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Regioni.it

n. 3858 - mercoledì 10 giugno 2020

Sommario
- Elezioni regionali: Bonaccini e Toti hanno scritto a Conte
- Coronavirus: ancora alta l'attenzione al contagio
- Fase 3: interventi economici e riaperture
- Il "Patto per l'export"
- Emergenza Covid-19: Grieco, prevedere ammortizzatori sociali per tutto il 2020
- Linee Guida attività economiche, produttive e ricreative integrate e aggiornate

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Elezioni regionali: Bonaccini e Toti hanno scritto a Conte

(Regioni.it 3858 - 10/06/2020) Le Regioni il 9 giugno hanno ribadito la loro piena competenza in materia di elezioni regionali. Con una lettera inviata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai ministri Francesco Boccia, Luciana Lamorgese e Federico D'Incà, il Presidente e il Vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini (Presidente Emilia-Romagna) e Giovanni Toti (Presidente Liguria) criticano la posizione del Governo e del Parlamento, che non ha tenuto in alcun conto le indicazioni formulate dalla Conferenza delle Regioni, assunte in piena coerenza con quanto indicato dal Comitato Tecnico Scientifico. “Ciò - scrivono Bonaccini e Toti - in palese violazione del principio di leale collaborazione tra le istituzioni”.   Il riferimento è al disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 26 recante “Disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l'anno 2020” in discussione alla Camera e all’emendamento approvato all’articolo 1 del medesimo provvedimento, “con il quale viene aperta la finestra elettorale a partire dal 15 settembre 2020”.
Bonaccini e Toti, confermando la posizione della Conferenza delle Regioni “precedentemente assunta in merito alla finestre elettorali”, annunciano “l’intenzione delle Regioni interessate di utilizzare la prima domenica utile del mese di settembre per l’indizione delle elezioni regionali, anche al fine di garantire il regolare avvio dell’anno scolastico e di limitare l’eventuale nuovo rischio epidemiologico”.
I Presidente del Veneto Luca Zaia, evidenzia che è stata fissata la finestra per le elezioni da 15 settembre al 15 dicembre, ma ancora non c'è il decreto con la convocazione delle elezioni. Con la nuova finestra elettorale il problema maggiore è quello relativo all'apertura delle scuole. "È un mega pasticcio fare così tardi le elezioni... Perche' si aprono le scuole per una settimana e poi tocca chiuderle e ci vuole una settimana per sanificarle. E a Venezia e Castelfranco ci potra' essere anche il ballottaggio. Si va a inserire questo casino con la riapertura delle scuole. Non mi sembra una grande programmazione, mi sembra un casino dettato non dalla fretta ma dalla volontà di non andare a votare", continua Zaia. "Se si votava a luglio non c'era questo problema, se le facevamo il 6 settembre o il 13 a me non andava bene lo stesso ma non avevamo il problema". Invece l'apertura della finestra il 15 settembre significa che la prima data utile e' il 20 settembre, quando si spera che le scuole siano aperte. 
Sul piano politico si registra un botta e risposta  fra Maurizio Gasparri (coordinatore del Dipartimento Enti Locali di Forza Italia) e il Presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Secondo Maurizio Gasparri votado la prima settimana di settembre nelle Regioni si creerebbe "un intralcio alle poche attività turistiche che cercheranno in agosto e in quei giorni di rianimarsi. Costringendo di fatto a una campagna elettorale inesistente, perché si dovrebbe svolgere attorno a ferragosto, quando gli italiani cercheranno, quelli che potranno, un po' di sollievo  La posizione di Bonaccini è definita dal senatore di Forza Italia "arrogante" e "se il governo si piegasse a questi diktat si rivelerebbe strangolatore dell'economia e della democrazia al tempo stesso". Secca la replica di Stefano Bonaccini, affidata ad un post su facebook: "La Conferenza delle Regioni italiane (due/terzi guidate da coalizioni di centrodestra), a partire dai miei colleghi Toti, Zaia, Emiliano e De Luca aveva espressamente chiesto di poter svolgere le elezioni regionali a fine luglio o quantomeno entro la metà di settembre, sia perché il comitato tecnico scientifico indicava in ottobre il mese in cui più facilmente potrebbe esserci un rimbalzo dell’epidemia, sia perché vorremmo evitare che la scuola riapra a fine settembre o addirittura in ottobre. Per questa ragione da’ a me addirittura dell’antidemocratico. Roba da matti".
Il decreto propriamente non fissa una data, bensì indica una finestra entro cui chiamare alle urne i cittadini per il rinnovo di oltre 1.100 Comuni e per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. La finestra indicata dal decreto va dal 15 settembre al 15 dicembre, ma il governo ha già fatto sapere di aver pensato al 20 e 21 settembre per il primo turno e il referendum, e per il 4 e 5 ottobre per il ballottaggio nei Comuni, in Toscane e forse nelle Marche (in questa regione, infatti, la maggioranza ha annunciato di voler modificare la legge elettorale regionale, introducendo il ballottaggio nel caso in cui al primo turno nessuno raggiunga il 50%).. C'è però - come si è sottolineato prima - un fronte bipartisan dei Presdenti delle Regioni favorevoli alle urne in data anteriore al 20 settembre. Del resto il decreto può fissare la data delle Comunali, non quella delle Regionali, che è prerogativa delle Regioni, con i quali però il governo vorrebbe raggiungere una intesa. Un dossier che sta gestendo il Viminale e sul quale il ministro per gli affari Regionali, Francesco Boccia spinge per evitare lo strappo con i Presidenti delle Regioni, in nome della leale collaborazione che deve essere anche da parte dello Stato e non solo da parte delle Regioni.
Certo il malumore nel fronte regionale non manca: "Sono un po' arrabbiato sulla data delle elezioni regionali". ha detto, intervenendo alla trasmissione Tagadà su La7, il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. "Ci sono sei regioni al voto che coinvolgono più di 20 milioni di abitanti, più di un terzo del Paese, in più vanno al voto molti comuni. Come Regioni, tutte insieme, e non è un problema di colore politico, avevamo detto al Governo che bisognava votare, almeno entro la metà di settembre per evitare che la scuola parta troppo tardi".  "Accetteremo quello che succede - ha concluso -: trovo un po' strano che si dica che la scuola è indispensabile e poi rischiamo di andare a scuola ad ottobre. Lo dico a tutte le forze politiche".
Ora il passaggio chiave è alla Camera dove è in discussione il Ddl di conversione il legge del "decreto elezioni" e i cui lavori odierni sono stati interrotti in più occasioni per trovare un compromesso tra le forze politiche, con dierse riunioni del comitato dei nove.


Elezioni regionali: Bonaccini e Toti, le Regioni interessate utilizzeranno la prima domenica utile del mese di settembre


 
Elezioni: Gasparri, da Bonaccini proposta antidemocratica

Post pubblicato sulla pagina Facebook del Presidente Stefano Bonaccini
https://www.facebook.com/stebonaccini/photos/a.831380443565521/3055871397783070/?type=3&theater

 
ELEZIONI. ZAIA: QUALCUNO CI DICA QUANDO SI ANDRÀ A VOTARE

>>>ANSA/ Scontro governo-Regioni su data elezioni, resta 20/09 Fdi fa ostruzionismo e chiede ottobre, sfuma mediazione

Regionali: Bonaccini, sono un po' arrabbiato sulla data Strano dire scuola indispensabile e si rischia andare a ottobre

 
Coronavirus: Tabella relativa alle leggi e alle ordinanze regionali - aggiornata al 10.06.2020



( red / 10.06.20 )
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Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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