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Regioni.it

n. 4199 - giovedì 9 dicembre 2021

Sommario
- La Conferenza delle Regioni ha incontrato il Presidente del Comitato delle Regioni, Apostolos Tztzikostas  
- Forestali: trovato l’accordo per il rinnovo del contratto
- Pnrr: importante momento di confronto con CdR Ue
- Pnrr: regioni meridionali componente fondamentale della ripresa
- Pandemia: aumentano contagi ma vaccini funzionano
- Pubblicata nella G.U. l'Ordinanza che recepisce le Linee Guida - della Conferenza delle Regioni - per la ripresa delle attività economiche e sociali

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Pnrr: regioni meridionali componente fondamentale della ripresa

(Regioni.it 4199 - 09/12/2021) “Con il Recovery abbiamo scelto di agire uniti e dividere collettivamente il costo della ripresa. Ma abbiamo anche trasformato la pandemia in un'opportunità per superare iniquità di lungo periodo, promuovere sostenibilità e innovazione. Abbiamo scommesso in grande sulle generazioni future”, afferma il presidente del Consiglio, Mario Draghi.
Draghi quindi evidenzia che “nei prossimi 5 anni, l'Italia spenderà più di 235 miliardi di euro". Intendiamo promuovere le rinnovabili, il nostro sistema di trasporti, servizi migliori, dalla sanità alla scuola".
"Abbiamo cominciato ad intraprendere importanti riforme, - aggiunge Draghi - dal sistema giudiziario alla P.a e introdotto nuovi meccanismi per garantire la prevenzione di frodi e corruzione e per assicuraci di spendere i fondi con integrità e trasparenza. Dimostriamo così la capacità delle democrazie di pianificare in anticipo, di agire rapidamente, di apportare significativi cambiamenti”.
"Nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, - afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - l'attuazione delle politiche di settore richiede una regia di sistema e una visione ampia, a garanzia dell'efficacia delle misure per una ripartenza strutturale, solida e lungimirante, attenta al benessere dell'uomo e del pianeta e capace di affrontare i cambiamenti globali, primo fra tutti quello climatico. La gestione sostenibile del comparto agricolo, sempre più connessa alla compatibilità ecologica e rispettosa delle sensibilità dei giovani e delle generazioni a venire, riveste un ruolo strategico per l'esito favorevole del processo di transizione sostenuto con impegno a livello europeo".
Per il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini il Pnrr “si propone di ricucire le lacerazioni provocate dalla pandemia nel tessuto economico e sociale e di colmare gli storici divari fra aree diverse del Paese; non solo quello atavico fra Nord e Sud, ma anche quello fra realtà urbane e zone rurali, fra centro e periferia, fra pianure e montagne, fra aree interne e metropoli".
Il ministro dell'Economia, Daniele Franco, invece fornisce i numeri e quindi dà l’idea della portata del Pnrr. Il Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 ammonta per l'Italia a 73 miliardi, cui si aggiungono i 222 miliardi del Pnrr e del Fondo complementare e 81 miliardi della programmazione comunitaria, di cui 54 per le Regioni meridionali: "in tutto si tratta di 370-380 miliardi disponibili per i prossimi anni, che divisi per 6 anni sono 60 miliardi l'anno".
"L'ammontare delle risorse disponibili è enorme", Franco quindi spiega che ad aggiungersi sono anche i fondi di durata quindicinale delle
leggi di bilancio (170 miliardi nelle leggi 2017-2021 a cui sommare i 71 miliardi al 2036 stanziati nell'ultima manovra)”.
Pertanto l'attuazione degli investimenti e delle riforme previsti dal Pnrr, sono fondamentali, Franco precisa però che il Pnrr “è importantissimo ma non basta. Dobbiamo usare, per questa nostra ripresa, tutti gli strumenti di politica economica che abbiamo e dobbiamo assicurare che tutto il Paese partecipi alla ripresa. In particolare dobbiamo assicurare che le regioni meridionali siano una componente dinamica di questa ripresa”.
Parla del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna: “Si tratta di una dotazione molto ingente perché ai 50 miliardi assegnati dalla precedente legge di bilancio si sono aggiunti i 23,5 che abbiamo assegnato con la legge approvata in Consiglio dei ministri qualche settimana fa e che adesso è all'esame delle Camere. Al Sud è riservato l'80% di questa cifra, quindi circa 54 miliardi di euro. Si tratta di un investimento pluriennale di entità paragonabile al Pnrr e ai fondi strutturali, che merita piu' di quanto avvenuto in passato una programmazione attenta, partecipata a tutti i livelli istituzionali e condivisa con le parti sociali e con la società civile e costantemente monitorata".
“Il prossimo ciclo di programmazione Fsc – aggiunge Carfagna - deve rappresentare un grande programma strutturale per la riduzione dei divari territoriali e per lo sviluppo del Sud, delle aree interne e di ogni territorio depresso del Paese, abbandonando così le cattive abitudini del passato che spesso hanno visto l'Fsc un po' saccheggiato, utilizzato come bancomat per esigenze che nulla avevano a che fare con l'obiettivo della riduzione dei divari territoriali. Noi invece vogliamo che sia utilizzato per garantire il riequilibro economico e sociale tra i territori a integrazione degli altri strumenti a cominciare dal Pnrr e dai fondi strutturali europei. Anzi, credo che l'Fsc debba essere programmato proprio per massimizzare i risultati del Pnrr e dei fondi strutturali europei, intervenendo laddove il Pnrr non puo' arrivare o dove ha bisogno di essere integrato”.



( gs / 09.12.21 )
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Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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