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Regioni.it

n. 3996 - martedì 2 febbraio 2021

Sommario
- Pandemia: si ragiona su nuovi criteri della campagna vaccinale
- Campagna vaccinale: il 3 febbraio incontro Governo-Regioni
- Vaccinazioni: in prima fila anziani dagli 80anni in sù
- Vaccini: le posizioni dell'AIFA
- Tar: La Sardegna resta arancione
- Sport: via libera a 5 intese su Decreti che attuano la legge delega

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Vaccini: le posizioni dell'AIFA

(Regioni.it 3996 - 02/02/2021) L'AIFA ha autorizzato il 30 gennaio il vaccino AstraZeneca per la prevenzione della malattia COVID-19 nei soggetti al di sopra dei 18 anni, come da indicazione EMA.
“L’arrivo di un terzo vaccino rappresenta un importante contributo alla campagna vaccinale in corso”, commenta il DG di AIFA Nicola Magrini e “AIFA ha fornito indicazioni per ottimizzare l’utilizzo dei vaccini esistenti sfruttandone al meglio le diverse caratteristiche”.
La Commissione tecnico-scientifica (CTS) dell’Agenzia, riunitasi il 30 gennaio 2021, ha confermato la valutazione dell’EMA sull’efficacia (59,5% nella riduzione delle infezioni sintomatiche da COVID-19) e sul rapporto beneficio/rischio favorevole del vaccino. Abbiamo quindi una valida opzione aggiuntiva nel contrasto della pandemia, anche in considerazione della maggiore maneggevolezza d’uso di questo vaccino.
Si tratta di uno strumento che rafforza la campagna vaccinale in Italia e, seppure i dati a disposizione indichino una efficacia inferiore a quella degli altri due vaccini disponibili, la comparazione tra i tre vaccini è difficile, tenuto conto delle diversità delle popolazioni studiate e della necessità di completare gli studi. In particolare, i dati degli studi registrativi del vaccino AstraZeneca mostrano un livello di incertezza nella stima di efficacia nei soggetti sopra i 55 anni, in quanto tale popolazione (nella quale tuttavia si è osservata una buona risposta anticorpale) era scarsamente rappresentata. Nel tentativo di contestualizzare le migliori condizioni di utilizzo di questo vaccino rispetto agli altri vaccini disponibili (BioNTech/Pfizer e Moderna) e sottolineando che una valutazione conclusiva potrà avvenire solo al termine degli studi clinici in corso, la CTS ha suggerito:
1. Un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA messaggero nei soggetti più anziani e/o più fragili. Per la definizione di specifiche categorie di rischio si rimanda a quanto previsto dal piano strategico per la vaccinazione anti SARS-CoV2/COVID-19 del Ministero della Salute.
2. Un utilizzo preferenziale del vaccino AstraZeneca, in attesa di acquisire ulteriori dati, in soggetti tra i 18 e i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide.
La Commissione si è riservata infine di fornire indicazioni puntuali su aspetti più specifici, quali l’intervallo tra la somministrazione delle due dosi, a seguito di ulteriori approfondimenti.
“Abbiamo una ulteriore arma contro la pandemia - osserva in conclusione il Presidente Giorgio Palù - Altre presto se ne aggiungeranno. È auspicabile un approccio integrato tra vaccini e terapie anti COVID-19 attualmente in uso e in sperimentazione”. 
Oggi un parere la Commissione tecnico-scientifica dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa ha spiegato che per i soggetti che sono a più alto rischio di sviluppare una malattia grave, è preferibile utilizzare i vaccini anti-Covid Pfizer-BionTech e Moderna: "In virtù della maggiore robustezza delle evidenze di efficacia, - afferma la Commissione - si suggerisce un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA messaggero nei soggetti anziani e/o a più alto rischio di sviluppare una malattia grave".
La Commissione Aifa poin , nel ribadire che per tutti e 3 i vaccini attualmente disponibili "è stata accolta integralmente l'indicazione rilasciata da EMA, per cui tutti possono essere utilizzati nell'intera popolazione autorizzata", rileva innanzitutto la difficoltà di effettuare una comparazione corretta sulla base di confronti indiretti tra studi che, oltre ad aver arruolato popolazioni diverse, si legge nel parere, sono in gran parte ancora in corso. Pur "con i limiti sopra evidenziati, i dati attualmente disponibili indicano che intermini di riduzione percentuale della frequenza di infezioni sintomatiche, l'efficacia del vaccino AstraZeneca - afferma la Commissione - risulta inferiore a quella dei vaccini a RNA messaggero. Il livello di protezione offerto dal vaccino AstraZeneca apporta comunque un beneficio rilevante in termini di contenimento della pandemia, anche in considerazione della maggiore maneggevolezza d'uso". Si rileva inoltre che i dati degli studi registrativi del vaccino AstraZeneca "mostrano un livello di incertezza nella stima di efficacia per i soggetti sopra i 55 anni, in quanto tale popolazione (nella quale tuttavia si è osservata una risposta in termini di immunogenicità) era scarsamente rappresentata".
La Commissione ha quindi espresso il parere indicato nel "tentativo di contestualizzare le migliori condizioni di utilizzo di questo vaccino rispetto alle altre opzioni attualmente disponibili (Vaccino BioNTech/Pfizer e Moderna) e sottolineando che tale posizionamento deve intendersi come dinamico e che dovrà essere rivalutato alla luce delle ulteriori evidenze che si renderanno disponibili, compatibilmente con l'organizzazione complessiva della campagna vaccinale e con la disponibilità dei singoli vaccini".
 


( red / 02.02.21 )
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