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Regioni.it

n. 4272 - venerdì 8 aprile 2022

Sommario
- Conferenza delle Regioni il 13 aprile alle ore 12
- Pandemia: niente quarta dose se preso Covid dopo la terza
- La condizione di insularità tra Europa ed Italia
- Proposta di linee guida per la riforma delle politiche attive del lavoro
- Il 13 aprile Conferenza Stato-Regioni
- Conferenza Unificata il 13 aprile

Documento della Conferenza delle Regioni del 16 marzo

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Proposta di linee guida per la riforma delle politiche attive del lavoro

(Regioni.it 4272 - 08/04/2022) La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nella riunione del 16 marzo ha approvato il documento "Proposta di linee guida per la riforma delle politiche attive del lavoro" decidendo poi di inviarlo al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando con l'obiettivo di avviare l’interlocuzione tra il ministero e le Regioni su questo tema. Si riporta di seguito una sintesi del testo del documento. Per quanto riguarda le "politiche attive nel PNRR" , "La componente 1 Politiche per il Lavoro e sostegno all’occupazione della Missione 5 del PNRR Inclusione e Coesione prevede - si legge nel documento - la riforma delle politiche attive del lavoro e della formazione.


Nell’ottica di aumentare il tasso di occupazione facilitando le transizioni lavorative e dotando le persone di formazione adeguata, di ridurre il mismatch di competenze ed aumentare quantità e qualità dei programmi di formazione dei disoccupati e dei giovani, il PNRR prevede un’ampia e integrata riforma delle politiche attive e della formazione professionale, a supporto dei percorsi di riqualificazione professionale e di reinserimento di lavoratori in transizione e disoccupati (percettori del Reddito di cittadinanza, NASPI e CIGS), in stretto coordinamento con le Regioni, per la definizione dei livelli essenziali di attività formative relative all’attuazione delle azioni di GOL. Nello specifico, la riforma, che dispone di un ammontare di 4,4 miliardi di euro per il triennio 2021-2023 (Riforma 1.1), si struttura in due linee di intervento specifiche:
● Adozione, d’intesa con le Regioni, del Programma Nazionale per la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL), quale programma nazionale di presa in carico, erogazione di servizi specifici e progettazione professionale personalizzata. Il nuovo Programma GOL intende imparare dall'esperienza di questi anni, cercando di superare - con un approccio basato sulla definizione di livelli essenziali delle prestazioni - l'eccessiva eterogeneità dei servizi erogati a livello territoriale. Altro elemento su cui sarà necessario intervenire è la prossimità degli interventi e l'integrazione in rete dei servizi territoriali. Attenzione specifica sarà dedicata all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Il Programma è stato approvato, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, con decreto interministeriale 5 novembre 2021, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 2021. Il decreto dispone il primo riparto alle Regioni e Province autonome della prima quota di risorse del PNRR, pari a 880 milioni. Sulla base delle indicazioni del Programma, le Regioni e le Province autonome - entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione del decreto – dovranno adottare un Piano regionale attuativo, previa valutazione di coerenza dello stesso con il Programma nazionale da parte dell'ANPAL. L’orizzonte temporale del Programma GOL coincide con quello del PNRR e si tratta quindi del quinquennio 2021/2025. Le risorse complessive assegnate dal PNRR per l’intervento 1.1. sono pari a 4,4 miliardi di euro, cui si aggiungono 600 milioni di euro per il rafforzamento dei Centri per l’impiego (di cui 400 già in essere e 200 aggiuntivi) e 600 milioni di euro per il rafforzamento del sistema duale. 7 Il programma – in coerenza con il PNRR - è basato sulla definizione di milestone e target, dal cui rispetto dipendono i finanziamenti UE. Nello specifico:
• Milestone 1: entrata in vigore dei decreti interministeriali per l’approvazione di GOL e Piano Nuove Competenze entro il 2021;
• Milestone 2: adozione di Piani regionali per la piena attuazione di GOL e raggiungimento di almeno il 10% dei beneficiari complessivi entro il 2022.
I target individuati dal Programma sono:
- Target 1: almeno 3 milioni di beneficiari di GOL entro il 2025. Di questi, almeno il 75% dovranno essere donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under 30, lavoratori over 55;
- Target 2: almeno 800 mila dei suindicati 3 milioni dovranno essere coinvolti in attività di formazione, di cui 300 mila per il rafforzamento delle competenze digitali;
- Target 3: almeno l’80% dei CPI in ogni Regione entro il 2025 rispetta gli standard definiti quali livelli essenziali in GOL. Il Programma GOL definisce una cornice unitaria di riferimento in cui si inseriscono una serie di obiettivi condivisi tra lo Stato e le Regioni. All’interno di tale cornice, potranno essere calate le politiche e gli altri strumenti di politica attiva che ciascuna Regione intenderà valorizzare sul proprio territorio, nell’ambito del piano attuativo regionale (PAR). Tuttavia, il GOL è una delle diverse misure di politica attiva per il lavoro che possono essere adottate. Il presente documento si propone di fornire un quadro regolatorio più ampio della specifica misura GOL, per cui restano aperte diverse questioni operative, che vada oltre l’orizzonte del PNRR sebbene sia assolutamente funzionale alla sua migliore realizzazione.
● Adozione del Piano Nazionale Nuove Competenze (PNC), promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con l’ANPAL e d’intesa con le Regioni, con l’obiettivo di riorganizzare la formazione dei lavoratori in transizione e disoccupati, mediante il rafforzamento del sistema della formazione professionale e la definizione di livelli essenziali di qualità per le attività di upskilling reskilling in favore dei beneficiari di strumenti di sostegno (NASPI e DIS-COLL), dei beneficiari del reddito di cittadinanza e dei lavoratori che godono di strumenti straordinari o in deroga di integrazione salariale (CIGS, cassa per cessazione attività, trattamenti in deroga nelle aree di crisi complessa). Il Piano integrerà anche altre iniziative, riguardanti le misure in favore dei giovani – quale il rafforzamento del sistema duale (cfr. investimento 1.5 del PNRR) – e dei NEET, oltre che le azioni per le competenze degli adulti, a partire dalle persone con competenze molto basse. Il PNC, a seguito dell’intesa sancita in sede di Conferenza lo scorso 2 dicembre 2021, è stato approvato con Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 14 dicembre 2021, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 dicembre 2021. Il PNC si sviluppa su 3 programmi guida rivolti a tre differenti target di riferimento:
• Disoccupati – Programma GOL per i beneficiari per i quali è previsto un intervento di aggiornamento o riqualificazione • Giovani – Programma Sistema Duale per i giovani in età compresa tra i 15 e i 25 anni
• Occupati – Fondo Nuove Competenze destinato ai lavoratori di imprese che hanno stipulato intese o accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro in risposta alle innovazioni di processo, prodotto o di organizzazione.
Nell’ambito del Sistema Duale, si segnala che Regioni e Ministero del Lavoro - si sottolinea nel documento -  hanno avviato un confronto all’interno del Tavolo tecnico nazionale volto ad individuare le possibili modalità attuative e di gestione per la realizzazione degli interventi connessi a tale investimento. 8 Il 15 dicembre 2021 si è tenuta la prima riunione del Tavolo nel corso della quale si è iniziato ad enucleare le principali questioni sia in ordine agli “oggetti” finanziabili attraverso lo stanziamento dei 600 mln di euro previsti dal PNRR sul sistema duale (destinatari, tipologie di percorsi ammissibili, metodologie formative, platea degli enti attuatori, periodo di realizzazione, il contributo alla transizione per il digitale) sia in merito alle procedure ad essi collegati (unità di costo standard e ammissibilità della spesa, criteri di riparto, monitoraggio dei target, rendicontazione e controlli, cronoprogramma)."
Per quanto riguarda gli ambiti di intervento per una riforma delle politiche attive del lavoro e dei servzi per l'impiego, "le linee di intervento previste nel PNRR sono l’occasione per una riforma più ampia ed organica delle politiche attive del lavoro (PAL) e dei servizi per l’impiego (SPI), che rappresentano - afferma la Conferenza delle Regioni - l’infrastruttura necessaria per garantire a tutti i cittadini percorsi adeguati all’inserimento e al reinserimento nel mercato del lavoro. Questo obiettivo di riforma va realizzato nel quadro delle prerogative costituzionali di Regioni e Province Autonome, valorizzando la presenza di “mercati del lavoro” locali. 
Nella "Programmazione integrata delle misure di politica attiva del lavoro" la proposta di linne guida delle Regioni prevederebbe che Stato, Regioni e Province Autonome concordino sulla necessità di:
● "definire modalità di attuazione del PNRR in grado di garantire il coordinamento degli interventi finanziati anche dai Fondi SIE a disposizione delle Regioni e delle Province Autonome, realizzando sinergie derivanti dall’utilizzo congiunto delle risorse ed evitando concentrazione e appesantimento degli oneri amministrativi per le strutture regionali;
● definire modalità che evitino duplicazioni e/o incompatibilità tra interventi di politica attiva del lavoro nazionali (es. Programma GOL) e misure di politica attiva del lavoro territoriali (es. Dote Unica Lavoro, Assegno per il Lavoro, Buono Servizi al Lavoro, Piano di interventi per l’occupazione), nel rispetto del 9 riparto costituzionale delle competenze per cui allo Stato compete la definizione e il finanziamento dei LEP e alle Regioni e Province Autonome l’erogazione dei servizi sul territorio;
● valorizzare il ruolo delle Regioni e delle Province Autonome come centri territoriali capaci di implementare e realizzare gli interventi in una visione territoriale complessiva e non parcellizzata".
Per quanto riguarda "Servizi e politiche attive per il lavoro esigibili su tutto il territorio" (nella proposta di linee guida avanzata dalla Conferenza delle Regioni) Stato, Regioni e Province Autonome dovrebbe concordare sulla necessità di:
● "individuare specifiche modalità per garantire l’erogazione dei LEP, anche attraverso la definizione un set minimo di servizi “core” e soprattutto specialistici che i CPI saranno tenuti ad erogare obbligatoriamente (misure di attivazione e specialistiche) in coerenza con il modello che troverà attuazione tramite il programma GOL;
● giungere ad una definizione puntuale delle platee di riferimento dei LEP in coerenza con la messa al centro del bisogno riconducibile ai diversi cluster, così da permettere un monitoraggio più aderente alle necessità e agli obiettivi di convergenza del sistema nazionale dei servizi per l’impiego, come sottolineato da ANPAL nel suo rapporto di monitoraggio;
● definire tempi di risposta, tipologia di convocazione, elementi centrali del Patto di servizio e del percorso del destinatario delle misure dei SPI;
● consolidare misure di politica attiva stabili ed aperte, ossia non legate alla pubblicazione annuale di avvisi, a partire dall’implementazione di GOL".
Rispetto all'Accesso universale ai servizi e alle politiche attive del lavoro personalizzati e rete dei servizi per il lavoro Stato, Regioni e Province Autonome dovrebbero concordare sulla "necessità di:
● realizzare un quadro operativo delle misure di politica attiva attivabili dalle Regioni, che contempli la possibilità di realizzare percorsi personalizzabili sulla base della definizione di cluster di fabbisogni, superando l’eccessiva parcellizzazione dell’utenza dei SPI, anche nell’ambito di differenziazioni in funzione dell’età, del livello di competenze, della complessità del bisogno, delle esigenze di conciliazione, del contesto del mercato del lavoro di riferimento, dei fabbisogni espressi dalle imprese, delle concrete opportunità occupazionali. Inoltre, le misure di politica attiva del lavoro devono essere accessibili da parte di tutti i cittadini, indipendentemente dalla condizione occupazionale, anche in considerazione delle modalità di funzionamento dei Programmi nazionali (GOL) e degli interventi previsti alla normativa vigente (Rdc). In tal senso, è opportuno promuovere la partecipazione delle Corporate Academy alla realizzazione dei percorsi formativi personalizzati anche di formazione continua, finalizzati ad accrescere le competenze dei cittadini del territorio di riferimento anche in una logica di Corporate Social Responsibility;
● rafforzare le filiere produttive e formative, anche attraverso la definizione di patti territoriali ovvero settoriali, al fine di non disperdere le competenze e le professionalità dei lavoratori delle imprese in crisi; ● definire panieri minimi uniformi di misure “a processo” e “a risultato” occupazionale raggiunto, nella logica di valorizzare le potenzialità degli interventi per l’inserimento nel mercato del lavoro;
● definire modalità organizzative per lo sviluppo di filiere di cooperazione con altri attori del mercato dell’intermediazione;
● garantire su tutto il territorio nazionale dei servizi universali e continuativi rapportati agli specifici bisogni territoriali, a supporto delle imprese e dei cittadini, all’interno di sistemi aperti capaci di garantire reali forme di collaborazione tra il pubblico ed il privato;
● definire modalità di superamento della distinzione tra i sistemi di accreditamento in materia di formazione professionale e servizi per il lavoro, pur in una prospettiva di specifiche specializzazioni;
● procedere ad una revisione della disciplina dell’accreditamento contenuta nel DM 11 gennaio 2018, n. 3, “Criteri di accreditamento dei servizi al lavoro”;
● implementare le procedure per la definizione di strumenti normativi per la collaborazione tra servizi per il lavoro pubblici e privati, pur nell’autonoma organizzazione regionale dei diversi mercati del lavoro, al fine di consolidare un modello nazionale di riferimento utile a valorizzare specificità e professionalità dei diversi attori;
● semplificare le procedure di accreditamento delle agenzie per il lavoro ed altri operatori che erogano formazione e servizi per il lavoro".
La proposta di Linee Guida della Conferenza delle Regioni prevede che rispetto al "Piano di rafforzamento strutturale dei Servizi per l’impiego (SPI), definizione di indicatori per misurare le performance e monitoraggio"  Stato, Regioni e Province Autonome debbano concordare sulla necessità di:
● "definire modalità di progressivo allineamento dei servizi erogati dai SPI nei diversi territori italiani, anche mediante lo sviluppo di strumenti per la conoscenza dei sistemi locali del lavoro e la previsione dei nuovi fabbisogni di competenze richiesti, superando le attuali disparità tra CPI molto efficienti e CPI che non riescono a fornire servizi, al fine di garantire pari diritti ai lavoratori a prescindere dalla Regione di residenza e fornire un servizio, soprattutto nei casi di interventi specialistici, più mirato ed efficace anche a livello di capillarità territoriale;
● definire modalità operative volte a introdurre una semplificazione normativa e procedurale di alcuni fondamentali istituti connessi alle politiche attive del lavoro, erogati dai CPI, quali:
1) definizione, regole di accesso, perdita e conservazione dello stato di disoccupazione;
2) tempi e modalità di convocazione dei beneficiari di politiche attive;
3) regole di condizionalità realmente efficaci e applicabili".
Per l'Accesso ai dati sui servizi e politiche attive del lavoro la proposta della Conferenza delle Regioni suggerisce che Stato, Regioni e Province Autonome concordino sulla "necessità di:
• dotarsi di un sistema di valutazione della performance dei CPI;
• introdurre elementi di premialità nei riparti delle risorse pubbliche, sia in termini dei risultati raggiunti in termini di servizi erogati, sia in termini di miglioramento del livello dei servizi progressivamente raggiunti;
• realizzare l’accesso all’insieme delle informazioni utili a facilitare il concorso alla gestione attiva delle transizioni e a facilitare la migliore allocazione/riallocazione delle risorse;
• individuare diverse modalità di consultazione delle informazioni contenute nelle banche dati detenute dalle Amministrazioni Pubbliche, rendendo accessibile la consultazione agli operatori privati e ai datori di lavoro, superando la partizione territoriale dei dati disponibili;
• sviluppare un sistema cloud, facilmente accessibile, per la registrazione delle informazioni e 14 propedeutico già alle misure di orientamento realizzate dagli operatori, pubblici e privati, dei servizi per l’impiego, P.A., che comporta un generale miglioramento del sistema dei servizi per il lavoro, la semplificazione e l'ottimizzazione dell'attività amministrativa;
• dare completa attuazione al Fascicolo elettronico del lavoratore che, in linea con il Libretto formativo previsto dalla riforma Biagi, che deve contenere e valorizzare le informazioni relative ai percorsi educativi e formativi, ai periodi lavorativi nonché alle competenze dei lavoratori, ed essere un primo strumento di facilitazione dell’incontro tra domanda ed offerta".
Quanto alla transizione scuola lavoro la proposta è che Stato e Regioni concordino "sulla necessità di:
● individuare le modalità operative per promuovere il raccordo dei CPI con gli uffici placement delle istituzioni formative;
● contribuire attivamente alla definizione delle linee di indirizzo e delle modalità di attuazione, nell’ambito della riforma degli istituti tecnici e professionali prevista dal PNRR (Missione 4, componente 1, Riforma 1.1), al fine di allineare l’offerta formativa alle nuove figure professionali richieste dal mercato del lavoro anche con riferimento ad Impresa 4.0.
● rivedere il Repertorio Nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle Qualificazioni professionali;
● individuare, nell’ambito delle politiche attive del lavoro, specifiche misure di orientamento finalizzate ad indirizzare i NEET verso il percorso professionale più adeguato e, al contempo, rafforzare le misure che prevedono remunerazione nei casi di inserimento lavorativo dei destinatari;
● definire i servizi che prevedono l’attivazione lavorativa dei NEET;
● rafforzare la filiera formativa professionalizzante anche attraverso il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale territoriale all’interno delle Fondazioni ITS. Sul punto si segnala che è in corso al Senato, in sede redigente, l’esame della proposta di legge “Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore” (AS 2333).
La proposta di linee guida affronta anche il tema dell'accompagnamento dei giovani nel loro primo ingresso nel mercato del lavoro rispetto al quale Stato e Region dovrebbero concordare sulla "necessità di:
● definire, attraverso l’interlocuzione con il Ministero competente, standard qualitativi dei tirocini extracurriculari nel rispetto delle prerogative e dei diversi modelli organizzativi sviluppati dalle Regioni e Province Autonome;
● individuare forme di diffusione e semplificazione dell’apprendistato formativo, anche attraverso lo snellimento delle procedure legate all’attivazione e alla gestione del rapporto di lavoro e attraverso l’adozione di intese tra istituzioni pubbliche (regioni, ispettorato del lavoro, INAIL, …) e parti sociali in merito alle modalità condivise di programmazione, gestione e controllo;
● valorizzare l’esperienza maturata nell’ambito della sperimentazione del sistema duale come modalità sia per facilitare l’allineamento con la domanda di lavoro, sia per rispondere alle diverse esigenze di apprendimento dei giovani, anche attraverso azioni di sistema che ne assicurino adeguata attuazione in tutti i contesti regionali;
● promuovere forme di incentivazione per l’assunzione dei giovani;
● promuovere la diffusione del contratto di apprendistato formativo, con particolare riferimento all’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale di IeFP e la certificazione IFTS, attraverso contributi pubblici ad integrazione del reddito (premialità addizionale alla retribuzione aziendale) correlati al successo formativo che ne potenzino l’attrattività presso i giovani.
● estendere l’accesso al contratto di apprendistato formativo di I e III livello agli adulti (senza limiti di età) al fine di sostenerne l’ingresso qualificato nel mondo del lavoro.
● consentire la continuità formativa, attraverso il conseguimento di titoli di studio progressivi nell’ambito di un unico contratto di apprendistato con durata ampliata.

Link al documento integrale del 16 marzo: Proposta di linee guida per la riforma delle politiche attive del lavoro


( red / 08.04.22 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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