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Regioni.it

n. 4271 - giovedì 7 aprile 2022

Sommario3
- Giornata mondiale della Salute: Fedriga, istituzioni chiamate ad assumersi responsabilità  
- Il Consiglio dei Ministri ha approvato il DEF 2022. Firmato anche il Decreto su incentivo per veicoli a basse emissioni
- Corte dei conti: pandemia ha bloccato l'autonomia differenziata
- Pnrr: più flessibilità per aumento prezzi
- Bes 2022: relazione sul Benessere equo e sostenibile
- "Dal Green Deal al Next Generation EU. La nuova Governance economica europea", corso base del Cinsedo

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Giornata mondiale della Salute: Fedriga, istituzioni chiamate ad assumersi responsabilità  

Emiliano su Lancet sottolinea lo storico via libera dell’8 febbraio scorso ai nuovi articoli 9 e 41 della Costituzione

(Regioni.it 4271 - 07/04/2022) 7 aprile: Giornata mondiale della Salute. La salvaguardia del nostro Pianeta come presupposto per la tutela della nostra Salute: è questo il tema che l’OMS ha indicato per questa giornata.
“Un invito – sottolinea Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni - a tutte le istituzioni - internazionali, europee, nazionali, regionali e locali – ad assumersi la responsabilità di scelte in linea con la connessione fra i temi ambientali e quelli sanitari.
Anche per questo – conclude Fedriga - la scelta green di molte misure del PNRR del nostro Paese ha bisogno dell’apporto qualificante delle Regioni e degli enti locali”.
Nella Giornata Mondiale della Salute il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commenta su Lancet, una delle più prestigiose riviste scientifiche in ambito medico, la recente modifica alla Costituzione Italiana in tema di protezione ambientale e degli ecosistemi. È stato infatti appena pubblicato su Lancet Regional Health Europe un contributo a più voci per sottolineare lo storico via libera dell’8 febbraio scorso ai nuovi articoli 9 e 41 della Costituzione. “Esattamente due mesi fa, il Parlamento ha approvato a maggioranza assoluta l’inserimento della tutela dell’ambiente nella nostra Costituzione, novità importante che può essere a buon diritto presentata come modello per l’Europa e per qualsiasi Paese”, commenta il Presidente Emiliano. “Il Parlamento ha riformulato il precedente articolo 9 della Costituzione, che parlava genericamente di tutela del paesaggio, ma anche l’articolo 41 sulla libertà d’iniziativa economica privata, affermando chiaramente che non può essere esercitata in contrasto con l'utilità sociale o quando lede la sicurezza, la libertà, la dignità umana, la salute e l'ambiente, prevedendo adeguati programmi e controlli affinché le attività economiche pubbliche e private possano essere orientate e coordinate a fini sociali e ambientali. Tutti possono facilmente comprendere quali ricadute possano derivare in tutti i territori, inclusa la Puglia, dal poter invocare una norma costituzionale chiaramente incentrata sulla protezione della salute umana che tiene conto anche dei suoi determinanti ambientali. Forti anche della nuova copertura costituzionale, non ci stancheremo di continuare a chiedere una soluzione per Taranto in grado di tutelare l’ambiente e la salute”.
"E' un momento cruciale per la storia della nostra sanità". Perché "se partiamo dall'idea che un Paese forte ha come premessa un Servizio sanitario nazionale forte, allora la sfida Paese passa per il rafforzamento del Ssn. Lo sforzo che dobbiamo fare è giocare questa sfida insieme, facendo rete". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo al convegno "Spine 4.0: l'innovazione per la prevenzione e il trattamento delle patologie del rachide" promosso dallo stesso ministero nell'ambito delle celebrazioni per la Giornata mondiale della salute. "L'idea di fondo - per Speranza - è quella di un grande Patto Paese in cui i pezzi si tengano insieme e colgano il senso di una sfida di cambiamento e di una temporalità, perché il tempo dell'investimento, della crescita e dell'innovazione è esattamente questo. E' questo il tempo in cui fare il salto di qualità". Per il ministro, dunque, "dobbiamo compiere lo sforzo di fare rete e tenere insieme i pezzi, ovviamente a partire dalle istituzioni. C'è un ruolo importante delle Regioni e delle amministrazioni territoriali. C'è un ruolo, ovviamente, che compete al Governo nazionale. Poi c'è il mondo della ricerca e della conoscenza, le nostre Università e i nostri Istituti di ricerca e innovazione, che dobbiamo finanziare e far crescere anche nella loro capacità e competitività internazionale. Poi ci sono le nostre imprese che lavorano nel Ssn e rappresentano un pezzo di innovazione e un asse strategico in cui dobbiamo credere". 


( red / 07.04.22 )

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il DEF 2022. Firmato anche il Decreto su incentivo per veicoli a basse emissioni

(Regioni.it 4271 - 07/04/2022) Il Consiglio dei Ministri si è riunito mercoledì 6 aprile 2022, alle ore 17.40 a Palazzo Chigi e su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco, ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF) 2022, previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196).
Il Documento - si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi - tiene conto del peggioramento del quadro economico determinato da diversi fattori, in particolare l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’aumento dei prezzi dell’energia, degli alimentari e delle materie prime, l’andamento dei tassi d’interesse e la minor crescita dei mercati di esportazione dell’Italia. Tali fattori sono oggi tutti meno favorevoli di quanto fossero in occasione della pubblicazione della Nota di aggiornamento al DEF (NADEF) nello scorso settembre.
In tale scenario, la previsione tendenziale di crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il 2022 scende dal 4,7% programmatico della NADEF al 2,9%, quella per il 2023 dal 2,8% al 2,3%.
Il disavanzo tendenziale della pubblica amministrazione è indicato al 5,1% per quest’anno; scende successivamente fino al 2,7% del PIL nel 2025. Gli obiettivi per il disavanzo contenuti nella NADEF sono confermati: il 5,6% nel 2022, in discesa fino al 2,8% nel 2025.
Vi è quindi un margine per misure espansive (0,5 punti percentuali di PIL per quest’anno, 0,2 punti nel 2023 e 0,1 punti nel 2024 e nel 2025).
Questo spazio di manovra sarà utilizzato dal Governo per un nuovo intervento con diverse finalità, in particolare per contenere il costo dei carburanti e dell’energia per famiglie e attività produttive, potenziare gli strumenti di garanzia per l’accesso al credito delle imprese, integrare le risorse per compensare l’aumento del costo delle opere pubbliche e ripristinare alcuni fondi utilizzati a parziale copertura del recente decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17.
Per effetto di questi interventi, la crescita programmatica sarà lievemente più elevata di quella tendenziale, soprattutto nel 2022 e nel 2023 (3,1% e del 2,4%), con riflessi positivi sull’andamento dell’occupazione. Il rapporto debito/PIL nello scenario programmatico diminuirà quest’anno al 147,0%, dal 150,8% del 2021, per calare poi progressivamente fino al 141,4% nel 2025.
La decisione di confermare gli obiettivi programmatici di disavanzo testimonia l’attenzione verso la sostenibilità della finanza pubblica. Al contempo, per il Governo resta imprescindibile continuare a promuovere una crescita economica elevata e sostenibile. Laddove necessario, il Governo non esiterà a intervenire con la massima determinazione e rapidità a sostegno delle famiglie e delle imprese italiane.
Il Presidente Mario Draghi ha poi firmato, su proposta del Ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, di concerto con i ministri dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, un dpcm che ridisegna e finanzia in maniera strutturale l’incentivo per l'acquisto di veicoli, auto e moto, elettrici, ibridi e a basse emissioni.
Il provvedimento destina 650 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022-2023-2024, che rientrano tra le risorse stanziate dal Governo nel Fondo automotive per il quale è stata prevista una dotazione finanziaria complessiva di 8,7 miliardi di euro fino al 2030. In particolare, la misura stabilisce che:
- per l'acquisto di nuovi veicoli di categoria M1 nella fascia di emissioni 0-20 g/km (elettriche), con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 3 mila euro, a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 220 milioni nel 2022, 230 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024;
- per l'acquisto di nuovi veicoli di categoria M1 nella fascia di emissione 21-60 g/km (ibride plug - in), con un prezzo fino a 45 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2 mila euro a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 225 milioni nel 2022, 235 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024;
- per l'acquisto di nuovi veicoli di categoria M1 nella fascia di emissioni 61-135 g/km (endotermiche a basse emissioni), con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 170 milioni nel 2022, 150 milioni nel 2023 e 120 milioni nel 2024.
Gli incentivi per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in ed endotermiche sono concessi soltanto alle persone fisiche. Una percentuale dei fondi è riservata alle società di car sharing per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in.
In favore di piccole e medie imprese, comprese le persone giuridiche, esercenti attività di trasporto di cose in conto proprio o in conto terzi sono inoltre previsti contributi per l’acquisto di veicoli commerciali di categoria N1 e N2, nuovi di fabbrica, ad alimentazione esclusivamente elettrica. L’incentivo viene concesso con la contestuale rottamazione di un veicolo omologato in una classe inferiore ad Euro 4.
È pertanto riconosciuto un contributo di 4.000 euro per i veicoli N1 fino a 1,5 tonnellate, di 6.000 euro per i veicoli N1 superiori a 1,5 tonnellate e fino a 3,5 tonnellate, di 12.000 euro per i veicoli N2 da 3,5 tonnellate fino a 7 tonnellate. Per i veicoli N2 superiori a 7 tonnellate e fino a 12 tonnellate è riconosciuto un contributo di 14.000 euro. Queste categorie di ecobonus è finanziata con 10 milioni nel 2022, 15 milioni nel 2023 e 20 milioni nel 2024.
Sono stati previsti incentivi anche per l'acquisto di ciclomotori e motocicli elettrici e ibridi (categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7): un contributo del 30% del prezzo di acquisto fino al massimo di 3 mila euro e del 40% fino a 4000 mila euro se viene rottamata una moto in una classe da Euro 0 a 3. Questo ecobonus è finanziato con 15 milioni di euro per gli anni 2022, 2023 e 2024.
Per i ciclomotori e motocicli termici, nuovi di fabbrica (categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7) è invece previsto, a fronte di uno sconto del venditore del 5%, un contributo del 40% del prezzo d'acquisto e fino a 2500 euro con rottamazione. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 10 milioni nel 2022, 5 milioni nel 2023 e 5 milioni nel 2024. Il provvedimento entrerà in vigore dopo la registrazione della Corte dei conti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il Governo definirà ulteriori misure di rafforzamento del settore e delle filiere.
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione Renato Brunetta, ha approvato:
- l’ipotesi di accordo sindacale riguardante il personale non dirigente delle Forze di polizia ad ordinamento civile e lo schema di provvedimento riguardante il personale non dirigente delle Forze di polizia ad ordinamento militare, per il triennio normativo ed economico 2019-2021, sottoscritti il 23 dicembre 2021;
- lo schema di provvedimento riguardante il personale non dirigente delle Forze armate (Esercito, Marina ed Aeronautica) per il triennio normativo ed economico 2019-2021, sottoscritto in data 23 dicembre 2021.
Inoltre, il Consiglio dei Ministri ha autorizzato il Ministro a esprimere il parere favorevole del Governo in merito all’ipotesi di Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto funzioni centrali (amministrazioni statali, compresi gli enti pubblici non economici e gli enti di ricerca) per il triennio 2019-2021, sottoscritta il 5 gennaio 2022 dall’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e dalle organizzazioni sindacali di categoria rappresentative.
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, ha deliberato l’accettazione della rinuncia della Regione Friuli Venezia Giulia al ricorso per l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1, comma 4, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024”.
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini, ha esaminato dieci leggi regionali e ha deliberato di non impugnare:
- la legge della Regione Marche n. 2 del 04/02/2021 “Rafforzamento innovativo delle filiere e dell’ecosistema regionale dell'innovazione nelle Marche”; la legge della Regione Basilicata n. 1 dell’11/02/2021 “Piano Strategico Regionale Art. 45, comma 4 dello Statuto regionale”;
-la legge della Regione Veneto n. 3 del 15/02/2021 “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all'occupazione femminile stabile e di qualità”;
- la legge della Regione Veneto n. 4 del 15/02/2021 “Modifiche all’articolo 2 della legge regionale 28 novembre 2014, n. 37 “Istituzione dell'Agenzia veneta per l'innovazione nel settore primario”;
- la legge della Regione Campania n. 1 del 22/02/2021 “Rendiconto generale della Regione Campania per l’esercizio finanziario 2020”; la legge della Regione Lazio n. 2 del 24/02/2021 “Disposizioni per la promozione della formazione, dell'occupazione e dello sviluppo nei settori della blue economy”;
la legge della Regione Marche n. 3 del 14/02/2021 “Modifiche alla legge regionale 18 dicembre 2017, n. 38 “Disposizioni in favore dei soggetti affetti da fibromialgia e da sensibilità. Chimica multipla”;
la legge della Regione Calabria n. 3 del 01/03/2021 “Abrogazione dell’articolo 25 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 (collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l'anno 2005)”; la legge della Regione Molise n. 1 del 28/02/2022 “Tutela, conservazione, valorizzazione della diversità del patrimonio di varietà, razze e ceppi microbici di interesse agrario e alimentare del territorio molisano”; la legge della Regione Umbria n. 2 del 02/03/2022 “Ulteriori modifiche e integrazioni alla legge regionale 27 marzo 2000, n. 30 (Istituzione dell’Agenzia regionale umbra per la ricerca socio-economica e territoriale, denominata “Agenzia Umbria Ricerche””.
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( red / 07.04.22 )

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Corte dei conti: pandemia ha bloccato l'autonomia differenziata

(Regioni.it 4271 - 07/04/2022) La Corte dei conti rileva che la pandemia ha provocato un blocco nel processo di richiesta di maggiore autonomia differenziata delle Regioni. Ma non risultano ancora individuate le funzioni da trasferire e gli “effetti finanziari derivanti dal trasferimento di funzioni tra Stato e regioni”.
La Sezione centrale per il controllo sulla gestione della Corte dei conti ha pubblicato la relazione sulla “Gestione delle risorse nel periodo 2013 - 2018 correlate all’attuazione dell’autonomia differenziata con particolare riguardo alle politiche del lavoro, della formazione e istruzione".
In particolare si tratta della gestione delle risorse finanziarie correlate alle funzioni oggetto del processo di attuazione dell’autonomia differenziata, in applicazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione e della legge di stabilità per il 2014.
Si tratta del processo di differenziazione che interessa le sole Regioni a statuto ordinario, in particolare Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, che per prime hanno portato avanti la richiesta di maggiore autonomia su alcune materie e sottoscritto preintese con il Governo il 28 febbraio 2018.
"Come riferito dal Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie e dal Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri (di seguito PCM), l’attuazione dell'autonomia differenziata si atteggia come un percorso articolato e complesso che ha richiesto molteplici approfondimenti giuridici posti in essere sia dal Consiglio dei ministri, nonché dalle Regioni e dai Ministeri interessati. In particolare, il processo è stato avviato ad inizio del 2017, a seguito delle iniziative promosse dalle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, che con atti separati, hanno presentato al Presidente del Consiglio dei ministri richiesta di attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Le attività negoziali tra lo Stato e le predette Regioni, che erano state avviate dal Governo e dal Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie, hanno consentito di giungere, quasi allo scadere della XVII legislatura, alla definizione di tre distinti accordi “preliminari”, ciascuno sottoscritto in data 28 febbraio 2018 dal rappresentante di Governo (Sottosegretario di Stato per gli affari regionali) e dal Presidente della regione interessata".
Per la Corte dei conti il temporaneo arresto dal 2020 è dovuto soprattutto all'emergenza pandemica, ma si rileva anche come non risultino ancora individuate le funzioni da trasferire, e molte delle competenze legate a tali funzioni, di cui viene richiesta l'attribuzione.
Nel contempo sono stati fatti degli "Accordi preliminari", definendo a livello programmatico i principi generali e le metodologie che avrebbero dovuto portare all'attuazione dell’autonomia differenziata.
E' stato anche ndividuando un primo elenco di materie: "in vista della successiva verifica attuativa finalizzata a far confluire tali materie nelle intese; verifica che si sarebbe realizzata attraverso il coinvolgimento dei Ministeri che, nella fase procedimentale di formazione degli accordi preliminari, non erano stati resi partecipi". 
Questi accordi definiti "politici" sono stati superati "dalle rinnovate proposte regionali che hanno determinato la necessità di aprire nuovi tavoli di negoziazione". 
Il processo si è bloccato per la pandemia e s
ono stati richiesti degli elementi informativi sulla gestione, da parte delle amministrazioni interessate, in particolare "delle risorse finanziarie nel periodo 2013-2018" correlate alle funzioni oggetto del processo di attuazione dell’autonomia differenziata.
Quindi per la Corte dei conti manca ancora un quadro d'insieme sull'attuazione del regionalismo differenziato: “su quelli che potranno essere gli effetti (finanziari e non) dell’attuazione del regionalismo differenziato; né allo stato attuale le informazioni pervenute consentono di dimostrare che il trasferimento delle competenze dallo Stato alle regioni a statuto ordinario possa migliorare l'efficienza degli interventi o, di converso, che la stessa possa essere destinata a ridursi”.
Per la Corte dei conti si riscontrano ancora dei ritardi nel fornire elementi di analisi sulle possibili conseguenze finanziarie derivanti dal previsto trasferimento di funzioni tra Stato e Regioni, così sulla quantificazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie eventualmente coinvolte.
S
i prevede una legge rinforzata che è determinata da un’intesa tra regione e Stato e al parere degli enti locali interessati, approvata a maggioranza assoluta dalle Camere.
E’ la possibilità che anche Regioni a Statuto ordinario ottengano maggiore autonomia “in relazione ad alcune materie e nel rispetto dei principi che, in ambito finanziario, gravano sugli enti locali ai sensi dell'art. 119 della Costituzione (c.d. "regionalismo differenziato"), ferme restando le particolari forme di autonomia riconosciute alle Regioni e Province a Statuto Speciale (art. 116, primo comma).
Gli ambiti in relazione ai quali possono essere riconosciute tali forme ulteriori di autonomia riguardano: - tutte le materie che l'art. 117, terzo comma, attribuisce alla competenza legislativa concorrente; - un ulteriore limitato numero di materie riservate dallo stesso art. 117, secondo comma, alla competenza legislativa esclusiva dello Stato (organizzazione della giustizia di pace, istruzione, tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali)”.
Gli avvenuti accordi preliminari tra lo Stato e le Regioni interessate hanno individuato “i principi generali, la metodologia e – in vista della definizione dell’intesa prevista dal citato comma terzo dell’art. 116 Cost. - un (primo) elenco di materie nelle quali possono essere riconosciute forme ulteriori di autonomia, che riguardano: le politiche attive del lavoro, la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, la salute, l’istruzione, i rapporti internazionali e con l’Unione Europea”.
L’obiettivo esplicato dalla Corte dei Conti è di:
- individuare più compiutamente all’interno delle materie oggetto del trasferimento di competenze, i settori della pubblica amministrazione interessati al passaggio dalla gestione accentrata a quella regionalizzata;
- individuare nell’ambito dei contenuti delle pre-intese attualmente sottoscritte le materie per le quali il trasferimento ha ad oggetto il mero potere regolatorio o parte di esso e quelle in relazione alle quali assumono rilievo anche esigenze di presa in carico di risorse umane e strumentali necessarie all’esercizio della funzione;
- in conseguenza, individuare le amministrazioni centrali che hanno gestito negli esercizi finanziari considerati (2013-2018) le risorse umane e strumentali destinatarie della cessione di competenze;
- quantificare per ciascuno degli esercizi considerati le risorse umane e strumentali di cui ai punti precedenti;
-
verificare, anche al fine di far emergere esigenze perequative, ove la funzione/materia trasferenda assicuri anche servizi alla collettività nazionale, il livello medio pro capite delle risorse destinate e del servizio assicurato nonché gli analoghi valori che potranno essere assunti a seguito della regionalizzazione;
- verificare se le amministrazioni centrali coinvolte abbiano ricevuto dalle tre regioni che hanno sottoscritto gli Accordi eventuali dati circa la perimetrazione delle funzioni da ricevere;
-  individuare modalità, anche differenziate, per la quantificazione delle risorse.

 

Vai al Comunicato stampa.

Documento di riferimento

Delibera n. 4/2022/G [PDF]



( gs / 07.04.22 )

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Pnrr: più flessibilità per aumento prezzi

(Regioni.it 4271 - 07/04/2022) “Siamo in presenza di una situazione di oggettiva difficoltà”. Sul Pnrr bisogna chiedere più flessibilità all'Europa, così il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana: "Chiedo di valutare l'ipotesi di riposizionare il contenuto del Pnrr".
“I cantieri, per i quali sono già state fatte le gare d'appalto – aggiunge Fontana -, rischiano di non partire perché gli aumenti sono tali che gli imprenditori non sono in grado di rispettare i prezzi che erano stati concordati in sede di designazione. Proprio in presenza di una situazione di oggettiva difficoltà, Io dico: bisognerebbe valutare se l'Europa è disponibile a darci qualche flessibilità nella riscrittura delle missioni del Pnrr”.
Nel Lazio è stato firmato il nuovo protocollo per il settore edilizio, che  ha l'obiettivo di mettere in campo azioni per la promozione e la valorizzazione della legalità nel settore dell'edilizia. Il presidente della regione Nicola Zingaretti ha sottolineato anche lui la fase di grandi investimenti “come provato dai 6,5 miliardi previsti dal Pnrr e i milioni che stiamo investendo nel settore delle riqualificazioni Ater”.


( gs / 07.04.22 )

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Bes 2022: relazione sul Benessere equo e sostenibile

(Regioni.it 4271 - 07/04/2022) Si riscontra quanto siano importanti le politiche pubbliche nel mitigare le disuguaglianze e, più in generale, il disagio economico e sociale, soprattutto quando l’attività produttiva e le relazioni sociali sono in difficoltà per le ricadute della pandemia e per gli effetti della guerra in Ucraina.
E’ quanto rileva la Relazione sul Benessere equo e sostenibile (Relazione BES) per il 2022, che è stata trasmessa dal ministero dell'Economia alle competenti commissioni parlamentari. Sono così aggiornate le previsioni degli indicatori BES per il periodo 2021-2024 in base agli effetti della Legge di Bilancio 2022 e dei Fondi del PNRR.
Arretra il benessere economico e peggiorano le disuguaglianze e la povertà assoluta, ma gli interventi del Governo finora per tutelare la salute e sostenere i redditi hanno permesso di assistere le imprese e i settori più colpiti dalla crisi.
“La Legge di Bilancio 2022 dà seguito a questi interventi per accompagnare il Paese nella fase di rilancio e integra il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanziando importanti riforme economiche e sociali, quali la riduzione delle imposte sui redditi medi e bassi, l’introduzione dell’Assegno Unico Universale per i figli e maggiori erogazioni per il Reddito di Cittadinanza”.
I prossimi anni comunque segneranno un recupero degli indicatori BES economici, che sono quelli che più hanno risentito degli effetti dalla pandemia: dal reddito pro-capite all’indice di disuguaglianza dei redditi, a quello di povertà assoluta.
E nei prossimi anni si dovrebbero anche registrare dei miglioramenti – prevede sempre la Relazione Bes - nel tasso di partecipazione al lavoro e nei livelli di occupazione dei giovani e delle donne, comprese quelle con figli.
Inoltre la Relazione Bes prevede che ci siano le condizioni per consolidare il progresso di indicatori che durante la pandemia sono migliorati per via della minore mobilità e attività industriale, dalla microcriminalità alle emissioni di CO2 e gas clima alteranti.
La pandemia da Covid-19 ha impattato in modo diretto e in misura significativa sul dominio ‘salute’ del benessere. Entrambi gli indicatori BES “afferenti a tale dominio sono stati fortemente interessati dalle conseguenze sanitarie, sociali ed economiche della pandemia, con variazioni di intensità mai registrate prima. Nel 2020 la mortalità si è attestata su livelli eccezionalmente elevati, con un incremento rispetto al 2019 inferiore soltanto al primo anno di conflitto della Prima guerra mondiale, nel 1915, e alla pandemia di “spagnola” del 1918”.
Ma rispetto a tale contesto - spiega sempre la Relazione Bese – sorprende il dato sulla speranza di vita: “in miglioramento di 2,4 anni rispetto al 2019, registrando sia la variazione più ampia che il livello massimo (61,0 anni) da quando la serie viene rilevata”.
Al fine di comprendere meglio questo risultato si presentano i contributi che le due componenti dell’indicatore, la speranza di vita alla nascita e la quota di persone che hanno dichiarato di sentirsi bene o molto bene al quesito sulla salute percepita, hanno apportato alla sua variazione. L’aspettativa di vita alla nascita è calata in misura rilevante (-1,1 anni) in conseguenza dell’eccesso di mortalità registrato nel primo anno pandemico (circa 100.000 decessi in più rispetto alla media del quinquennio 2015-2019, +15,6 per cento): tale calo, nell’ipotesi di invarianza della buona salute percepita rispetto al 2019, avrebbe prodotto una variazione negativa della SVBS di 0,8 anni.
Tuttavia, il balzo della quota di popolazione dichiaratasi in buona salute, dal 70,4 per cento a 74,3 per cento, ha contribuito ad un aumento dell’indicatore nella misura di 3,2 anni (di gran lunga il contributo maggiore nella serie), determinando la variazione annua della SVBS di 2,4 anni.
Quindi gli indicatori subiscono una modifica in controtendenza perchè risulta maggiore la buona salute percepita: “ovvero di un indicatore soggettivo, esso potrebbe risultare influenzato dal contesto esterno, il quale, nella specifica fattispecie, potrebbe aver indotto gli individui intervistati a valutare in meglio la propria salute, ridimensionando i propri problemi e ritenendosi fortunati rispetto a coloro costretti a fare i conti con la malattia da Covid-19”.
Inoltre, nelle fasi più acute della pandemia, “è plausibile che non sia stato possibile intervistare coloro che erano ricoverati e la cui salute sarebbe stata giudicata mediamente meno buona (“survivorship bias”). Infine, benché le misure di contrasto alla diffusione del virus abbiano stravolto le abitudini degli italiani, la tragica situazione comune potrebbe aver suscitato solidarietà e ricchezza di senso e accresciuto il numero e la qualità delle relazioni sociali, con possibile impatto positivo sulla percezione individuale di buona salute”.
Nel rapporto sugli indicatori Bes si evidenzia anche il tema del Pnrr: "il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in cui sono organizzati le riforme e gli investimenti programmati dall’Italia, è integrato da fondi aggiuntivi nazionali per 30,6 miliardi. Il Piano ha cominciato a operare nel 2021. La gran parte degli investimenti e delle riforme strutturali che li accompagneranno saranno realizzati nel quinquennio 2022-2026. Questo insieme di progetti e di riforme produrrà un forte impulso alla crescita sostenibile, all’innovazione e alla riduzione delle disuguaglianze che ancora affliggono il nostro Paese". 
Sono molte le aspettative di miglioramento dei parametri legati al futuro benessere: "miglioramenti nel tasso di partecipazione al lavoro e nei livelli di occupazione dei giovani e delle donne, comprese quelle con figli", ma anche nel "contrasto alla microcriminalità e la riduzione delle emissioni."



 Leggi il testo completo della relazione Bes 2022



( gs / 07.04.22 )

X Ciclo di Formazione in materia europea (Programma 2022)

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"Dal Green Deal al Next Generation EU. La nuova Governance economica europea", corso base del Cinsedo

Tre appuntamenti: l'11 aprile ed il 2 e 20 maggio

(Regioni.it 4271 - 07/04/2022) "Dal Green Deal al Next Generation EU. La nuova Governance economica europea" è il tema di  un "corso-base" (in videoconferenza), organizzato dal Cinsedo (Centro Interregiobale Studi e Documentazione) nell'ambito del X Ciclo di Formazione in materia europea (Programma 2022) ed articolato in tre sessioni: l' 11 aprile, il 2 maggio e il 20 maggio 2022.
Il corso - destinato esclusivamente a dirigenti e funzionari delle Regioni e delle Province autonome - ha riscosso una indubbia attenzione tanto che le iscrizioni on line sono state già chiuse perchè è stato raggiunto il numero massimo di partecipanti possibile.,
"La Governance economica europea - si legge nell'intridizione relativa al programma del corso - è uno dei temi ricorrenti nel programma di formazione europea del Cinsedo, introdotto come appuntamento annuale dal 2014. Per questo motivo, viene ora presentato all’interno di una nuova tipologia di evento di formazione, il Corso-base, con finalità preparatoria rispetto al webinar ad essa dedicato ogni anno.
Fornendo le necessarie conoscenze delle origini e dell’evoluzione della Governance economica europea, il Corso permetterà di comprendere al meglio l’attualità delle Raccomandazioni Specifiche per Paese (CSR), che saranno presentate nel prossimo mese di giugno insieme al contributo delle Regioni al PNR – Programma Nazionale di Riforma.
Il Corso base si propone di ripercorrere l’evoluzione degli obiettivi e delle politiche economiche dell’Unione europea a partire dagli impegni assunti in sede internazionale, in particolare con l’adesione all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e agli accordi di Parigi per la lotta al cambiamento climatico. Il primo modulo si concentra sul percorso europeo verso la sostenibilità economica, ambientale e sociale, come articolata nei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, soffermandosi sia sulla dimensione di politica internazionale sia sugli strumenti operativi. Il secondo modulo è dedicato al Green Deal europeo, alla sua impostazione di insieme, e alle politiche settoriali avviate per realizzarlo.
Il terzo modulo è dedicato a Next Generation EU, e intende evidenziare le numerose novità che questo piano rappresenta nella Governance europea come pure le connessioni e le sinergie con l’Agenda 2030 e con il Green Deal.
Docente: Antonia Carparelli, Economista, Docente di politiche europee alla LUMSA
Programma
1° Modulo – 11 aprile 2022
ore 11.00 – 12.15 - L’Unione europea e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
2° Modulo – 2 maggio 2022
ore 11.00 – 12.15 - Green Deal: una visione d’insieme
3° Modulo – 20 maggio 2022
ore 11.00 – 12.15 - Next Generation EU e Semestre europeo

link al Programma



( red / 07.04.22 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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