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Regioni.it

n. 3824 - martedì 21 aprile 2020

Sommario3
- Emergenza Covid-19: rinviate le elezioni, lo stabilisce un decreto legge
- Coronavirus: in vista del piano riaperture
- Coronavirus: nuovi servizi sanitari e l'epidemia che arretra
- Aggiornato il dossier sulle disposizioni regionali a favore del sistema produttivo
- Covid-19: proposte per il Decreto sul potenziamento del servizio sanitario nazionale
- Edilizia e prestazione energetica: emendamenti al Decreto

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Emergenza Covid-19: rinviate le elezioni, lo stabilisce un decreto legge

Slittano anche le regionali: critici i Presidenti di Puglia, Liguria, Veneto e Campania

(Regioni.it 3824 - 21/04/2020) "In considerazione della situazione epidemiologica da COVID-19" ed "in via eccezionale" il Governo ha emanato un Decreto-Legge (DL 26/2020 pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale n.103 del 20-04-2020) con cui si rinviano le prossime elezioni. Nello specifico il Consiglio dei Ministri del 20 aprile, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, ha stabilito  che "per quanto riguarda le elezioni suppletive per il Senato e la Camera, il termine per lo svolgimento delle elezioni per i seggi dichiarati vacanti entro il 31 luglio prossimo è fissato in 240 giorni, rispetto ai 90 previsti dalla normativa vigente".
Per quanto riguarda invece le "elezioni per il rinnovo dei consigli comunali e circoscrizionali, limitatamente all’anno 2020, il turno annuale ordinario si terrà in una domenica compresa tra il 15 settembre e il 15 dicembre. Lo stesso termine è previsto anche per i comuni e le circoscrizioni i cui organi devono essere rinnovati per motivi diversi dalla scadenza del mandato, se le condizioni che rendono necessarie le elezioni si sono verificate entro il 27 luglio 2020".
Infine nello stesso Decreto "si stabilisce che gli organi elettivi regionali a statuto ordinario il cui rinnovo è previsto entro il 2 agosto 2020 durino in carica cinque anni e tre mesi e che le elezioni si svolgano nei sessanta giorni successivi a tale termine o nella domenica compresa nei sei giorni ulteriori".
Il testo prevede che le consultazioni elettorali possano essere rinviate di non oltre tre mesi, anche se già indette, in considerazione di sopravvenute specifiche situazioni epidemiologiche da COVID-19.
ll Decreto, entrato in vigore oggi, sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.
Poco prima che fosse reso noto il tetso del Decreto i presidenti della Regione Puglia, Michele Emiliano, della Regione Campania, Vincenzo De Luca,della Regione Liguria, Giovanni Toti, e della Regione Veneto, Luca Zaia, avevano diffuso una nota congiunta con cui si sottolilneava che il "provvedimento"  prevedendo  "lo slittamento del voto tra Settembre e Novembre e cancella la finestra di Luglio sulla quale erano state consultate, con esito positivo, molte delle Regioni che andranno al voto".
"Spiace - proseguivano i quattro Presidenti - che il Governo abbia approvato un diverso Decreto senza alcun ulteriore confronto. Ovviamente aspetteremo di leggere il testo per esprimere un compiuto giudizio che vada oltre il metodo. Ribadiamo la necessità di garantire agli elettori l'inalienabile diritto ad esprimersi nel tempo più rapido possibile, compatibilmente con l'andamento della epidemia. Pertanto, ritenendo, per quanto è possibile prevedere oggi, l'estate sia la stagione più sicura dal punto di vista epidemiologico, ribadiamo ulteriormente la necessità di allargare la finestra di voto, come da noi richiesto, al mese di Luglio. In ogni caso è comune intendimento delle nostre Regioni convocare i cittadini al voto nella prima data utile consentita dal provvedimento del Governo".
Il Presidente del Veneto Luca Zaia, commentando a "Quarta Repubblica" su Rete4, il decreto ha sottolineato che il Governo "Aveva un accordo e il parere positivo dei governatori, per andare a votare il prima possibile: la finestra più sicura era quella di luglio. Sappiamo che vi sarà una recrudescenza del virus in autunno. Hanno scelto di andare a votare in autunno.  Hanno fatto una bella proroga a tutti. Il cittadino - ha aggiunto - ha diritto di sapere che anziché pagare lo stipendio ad amministratori eletti, lo pagherà ad amministratori prorogati per 6 mesi". E ha concluso: "Faccio un appello al capo dello Stato perché guardi 'dentro' questo provvedimento, peraltro diametralmente opposto a quello che avevano dato a noi governatori da osservare in maniera formale". Poi il Presidente del Veneto torna a sottolineare: "Noi sulle elezioni regionali abbiamo avuto un documento da parte del governo, una bozza del decreto, che abbiamo ricevuto formalmente. Sono andati in consiglio dei ministri e ne è uscita una cosa diversa da quella che ci hanno chiesto di osservare". "Spero che qualcuno abbia il buongusto di informare il Capo dello Stato, lo faremo anche noi - ha aggiunto - che il provvedimento approvato non è stato minimamente condiviso con le regioni, visto che è ancora una competenza nostra convocare le urne".
Di fatto - scrive il Presidente della regione Liguria Giovanni Toti sulla sua pagina Facebook.- "si è deciso di non mandare a votare le Regioni, ben 18milioni di italiani che dovrebbero rinnovare le loro amministrazioni. Avevamo chiesto di spostare a luglio il voto - ricorda Toti - quando verosimilmente il Covid avrà mollato la presa. Lo avevano chiesto sia i Governatori di centrodestra che di centrosinistra. A luglio invece, lo speriamo tutti, gli italiani potranno andare in fabbrica, in negozio, in cantiere, dovranno certamente pagare le tasse e le bollette, ma non potranno votare per scegliere i propri rappresentanti. Contro il parere delle Regioni - sottolinea - il Governo ha spostato le elezioni in autunno, senza neppure consultarci. In autunno quando, magari, il virus tornerà potente e in regioni come la Liguria e il Veneto le allerte meteo sono ormai una triste consuetudine".



( red / 21.04.20 )

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Coronavirus: in vista del piano riaperture

(Regioni.it 3824 - 21/04/2020) Il Governo prenderà le sue decisioni "nell'esclusivo interesse di tutto il Paese. Non permetterò mai che si creino divisioni", spiega il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. “Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali”.Il programma della fase 2 ha un'impronta nazionale, perché “deve riorganizzare il lavoro, ripensare le modalità di trasporto e dare nuove regole per le attività commerciali”.
Per la fase 2 del coronavirus “prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma”, annuncia sempre Conte, aggiungendo che “una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio”.
“Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ma sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato”, quindi il Governo prenderà decisioni sulla fase 2 “nell'esclusivo interesse di tutto il Paese. Non permetterò mai che si creino divisioni”, rilevando anche come il trasporto “in Basilicata non è lo stesso che in Lombardia. Come pure la recettività degli ospedali cambia da Regione a Regione e deve essere costantemente commisurata al numero dei contagiati”.
“E' fin troppo facile dire 'apriamo tutto'. – afferma Conte - Ma i buoni propositi vanno tradotti nella realtà del nostro Paese, tenendo conto ditutte le nostre potenzialità, ma anche dei limiti attuali che ben conosciamo”.
"Se apertura regionalizzata vuol dire 'fate voi' - afferma il presidente della regione Veneto, Luca Zaia - viene meno il principio fondamentale del parare del Comitato tecnico scientifico nazionale che è stato il faro di tutte le decisioni politiche fino ad oggi, e che secondo me, si deve esprimere fino all'ultimo giorno su tutto quello che dovremo fare".
Un'eventuale riapertura diversificata per regioni – sottolinea il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, “credo sia una riapertura monca, zoppa, che non consentirebbe un equilibrato sviluppo alle Regioni che aprono. C'è una tale interconnessione tra le filiere produttive e tra le varie attività commerciali che c'è veramente il grosso rischio che faccia più danni che vantaggi una apertura a spizzichi e bocconi e a macchia di leopardo. Sono convinto che la riapertura debba avvenire quando il rischio del contagio si sia concluso o sia vicino alla conclusione su tutto il territorio. Proprio per i collegamenti che saranno necessari, c'è il rischio che il contagio possa riprendere senza sapere da dove riparte: penso sia una valutazione che debba essere fatta nella sua globalità”.
“La fase 2 deve essere per aree omogenee. – sostiene il presidente della regione piemonte, alberto Cirio – “Il governo non deve piu' fare quell'errore che fu fatto a inizio marzo, quando si facevano norme per contenere il virus che differivano da provincia a provincia, manco il virus seguisse i confini amministrativi".
“Abbiamo bisogno che si faccia per aree omogenee – aggiunge Cirio - non posso immaginare soluzioni e scelte di tempistiche diverse, ad esempio, tra la Lombardia e il Piemonte, anche perche' c'e' un'interconnessione di aziende, di lavoratori e di studenti che fa si' che le due regioni debbano muoversi di pari passo”.
Cirio quindi annuncia che “all'inizio della prossima settimana presenterò un disegno di legge che sospende tutta una serie di adempimenti burocratici in Piemonte".
Sulla ripartenza, afferma il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, "il discorso con il Governo è solo agli inizi, però un punto che credo sia stato accettato dal Governo è quello di superare i codici Ateco nella individuazione delle diverse attività, perché non sono più assolutamente corrispondenti alla realtà. Così come una prima indicazione di massima sarebbe quella di ritornare alla riapertura dei cantieri che sono una di quelle attività che potrebbe ripartire senza problemi. E' chiaro che questa ripartenza deve essere fatta con estrema attenzione e predisposizione di tutte le precauzioni fondamentali per evitare che il virus possa ripartire. Non possiamo permetterci una ripresa dell'epidemia perché sarebbe per noi di una gravità assoluta".
“Il governo deve attuare in tutte le regioni il modello Morandi", aggiunge Cirio e "uniti ce la faremo” rilancia il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
La Lombardia pensa anche ai bond per la ripresa economica dopo l'emergenza coronavirus e stanzia oltre 5,6 milioni di euro per  "interventi straordinari e urgenti nei settori cultura e spettacolo". Quindi bond per la ripresa economica dopo l'emergenza coronavirus: 'I tre miliardi per il piano straordinario di investimenti in Lombardia sono previsti a debito utilizzando obbligazioni a seconda della convenienza e del tasso che il mercato offrirà".
Ha chiesto al Governo, la regione Emilia-Romagna, l’accesso agevolato al credito e al Fondo speciale di garanzia, sospensione dei mutui e credito d'imposta per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di sanificazione anche al terzo settore, all'associazionismo di promozione sociale e di  volontariato.
Si propone quindi un emendamento in sede di conversione del Decreto liquidità per il  tramite della Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome, per consentire l'accesso al Fondo di garanzia anche ai soggetti non  costituiti in forma di impresa. L’Emilia-Romagna intende anche fornire un ulteriore supporto al terzo settore,  alle associazioni di promozione sociale e di volontariato che stanno contribuendo anche alla gestione dell'emergenza.
Mentre la regione Basilicata  lancia con la campagna 'Compra lucano! Mangi sano e dai una mano'. Finanziata con fondi del Psr Basilicata 2014-2020, che ha l'obiettivo di dare un sostegno alle filiere agricole lucane e al mondo rurale, aumentandone la competitivita' ed esaltando i luoghi incontaminati da cui derivano.
Il presidente della regione Umbria, Donatella Tesei, annuncia la riattivazione dei settori tessile e moda, “non si può aspettare più” perché “si rischia di perdere una stagione intera".
“Alcune filiere e seppur non in modo completo – dichiara Tesei - hanno già avviato una riapertura. Gli imprenditori stanno seguendo protocolli molto importanti con sanificazione dei luoghi di lavoro, distanziamento, test rapidi, dispositivi di sicurezza individuali, controllo temperature, per mettere in sicurezza la salute dei lavoratori. Tutte procedure condivise con noi”.
“In Liguria siamo stati i primi a chiudere le scuole quando era necessario, ora vogliamo essere i primi a pensare a come far ripartire anche le vite dei più piccoli. Per questo in Regione nelle prossime ore nascerà il 'Team Infanzia'  per migliorare la situazione dei più piccoli e rispondere al meglio alle loro esigenze e a quelle delle famiglie”, annucnia il presidente Giovanni Toti.
"E' necessario adesso uscire dalla logica emergenziale e avviare una fase di condivisione e definizione della programmazione futura", dichiara il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano. "Le Regioni - spiega Emiliano - non possono che procedere rimodulando le risorse a disposizione, per questo la Puglia è riuscita a mettere in campo 450 milioni di euro derivanti da fondi Fsc e Por".
Contatti fra ministro dell'Interno e quella delle politiche agricole alimentari e forestali sulla questione delle regolarizzazioni dei cittadini stranieri. Che non riguarderà 600mila persone e sarà limitata al settore agricolo, e istituito presso il ministero dell'Istruzione un Comitato di esperti che avrà il compito di formulare e presentare idee e proposte per la scuola con riferimento all'emergenza sanitaria in atto.








( gs / 21.04.20 )

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Coronavirus: nuovi servizi sanitari e l'epidemia che arretra

Tabella potenziamento servizi sanitari

(Regioni.it 3824 - 21/04/2020) “Se qualcuno pensa in futuro di gestire la sanita' da Roma e lo viene a spiegare in Emilia-Romagna trovera' l'ostilita' degli emiliano-romagnoli”, così il presidente Stefano Bonaccini.
“Non ho mai difeso da presidente della Conferenza le Regioni in quanto tali - premette Bonaccini- ognuno risponde del buon governo di se stesso, che dipende sempre dalle qualita' della classe dirigente". E aggiunge: "Credo che le riforme si possano attivare anche in quel senso, ci mancherebbe. Ma se qualcuno pensa in futuro di gestire la sanita' da Roma e lo viene a spiegare in Emilia-Romagna, non trovera' l'ostilita' di Bonaccini ma degli emiliano-romagnoli. In questi giorni ho letto cose di gente che non sa neanche come e' fatto il sistema sanitario, ne' nazionale ne' regionale. Non scherziamo". Secondo Bonaccini, "adesso e' bene continuare a combattere per sconfiggere il coronavirus, un minuto dopo discuteremo anche di ingegneria istituzionale. Ma credo che in questo momento non freghi niente a nessuno”.
Il commissario Domenico Arcuri rileva che “ci sono ancora 2573 italiani ancora in terapia intensiva, ma ci sono anche 2659 ventilatori che servono a combattere questo virus e a salvare vite. Ieri per la prima volta il numero dei ventilatori ha superato quello dei pazienti in terapia intensiva”. E sull’app Immuni chiarisce: 'rispetterà sicurezza e privacy, l'alternativa è ancora la privazione della libertà” e assicura: “resterà volontaria”. Sulle mascherine, “argomento chiuso, ce n'è riserva, presto risolto il problema del prezzo massimo”.
“Siamo tutti consapevoli il contact  tracing è uno strumento importante, ma non basta convincerci che  serve: bisogna anche che rispetti la sicurezza e la privacy. E' uno  strumento utile, forse indispensabile ma bisognare trovare un
soddisfacente equilibrio per cui venga messo in campo rispondendo a  due requisiti fondamentali ossia il rispetto della sicurezza e il  rispetto della privacy”, ribadisce Arcuri, e "nulla accadrà se non nel rispetto delle  leggi sulla privacy nazionali e sovranazionali".
Sull'App per limitare la diffusione del coronavirus "credo che ne serva una nazionale per evitare mille rivoli territoriali", afferma il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
Per il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, "l'alternativa all'applicazione e' mettersi sulla porta dell'ospedale e aspettare che arrivino i malati”. E’ quindi favorevole sull'applicazione che dovrebbe consentire di tracciare i contatti in modo da tenere sotto controllo eventuali contagi da coronavirus. "Mutuiamo l'esperienza gia' fatta in Cina ed in Corea", continua Zaia evidenziando di non avere "nessuna applicazione da promuovere" ma di rifarsi semplicemente alle dichiarazioni dei tecnici, che "scrivono che l'app funziona solo se almeno il 60% della popolazione la usa". E, per questo, "se fosse individuata un'applicazione a livello nazionale per me dovrebbe essere resa obbligatoria".
La mappatura del contagio da coronavirus con app Immuni sul cellulare "è essenziale" e scaricare l'app sarà "su base volontaria e chi non vorrà scaricarla non avrà limitazioni negli spostamenti", annuncia il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante le comunicazioni in Senato sull'emergenza Coronavirus.
A Vo'dopo i due campionamenti, la Regione Veneto fa partire la fase 3 con un nuovo studio nella stessa località euganea. Lo hanno annunciato il presidente delnVeneto Luca Zaia e il virologo Andrea Crisanti. "Lo studio vuolencapire cosa succede quando si trasmette il virus da un individuo all'altro - ha spiegato Crisanti - ma vogliamo anche studiare lagenetica di tutti gli abitanti di Vo'". Per questo progetto "molto costoso", ha aggiunto, sono stati ricevuti "finanziamenti nazionali e internazionali".
Il Consiglio dei Ministri del 20 aprile in considerazione dell’evoluzione del contesto emergenziale e al fine di consentire la prosecuzione degli interventi previsti (acquisto di dispositivi di protezione individuale, di attrezzature medicali e di ogni genere di bene strumentale utile a contrastare l'emergenza, nonché all'ampliamento delle strutture ospedaliere sia temporanee che definitive destinate alla cura dei pazienti affetti da coronavirus), ha deliberato un ulteriore stanziamento per complessivi euro 900.000.000 in favore del Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali.
"In Umbria c'è stata un'attenzione molto forte al territorio, - afferma il presidente Donatella Tesei - cercando di tenere le persone, una volta individuati i positivi, a casa per poi monitorarli, grazie ai medici di medicina generale e alla task force che abbiamo costituito".
Una "sinergica attività" che "ci ha permesso di lavorare ad una riorganizzazione importante del settore grazie alla disponibilità del sistema sanitario e ad un comitato tecnico scientifico con il quale siamo riusciti subito a comprendere quale era la strada da percorrere". "Ci siamo preoccupati - prosegue Tesei - di aumentare subito le terapie intensive, perché quelle che avevamo erano molto poche. Siamo riusciti ad ottenere questi risultati con lo sforzo di tutti, dalla Protezione civile ai privati che ci hanno aiutato ad acquistare ventilatori polmonari".
"Quella del Friuli Venezia Giulia è una generosità che non conosce confini, oltre che capace di superare gli ostacoli e gli egoismi che in momenti come questo talvolta emergono", sostiene il vicepresidente con delega alla Salute e alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi. "Anche in questo periodo di emergenza la nostra regione ha saputo contraddistinguersi per quello spirito di solidarietà che ha portato, nell'ordine, a: curare nelle terapie intensive delle nostre strutture ospedaliere alcuni pazienti gravi provenienti per lo più dalla Lombardia, offrire dispositivi di protezione a regioni che altrimenti non avrebbero avuto modo di curare adeguatamente le persone, e infine, aiutare, attraverso la Protezione civile regionale, la città di Zagabria, colpita lo scorso mese da una forte scossa di terremoto".
Nel Lazio sono giunti i primi pazienti nei nuovi 20 posti di terapia intensiva nella struttura di Alto Bio-Contenimento dell'Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani. L'Istituto ha avuto a disposizione i locali dalla Protezione Civile Nazionale meno di un mese fa e siamo riusciti ad allestirli con tutte le dotazioni tecnologiche in meno di 3 settimane", annuncia l'Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato.
"Il commissario straordinario Domenico Arcuri, - osserva il presidente della regione Liguria, Giovannoi Toti  - che si sta spendendo per questa emergenza con risultati talvolta soddisfacenti, altre volte no come in questo caso, ha detto che i test saranno vidimati da Iss, Ministero della Salute e dalla struttura commissariale non prima del 29 aprile", e aggiunge: "Si chiede alle Regioni di fare test che la Liguria sta eseguendo a sue spese e responsabilita' - dichiara Toti - ma ancora non vengono fatti su larga scala sulla popolazione italiana perche' il Governo non ha stabilito qual e' il protocollo da seguire, quale la tipologia di test".
Test su larga scala, un'elevata capacità di tracciare i contatti e isolamento degli individui potenzialmente contagiosi: sono i tre punti dai quali non si può prescindere per poter riaprire dopo il lockdown, secondo l'appello sottoscritto da alcuni rappresentanti della comunità scientifica italiana.
 




Coronavirus: Tabella relativa ai potenziamenti sanitari nelle Regioni - Aggiornata al 21.04.2020


CORONAVIRUS. ARCURI: RISPETTO PRIVACY E SICUREZZA SU CONTACT TRACING


++ Arcuri, mascherine argomento chiuso, ce n'è riserva ++



( gs / 21.04.20 )

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Aggiornato il dossier sulle disposizioni regionali a favore del sistema produttivo

Il  Dossier - curato dal Settore Attività Produttive della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - fornisce i link ai testi integrali  delle principali disposizioni adottate dalle Regioni e Province Autonome, a favore delle imprese, alla luce dell’emergenza sanitaria che ha investito il Paese, con una nota di sintesi elativa al loro contenuto e l'indicazione delle eventuali riosrse messe a disposizione.
La pandemia ha comportato notevoli ripercussioni sul sistema produttivo, ma "le Regioni e Le Province Autonome - si legge nell'introduzione al dossier - si sono mosse in maniera tempestiva mettendo in campo un complesso di policy, introducendo, in linea generale, un potenziamento degli strumenti già esistenti in termini di risorse e alcune modifiche per ampliare la platea dei soggetti destinatari con un indirizzo, dove possibile, verso i settori maggiormente interessati dalla crisi. Inoltre, sono stati promossi interventi strettamente connessi alle politiche nazionali, con l'obiettivo di potenziare le relative risorse finanziarie già assegnate".
Le principali linee di intervento riguardano "le misure volte a favorire l’accesso al credito bancario per le PMI e a ridurre i costi connessi (Fondi di garanzia, potenziamento confidi ecc); l’introduzione o la rimodulazione a condizioni più favorevoli dei finanziamenti agevolati per le PMI, i finanziamenti a fondo perduto, il microcredito, strumenti di finanza alternativa e altri strumenti finanziari, che hanno comportato spesso la riprogrammazione dei Programmi operativi legati all’utilizzo dei Fondi strutturali. A ciò si aggiungono: la sospensione dei mutui relativi a programmi di finanziamento regionali; le misure di alleggerimento delle procedure burocratiche riguardanti le PMI nonché le semplificazioni regolamentari (anche nel campo degli appalti pubblici); le misure volte a ridurre o posticipare l'onere fiscale per le PMI, come il rinvio delle scadenze fiscali, l’esenzione da anticipi d'imposta; le misure per l’accelerazione delle procedure di erogazione di finanziamenti regionali alle imprese in modo da assicurare maggiore liquidità al tessuto produttivo (es. erogazione anticipata di contributi pubblici). Infine, vi sono gli interventi volti a preservare i livelli di occupazione e a sostenere i lavoratori temporaneamente disoccupati delle PMI, come gli incentivi per il lavoro agile e le indennità di disoccupazione, inclusi gli stanziamenti regionali a integrazione della cassa integrazione in deroga introdotta a livello nazionale. Per tali interventi sono state messe sul campo risorse per più di 1 mld di euro".


Quadro di ricognizione delle disposizioni a favore del sistema produttivo emanate da Regioni e Province Autonome in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19

 



( red / 21.04.20 )

Documenti della Conferenza delle Regioni del 31 marzo e dell'8 aprile

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Covid-19: proposte per il Decreto sul potenziamento del servizio sanitario nazionale

(Regioni.it 3824 - 21/04/2020) Il disegno di legge di conversione in legge del DL 18/2020 "misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19" è stato esaminato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in videoconferenza, il 31 marzo e l’8 aprile. Il tema era all'ordine del giorno Conferenza Unificata del 31 marzo, ma è stato rinviato. Tornato poi sul tavolo della stessa Conferenza Unificata l'8 aprile, non è stato esaminato perchè la seduta è stata sospesa.
In un primo documento approvato il 31 marzo la Conferenza delle Regioni aveva  "preso atto positivamente dell’impegno del Governo per l’incremento delle risorse destinate alla tutela della salute e far fronte all’emergenza: il Fondo Sanitario Nazionale di 1410 milioni di euro e il Fondo di Protezione Civile di 1.650 milioni di euro" e aveva "proposto una serie di emendamenti ritenendo prioritaria e fondamentale una norma per la salvaguardia degli equilibri dei bilanci delle Regioni e delle Province autonome, in quanto i minori gettiti di entrate di competenza mettono a rischio sia gli equilibri di bilancio, sia la realizzazione degli avanzi oltre al pareggio che sono tenute a realizzare secondo le manovre di finanza pubblica, sia il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni oltre che delle funzioni proprie regionali. Si ricorda che le autonomie territoriali secondo la Costituzione non possono finanziare spesa corrente con debito". Nello stesso le Regioni "hanno chiesto l’apertura di un tavolo tecnico per la sospensione di tutti i mutui di Cassa Depositi e Prestiti sia per le Regioni che per le Province autonome estendendo la portata dell’art. 111 del decreto ed "hanno segnalato la necessità della sospensione dei termini dei commissariamenti in Sanità". 
L’8 aprile, le Regioni hanno approvato un ulteriore documento che sospende l'espressione del parere, in attesa di avere chiarimenti in ordine a:
- utilizzo del Fondo di protezione civile, pari a 1,650 mld, anche per il rimborso alle Regioni delle spese da queste finora effettuate finalizzate al contrasto della pandemia;
- convocazione dei tavoli di confronto con le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome;
- modalità di convocazione e di funzionamento della Cabina di regia Covid-19.
Ma come si è detto la seduta della Conferenza Unificata dell’8 aprile è stata sospesa e il punto non è stato esaminato. 
Il documento approvato è stato comunque trasmesso al Ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, al Presidente della Commissione Bilancio Senato Daniele Pesco, e al Presidente della Commissione Parlamentare per le questioni regionali, Emanuela Corda. 
Si riportano di seguito i link ai due documenti della Conferenza delle Regioni e ai report della Conferenza Unificata.

Documento della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 31 marzo: Posizione in merito al parere, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, e articolo 9, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sul disegno di conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante "misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19"
Conferenza Unificata dell'8 aprile: Report


( red / 21.04.20 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 12 marzo

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Edilizia e prestazione energetica: emendamenti al Decreto

(Regioni.it 3824 - 21/04/2020) Parere favorevole della Conferenza Unificata - svoltasi il 12 marzo in videoconferenza - al decreto legislativo recante attuazione della direttiva Ue 2018/844 del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la Direttiva 2010/31/ue sulla prestazione energetica nell'edilizia e la direttiva 2012/27/ue sull'efficienza Energetica.
Il via libera dela Conferenza delle Regioni e delle Province autonome è stato però condizionato dall’accoglimento di alcune proposte emendative, contenute in un documento della Conferenza delle Regioni, inviato per via telematica al Governo.
Si riportano di seguito i link relativi al Documento delle Conferenza delle Regioni e all'atto della Conferenza Unificata.

Documento della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 12 marzo: Posizione sullo schema di decreto legislativo Recante attuazione della direttiva (Ue) 2018/844 del Parlamento europeo e del consiglio che modifica la Direttiva 2010/31/ue sulla prestazione energetica nell'edilizia e la direttiva 2012/27/ue sull'efficienza Energetica


Link all'atto della Conferenza Unificata del 12 marzo 2020: Parere, ai sensi dell'articolo 23, comma 2 della legge 4 ottobre 2019, n. 117, sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (Ue) 2018/844 del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica



( red / 21.04.20 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
Redazione: tel. 064888291 - fax 064881762 - email redazione@regioni.it
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Progetto grafico: Stefano Mirabelli, Giuseppe Schifini
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