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Regioni.it

n. 3785 - martedì 25 febbraio 2020

Sommario
- Coronavirus: l'impegno di Governo e Regioni
- Coronavirus: Lombardia, chiarimenti sull'ordinanza
- Coronavirus: Veneto, chiarimenti applicativi ordinanza
- Coronavirus: ordinanze, ultime circolari regionali e note esplicative
- Sanità: assunzione medici specializzandi, contenuti per gli accordi Regioni-Università
- Il programma di lavoro della Commissione europea per il 2020 in un seminario del Cinsedo

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Il programma di lavoro della Commissione europea per il 2020 in un seminario del Cinsedo

(Regioni.it 3785 - 25/02/2020) Con un Laboratorio dedicato al Programma di lavoro 2020 della Commissione europea, lo scorso 21 febbraio a Roma è stato avviato il Programma di formazione in materia europea per il 2020 - VIII Ciclo, organizzato dal Cinsedo per i funzionari e i dirigenti delle Regioni e delle Province autonome.
L’interesse mostrato dalle Regioni a questa mattinata di formazione è stato molto alto. Al “Laboratorio” erano iscritti 250 tra dirigenti e funzionari di tutte le Regioni e le Province autonome, tra presenze in sala a Roma e collegamenti in videoconferenza dalle rispettive sedi regionali.
Nei cinque anni di mandato, la Commissione von der Lyen affronterà sfide importanti che necessitano di obiettivi e strumenti ambiziosi, come recita il titolo del Programma di lavoro 2020 della stessa Commissione “Un’Unione più ambiziosa”. Il Programma di lavoro 2020 dà seguito alle sei priorità contenute negli Orientamenti politici 2019-2024 presentati lo scorso mese di luglio: un Green Deal europeo, un’Europa che lavora per le persone, un’Europa pronta per l’era digitale, Proteggere il nostro stile di vita europeo, un’Europa più forte nel mondo, un nuovo slancio per la Democrazia europea. Nel dettagliare gli elementi principali delle iniziative che saranno presentate nel corso dell’anno, la Commissione riprende con forza il tema della centralità della Better regulation per migliorare il policy-making, per disegnare e implementare politiche che portino risultati concreti sul campo e semplifichino la vita per cittadini e imprese, assumendosi l’impegno di vigilare strettamente sulla trasposizione e l’applicazione della legislazione e di applicare la “Sussidiarietà attiva”.
Come ha specificato Carlo Corazza, Capo Ufficio del Parlamento europeo in Italia, intervenuto come relatore al Laboratorio Cinsedo, il Parlamento europeo sostiene la necessità di un bilancio ambizioso all’altezza di tutti gli impegni che la Commissione ha assunto con il programma 2020. Ciò vale per la politica di coesione e per il Green Deal, per l’innovazione con il nuovo Programma Horizon Europe, Erasums plus, le risorse proprie dell’Unione, mentre, per quanto riguarda la Conferenza sul Futuro dell’Unione, che sarà lanciata il 9 maggio prossimo, questa sarà l’occasione per sostenere l’introduzione del diritto di iniziativa legislativa del Parlamento.
"In questo momento - ha spiegato Corazza ai microfoni del canale Youtube di Regioni.it - siamo in piena trattativa". Il 20 febbraio c’è stato il Consiglio europeo straordinario, ma  "deve essere molto chiaro che – come ha ricordato il Presidente Sassoli – che il Parlamento europeo non accetterà compromessi al ribasso e non voterà un bilancio che non sia all’altezza delle sfide che abbiamo davanti". Quanto mal Bilancio "ll problema principale è il rischio di perdere dei fondi agricoli. Se non si riesce ad avere un bilancio in linea con quello che chiede il Parlamento europeo quindi non toccando la spesa sulla coesione, la spesa sui fondi agricoli, l’Italia rischia di perdere circa 5 miliardi e mezzo di euro sull’agricoltura". Un fatto che rappresenterebbe un "grosso problema nel momento in cui abbiamo bisogno di un’agricoltura sostenibile, moderna, innovativa".
E’ poi intervenuto Vito Borrelli, capo f.f. della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, che ha presentato le principali iniziative che la Commissione europea adotterà nel 2020, con una proiezione già nel 2021 ed oltre per alcuni pacchetti strategici e trasversali a partire dal Green Deal europeo e dalle diverse iniziative che lo compongono. Gli Orientamenti 2014-2019 si riflettono sia nella struttura organizzativa della nuova Commissione europea, nel mandato assegnato a ciascun Commissario, sia nel Programma di lavoro per il 2020. Tra le iniziative su cui si è soffermato Borrelli, la prima normativa UE sulla neutralità climatica entro il 2050, attesa per il prossimo 4 marzo, quella sull’Intelligenza Artificiale, già presentata il 19 febbraio, il nuovo Patto per la Migrazione e l’Asilo, in arrivo ad aprile, la consultazione sul salario minimo.
"Il 20 febbraio - ha spiegato Vito Borrelli per il canale Youtube di Regioni.it - c’è stato il Consiglio europeo straordinario per discutere sul prossimo quando finanziario pluriennale", e si sono regiostrate "visioni divergenti da parte degli Stati membri. L’Italia sarebbe per un bilancio più ambizioso, altri paesi sono più 'frugali'. Bisognerà trovare una sintesi  e l’Unione europea è proprio questo" - spiega Borrelli - ovvero la "sintesi fra le visioni di diversi paesi. Per quanto riguarda ovviamente la visione della Commissione europea noi ci auguriamo che ci sia uno sforzo per cercare davvero di rispondere alle ambizioni che esistono in Europa per un programma di lavoro che è stato adottato il 29 gennaio per il 2020 ma per tutto quello che seguirà fino alla fine di questa commissione e anche più in là. Infatti tra i vari temi su cui noi ci stiamo impegnando c’è quello della transizione ecologica, il New Green Deal che include naturalmente tutto quello che riguarda anche le politiche agricole, ma poi c’è anche il digitale, c’è anche l’Europa economica al servizio dei cittadini". Insomma, ha proseguito Borrelli, "una serie di cantieri importanti per i quali c’è bisogno di un sostegno finanziario importante se si vogliono raggiungere quelli che sono gli obiettivi. Ne prendo uno solo come esemplificativo, quello di un’ Europa continente climaticamente neutrale da qui al 2050". Si tratta cioe di "obiettivi davvero molto ambiziosi a livello globale per i quali - ha ribadito Borrelli - c’è bisogno di un sostegno finanziario adeguato"
"Le Regioni sono fondamentali per poi mettere in atto quelle che sono le azioni necessarie per raggiungere questi obiettivi. Come sappiamo buona parte dei programmi che sono finanziati attraverso questi fondi vanno poi gestiti a livello regionale. Abbiamo tutti i fondi regionali, i fondi di coesione, il Fondo Sociale Europeo che va gestito dalle Regioni. Per quello fondamentalmente c’è bisogno, secondo me, di tre cose : di informazione, delle persone, degli stakeholders, di coloro che devono poi presentare dei progetti di qualità e implementarli in maniera anche qualitativamente alta. C’è bisogno di formazione", servono "persone formate per presentare, per progettare a livello europeo", persone che conoscano le modalità e le esigenze per questi progetti. C’è bisogno anche di una grande collaborazione da parte degli enti locali, delle amministrazioni per dare il supporto necessario a questi attori per poter portare a termine in maniera soddisfacente i loro progetti".
Dal merito delle questioni proposte nel Programma di lavoro, si è poi passati al metodo di esame del Programma da parte delle amministrazioni centrali, in vista della partecipazione italiana alla formazione delle relative decisioni e ai negoziati europei. Il Programma di lavoro annuale della Commissione europea offre l’occasione, infatti, per fare il punto sui meccanismi di coordinamento. Nell’intervento di Daria Provvidenza Petralia, dirigente del Servizio informative parlamentari del Dipartimento per le Politiche europee alla Presidenza del Consiglio, sono state messe in evidenza, da un lato, le sfide che la Commissione intende cogliere, a partire dalla “transizione verde” con il ruolo fondamentale che spetta anche alle Regioni, dall’altro, l’azione di coordinamento che spetta al DPE, sia nei confronti delle amministrazioni centrali che delle Regioni. Il coordinamento della posizione italiana inizia con l’informazione. E’ proprio a partire dall’informazione in fase ascendente che Petralia ha descritto i diversi step, dalla periodica trasmissione degli atti e delle proposte al Parlamento e alle Regioni, all’informazione qualificata fino alla partecipazione alla formazione della posizione italiana sui singoli dossier in esame al Consiglio UE, tramite l’invio di osservazioni al Governo da parte delle Regioni ed alle sedi nelle quali queste osservazioni possono essere espresse, il CTV – Comitato tecnico di Valutazione – e il CIAE – Comitato Interministeriale per gli Affari Europei – a cui partecipa la Conferenza delle Regioni ai sensi della legge 234 del 2012. Ha proseguito sul tema del coordinamento Nadia Marin, dirigente del Servizio Analisi e Verifica dell’Impatto della regolamentazione presso il Dipartimento per gli Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio. Il DAGL ha il ruolo di coordinamento e di supporto delle amministrazioni centrali rispetto al controllo della qualità della regolamentazione – Better regulation – anche con riferimento alle valutazioni ex ante (impatto delle proposte) e alle valutazioni ex post (controllo dell’efficacia) della legislazione europea, sulla base di un regolamento e di una guida metodologica adottati a fine 2017 e inizio 2018 dalla Presidenza del Consiglio. Dopo aver illustrato come si procede a livello europeo, quali sono gli strumenti sia organizzativi che di metodo che fanno capo alla Commissione europea nel quadro della Better regulation, Marin ha messo in evidenza il compito affidato ai Ministeri dagli strumenti nazionali, in particolare, a questi è richiesto di segnalare al DAGL, quali iniziative preannunciate nel programma di lavoro annuale avranno un impatto notevole sull’Italia. Questi input devono essere trasmessi dal DAGL al DPE con l’impegno, una volta presentata la proposta da parte della Commissione europea, di far corrispondere alla valutazione ex ante di quest’ultima – Impact Assessment – la valutazione d’impatto della proposta (AIR) a livello nazionale. Ai Ministeri è richiesto inoltre un impegno di partecipazione alle consultazioni della Commissione europea, al fine di anticipare il più possibile la partecipazione del sistema italiano alle decisioni europee e di intervenire più efficacemente nei successivi negoziati.
L’apertura e la conclusione dei lavori affidata ad Andrea Ciaffi - Dirigente Affari europei e internazionali della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, coordinatore del programma di “Formazione in materia europea” – e Cecilia Odone – direttore del programma di “Formazione in materia europea” - ha messo in luce come l’avvio del nuovo mandato della Commissione europea sia l’occasione per rafforzare il lavoro di squadra e l’azione di sistema a livello italiano. Il laboratorio ha offerto gli spunti per elaborare le prime valutazioni delle Regioni e delle Province autonome sul Programma di lavoro 2020 della Commissione europea che potrebbero costituire la base di un documento da sottoporre all’approvazione della Conferenza, da inviare alla Commissione europea ed anche al Governo.


Interviste dal Canale YouTube di Regioni.it:

Carlo Corazza al termine del Seminario Cinsedo su programma di lavoro della Commissione UE 2020 -1

Carlo Corazza al termine del Seminario Cinsedo su programma di lavoro della Commissione UE 2020 -2

Vito Borelli al termine del Seminario Cinsedo su programma di lavoro della Commissione UE 2020 - 1

Vito Borelli al termine del Seminario Cinsedo su programma di lavoro della Commissione UE 2020 - 2





 

 



( red / 25.02.20 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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