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Regioni.it

n. 4264 - lunedì 28 marzo 2022

Sommario
- Il 30 marzo Conferenza Regioni
- Ucraina: dare un segnale di solidarietà e inclusione
- Profughi Ucraina: per migliorare accoglienza si lavora con Protezione civile
- Pandemia: variante Omicron non è un banale raffreddore
- Conferenza Unificata il 30 marzo
- Conferenza Stato-Regioni per mercoledì 30 marzo

+T -T
Profughi Ucraina: per migliorare accoglienza si lavora con Protezione civile

(Regioni.it 4264 - 28/03/2022) In Emilia-Romagna "abbiamo quasi 18mila profughi ucraini, il dato è di sabato scorso, pertanto il numero sarà stato superato”, dichiara l'assessore alla Protezione Civile dell'Emilia-Romagna, Irene Priolo, che spiega come Governo e Regioni stiano discutendo: “perché l'ordinanza del capo dipartimento di Protezione civile è quasi prossima all'uscita, all'interno sono previsti tutti gli aspetti concernenti il contributo di autonoma sistemazione per i cittadini e tutta la parte relativa alle convenzioni con il Terzo settore, una nuova gamba di sostegno per 15mila posti".
Anche se nell'ultimo week-end gli arrivi sono calati, “l'Emilia-Romagna in questo momento è quella che si sta sobbarcando il carico maggiore in termini di numeri,  in relazione agli abitanti della nostra Regione. E' vero che la Lombardia ha sfiorato quota 20mila - afferma Priolo -, ma noi siamo a 18mila e abbiamo la metà dei residenti della Lombardia. Quindi l'attenzione che abbiamo chiesto in Conferenza Stato-Regioni, rispetto al Terzo settore, è che ci venga data una dotazione di posti in proporzione ai profughi che stiamo accogliendo”.
Priolo ha sottolineato infine che "il contributo di autonoma sistemazione è molto importante e le modalità di erogazione saranno rapide. Gli aventi diritto potranno
riscuotere in maniera flessibile il loro contributo. Ad ora sono previsti 350 euro al mese per gli adulti e 150 per i minori, questo riguarda solo i cittadini ucraini".
“Tutte le regioni d'Italia si stanno occupando sia dell'accoglienza che delle risposte sanitarie per i profughi. A ciò si aggiunge per il Friuli Venezia Giulia il problema del primo ingresso di queste persone: circa il 60% degli ucraini che giungono in Italia passa dal confine della nostra regione L’emergenza profughi provenienti dall’Ucraina è sempre all’ordine del giorno”.
In Friuli Venezia Giulia, spiega il presidente anche della conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, “finora sono passate attraverso il confine ben 40mila persone. Di queste, circa 3500 hanno deciso di rimanere in Friuli Venezia Giulia. Perlopiù sono persone che sanno già dove andare, e quindi beneficiano dell'accoglienza privata di amici e parenti: al momento infatti sono intorno ai 700 gli ucraini ospitati da strutture pubbliche.
Naturalmente, se aumentassero gli arrivi, il sistema dell'accoglienza non reggerebbe più: oltre a quella organizzata dalle Prefetture d'accordo coi Comuni, occorrerebbe quella garantita dalle strutture ricettive, vedi hotel e B&B, da cui la necessità di ulteriori fondi pubblici da parte del Governo”.
“C'è il rischio però che, - afferma Fedriga - dopo l'emergenza Covid, anche l'onere sanitario dell'accoglienza ricada solo sulle regioni: pertanto abbiamo chiesto al governo l'invio di unità dell'esercito che provvedano a fare tamponi e visite ai profughi già nei centri di primo ingresso".
"Dall'Ucraina arrivano minori di un'età che va dai 6 ai 14 anni circa, dalla rotta balcanica e dal Mediterraneo arrivano sedicenti diciassettenni che in realtà sono maggiorenni e non possiamo mischiare i due percorsi. Quindi dobbiamo avere la massima attenzione - rileva Fedriga – e cercare ovviamente di tutelare al massimo le persone che stanno scappando dalla guerra".
“Oggi stiamo vivendo principalmente gli arrivi di persone che vengono accolti dai privati. Abbiamo una parte minoritaria accolta come sistema pubblico. Ipotizziamo che se la situazione dovesse andare avanti, queste percentuali si invertiranno e quindi dobbiamo essere pronti ad accogliere”.
“Non possiamo pretendere che dei privati accolgano queste persone per tanto tempo o che tutti lo facciano; quindi per questo l'accoglienza dev'essere organizzata in modo puntuale rispetto a questo tipo di ingressi di profughi che non è la migrazione che conoscevamo fino a qualche tempo addietro”.
Fedriga spiega che pertanto “si sta lavorando per dare un contributo, in realtà non alle famiglie, ma alla persona che viene ospitata per tre mesi”. Contributo - spiega – che “è utile per non gravare eccessivamente anche dal punto di vista economico sulle famiglie o i privati che accolgono. Anche in questo caso però dobbiamo avere la consapevolezza che sarà un'accoglienza limitata nel tempo”.
Per Fedriga "il numero dei profughi provenienti dall'Ucraina è gestibile a livello nazionale; ci preoccupa in realtà la sommatoria con l'immigrazione proveniente dalla 'rotta balcanica' e dal Mediterraneo. Oltretutto bisogna avere piena consapevolezza che i due percorsi devono essere ben distinti, soprattutto per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati".
Riguardo alle sanzioni alla Russia Fedriga osserva: “Sono uno  strumento valido per far pressione e trattare con la Russia. Se cerchi di trattare senza fare niente, hai poche armi di negoziazione. Di sicuro però esse hanno un effetto negativo sui nostri settori produttivi, anche nel Nord est: le industrie energivore rischiano di  perdere di più producendo che stando ferme. E sta diventando un problema l'approvvigionamento di materie prime, dalla Russia e  dall'Ucraina, come si può notare nel settore della metallurgia”.




( gs / 28.03.22 )
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Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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