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Regioni.it

n. 4005 - lunedì 15 febbraio 2021

Sommario
- Webinar: "Regioni più efficienti, verso una nuova contrattazione"
- Impianti sci ancora chiusi fino al 5 marzo. Dopo l'ordinanza di Speranza in arrivo i ristori
- Il 13 febbraio ha giurato il Governo Draghi, le dichiarazioni dei Presidenti delle Regioni
- Ue: accelerare le campagne di vaccinazione
- Pandemia: maggiore attenzione alla variante inglese
- Emergenza Covid-19: clausola di salvaguardia per la conversione in legge di tre decreti

+T -T
Impianti sci ancora chiusi fino al 5 marzo. Dopo l'ordinanza di Speranza in arrivo i ristori

I commenti dei Presidenti delle Regioni

(Regioni.it 4005 - 15/02/2021) Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato ieri un'ordinanza che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, data di scadenza del DPCM 14 gennaio 2021. Il provvedimento tiene conto dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio dall’Istituto Superiore di Sanità, attestanti che la variante VOC B.1.1.7, detta variante UK e caratterizzata da maggiore trasmissibilità, rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi. La preoccupazione per la diffusione di questa e di altre varianti del virus SARS-CoV-2 ha portato all’adozione di misure analoghe in Francia e in Germania.
Nel verbale del 12 febbraio, il Comitato Tecnico Scientifico, con specifico riferimento alla riapertura degli impianti sciistici nelle Regioni inserite nelle cosiddette “aree gialle”, afferma che “allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive vigenti, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale”.
Il Governo si è comunque impegnato a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori.
Anche alla luce di quanto accaduto con la decisione di spostare al 5 marzo la riapertura degli impianti di sci comunicata poche ore prima della stessa riapertura, "chiedo che ci sia una moratoria di dichiarazioni tramite stampa. Abbiamo imparato dalle agenzie di stampa cosa sarebbe successo". Così il presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, intervenendo alla trasmissione 'Mattino 5' . "Io dico anche agli epidemiologi, agli esperti, ai virologi, un po' meno interviste - osserva -: discutiamo di più tra di noi, nei luoghi dove bisogna discutere e poi la politica prende le decisioni. Io non faccio riferimento a questo o a quell'esperto - prosegue - non mi permetterei mai. Io dico, in generale, un po' meno interviste e un po' più di lavoro laddove si deve discutere. Se no le persone non capiscono più nulla e questo non è accettabile Le persone sono in difficoltà ci sono categorie economiche che rischiano. Ci vuole cautela - ha aggiunto Bonaccini -: non succeda mai più che si prendano decisioni poche ore prima di qualcosa che era stato detto che si poteva essere".
Nele frattempo alla luce dello spostamento al 5 marzo della riapertura degli impianti sciistici "intanto bisogna far arrivare le risorse che erano state previste, si era parlato di 400 milioni di euro poche settimane fa per i gestori degli impianti di sci nel Paese e si era parlato di un ristoro per gli albergatori, e poi si quantifichi cosa ha significato" lo stop, "a poche ore dalla ripartenza, come elemento di spesa e quindi si rimborsino ulteriormente le spese che ci sono state in questi giorni". Lo ha detto, intervenendo alla trasmissione 'Coffee Break' su La 7, il presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. "La mia regione, poche settimane fa - ha osservato - ha deciso di dare un milione di euro solo per i maestri di sci e di snowboard e adesso stiamo verificando, alla luce di quello che è accaduto ieri sera, di trovare risorse aggiuntive per coloro che gestiscono gli impianti o per le amministrazioni delle comunità locali coinvolte". Ad ogni modo, ha concluso Bonaccini, "sono convinto che il Governo non solo ascolti me", per quanto riguarda risorse e rimborsi ma "ha già detto per bocca di alcuni suoi ministri che lo vorrà fare".
In ogni caso "Il Governo è appena partito, si è insediato poche ore fa. Chiederei di evitare letture che meritano un po' di tempo per essere giudicate. Speriamo sia un'ultima volta e d'ora in poi ci sia un nuovo metodo", ha pii aggiunto a 'Mattino 5', il presidente dell'Emilia-Romagna ha replicato a chi gli chiedeva un commento sul comportamento del neonato Governo Draghi alla luce della decisione di spostare la riapertura degli impianti di sci a poche ore dalla stessa riapertura. "Credo che oggi, peraltro, i ministri Speranza e Gelmini abbiano convocato il Cts per una valutazione di un metodo che dovrà essere differente nei modi e nei tempi", ha argomentato Dopo di che, ha proseguito Bonaccini, "sappiamo bene che c'è un virus molto pericoloso, con le cosiddette varianti sono tornate a spaventare e a fare male: è così in tutta Europa e anche in Italia. Nessuno di noi vuole sottovalutare i rischi e i problemi - ha concluso - dopo di che prendiamo decisioni nei
tempi dovuti".
"O tutti, da Roma a Bruxelles, capiscono che i ristori sono la differenza fra il baratro e la salvezza, oppure la montagna ripiomberà desolatamente nel medioevo dell'abbandono e della povertà". Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, chiede con "assoluta priorità" misure urgenti. "Lo sci non significa solo impianti, che comunque restano un
asset fondamentale - dice Fugatti all'Ansa - ma anche accoglienza, ristorazione, attività dell'outdoor che i territori alpini hanno saputo 'inventarsi' nel rispetto dell'ambiente". Se non si interviene subito e con misure reali e all'altezza della situazione, conclude Fugatti, "l'effetto sarà come quello di una valanga che può portare le sue conseguenze drammatiche fino a fondo valle".
"Chiediamo al nuovo governo di cambiare sistema perche' evidentemente questo e' un risultato fallimentare vista la decisione dell'ultimo momento che riguarda gli impianti da sci", ha affermato il Presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in merito alla decisione del ministro della Salute Roberto Speranza di bloccare l'attivita' degli impianti. "Già la settimana scorsa - prosegue Fedriga - si conosceva la situazione pandemica e bisognava avvisare quindi con il dovuto anticipo operatori e lavoratori del settore della montagna e non far pagare un'ulteriore perdita per quanto riguarda l'organizzazione delle riaperture. Un danno che si somma alla perdita che c'e' gia' stata e che ci sara'". Fedriga indica come "necessaria" una ristrutturazione dell'organizzazione del Comitato tecnico scientifico, "perche' - rincara - non ci possiamo trovare ancora in questa situazione: in mezzo a questa indecisione a rimetterci sono le imprese e i lavoratori". "Siamo consapevoli - conclude - che il governo si e' insediato ieri ma il Cts era operativo e poteva prendere una decisione molto prima, come gia' accaduto per esempio per la questione degli spostamenti tra regioni nel precedente governo".
"Voglio vedere l'ordinanza del ministro Speranza come l'ultimo atto del governo Conte non posso non voglio vederlo come primo atto del nuovo governo Draghi a cui chiedo che la tutela reale di queste imprese, di questi lavoratori passi dalle parole dei mesi scorsi ai fatti di oggi". Cosi' a Sky Tg24 il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio che aggiunge: "il Piemonte è sempre stata una regione prudente e rigorosa e siamo ben certi e consapevoli che la tutela della vita viene prima di qualsiasi altro interesse però la decisione del ministro Speranza, di domenica sera alle 19, è basata su dati tecnici, su numeri di contagio che Roma aveva da mercoledì".  "Con questi dati da mercoledì - prosegue Cirio - hanno aspettato fino a domenica per bloccare l'apertura degli sci non considerando che fuori dai palazzi romani c'è un mondo reale, di persone reali, che hanno assunto dei dipendenti, che hanno fatto contratti a tempo determinato, venduto degli ski pass, famiglie che viste le vacanze di Carnevale organizzato la propria vita, genitori che hanno preso ferie per portare i figli in montagna, situazione di cui, ahimè, il ministro Speranza ha dimostrato di non avere ne' consapevolezza ne' rispetto". ''Sono allibito da questa decisione che giunge a poche ore dalla riapertura programmata", così, in una nota, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio commenta l'ordinanza firmata dal ministro della Salute Speranza che blocca la riapertura degli impianti di sci prevista per domani. "Il Comitato tecnico scientifico nazionale soltanto dieci giorni fa, il 4 febbraio, aveva stabilito che in zona gialla da lunedì 15 si sarebbe potuto sciare. Su queste direttive il Piemonte si è mosso, nel rigoroso rispetto delle regole. Regole che non possono cambiare tutte le settimane. E, soprattutto, i dati aggiornati sulla situazione epidemiologica sono in possesso del Cts e del Governo da mercoledì. Mi chiedo se non fosse il caso di fare queste valutazioni prima, invece di aspettare la domenica sera. E' una mancanza di rispetto inaccettabile da parte dello Stato che dovrebbe garantire i suoi cittadini, non vessarli. Parliamo di imprese che hanno già perso un intero anno di fatturato, messe in ginocchio dalla pandemia e che hanno usato gli ultimi risparmi, ammesso di averli ancora, per anticipare le spese necessarie alla riapertura.
Prendendo atto della decisione del Ministro Speranza di fare slittare l'apertura degli impianti, il Governo regionale della Valle d'Aosta "esprime il proprio vivo disappunto per la mancanza di serietà nei confronti di chi vive e di chi lavora in montagna". E' quanto si legge in una nota dell'Esecutivo valdostano nella quale si precisa che "il Presidente della Regione Erik Lavevaz porterà al tavolo della conferenza Stato/Regioni lo sconcerto di tutta la comunità valdostana per la decisione relativa all'apertura dei comprensori, sottolineando che le stazioni si sono preparate e hanno messo a punto con impegno tutte le azioni volte al rispetto dei protocolli". "Ancora una volta - si legge ancora - emerge la distanza e la mancanza di collaborazione e di comunicazione tra il governo centrale e le realtà territoriali. La decisione di Speranza per realtà come quella valdostana, che con grandi sforzi e sacrifici è riuscita a mantenere sotto controllo la diffusione del virus, è un atto sconsiderato che lede ancora di più un sistema economico che da mesi sta soffrendo comportamenti ondivaghi, intempestivi e dalle gravi conseguenze sul tessuto economico e sociale".
Per il nuovo Governo "serve un cambio passo sul timing delle scelte, ma anche sul fatto che serve una voce unica. Un minimo di regia ci vuole". Lo ha affermato il presidente del Veneto Luca Zaia, rispondendo ai giornalisti sulle decisioni legate all'emergenza Covid-19. "A questo punto - ha proseguito Zaia - abbiamo interlocutori scientifici che sembrano più attendibili delle ricadute delle scelte governative, così non può funzionare. Mi rendo conto che il Governo è in carica da poche ore, però è pur vero che a corollario di questo 'pasticcio' ci sono dichiarazioni-fiume di membri del Cts e di consulenti del ministro. Vedo un dibattito del mondo scientifico tra 'aperturisti' e 'chiusuristi', di mezzo ci siamo noi cittadini, che siamo stati educati al fatto
che un medico è un medico. E le dichiarazioni più avventurose - ha concluso - le fa chi non ha l'obbligo di firmare undocumento. Sembra che il provvedimento per lo sci verrà accompagnato da 400 milioni, spero si riconosca davvero la difficoltà di questo comparto. Sono in corso i Mondiali di Sci, poi avremo le Olimpiadi. C'è tanta neve, sembra quasi una beffa, e fuori c'è la fame, la montagna buia in silenzio che soffre", ha aggiunto Zaia nel corso del punto stampa covid presso la Protezione Civile a Marghera. "Il turismo in Veneto vale 18 miliardi di fatturato - ha aggiunto Zaia - un provvedimento che arriva 4 ore prima della riapertura non è giustificabile, penso che ci sono realtà che chiuderanno per sempre. Ci sono famiglie che fanno maestri di sci, gli stagionali come possono essere intercettati con i ristori? Abbiamo l'obbligo morale di pensare a queste persone". "Sia chiaro che il senso di responsabilità i veneti ce l'hanno nel midollo spinale, prima viene la salute. Però è raccapricciante e imbarazzante l'ordinanza sullo sci emanata 4 ore prima della possibilità di riaprire".  Comunque "Prendiamo atto della ordinanza del ministro Speranza che fa slittare la chiusura impianti sci fino al 5 marzo. Pur considerando che la salute dei cittadini viene prima di tutto, è innegabile che questo provvedimento in zona Cesarini mette in crisi tutti gli impiantisti".
“Il Cts a 24 ore dalla riapertura degli impianti sciistici rimette tutto in discussione. Dopo la beffa dei ristoranti chiusi a un giorno da San Valentino, con le inevitabili conseguenze che stiamo vedendo in queste ore, ora si chiude anche lo sci. Temo che i tecnici del Comitato tecnico scientifico vivano lontani dal mondo reale. Serve subito un cambio di marcia e ci auguriamo che il Presidente del Consiglio Mario Draghi dia un segnale in questa direzione, glielo abbiamo chiesto e glielo ribadiamo oggi con grande preoccupazione”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, in merito agli impianti sciistici. “Le società di gestione delle attività sciistiche - aggiunge Toti - hanno già assunto personale e organizzato l'apertura. Questo modus operandi mette in discussione la credibilità del Paese e delle sue istituzioni, che il giorno prima dicono una cosa e il giorno dopo ne fanno un'altra. Basta incertezze: i cittadini si sentono presi in giro. Si abbia il coraggio di decidere, di prendersi responsabilità e di conciliare una volta per tutte il sacrosanto diritto alla salute con quello al lavoro”.
"Una decisione dell'ultimo secondo che dà un ulteriore colpo gravissimo a un settore che stava faticosamente riavviando la propria macchina organizzativa": così il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha commentato l'alt alla riapertura domani degli impianti sciistici da parte del ministro Speranza. "Ancora una volta - ha aggiunto - si dimostra che il sistema delle decisioni di 'settimana in settimana' è devastante sia per gli operatori, sia per i cittadini". "Trovo assurdo apprendere dalle agenzie di stampa la decisione del ministro della Salute di non riaprire gli impianti sciistici a poche ore dalla scadenza dei divieti fin qui in essere, sapendo che il Cts aveva a disposizione i dati da martedì, salvo poi riunirsi solo sabato", ha aggiunto. "Solo sette giorni fa lo stesso Cts nazionale - ha ricordato - aveva dato il via libera a un regolamento molto severo per poter riaprire. Su quella base avevamo consentito la riapertura".
"Comprendo la preoccupazione del ministro Speranza e non posso che condividere la sua scelta di bloccare la riapertura degli impianti. Il Molise è in zona gialla, è vero, ma avendo ridotto la mobilità tra regioni, non avrebbe nemmeno senso tenerli aperti". Così all'Adnkronos il presidente della Regione Molise Donato Toma sulla decisione del ministro della Salute Roberto Speranza di bloccare la riapertura degli impianti sciistici prevista per oggi. "Noi eravamo pronti a ripartire - spiega - a riaprire le piste, ma ora non mi sento proprio di fare polemiche. Il mio compito adesso è solo quello di pensare alla salute dei cittadini ed anche alla salute economica. Ecco perché ora bisogna pensare ai ristori. Sperando che l'inverno si prolunghi il più possibile", ha concluso Toma.

Dalla Pagina Facebook del Presidente Giovanni Toti


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( red / 15.02.21 )
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