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Regioni.it

n. 3828 - venerdì 24 aprile 2020

Sommario
- Coronavirus: passi in avanti sul piano Ue
- Def 2020: Governo approva Documento economia e finanza
- Emergenza Covid-19: conclusione, avvio anno scolastico ed esami di Stato, emendamenti al Decreto Legge
- Coronavirus: Fase 2, la ripartenza sempre più vicina
- Coronavirus: vaccino e nuovi servizi sanitari
- Demanio marittimo: approvato l'odg con le proposte delle istituzioni regionali al Governo

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Coronavirus: passi in avanti sul piano Ue

(Regioni.it 3828 - 24/04/2020) Si prevede lo stanziamento di oltre 2.000 miliardi attraverso iniziative mirate ma incardinate al bilancio Ue 2021-2027 partendo da una dotazione di circa 1.000 miliardi. E’ quello che viene chiamato “piano per il Recovery fund”, che entro il 6 maggio dovrà prendere il via. “Dovrà essere di ampiezza adeguata e consentire soprattutto ai Paesi più colpiti di proteggere il proprio tessuto socio-economico”, dichiara il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al termine della videoconferenza dei leader europei sulla ripresa economica.
Ma il premier tedesco Angela Merkel precisa: “Ancora da verificarne il finanziamento. Ma Berlino darà di più”.
All'obiettivo del pacchetto di proposte messe a punto dalla Commissione europea si aggiunge un pacchetto ai tre strumenti (Mes, Bei, Sure) per un totale di oltre 500 miliardi.
Il commissario Ue all'economia Paolo Gentiloni spiega che "qualche settimana fa un risultato del genere era impensabile. C'è una risposta europea comune che si va delineando. Naturalmente, come si dice nel gergo diplomatico, il diavolo è nei dettagli" e in questo caso "altro che dettagli" restano ancora da stabilire. “Ci sono tante questioni che la Commissione nei prossimi 12-15 giorni dovrà affrontare per formulare questa proposta di fondo di rinascita.
Però il fatto che ci si sia arrivati è una vittoria della solidarietà ma intesa non soltanto dal punto di vista umanitario. Si è capito che gli interessi sono comuni”.
“Fino a qualche settimana fa - aggiunge Gentiloni – sarebbe stato impensabile decidere di avere un fondo comune per la rinascita. Perché l'Unione europea non ha uno politica economica comune ma ha una politica monetaria comune gestita dalla Bce".
"Mario Draghi – rileva Gentiloni - per anni ha insistito che sarebbe stato necessarioaffiancare le decisioni della Bce con decisioni di bilancio, con decisioni che investono dei quattrini in comune per evitare che le differenze che ci sono tra Paesi più indebitati e meno indebitati nel corso di una crisi che riguarda tutti, non solo quelli più indebitati, si accentui. Quindi che soprattutto i Paesi del Sud escano da questa crisi molto molto peggio degli altri. A questo serve il Fondo”.
Il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, sottolinea che "dopo i 750 miliardi della Bce per acquisto titoli di stato, i 200 miliardi della Bei per garanzie alle imprese, i 100 miliardi di Sure per sostenere disoccupati, cassaintegrati e precari, la sospensione del Patto di Stabilità, la deroga agli aiuti di Stato, adesso serve il Recovery Fund, un grande piano per rilanciare crescita e lavoro". Per Rossi "i governi europei, quindi anche il nostro, hanno fatto proprie le misure decise dai ministri delle Finanze e che prevedono l'uso del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) a condizioni leggere. Si tratta di 36 miliardi di prestiti a interessi molto bassi per sostenere i costi diretti e indiretti dell'assistenza sanitaria, delle cure e della prevenzione. La discussione è rimasta invece aperta sul tema del fondo per la ripresa. Si dovrà decidere se si tratta di prestiti o di trasferimenti. Contrari ai trasferimenti sono i governi di destra di Germania, Olanda e Austria. Ma intanto si è deciso che a giugno dovrà essere operativo un pacchetto di 540 miliardi. Siamo lontani da chi stimava la necessità di 1500 miliardi ma è sicuramente un passo avanti". "Però lo stesso bilancio Ue sarà potenziato - prosegue Rossi - La Commissione europea prenderà denaro a prestito sui mercati finanziari, aumentando la quota delle risorse proprie nel bilancio comunitario, dall'1,2% a circa il 2,0% del totale. Si tratta, se ho capito, di portare i fondi europei da 1200 miliardi a circa 2000 per il settennato 2001/2007. Si potrà ancora dire che è troppo poco e che serve di più. Per fare meglio, ma non aiuta l'immagine di un paese diviso".
Al vertice di ieri "abbiamo aperto una strada nuova" con "proposte inimmaginabili negli scorsi Consigli europei" e ora "l'obiettivo è chiudere tutto entro giugno", afferma  il ministro agli Affari europei Enzo Amendola, definendo l'esito del vertice "il miglior risultato possibile". "Insieme al Recovery Fund - ricorda Amendola - sono state decise tre azioni di politica fiscale da attuare entro il 1 giugno. Il fondo Sure da 100 miliardi contro la disoccupazione, il fondo Bei da 200 miliardi per la liquidità delle imprese, e una linea di credito a tassi bassi di 240 miliardi finanziata dal Mes". Su quest'ultimo punto, sottolinea il ministro, "nelle settimane scorse si è fatta inutile confusione, spesso in malafede. Nessuno nel governo vuole riesumare il Mes nato dal Trattato del 2012. Per favore niente anatemi, anche perché su tutte le scelte di politica fiscale europea, valutati i fatti, dovrà esprimersi non solo il governo, ma anche il Parlamento".



( gs / 24.04.20 )
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