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Regioni.it

n. 4249 - venerdì 4 marzo 2022

Sommario
- Ucraina: Fedriga, Regioni pronte a fare la loro parte
- Ucraina: Regioni al lavoro per gestire l'accoglienza senza trascurare la prevenzione
- Occhiuto: in Calabria, dal 2000 ad oggi 1,1 miliardi di fondi non spesi
- Covid-19: ministero Salute-ISS, tutte le Regioni e Province autonome sono classificate a rischio basso
- Crisi Ucraina: dal ministero della Salute le prime indicazioni per le Aziende Sanitarie Locali
- Ucraina: Regioni europee condannano l'attacco

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Ucraina: Regioni al lavoro per gestire l'accoglienza senza trascurare la prevenzione

(Regioni.it 4249 - 04/03/2022) L'Emilia-Romagna è pronta all'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina: è stata attivata stamani in  Regione la cabina di regia con prefetti, sindaci e presidenti di  Provincia. Un impegno condiviso a individuare il maggior numero di  spazi destinati all'accoglienza, 100 posti letto già disponibili per  chi arriva sul territorio ed è bisognoso di cure. Stretto raccordo con le Prefetture per monitorare e tracciare l'arrivo dei profughi,  massima attenzione alle procedure di controllo dell'eventuale presenza di soggetti positivi al Covid-19 e possibilità di vaccinarsi o  completare il ciclo vaccinale. La ''macchina'' regionale  dell'Emilia-Romagna è già in moto. Commissario delegato all'emergenza  sarà il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, come previsto  dalle normative nazionali per ogni Regione. Il commissario avrà il  compito di individuare e coordinare il lavoro di tutti i componenti  della gestione dell'emergenza "Siamo pronti a  fare la nostra parte e gia' la stiamo facendo, nel territorio, grazie  al lavoro delle Prefetture e degli enti locali, delle Aziende Usl e  del Terzo settore - commenta il Presisdente Stefano Bonaccini -  E la risposta di  solidarieta' dei nostri cittadini e', come sempre, encomiabile.  L'Emilia-Romagna non volta le spalle a quella che e' gia' una vera e  propria emergenza umanitaria. Ci saremo, qui,  e sosterremo progetti  di cooperazione anche all'estero".
"Quanto sta accadendo" in Ucraina" è gravissimo. Ad ore sarò commissario di protezione civile e domani incontrerò gli albergatori; siamo pronti ad accogliere" i profughi di guerra. Lo annuncia il presidente della Toscana Eugenio Giani in merito all'emergenza umanitaria conseguente all'invasione della Russia all'Ucraina. La Regione si sta preparando ad accogliere i rifugiati.
"Saremo a servizio degli ucraini che arriveranno in Toscana. Faremo il tampone, per la verifica della sussistenza delle quarantene, e la vaccinazione. Vogliamo vaccinare tutti quelli che arriveranno qui", ha spiegato il presidente della Regione, Eugenio Giani, a margine della presentazione del nuovo treno Blues di Trenitalia, esposto in piazza della Repubblica, a Firenze. "Gli ucraini, infatti, loro malgrado sono nell'area in cui è stato praticato lo Sputnik, preparato non riconosciuto con i minori effetti" sul Covid. Oltre a questo, "solo un terzo degli ucraini sono vaccinati, il 30-32%. Così applicheremo una tutela sanitaria non solo con il tampone, ma anche con il vaccino, a tutti i profughi che arriveranno"
L'Ucraina è uno dei Paesi con il tasso di vaccinazione contro il Covid più basso, circa il 35%, e con l'arrivo massiccio di profughi "dovremo organizzare una valutazione dal punto di vista sanitario, per capire se tutti quelli che arrivano sono a posto con la vaccinazione contro il virus, se lo hanno contratto, e pianificando, al contempo, l'assistenza ordinaria. Dovremo riprendere la vaccinazione, che in questo momento si stava smorzando per i nostri cittadini, e riattivare tutti i centri vaccinali per i cittadini ucraini". Così Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, ospite di Sky TG24. "L'unico problema - ha aggiunto Fontana - è che molti arrivano in via ufficiale, quindi siamo in grado di controllarli, mentre molti si rivolgono direttamente a parenti o amici. A questi ultimi bisognerà rivolgere un invito perché si rechino presso i centri vaccinali per poter essere vaccinati".  "Stiamo cercando di organizzarci, prevedendo, sulla base anche delle dichiarazioni che sono arrivate dal Governo, un eventuale alto numero di persone che fuggiranno dalla guerra, di profughi che cercheranno di trovare un luogo tranquillo dove poter superare questo periodo". A riguardo "abbiamo fatto una serie di cose. Abbiamo iniziato a rimettere a posto, sanificandoli e rendendoli adatti a ricevere qualunque tipo di profugo, gli ex ospedali Covid. Stiamo facendo un'analisi di tutte le case Aler che in questo periodo non sono state assegnate, e abbiamo ricevuto la disponibilità da grandi catene di alberghi e da Bed & Breakfast a dare una serie di immobili".
"L'Ucraina è una delle aree con il più basso tasso di vaccinazione in Europa, ci sono una serie di motivi, primo tra tutti è quello religioso. Gli ortodossi, lo sappiamo, sono molti cauti verso la vaccinazione. Abbiamo vissuto queste difficoltà anche le Lazio, non solo con gli ortodossi, anche con i Sikh. La differenza l'ha fatta il coinvolgimento delle autorità religiose. Mi appello a loro in questo momento. Il loro aiuto è fondamentale". Lo dice, in un'intervista a La Repubblica, l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato, in merito alle difficoltà che si stanno riscontrando nel vaccinare gli ucraini che arrivano in Italia. L'assessore non vuole allarmismi ma ribadisce quale deve essere la linea da seguire: "E' giunto il momento di organizzarsi. E non solo noi nel Lazio, serve un coordinamento strutturato a livello nazionale ed Europeo. Noi abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo aperto l'hub di Termini, e da oggi lanciamo un numero verde, 800118800. Diciamo la verità: non possiamo pensare di andare a rincorrere gli ucraini a Roma con la siringa in mano - sottolinea D'Amato -. Si tratta di flussi molto volatili". Per D'Amato l'unico modo per fare prevenzione è "andare nelle aree di prima accoglienza. E non dico in Italia, ma ai confini con l'Ucraina. Ci sono 8 punti dove i profughi si raccolgono, tra Polonia, Romania, e gli altri paesi limitrofi. Ci sono team di medici del Lazio pronti a partire. Lì potremmo allestire degli ospedali da campo, oppure appoggiarci a quelli già esistenti, e vaccinare e tamponare tutti gli ucraini che vogliono venire in Italia. Possiamo portare tarmaci, dare supporto alle famiglie". Serve pensare a nuovi presidi, oppure dei camper sanitari davanti alle stazioni dove arrivano i pullman degli ucraini? "Ne abbiamo già tantissimi, sia a Roma che in provincia. Abbiamo hub grandi e organizzati, peraltro in questo momento, le strutture sono anche sovradimensionate rispetto ai flussi di vaccinazione che portiamo avanti. Non credo ci sia bisogno di nuovi hub quanto di un sistema in grado di intercettare queste persone", ribadisce D'Amato.
Il Consiglio regionale del Molise ha approvato all'unanimità una mozione a firma di tutti i capigruppo consiliari avente ad oggetto 'Guerra in Ucraina - Emergenza umanitaria'. La mozione riunisce, in un unico testo condiviso, 5 distinti atti di indirizzo presentati sull'argomento. In particolare, nell'atto di indirizzo approvato, si è rilevata la tragica situazione che sta coinvolgendo l'Ucraina, assediata, bombardata e invasa da giorni dalle truppe dell'esercito russo, e considerata la drammatica situazione che sono costrette ad affrontare le persone in fuga, che percorrono centinaia di chilometri a piedi pur di raggiungere gli stati europei confinanti e mettersi in salvo cercando di raggiungere anche l'Italia. Il Consiglio regionale, quindi, esprime la totale e incondizionata vicinanza e solidarietà di tutti i molisani al popolo ucraino e la più ferma condanna per l'invasione dell'Ucraina da parte del governo russo. L'Assemblea chiede altresì al presidente della Regione Molise di sollecitare, anche attraverso la Conferenza delle Regioni, iniziative diplomatiche del Governo e dell'Unione Europea per favorire la de-escalation della tensione tra Russia e Ucraina; attivarsi in tempi rapidi, di concerto con la Protezione civile, le istituzioni locali, ulteriori Enti, organizzazioni, associazioni di volontariato e singoli cittadini, per sensibilizzare e mettere a disposizione strutture per accogliere cittadini ucraini che intendono allontanarsi dallo scenario di guerra, ed a sostenere l'attivazione di corridoi umanitari per consentirne l'ingresso protetto; attivarsi per coinvolgere le strutture scolastiche al fine di garantire l'accesso ai servizi presenti e già operanti sul territorio regionale.
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia - che sarà commissario straordinario per le fasi di accoglienza temporanea di profughi ucraini in Veneto - ha annunciato che la Regione sta "preparando dei piani di emergenza regionali" e "si sta lavorando ad un Dpcm per stabilire chi fa cosa, non bisogna fare confusione", afferma Zaia, secondo cui, in particolar modo in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, sarà "inevitabile avere strutture di prima accoglienza" da cui poi smistare i profughi consentendo loro di "raggiungere i familiari in tutta Italia". Al momento in Italia, e in particolare in Veneto, "alcune categorie economiche, ad esempio gli albergatori, non trovano più personale". Sarebbe quindi utile che "se uno che è qui come profugo e chiede di lavorare possa farlo". Ovviamente "rispettando le regole che valgono per gli italiani, e quindi presentando il super Green pass se serve il super Green pass". Questa l'idea del presidente della Regione Luca Zaia, che interviene per chiedere "il superamento del Decreto flussi" e per chiarire che la sua intenzione non è quella di sostituire il personale italiano al momento a casa perché non in possesso di super Green pass con i profughi ucraini, ma semmai andare a coprire le mancanze di personale in alcuni settori, nel rispetto di tutte le normative anti Covid.  Secondo le previsioni, in Italia è previsto l'arrivo di 700.000 profughi dall'Ucraina, ma si potrebbe arrivare anche ad un milione. E la maggior parte di questi dovrà transitare per Friuli Venezia Giulia e Veneto. Anche per questo, spiega il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, è fondamentale pensare ad "un superamento del super Green pass per i trasporti, da punto a punto". L'idea è che se un profugo arriva in Veneto ma deve poi raggiungere dei parenti pronti a ospitarlo in un'altra Regione d'Italia, ad esempio la Campania, si crei una procedura che gli permette di raggiungere la meta anche se non è in possesso di super Green pass. "Si fa il tampone, sale su un autobus, un treno o una nave, e poi quando arriva finisce lì", spiega Zaia. Nessun favoritismo rispetto agli italiani che non hanno il super Green pass, insomma, perché il superamento varrebbe solo sui mezzi di trasporto pubblico e solo per il viaggio necessario a raggiungere i parenti. "Parliamo di persone che hanno perso tutto e sono scappati di corsa dalla morte", ricorda il presidente del Veneto. Alcuni, in effetti, non hanno soldi, e quindi sarebbe il caso di prevedere l'erogazione di biglietti per i trasporti affinché possano raggiungere i parenti. Altri invece non hanno nemmeno i documenti, e questo è un problema che deve risolvere il ministero dell'Interno, prosegue Zaia. Più in generale "Il conflitto non sta prendendo una piega che ci possa fare ben sperare, il dialogo ancora non è costruttivo e al di là dei ragionamenti ci sono prove muscolari da entrambe le parti", ha aggiunto Zaia. "Spero che la diplomazia abbia la meglio, un tavolo tra le parti è già positivo, spero si trasformi in qualcosa di proficuo. Auspichiamo che i grandi del mondo intervengano per la pace: qui ci vuole qualcuno che prenda le parti sotto braccio e dica adesso basta. C'è sicuramente qualcuno in grado di parlare con Putin e farsi ascoltare", continua. "Leggo ora che il presidente ucraino ha chiesto di incontrare personalmente Putin. Io penso che Putin dovrebbe incontrarlo, scelgano un luogo segreto, si chiudano in una stanza e trovino una soluzione", conclude Zaia.
Abbiamo votato uno schema di bozza dell'ordinanza che dovrà essere firmata dal Presidente del Consiglio per consentire al sistema delle Regioni di essere immediatamente operativo per la gestione dell'accoglienza e di primo soccorso a favore dei profughi ucraini". Lo ha detto l'assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, che, questa mattina, su delega del presidente Solinas, ha partecipato alla videoconferenza col Dipartimento nazionale della Protezione civile e la Conferenza delle Regioni. "Il sistema sarà simile a quello che abbiamo già utilizzato in occasione dell'emergenza umanitaria che ha riguardato l'Afghanistan - ha aggiunto l'assessore Lampis - Le persone saranno sistemate in strutture ricettive o di altra natura, grazie anche all'apporto decisivo del sistema regionale di protezione civile che, insieme al mondo del volontariato, è a disposizione con le sue professionalità nell’attività di assistenza e di soccorso". "Per quanto riguarda gli aspetti sanitari, è emerso che dovranno trovare massima e prioritaria attenzione. Già da ieri, una circolare del generale Figliolo ha messo a disposizione i sistemi regionali sanitari per le vaccinazioni anticovid, oltre che per uno screening approfondito, propedeutico alla successiva dislocazione dei profughi nelle strutture di prima accoglienza", ha concluso l’esponente della Giunta Solinas.
"E' probabile che per la gran parte degli ucraini che arrivano in Abruzzo ci sia una percentuale di vaccinazione bassa, in queste ore stiamo interloquendo con le strutture anche del Commissario per capire come muoverci". Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio questa mattina a Pescara a margine di una conferenza stampa sui fondi del Pnrr per la Sanità, parlando dell'arrivo di ucraini in fuga dalla Guerra. "Il problema vero, nel frattempo, è capire quanti ne arriveranno, quanto durerà questa emergenza e se la Guerra durerà o si arriverà alla pace, perché se il conflitto dovesse durare comporterebbe milioni di profughi in tutta Europa e un impatto notevole anche nel nostro territorio"."I vaccini li abbiamo, abbiamo quantitativi sufficienti anche per affrontare un'eventuale campagna di vaccinazione per gli
immigrati ucraini e da questo punto di vista ci stiamo attrezzando per poterlo fare. Attendiamo di definire insieme al Governo le modalità operative burocratiche e amministrative perché si tratterà di identificare le persone, capire come
classificarli in quanto soggiornanti temporanei e dunque attivare una macchina operativa e nei prossimi giorni ci faremo
trovare pronti".
"Il Friuli Venezia Giulia si mobilita per dare una prima risposta concreta ai giovani ucraini in fuga dalle  zone di guerra: grazie a un accordo con l'intera offerta accademica  regionale, almeno 21 tra studenti e ricercatori saranno ospiti delle  istituzioni dell'alta formazione per la continuazione del loro  percorso accademico": lo ha annunciato l'assessore regionale  all'Istruzione, Alessia Rosolen."Ringrazio i rettori dei tre atenei e i direttori dei  conservatori di musica per la collaborazione e il sostegno", ha  aggiunto l'assessore, "anche in questa drammatica circostanza siamo  pronti a fare la nostra parte". "Rispondendo all'appello lanciato dal ministero dell'Universita'  e della ricerca", ha spiegato Rosolen, "abbiamo costruito nell'arco  di pochi giorni un piano di supporto e di accoglienza, coordinato  dall'Amministrazione regionale, che coinvolge l'Agenzia regionale per  il diritto allo studio (l'Ardis, il braccio operativo della Regione  per il diritto allo studio), le Universita' degli studi di Trieste e  di Udine, la Scuola internazionale superiore di studi avanzati  (Sissa), i conservatori Tomadini di Udine e Tartini di Trieste".
Guardando invece alle sanzioni e alle contromisure in occidente, Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna, a margine di una videoconferenza sul calendario degli eventi sportivi in regione rispondendo a una domanda su come ci si comporterà nei confronti di atleti russi e bielorussi, ha detto di condividere "che le sanzioni si estendano a tutte le possibili manifestazioni, anche sportive, perché davvero penso che siamo di fronte a qualcosa che non avremmo mai voluto vedere". Lo dice"Ovviamente ci si atterrà a quello che le Federazioni decideranno e stanno decidendo", precisa Bonaccini. Che ci siano ripercussioni "è inevitabile", aggiunge, "a partire dalla presenza in manifestazioni che si tengono in luoghi di guerra, così come sanzioni che ho visto da più parti arrivare, per cercare io credo di smuovere le coscienze e sensibilizzare anche la popolazione di quegli stessi Paesi".
Un'ottica differente è quella delpresidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che intervenendo nel corso di una diretta Facebook, ha detto che bisogna"favorire il dialogo anche con le piccole cose. Non so quanto sia utile interrompere rapporti sul piano della cultura con esponenti di questo mondo di nazionalità russa. Non so a che cosa serva, anche sul piano della cultura, del teatro e dello sport. Anziché favorire l'incontro, il dialogo, la distensione, favoriamo gli ultimatum. Così non aiutiamo la battaglia per la pace ma la danneggiamo".  Per quanto riguarda l'accoglienza "Abbiamo dato la massima disponibilità ad accogliere profughi ucraini, abbiamo già oggi in Campania decine, centinaia di profughi. Ma dobbiamo fare attenzione a un aspetto del problema: dobbiamo garantire che sul piano sanitario non ci siano diffusioni di contagio",aggiunto  De Luca. "Purtroppo sia in Russia che in Ucraina - dice - la popolazione vaccinata contro il Covid è del 35%. Molti profughi non sono vaccinati. Quindi nel momento in cui, come è doveroso, apriamo le braccia ai profughi, dobbiamo anche sapere che dobbiamo stare attenti". I profughi che raggiungono la Campania dovranno osservare "una quarantena temporanea - ha ricordato - e fare i tamponi. Metteremo in campo una campagna di vaccinazione, dobbiamo evitare il rischio che si accendano focolai di contagio o arrivino varianti che non conosciamo".
"E' importante la decisione dell'apertura di corridoi umanitari, ma la priorità che abbiamo ora è il cessate il fuoco. Io, però non credo che lo avremo a brevissimo". ha spiegato il presidente della regione Campania. "La situazione in Ucraina va aggravandosi e le immagini che arrivano sono drammatiche, ci auguriamo che mentre si sviluppano azioni militari ci sia anche qualcuno che lavori ad una diplomazia sotterranea", continua il Presidente per il quale il compito che ""abbiamo non è quello di alimentare le tensioni, le tifoserie ma è quello di favorire, in qualche caso anche con i silenzio, un clima di ripresa delle iniziative diplomatiche".


( red / 04.03.22 )
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