Header
Header
Header
         

Regioni.it

n. 3994 - venerdì 29 gennaio 2021

Sommario
- PNRR: la svolta del recovery fund e il dibattito sulla crisi
- Pandemia: campagna vaccinale continua
- Boccia: domani adeguiamo piano vaccini
- Mutui da parte dei consorzi di bonifica e riconoscimento produttori olio: proposti emendamenti a due decreti
- Piani vaccinali regionali si adeguano al ritmo delle forniture
- I mercati finanziari al servizio della crescita economica: contributo per l'indagine conoscitiva

+T -T
PNRR: la svolta del recovery fund e il dibattito sulla crisi

Oggi audizione parlamentare dei dei rappresentanti della Conferenza delle Regioni

(Regioni.it 3994 - 29/01/2021) "Il Recovery Fund e il Next Generation Eu  rappresentano, soprattutto per l'Italia, una straordinaria  opportunità", lo sostiene il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in un  videomessaggio in occasione dell'assemblea dei delegati di Legacoop  Emilia Romagna. Per questo motivo "non possiamo non coglierla nella sua capacità di  risposta alla crisi e alla ripresa. Tutti gli Stati membri oltre a  garantire stabilità politica e istituzionale hanno bisogno di  svolgere un lavoro attento e concentrarsi a tutti i livelli sulla  programmazione e pianificazione degli interventi".
la discussione sul PNRR fa da sfondo alla discussione politica di queste ore sulla stabilità politica . "Due giorni fa, insieme ai miei  colleghi presidenti - spiega il presidente dell'Emilia-Romagna e della  Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini,  ad Agorà su Rai 3 - dovevamo incontrare il presidente del Consiglio  sul Recovery Fund dopo mesi che lo chiedevamo", ma l'incontro è  saltato per la crisi di governo. "L'Europa ti chiede i progetti,  presto devono essere validati e noi non sappiamo con chi  interloquire". Esiste un progetto da due miliardi di euro per combattere lo smog in Pianura Padana condiviso da tutte le regioni interessate e "nel Recovery pare ci sia zero", continua Bonaccini, sul piano 'candidato' per i prestiti europei insieme a Lombardia, Piemonte e Veneto. Si parla, scandisce Bonaccini, del "luogo piu' inquinato d'Europa" e di un lavoro fatto "tutti insieme perche' lo smog non conosce confini geografici e appartenenze politiche". Ma a quanto risulta il Governo non l'ha fatto proprio. Del resto il summit sul Recovery di martedì è saltato per le dimissioni di Giuseppe Conte e ancora non si sa quando la discussione potra' riprendere. Il piano, pero' "ancora non va bene", sottolinea Bonaccini. "Il problema e' che noi non sappiamo fino in fondo cosa c'è nel Recovery fund. Anche con questo Governo che io sostengo, che spero riparta da Conte, un problema di confronto c'è". Bonaccini chiede che le amministrazioni regionali non vengano punite in ambito nazionale. "Se la mia regione ogni volta spende tutti i fondi europei che le vengono assegnati e se ne avesse di piu' saprebbe spenderli non vedo perché debba essere penalizzata nel momento in cui presentiamo progetti che devono essere vagliati, ci mancherebbe, ma che poi devono trovare una messa a terra".
Concetti che presumibilmente verranno ribaditi anche nel corso dell'audizione di rappresentanti della Conferenza delle Regioni, in programma per oggi (vedi Regioni.it di ieri) di fronte alla V Commissione della Camera.
"Il Recovery Fund si sta definendo  come una progettualità molto centralizzata sulla presidenza del  Consiglio dei ministri. Quando è uscito, il 12 gennaio, mi sono molto  preoccupato. Le Regioni sono poco presenti, non solo la Toscana, ma  anche ad esempio l'Emilia-Romagna. In un lungo colloquio che ho avuto  con il ministro Amendola, tuttavia, mi è stato chiarito che la parte  più consistente delle risorse, più o meno l'80 per cento, sarà assegnata successivamente con bandi. Si tratterà di rapportarci con i  ministeri competenti, è una grande partita. La Toscana ha molte  potenzialità". Così il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha  parlato in una breve comunicazione alla Commissione per le politiche  europee del Consiglio regionale, che si è riunita ieri pomeriggio  (giovedì 28 gennaio).
Il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie Francesco Boccia, intervenuto alla presentazione in videoconferenza del Sesto Rapporto sulle Città - Le città protagoniste dello sviluppo sostenibile - del Centro nazionale di studi per le politiche urbane - ha ricordato che  "L'Italia ha ottenuto dal Recovery fund la quota maggiore di risorse ed è il risultato di una visione di Europa completamente cambiata, a partire dall'allentamento dei vincoli di bilancio che ha preservato la coesione sociale. Se non ci fosse stata l'Europa avremmo vissuto gravi conflitti sociali causati dalla pandemia; grazie ai sindaci e ai presidenti di regione ci siamo tenuti per mano in una nuova stagione di leale collaborazione - ha proseguito. Quel piano di programmazione è solo un primo tassello di un nuovo modo di concepire l'intervento pubblico; i diritti universali riprendono il sopravvento sui vincoli di bilancio comunitari, salute e scuola non saranno mai più messi in discussione. Diritti universali che devono poi diventare servizi ed è compito della classe politica organizzare le città in modo che i servizi alla persona siano sempre garantiti"
Secondo Luigi Gubitosi, Vice Presidente di Confindustria per il  Digitale, intervenendo a un webinar su Repubblica.it, sui fondi del Next Generation EU per un  piano d'investimento e innovazione che punti sul digitale "il lavoro  avviato dal governo è avanzato ma noi pensiamo ci sia l'opportunità di un coinvolgimento costante delle parti sociali che potrebbe portare all'interno del piano a una sintesi efficace tra gli obiettivi  governativi e le sollecitazioni provenienti dai corpi intermedi". "Io sono convinto, Confindustria è convinta che è un tema su cui ci  giochiamo una partita fondamentale, che delineerà almeno il prossimo  decennio: per l'Italia il dibattito parlamentare e il confronto con le parti sociali possono costituire - conclude Gubitosi -  l'occasione per migliorare  ulteriormente il Pnrr al fine di valorizzare una adesione unitaria" .
"Occorre rafforzare il disegno  complessivo delle politiche di sviluppo, mettendo insieme una serie  di misure che possano collegare investimenti, incentivi e sistema  della ricerca" a sostenerlo è Gianna Fracassi, vice segretaria generale Cgil, in audizione nelle  commissioni Bilancio, Lavoro e Attivita' produttive alla Camera sul  Recovery plan. . Non c'e' una chiara strategia sulle politiche  industriali, a partire delle grandi imprese pubbliche. Queste devono  avere un ruolo e finalizzare il loro impegno per gli obiettivi,  energetici e ambientali", stabiliti dal piano stesso. 
"La Cisl - anch'essa in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Lavoro della Camera - condivide gli obiettivi e le scelte di sistema contenute nel piano predisposto dal Governo sul Recovery Plan, che sono coerenti con le macro indicazioni definite dall'Europa"" ma il Piano ""è ancora privo di un quadro operativo dettagliato e di una 'Governance' puntuale. Nel frattempo sembra mancare una politica industriale"  Non solo, ha sottolineato la Cisl, ""i cantieri delle infrastrutture non si sbloccano e la Pubblica Amministrazione, dalla sanità alla scuola, dal personale di cancelleria nei tribunali agli ispettori che dovrebbero garantire il rispetto della sicurezza sul lavoro, paga l'inadeguatezza degli organici e degli investimenti necessari".
"Con l'ultima bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci sono stati dei miglioramenti evidenti rispetto alle prime versioni del Piano, però non possiamo considerarla ancora  pienamente soddisfacente perché mancano indicazioni e decisioni
esplicite su alcuni importanti capitoli per la crescita economica, sociale ed occupazionale del Paese". Lo ha detto il segretario confederale Uil, Ivana Veronese, nel corso dell'audizione alla Camera  sul Recovery plan. "Mancano inoltre un cronoprogramma, strumenti per attuare i progetti e obiettivi numerici attesi e risposte esaustive ed una visione di quale Paese vogliamo costruire nei prossimi 20/30 anni", dice aggiungendo la preoccupazione della confederazione di via Lucullo sulla "governance"  e su un possibile ritorno nel prossimo futuro alle regole del patto di stabilità, che la Uil chiede "venga definitivamente superato". Per far ripartire il Paese - conclude- serve un quadro complessivo  degli investimenti pubblici, in grado di attrarre anche quelli  privati, programmando e coordinando gli interventi in un sistema di  complementarità delle risorse di Next Generation con quelle per la  coesione europea 2021-2027 il Fondo Sviluppo e Coesione nazionale, al fine di avere una visione d'insieme delle risorse disponibili e di  come allocarle. Sollecitiamo la necessità di individuare un modello  efficace anche di monitoraggio che coinvolga i sindacati in ogni fase  di valutazione dell'impatto, anche attraverso lo sviluppo di puntuali  articolazioni territoriali".
Critico Fiovo Bitti, segretario confederale Ugl: "Il Next Generation Eu e' uno strumento che  non puo' valere soltanto per il futuro, ma anche e soprattutto per il  presente, vista la disoccupazione crescente e il profondo stato di  disagio sociale ed economico di larga parte della popolazione. Da  parte del Governo, tuttavia, rileviamo un'assoluta mancanza di  progettualita' e l'incapacita' di ragionare su un piano diverso dalla  semplice logica emergenziale degli aiuti a pioggia".
Con il Recovery plan l'Italia "ha l'occasione di cambiare ciò che non va e di fare leva sui propri punti di forza, a cominciare dalle piccole imprese che rappresentano il 99% del sistema produttivo e di cui va sostenuta la vitalità e la capacità di produrre valore artigiano". Lo ha sottolineato il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, in audizione. Il Pnrr, ha proseguito,"Il futuro economico e sociale del Paese - ha detto Granelli - dipende anche dalla capacità di investire sulle piccole imprese 'a valore artigiano' che combinano sostenibilità economica, sociale e ambientale e che contribuiscono a fare dell'Italia la seconda manifattura d'Europa dopo la Germania.
Il Pnrr, nella sua ultima versione, ha detto segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, ha visto "ingiustamente ridimensionata e sottovalutata" la parte relativa allo "sviluppo del settore privato". Una rimodulazione "che non ci trova d'accordo, considerato l'impatto della crisi pandemica sulle imprese: secondo i dati di contabilità nazionale, nel 2020 il settore del Commercio, Alloggio e Ristorazione è stato quello più colpito, segnando un crollo del valore aggiunto quasi doppio rispetto alla media nazionale". "Le difficoltà del comparto sono legate all'eccezionale caduta dei consumi delle famiglie innescata dalla crisi pandemica, ridotti di 105 miliardi nel 2020. Per il turismo, invece, si stima una perdita complessiva di circa 90 miliardi di fatturato". "Per molti settori c'è il rischio concreto di una permanente distruzione del potenziale produttivo."Sono necessari interventi per il riequilibrio concorrenziale, andato in default per il commercio nel 2020, visto che l'online ha operato in regime di monopolio. E anche per quanto riguarda la rigenerazione urbana, è necessario prevedere sostegni alle imprese di vicinato, che sono il polmone verde della nostra economia distributiva".

Galleria Fotografica


[Web Tv] Audizione di una delegazione della Conferenza delle Regioni in merito all' esame della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza - 29.01.2021 ore 15,45

Recovery: Boccia, scuola e salute prima di vincoli bilancio


Recovery, Cisl: mancano quadro dettagliato e politica industriale


Recovery: Confartigianato, fare leva sulle piccole imprese


Confesercenti:in Pnrr settore privato ingiustamente ridimensionato


Recovery: Confesercenti, intervenire sul turismo e commercio


Recovery: Uil, manca visione Paese nel futuro


RECOVERY PLAN, CGIL: BUONA BASE PARTENZA, FULCRO E' LAVORO


Recovery: Ugl,ridurre costo lavoro e potenziare politiche attive


Recovery:Gubitosi,su digitale Europa deve collaborare


COOP. SASSOLI: È FONDAMENTALE TUTELARE LA COOPERAZIONE



( red / 29.01.21 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
Redazione: tel. 064888291 - fax 064881762 - email redazione@regioni.it
via Parigi, 11 - 00185 - Roma
Progetto grafico: Stefano Mirabelli, Giuseppe Schifini
Registrazione r.s. Tribunale Roma n. 106, 17/03/03

Conferenza Stato-Regioni
Conferenza Stato-Regioni

Conferenza delle Regioni e Province autonome
Conferenza delle Regioni

Conferenza Unificata (Stato-Regioni-Enti locali)
Conferenza Unificata



Go To Top