periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 323- Roma, 3, 4 e 5  luglio 2004

Sommario

Riparto risorse aree sottoutilizzate: le richieste delle Regioni Formigoni e Cuffaro su federalismo e proporzionale
Regioni: SOS per Accademie belle arti U.E.: Martini su compensazioni obblighi servizi pubblici
Indebitamento: norme da modificare con decreto legge Preoccupazioni per la prossima manovra economica
Indebitamento: norme da modificare con decreto legge

Continuano a far discutere le norme sull'indebitamento previste dall'ultima Finanziaria. Nel corso dell'ultima Conferenza dei Presidenti , le Regioni hanno richiesto precisi emendamenti da inserire in un provvedimento di urgenza (decreto legge). Secondo quanto richiesto dalle Regioni, queste ultime potrebbero far ricorso all’indebitamento per finanziare contributi agli investimenti a privati entro i seguenti limiti:
a)     impegni assunti al 31 dicembre 2003, al netto di quelli già coperti con maggiori entrate o minori spese, derivanti da obbligazioni giuridicamente perfezionate, finanziati con ricorso all’indebitamento e risultanti da apposito prospetto da allegare alla legge di assestamento del bilancio 2004;
b)    impegni assunti nel corso dell’anno 2004, derivanti da obbligazioni giuridicamente perfezionate e risultanti dalla elencazione effettuata nei prospetti dei mutui autorizzati alla data di approvazione della legge di bilancio per l’anno 2004, con esclusione di qualsiasi variazione in aumento che dovesse essere apportata successivamente.
c)     le spese di investimento già autorizzate con leggi regionali di spesa pluriennali, leggi di bilancio e leggi finanziarie regionali precedenti alla legge finanziaria 2004 le cui previsioni di spesa sono presenti nei bilanci pluriennali 2004 – 2006 e 2005 – 2007;
d)    Cofinanziamenti di programmi comunitari, di Accordi di Programma Quadro e Cofinanziamenti regionali previsti da leggi statali e/o Accordi Stato – Regioni fino alla completa attuazione degli stessi.
Nel Documento approvato dalle Regioni sono poi proposte delle modifiche al decreto legislativo 56/2000, un diverso regime fiscale per il conferimento del patrimonio pubblico delle Regioni e delle Province autonome ad enti o società dalle stesse controllate, ed, infine, una normativa per assicurare la compensazione interregionale di risorse pregresse (
1998-2002) relative a trasferimenti compensativi (derivanti da minori introiti derivanti da una non totale corrispondenza fra gettito bolo auto e decurtazione accisa benzina).
I documenti approvati durante la Conferenza dei Presidenti delle Regioni del 1 luglio riguardano i seguenti argomenti:

- Regioni, Province, Comuni e Comunità montane su manovra e Dpef;
- OSSERVAZIONI RELATIVE ALLA DELIBERA CIPE  SUL RIPARTO AREE SOTTOUTILIZZATE;
- Parere su DDL conversione DL 136/2004, disposizioni  per garantire funzionalità settori P.A.  (art. 5);
- PARERE AL CONSIGLIO DI STATO SU RIPARTIZIONE  COMPETENZA SANZIONATORIA FRA STATO E REGIONI SU SANZIONI PER VIOLAZIONI AMMINISTRATIVE IN MATERIA DI AIUTI COMUNITARI;
- EMENDAMENTI AD ATTO DI INTESA SU ORGANIZZAZIONE ISTITUTI  RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO ;
- REGIONI ED ANCI SU SCHEMA D.LGS. PER recepimento direttiva europea su norme per contenimento rumore aeroporti della Comunità;
- ODG SU NOMINE AUTORITA' PORTUALI E SU enti parconazionali;
- Su Intesa A proposta  piano interventi abbattimento rumore, predisposto dal gestore dell’infrastruttura ferroviaria;
- EMENDAMENTI AD ACCORDO GOVERNO-REGIONI SU CRITERI EROGAZIONE PRESTAZIONI CHE NON SODDISFANO PRINCIPIO DI APPROPRIATEZZA NELLA UTILIZZAZIONE  RISORSE IN ATTUAZIONE ACCORDO 22 NOVEMBRE 2001 GOVERNO-REGIONI ;

- INDEBITAMENTO: EMENDAMENTI RICHIESTI DA INSERIRE IN UN PROVVEDIMENTO DI URGENZA (DECRETO LEGGE);
- ODG SU PROBLEMATICHE INERENTI LA RIFORMA E IL RIFINANZIAMENTO DELLE ACCADEMIE DI BELLE ARTI NON STATALI

(sm)

Riparto risorse aree sottoutilizzate: le richieste delle Regioni

Si torna a discutere del riparto delle risorse per le aree sottoutilizzate (triennio 2004-2007). Dopo la Conferenza Stato Regioni del 29 aprile   e dopo la presentazione da parte della Conferenza dei Presidenti delle regioni di una serie di raccomandazioni  la Conferenza è ritornata sull'argomento valutando la tavola riepilogativa delle risorse (presentata alla riunione del pre CIPE del 25 maggio u.s. che recepisce il punto 1 delle citate raccomandazioni) e la nota del Ministero dell'Economia con la quale si comunica l’avvenuto ricalcolo delle risorse per i programmi regionali al netto del contributo straordinario assegnato alla Regione Molise (come proposto dalle Regioni stesse); e la modifica del riparto delle risorse per il progetto monitoraggio approvato con delibera CIPE 17/03 sulla base della raccomandazione regionale di cui al punto 4 (riparto risorse aree sottoutilizzate).
Con un Documento, approvato il 1 luglio, la Conferenza delle Regioni ha ritenuto che la proposta relativa al riparto delle risorse per le aree sottoutilizzate non esaurisce le raccomandazioni regionali, comprese quelle accettate dal Governo, e sottolinea anche che
alle raccomandazioni relative al progetto monitoraggio occorre dare completa attuazione secondo le indicazioni espresse dalle Regioni.
Con riferimento al riparto per le arre sottoutilizzate 2004-7  i correttivi apportati (in attuazione del punto 1 e 3 delle raccomandazioni relative al riparto delle risorse per le aree sottoutilizzate 2004-2007, nonché l’attribuzione straordinaria alla Regione Molise) sono in linea con le richieste regionali.  Risultano però non attuate le raccomandazioni di cui ai punti 2 (ovvero la possibilità per le regioni di procedere autonomamente nell'ambito di un 30% di risorse della legge obiettivo nei casi in cui  non ci sia coincidenza delle aree territoriali eleggibili; non corrisponda il fabbisogno finanziario dell’opera con la disponibilità esistente; esista un forte e documentato fabbisogno strategico alternativo o comunque una motivata scelta dell’Amministrazione regionale) e 5 (la necessità di assicurare che nella finalizzazione del riparto delle risorse accantonate -art. 60 Legge 289/2002) sia rispettata la consolidata ripartizione territoriale per macro aree:Centro–Nord/Centro-Sud), accettate dal Governo in sede di Conferenza Stato Regioni nella seduta del 29 aprile u.s.
E' poi
necessario elaborare una concreta proposta in attuazione dei punti 6, 7 (
assicurare la certezza della spesa regionale, assegnando alle Regioni sin dalla fase di concertazione con le Amministrazioni centrali le risorse individuate nella presente Delibera e garantire procedure certe per la risoluzione dell’eventuale mancata concertazione) e per il PIST Isole Minori (telemedicina, etc,).
E' poi indispensabile avviare entro il 30 luglio  l’istruttoria relativa al rafforzamento del governo delle Intese – e a quella relativa al “progetto accelerazione”, alle performance nel settore sanitario, alle azioni di “rafforzamento istituzionale” e agli indicatori di qualità.
In generale le Regioni
esprimono forte preoccupazione per il ritardo accumulato nell’approvazione della delibera CIPE (tenendo conto che il parere regionale è stato reso lo scorso 29 aprile) e chiedono di conoscere: 1) la data della seduta del CIPE per l’approvazione della delibera di riparto per le aree sottoutilizzate 2004 –2007.
2) come si intenda attuare il precedente punto 2 già recepito dalla Conferenza Stato Regioni.
3) come si intenda accelerare e dare concretezza all’utilizzo regionale delle risorse assegnate.
Le Regioni
sottolineano l’importanza strategica assunta dalle risorse per le aree sottoutilizzate nell’ambito della complessiva programmazione delle Regioni, per il completamento dei programmi di attuazione delle Intese e degli Accordi di Programma Quadro già in corso, per i quali risultano già individuati i relativi settori di intervento.
Per quello che riguarda le proposte di modifica del Progetto Monitoraggio le regioni sottolineano, tra l'altro, che
attua parzialmente le raccomandazioni regionali: infatti tiene conto del volume di investimenti complessivi sul territorio regionale ma non prevede nessuna proposta di azione di sistema (cfr. punto 7 dell’o.d.g. della Conferenza Stato Regioni 29.04.04).  Al fine di rendere in linea la proposta di modifica del riparto delle risorse del progetto monitoraggio, approvato con la delibera CIPE 17/2003 con le raccomandazioni regionali è necessaria  la preventiva  verifica dei conti pubblici territoriali del Settore Pubblico Allargato come completati mediante le integrazioni apportate al 30.06.04, riferite al triennio 1999 - 2001. 
Le Regioni hanno poi chiesto al ministero dell'Economia di prevedere, nelle prossime delibere CIPE di attuazione del riparto delle risorse 2004-2007, anche a valere sulle assegnazioni programmatiche previste, adeguate risorse per azioni di sistema volte a riequilibrare le situazioni in cui maggiore è la massa di risorse da gestire con il monitoraggio degli Accordi di Programma Quadro.
Va infine costituito
, entro il 30.09.04, il tavolo tecnico di coordinamento dei sistemi di monitoraggio (cfr. punto 7 dell’o.d.g. della Conferenza Stato Regioni 29.4.04) al fine di razionalizzare e valorizzare sinergicamente le risorse investite nei diversi sistemi di monitoraggio.
(red)

Regioni: SOS per Accademie belle arti

I Presidenti delle Regioni nella seduta della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province Autonome del 1 luglio 2004 hanno esaminato le problematiche inerenti la riforma e il rifinanziamento delle Accademie di Belle Arti non statali, ed hanno approvato un ordine del giorno.
La legge n. 508 del 1999 ha avviato la riforma delle Accademie di belle arti, definendo i principi generali del processo di riforma e rinviando a successivi regolamenti la definizione delle norme di attuazione.
A quattro anni dall’approvazione della legge di riforma, le Regioni sottolineano che non è stato concluso l’iter previsto per l’approvazione dei regolamenti attuativi, e quindi l’intero settore soffre ancora per la precarietà derivante proprio dallla mancanza di un assetto istituzionale stabile e definito.
La "nota più dolente", secondo l'ordine del giorno della Conferenza dei presidenti delle Regioni è rappresentata dal fatto che non sia stata data ancora attuazione alla previsione di una “graduale statizzazione” delle Accademie di Belle Arti, legalmente riconosciute, in particolare con riferimento a quelle operanti nei capoluoghi sprovvisti di istituzioni statali e dotate dei requisiti previsti dalla stessa legge.
La legge 306 del 27 ottobre del 2000, per favorire l’adeguamento ai nuovi ordinamenti didattici, ha previsto per tre anni un sostegno finanziario alle Accademie di Belle arti non statali, finanziate in misura prevalente dagli Enti Locali. Tale sostegno finanziario, pari a 2 miliardi di lire per l’anno 2000 e a 3 miliardi per ciascuno degli anni 2001 e 2002, ha consentito la sopravvivenza di queste Accademie, favorendone l’adeguamento al nuovo quadro normativo.
Poiché
i ritardi nel processo previsto di statizzazione, congiuntamente con la cessazione del sostegno finanziario nazionale alla scadenza del triennio previsto dalla citata legge 306/2000, stanno determinando una situazione di grave crisi finanziaria delle Accademie di Belle Arti. Per questi motivi le Regioni  chiedono prima di tutto che il processo di riforma venga completato e che in particolare sia sbloccato l’iter per la statizzazione delle Accademie di Belle Arti legalmente riconosciute e/o pareggiate e finanziate in misura prevalente dagli Enti Locali con priorità per quelle operanti nei capoluoghi sprovvisti di Accademie statali.
Occorre poi rifinanziare la legge n. 306 del 2000, a sostegno di queste Accademie legalmente riconosciute e/o pareggiate e finanziate in misura prevalente dagli Enti Locali, che costituiscono una importante risorsa della vita culturale del paese.

L
’ordine del giorno è stato approvato dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni, nel corso dell'ultima seduta, su iniziativa della presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti (nella foto) , che aveva assunto in tal senso un preciso impegno in occasione della sua recente visita all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, i cui amministratori hanno di recente più volte denunciato il rischio di sopravvivenza dell’Accademia qualora non si proceda alla statizzazione, così come previsto dalla legge. La Conferenza ha inoltre chiesto che il documento approvato sia inserito nell’ordine del giorno della prossima Conferenza Stato-Regioni per un suo pronunciamento in merito.
(red)

Formigoni e Cuffaro su federalismo e proporzionale
E' ancora aperto il dibattito sulla riforma del sistema elettorale in senso "tatarellum". ''Credo che fra i partiti della Casa delle Libertà si potrà raggiungere un accordo per allargare su scala nazionale il sistema proporzionale secondo il metodo delle regioni''. Così Roberto Formigoni: ''Io non posso che dichiararmi d'accordo - ha spiegato - perché il sistema regionale garantisce una serie di cose: l'indicazione diretta del presidente e dunque l'indicazione da parte dei cittadini del massimo responsabile dell'amministrazione, un premio di maggioranza che evita crisi continue e, attraverso la ripartizione proporzionale dei voti ai partiti che compongono l'alleanza, fa in modo che il voto dei cittadini conti di più".
''In questo modo - ha proseguito - i seggi sono assegnati dopo che i cittadini si sono espressi e non prima con trattative defatiganti fra i partiti stessi''. Secondo Formigoni, comunque, sarà necessaria qualche correzione al premio di maggioranza ''altrimenti succede quello che è successo a me che nel 2000 ho vinto con il 63% dei voti e ho un numero di consiglieri di maggioranza inferiore rispetto al mio amico Ghigo che ha vinto con il 57%''.  ''Attraverso una ripartizione proporzionale dei partiti che compongono l'alleanza - aggiunge Formigoni - permette che il voto dei cittadini conti di più perché i seggi sono assegnati dopo che i cittadini hanno parlato e non prima con trattative defatiganti tra i partiti stessi''. Formigoni propone anche di estendere il tatarellum su scala nazionale e su questo dice che ''tra i partiti della Cdl si potrà raggiungere un accordo''.
''Non credo nel maggioritario, sono un proporzionalista convinto'', ha detto il presidente della Sicilia Salvatore Cuffaro (nella foto): ''Sono uno di quelli -ha aggiunto Cuffaro- che ha firmato il documento per la proporzionale quando tutti erano per il maggioritario e ci fu qualcuno che mi disse: 'Le battaglie vanno fatte perché un giorno ci sarà qualcuno che se ne ricorderà. Dopo 10 anni - ha continuato l'esponente dell'Udc - prendo atto, finalmente, che gran parte della politica di questo Paese si rende conto che una classe dirigente non si inventa ma si seleziona. Il proporzionale -ha concluso- è il miglior modo per selezionare la classe dirigente''.
Intanto  il presidente Salvatore Cuffaro  annuncia anche che "è questo il momento per avviare una  rivisitazione della giunta tenendo conto delle esigenze di tutti  i partiti della Cdl''. Cuffaro a tal proposito ha dichiarato: ''Abbiamo avviato già diversi incontri con gli altri partiti della Cdl che chiedono  maggiore considerazione in giunta. Stiamo ascoltando le loro  richieste e a breve valuterò chi inserire al governo della  Regione''. 
Formigoni riprendendo invece il tema della riforma federalista si dice convinto che essa sarà portata a termine nonostante i problemi delle dimissioni di Giulio Tremonti. Quindi nessun slittamento della riforma: ''Non vedo perché'', afferma Formigoni  . ''Credo - ha aggiunto il Presidente della regione Lombardia - che le iniziative che sono  state avviate servano a rafforzare la compagine di governo". ''Il Presidente del Consiglio ha risposto che il  federalismo è un punto importante del programma con il quale ci  siamo presentati agli italiani, quindi sarà mantenuto''.  ''D'altra parte - ha aggiunto - nel gruppo di coloro che  chiedono il federalismo ci sono anch'io, perché è un modo per  dare alle Regioni la possibilità di una maggiore  competitività. La riforma federalista deve essere portata a  termine per completare un processo iniziato una decina di anni  fa''.
(gs)
U.E.: Martini su compensazioni obblighi servizi pubblici
A Bruxelles il Presidente della Regione Toscana Claudio Martini è intervenuto al Comitato delle Regioni (Cdr), illustrando il progetto di parere sugli aiuti di stato sotto forma di compensazioni degli obblighi di diritto pubblico. Una materia complessa nonché sensibile per gli enti territoriali europei perche' investe il delicato capitolo della concorrenza nel caso di sovvenzioni pubbliche erogate alle imprese fornitrici di servizi di interesse generale.
E' la prima volta che la Commissione Ue chiede all'organismo consultivo degli enti locali e regionali di esprimersi sulle regole di concorrenza nel mercato interno, un argomento che rientra nell'ambito delle competenze comunitarie esclusive. Questa consultazione - osserva il Cdr - ''risponde alle necessità di un maggiore coinvolgimento degli enti territoriali nel processo decisionale dell'Unione'', in particolare, prima che una decisione venga adottata.
I servizi ai cittadini, come  quelli di trasporto pubblico o per i rifiuti urbani, non possono   essere considerati alla stessa stregua di un'attività  industriale soggetta alla concorrenza. Per questo Bruxelles  ''non può adottare'' le stesse regole per valutare la  concessione degli aiuti di stato, ha sostenuto il presidente   della Regione Toscana, Claudio Martini (nella foto).  ''E' necessario evitare ogni abuso e quindi siamo d'accordo a  stabilire dei parametri comuni in grado di evidenziare la  particolarità dei servizi pubblici di interesse generale.  Temiamo tuttavia che la logica della sola concorrenza possa  andare a scapito della qualità, quando si tratta di fornire ad  un cittadino un servizio che risponde ad un bisogno sociale'',  ha spiegato Martini.
La valutazione delle regioni prende le mosse anche da una  sentenza della Corte di giustizia del Lussemburgo la quale,  intervenendo per un caso tedesco, ha ritenuto che una  sovvenzione concessa a titolo di compensazione di diseconomie  per effettuare un servizio pubblico ''non e' una forma di aiuto  di stato soggetta a notifica se l'impresa beneficiaria viene  scelta con procedura di appalto obiettiva e trasparente''.
Quanto al progetto della Commissione, il parere da' atto a  Bruxelles di voler trovare un giusto equilibrio tra l'osservanza  delle regole della concorrenza e l'adempimento degli obblighi di  servizi di interesse generale, ma ritiene anche che quei servizi  che rientrano nelle funzioni essenziali - ospedali, alloggi a  categorie protette - debbano godere di esenzione. Si chiede  inoltre che aiuti di importo limitato, come quelli, ad esempio,  sotto i 30 milioni di euro, non debbano essere sottoposti ad  obbligo di notifica a Bruxelles.
(red)
Preoccupazioni per la prossima manovra economica

La manovra che il Governo si  appresta a varare, secondo Vasco Errani, ''ha un chiaro segno  recessivo'', è ''sbagliata'' e ''colpisce gli Enti locali e le  Regioni''. ''E' inaccettabile oltre che nel merito anche nella sostanza  - ha commentato il Presidente dell' Emilia-Romagna. - Ricordo  che tutti i Presidenti delle Regioni avevano chiesto un in  incontro prima che venissero prese decisioni: non abbiamo avuto  risposta''. ''La situazione è grave e insostenibile'', ha concluso Errani. 
Un allarme condiviso dal Presidente della regione Campania Antonio
Bassolino: “Le notizie  di queste ore sui tagli all’esame del Consiglio dei Ministri, riportate da alcuni importanti organi di stampa, aggravano le preoccupazioni che ho già espresso nella lettera che ho inviato alla Presidenza del Consiglio e al ministro Tremonti. La legge finanziaria 2004, infatti, ha assegnato al fondo per le aree sottoutilizzate per gli anni 2004-07  otto miliardi di euro, oltre a 2,7  per i crediti di imposta. Secondo una proposta formulata agli inizi del 2004 dal Governo ed approvata dalla Conferenza Stato-Regioni (cfr. notizia precedente)  a fine aprile, 4,6 degli otto miliardi sono stati assegnati a programmi regionali e nazionali per trasporti, reti idriche, beni culturali e ambientali, ricerca, dissesto idrogeologico, aree urbane.  questa decisione, adottata già da due mesi, avrebbe dovuto far seguito una delibera del Cipe. In base agli impegni assunti nella Conferenza Stato- Regioni dal Governo, la restante parte degli otto miliardi doveva essere destinata all’accelerazione della Legge Obiettivo e al rifinanziamento di una serie di leggi di incentivi (488, auto impiego, contratti di programma). Il decreto Tremonti, annunciato dai giornali, disporrebbe un taglio del fondo per le aree sottoutilizzate pari a 9,3 miliardi di euro ( 950 milioni nel 2004, 4,1 miliardi nel 2005 e 4,2 miliardi nel 2006). Questo taglio può essere coperto, come suggerisce qualcuno, per esempio il ministro Alemanno, con i residui (cioè con i fondi di competenza di anni precedenti non ancora impegnati contabilmente)?  Questa ipotesi non è assolutamente praticabile, perché tali fondi sono tutti o giuridicamente impegnati ( per la Campania per es. l’Accordo di Programma Quadro Trasporti e l’Accordo di Programma Quadro Ciclo Integrato delle acque) o, se non giuridicamente impegnati, già programmati (per la Campania,per esempio, gli interventi in materia di difesa del suolo). Mi auguro che il Governo  rinunci a questi tagli che, se approvati, arrecherebbero danni enormi al Mezzogiorno, al suo sviluppo e al proseguimento del positivo utilizzo dei fondi europei.
Preoccupazioni per il futuro del Mezzogiorno sono state lanciate anche dal Presidente della Calabria
Giuseppe Chiaravalloti:''Nel momento in cui il Governo si appresta a definire il documento di Programmazione economica e finanziaria, la Calabria, sicura del suo buon diritto e delle sue storiche ragioni, confida che l' esecutivo sappia tenere ben presenti gli interessi di un Sud ed, in particolare, di una Calabria, che si presentano come l' autentica nuova frontiera attraverso cui passa, in modo ineludibile, lo sviluppo del Paese''.''Il Governo nazionale - aggiunge Chiaravalloti (nella foto) - ha già dato segnali di attenzione verso questi territori. Auspichiamo che l' attenzione rimanga alta e tenga conto delle antiche dimenticanze praticate verso le nostre regioni e delle enormi potenzialità che i nostri territori esprimono, soprattutto in termini di risorse umane. Rafforzi, dunque, il Governo, la nostra fiducia in federalismo solidale che, nell' armonia del rapporto tra Stato centrale ed autonomie locali, esalti la sostanziale unità e la comune volontà del Paese''.
Giungono nel frattempo dall'Istat i dati relativi al rapporto tra indebitamento netto  delle Pubbliche amministrazioni e Pil che è stato nel 2003 pari al  2,4%. Lo confermano i conti e gli aggregati economici delle P.A.  per gli anni 2000-2003.   Nel 2002, invece, la stima dell'indebitamento e' migliorata di 0,7 miliardi di euro. ''Cio' e' dovuto all'effetto combinato della revisione in aumento di alcuni aggregati sia delle uscite,  correnti e in conto capitale, per complessivi 5,7 miliardi di  euro, sia delle entrate correnti per 6,4 miliardi di euro''. Il  miglioramento non ha peròinfluito sull'incidenza  dell'indebitamento sul Pil, che nel 2002 resta al 2,3%.    La stima in valore assoluto dell'indebitamento 2003 e' pari a  31,8 miliardi di euro, +3,4 miliardi rispetto al 2002. Il saldo  primario e' positivo e pari a al 2,9% del Pil, segnando pero'  un'ulteriore diminuzione rispetto al 3,5% del 2002  e al 3,9%  del 2001. Il 'risparmio' delle Amministrazioni Pubbliche, cioe'  il saldo delle partite correnti, torna a essere negativo dopo 5  anni (da -3% a 2,2% del Pil) ''a causa della forte crescita  delle imposte in conto capitale, solo parzialmente compensata  dalle minori entrate per la vendita di immobili che aveva  caratterizzato il 2002''.   Nel documento l'Istat rileva che il rapporto deficit/Pil del  2003 e' su un livello ''leggermente inferiore'' alla previsione  contenuta nella nota di aggiornamento al Dpef, ma e' anche  ''migliore di tre decimi di punto rispetto alla media dell'Ue  (2,7%), di due decimi di punto rispetto al totale Ue  (2,6%)''.
(sm)

 

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