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Regioni.it

n. 4313 - lunedì 13 giugno 2022

Sommario
- Sanità: si discute sulle risorse, interventi di Giani, Speranza e Donini
- Bioeconomia: proposte per lo sviluppo delle filiere
- Armao: l'insularità è entrata davvero nell'agenda politica
- Istituti tecnici superiori: Di Berardino, positivo incontro con i ministri Gelmini e Bianchi
- Regioni: "l'utile dialogo tra Assemblee e Giunte" per la "valutazione delle politiche", seminario il 17 giugno
- "Governance economica Ue: raccomandazioni 2022, REPowerEU e ruolo PNRR": webinar Cinsedo il 20 giugno

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Sanità: si discute sulle risorse, interventi di Giani, Speranza e Donini

(Regioni.it 4313 - 13/06/2022) "Al ministro della Salute, Roberto Speranza chiederò di allargare il fondo sanitario nazionale e quindi quello regionale. Oggi noi questa macchina la dobbiamo tenere in piedi". Lo ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani, a margine degli 'Stati generali della salute in Toscana' a Firenze. "Il Covid - ha aggiunto Giani - non é più letale perché ci rendiamo conto che grazie alla vaccinazione ci sia ammala, ma si può gestire a casa, ma comunque tutto questo comporta un impegno del servizio sanitario forte quindi ci si deve rendere conto che la percentuale di risorse del bilancio dello stato da destinare alla salute pubblica deve essere più ampio. Su questo il ministro deve fare una sorta di battaglia e noi lo sosterremo".
"La cosa che quest'anno voglio preventivare è l'approccio che dovremmo avere da settembre, e quindi ad esempio al ministro Speranza chiederò qual è l'indicazione che abbiamo rispetto alla vaccinazione, alle cosiddette quarte dosi, ovvero ad un richiamo che ci consenta di reggere l'autunno". Lo ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani, a margine degli 'Stati generali della salute Toscana' a Firenze. "Questo - ha aggiunto Giani - è importante saperlo prima in modo da non ritrovarci impreparati quando magari un eventuale andamento come quello attuale emerga a settembre-ottobre prossimi".
"Se l'Istituto per la sanità deciderà che il quarto richiamo deve essere obbligatorio è una cosa, e quindi si pone anche il problema dei grossi hub, se invece diventa qualcosa di facoltativo, collegato nell'obbligo solo alle persone fragili e a coloro che sono sopra una certa età, è un altro. L'importante è saperlo prima ed incominciare ad organizzarci a luglio-agosto per quello che avverrà a settembre", ha spiegato Giani.
"Nessuno mi parli più di chiudere ospedali. Gli ospedali piccoli, in questa pandemia, hanno dimostrato di avere un valore fondamentale". ha ggiunto Giani."Nessuno - ribadisce il Presidente della toscana - mi parli più di ridurre o chiudere ospedali. Stiamo creando un sistema funzionale al numero che abbiamo, e quel numero rimane. E' stato importantissimo, nel momento del bisogno, il ruolo svolto dagli ospedali. E' stato fondamentale poi il ruolo degli ospedali nuovi: a Prato, Pistoia, Lucca e Massa, in 24 ore è stato possibile creare i reparti covid e, all'inverso, di ritornare all'attività ordinaria", ha concluso Giani.
"Sono diventato ministro della Salute nel 2019 e il fondo sanitario nazionale ammontava a 114 miliardi di euro, nei decenni precedenti si metteva mediamente un miliardo in piu' all'anno, alcuni anche meno, 800-900 milioni. Il fondo sanitario oggi e' arrivato a 124 miliardi di euro, 10 miliardi in piu' in meno di tre anni". Cosi' il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante il suo intervento al convegno 'Stati generali della salute'. "Questo e' il primo dato oggettivo che emerge dal bilancio - sottolinea Speranza - la carta canta. Perche' questo avviene? Avevamo iniziato gia' prima del Covid, abbiamo eliminato il superticket che era un orpello in alcune Regioni, fastidioso e drammatico, una barriera alle visite specialistiche. La storia ci e' entrata in casa e cambia l'ordine delle priorita', la sanita' prima non lo era ma dopo questo evento sconvolgente e' tornata una priorita'". 
"La battaglia delle risorse e' la premessa della partita che dobbiamo giocare ed e' gia' in corso. Abbiamo 10 miliardi di euro in piu' sul fondo sanitario nazionale, 20 miliardi dal Pnrr e 625 milioni, per la prima volta nella storia, di Pon salute per ridurre le diseguaglianze. Significa che la lezione e' arrivata, c'e' un inizio, ma dobbiamo insistere". A dirlo e' il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante il suo intervento al convegno 'Stati generali della salute'. Per quanto riguarda le risorse ordinarie, spiega Speranza, "c'e' l'impegno di aggiungere 4 miliardi nei prossimi anni, piu' due e poi piu' due" mentre per le straordinarie "ci sono quelle di Pnrr, React Ue e fondo complementare, ci daranno 20 miliardi di euro in un colpo solo, oggettivamente nella storia del Ssn italiano non si erano mai visti prima". Infine, aggiunge, "per la prima volta quest'anno finanziamo un Pon salute con 625 milioni di euro". 
"Insieme a nuove risorse abbiamo bisogno anche di fare riforme. Insieme alla più grande stagione di investimenti dobbiamo mettere mano a un impianto di riforme per capire cosa funziona e su cosa, invece, dobbiamo fare un salto di qualità. Dobbiamo mettere mano alla riformadell'assistenza sul territorio, questa durante il Covid è apparsa come un'emergenza reale, la nostra rete sul territorio deve essere più forte e capillare". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo all'evento conclusivo degli Stati generali della salute, promosso dal Consiglio regionale della Toscana a Firenze.
Speranza ha poi confermato che il Dm 71 sull'assistenza territoriale sarà approvato "entro il 30 giugno".
Intanto però sul fronte regionale si insiste sulla necessità di veder riconosciuta la copertura dell'impegno finanziario sostenuto dalle Regioni per far fronte all'emergenza Covid-19
"Se non ci dovessero essere riconosciute le risorse che abbiamo impiegato per il contrasto alla pandemia da Covid e per la campagna di v ccinazione, almeno 400 milioni nel 2021 e, si ipotizza, altrettanti per il 2022, è chiaro che dopo il terzo anno consecutivo di questa situazione noi mettiamo veramente a rischio la tenuta del sistema". A lanciare ancora una volta l'allarme sul futuro della sanità dell'Emilia-Romagna è l'assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini, che interviene sul tema davanti ai lavoratori del settore che questa mattina hanno partecipato, a Bologna, a un presidio sotto la sede della Giunta regionale convocato dalla Fp Cgil. Alla base della mobilitazione del sindacato ci sono diversi temi, come le assunzioni, le stabilizzazioni e il salario accessorio. Problemi che, secondo Donini, in buona parte si potrebbero cominciare a risolvere se "ci venissero riconosciute le risorse necessarie" da parte del Governo. Infatti, attacca l'assessore rivolgendosi direttamente ai lavoratori, "vi pare giusto che una Regione benchmark per la sanità pubblica sia con l'acqua alla gola a causa del fatto che il Governo non ci riconosce le spese che abbiamo sostenuto per curare e vaccinare i nostri cittadini?", e questo nonostante "il ministro della Salute, Roberto Speranza, sia sempre stato al nostro fianco".
Da parte sua, Donini assicura che "io e il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, non ci stancheremo mai di chiedere che alle Regioni più virtuose siano riconosciute le risorse che consentano di continuare a rappresentare un'eccellenza".
Due, secondo l'assessore, sono ora "i rischi da evitare: in primis non dobbiamo abdicare al ruolo della sanità pubblica e universalistica, concedendo in prospettiva, come alcune Regioni invece hanno fatto, ampi spazi al privato", e in secondo luogo "non dobbiamo rinunciare all'autonomia gestionale". In questi anni di autonomia, sottolinea infatti Donini bacchettando il Governo, "l'Emilia-Romagna è sempre stata Regione benchmark per la sanità pubblica, mentre l'unica cosa gestita a livello centrale, i finanziamenti Covid, è quella che ci ha messo in ginocchio".


( red / 13.06.22 )
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