto al professor Beniamino Caravita di coordinare una Commissione nella quale sono presenti tante altre figure di altissimo profilo. La Commissione - ha aggiunto Gelmini - ha svolto un articolato lavoro di audizioni al fine di sviscerare tutti i temi connessi al regionalismo differenziato e alla possibile definizione di una legge cornice propedeutica alla possibilità di addivenire alle intese.
Sarebbe a mio avviso sbagliato - ha continuato - non arrivare ad una legge quadro, perché questo non farebbe altro che rafforzare le diffidenze e le preoccupazioni rispetto alle Regioni che corrono verso le intese. Al tempo stesso dico che è importante immaginare una clausola di salvaguardia rispetto al lavoro svolto". Per Gelmini ""ci sono regioni come la Lombardia, il Veneto e l'Emilia-Romagna che, o attraverso il referendum o attraverso un atto legislativo, hanno richiesto un di più di autonomia. Queste richieste ormai giacciono da tempo immemorabile e devono essere riprese in considerazione. Sono convinta che il tema del regionalismo differenziato e il tema del regionalismo fiscale debbano addivenire ad una conclusione. Nell'ultimo anno a causa dell'emergenza Covid non ci sono stati passi avanti, ma non ci devono essere ripensamenti e bisogna andare avanti".
"Come vi è noto uno dei temi su cui a lungo si è dibattuto è quello relativo alle modalità di coinvolgimento del Parlamento" sul tema del regionalismo differenziato, ha continuato Gelmini. "La fase dell'iniziativa non presenta, a giudizio della Commissione, particolari aspetti problematici, mentre di più complessa definizione - ha rilevato il ministro - risultano sia la fase governativa sia quella parlamentare. Per quanto riguarda l'iniziativa, l'articolo 116, comma terzo prevede che essa debba spettare alla Regione, sentiti gli enti locali. Le modalità procedurali e l'organo competente ad assumere l'iniziativa sono procedurali e l'organo competente ad assumere l'iniziativa sono dunque disciplinati dalle singole Regioni. È eventualmente una facoltà delle Regioni stesse far precedere l'attivazione dell'iniziativa regionale da una consultazione referendaria, in una fase anteriore ed esterna rispetto al procedimento medesimo. Per ciò che concerne la consultazione degli enti locali, la previsione costituzionale introduce un parere obbligatorio ma non vincolante, per cui le Regioni possono scegliere le modalità procedurali che ritengono più adeguate: possono consultare il Consiglio delle autonomie locali (Cal) ovvero scegliere di interloquire con i singoli enti locali o con le rispettive associazioni di rappresentanza (Anci e Upi). In sede di redazione di una legge di procedura – ha sottolineato ancora Gelmini - si può valutare se formalizzare il coinvolgimento del Consiglio delle autonomie locali, essendo peraltro un organo direttamente previsto dalla Costituzione (art. 123, comma 5). A mio avviso l'eventuale legge cornice potrebbe prevedere il coinvolgimento del Cal, salvo che diversamente previsto dai singoli Statuti regionali. E ciò potrebbe valere sia per la fase dell'iniziativa sia per lo schema dell'intesa. In seguito all'attivazione e alla conclusione del procedimento da parte delle Regioni, la richiesta di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia viene presentata al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro per gli affari regionali, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 571, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Legge di stabilità 2014). Ciò pone in essere l'obbligo di avvio dei negoziati da parte del Governo, entro 60 giorni dal ricevimento delle iniziative regionali, senza alcun vincolo per quando riguarda la stipula dell'intesa, pur nel rispetto del principio di leale collaborazione nel corso delle trattative. Il Governo gode di ampi margini di discrezionalità sulle modalità con cui strutturare l'atto dell'Intesa e procedimentalizzare la sua approvazione, non essendo mai stata formalizzato sino in fondo un procedimento in tal senso". Gelmini ha continuato sostenendo che "ad avviso della Commissione di esperti si potrebbe dunque ipotizzare un'approvazione in Consiglio dei Ministri di uno schema di intesa, previa la stipula di accordi in sede di conferenze. Un altro punto critico riguarda la possibilità di intervenire del Parlamento sul contenuto dell'intesa stessa, considerando la sua natura intrinsecamente pattizia. Per salvaguardarla, ma al contempo fornire alle assemblee rappresentative un potere reale di intervento sui contenuti dell'intesa stessa, si potrebbe pensare di impiegare il modello già consolidato nel nostro ordinamento - quello previsto per le intese con le confessioni religiose, stipulate ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione - potenziando tuttavia l'intervento del Parlamento in fase preliminare. In questo senso si potrebbe ragionare sulla sottoposizione alle commissioni parlamentari competenti per materia degli schemi di intesa per la predisposizione dei pareri, prevedendo una procedura rinforzata del governo per potersene distaccare. Inoltre, si potrebbe prevedere il coinvolgimento anche alla Commissione bicamerale per le questioni regionali, cogliendo in questo contesto anche l'opportunità di integrarne la composizione con rappresentanti di regioni ed enti locali come previsto ormai da anni dall'articolo 11 della legge costituzionale n. 3 del 2001. Lo schema di intesa, così come integrato con le modifiche provenienti dalle indicazioni parlamentari, dovrebbe successivamente essere di nuovo sottoposto alla regione interessata ai fini della predisposizione dell'accordo definitivo. L'intesa finale potrebbe infine essere presentata al Parlamento per il tramite di una legge specificamente dedicata alla sua ratifica, da approvare, ai sensi dell'ultimo comma dell'articolo 116, a maggioranza assoluta. Tale impostazione, ipotizzata dalla Commissione di studio, mi pare condivisibile, ma - su questo come sugli altri argomenti aperti - sarà per quanto mi riguarda importante conoscere anche la vostra opinione".

Link all'audizione della Ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, presso la Commissione parlamentare per le Questioni regionali



( red / 13.07.21 )
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Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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