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Regioni.it

n. 3832 - giovedì 30 aprile 2020

Sommario3
- Fase 2: il dibattito fra le Regioni e il Governo sulla ripartenza e sulle competenze regionali
- Fase 2: l'economia in vista dei nuovi provvedimenti del Governo
- Coronavirus: la sanità tra contagio e ripartenza
- Bonaccini e Grieco: non penalizziamo Terzo settore, bene azioni Governo
- Emergenza Covid-19: Comitato di Settore Regioni-Sanità, soddisfazione per protocollo Regioni-Sindacati
- Protocollo Regioni e sindacati: destinare risorse e tutele aggiuntive al personale impiegato nell'emergenza Covid-19

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Fase 2: il dibattito fra le Regioni e il Governo sulla ripartenza e sulle competenze regionali

Tabelle leggi e ordinanze

(Regioni.it 3832 - 30/04/2020) "La fonte primaria puo' disciplinare solo fino a una certa misura le risposte che l'ordinamento e' chiamato a offrire a fronte di circostanze eccezionali", a dichiararlo è il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in aula alla Camera, rispondendo alle critiche di chi lo accusa di aver accentrato i poteri con l'emenazione dei dpcm. L'emergenza "richiede inevitabilmente di preservare un certo grado di discrezionalita' all'autorita' amministrativa", aggiunge Conte, che sottolinea come "la pandemia sia un processo che si sviluppa" non qualcosa dato "una volta per tutte". Questo giustifica anche "la maggiore tolleranza circa il grado di indeterminatezza delle norme primarie che legittimano la normativa secondaria". Cio' detto Conte ricorda che "il diritto costituzionale e' innanzitutto equilibrio. Quando sono in gioco beni come il diritto alla vita e alla salute, che costituiscono essi stessi il presupposto per il godimento di ogni altro diritto, allora le scelte per quanto tragiche, come direbbe Guido Calabresi, diventano addirittura obbligate".
Al Presidente del Consiglio replica il Presidente della Liguria Giovanni Toti: "Conte invoca quei 'pieni poteri' contro cui si era scagliato qualche mese fa. Oltre al virus, dalla Cina deve essere arrivata una strana voglia di emulare quel Paese: forse il nostro premier si crede Xi Jinping, per fortuna non ne ha i poteri, forse neppure le capacità". E secondo Toti "I provvedimenti delle Regioni sono pienamente legittimi"
Ieri il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, durante un confronto in videoconferenza con i Presidenti delle Regioni, ha rimarcato la necessità di un metodo secondo il quale le "ordinanze regionali" devono essere "coerenti con il Dpcm" del 26 aprile."Se ci sono ordinanze non coerenti invio una diffida, una lettera con la scheda indicando le parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle (solo in caso di allentamento delle misure) - afferma -. Se non avviene sono costretto a ricorrere all'impugnativa al Tar o alla Consulta", un percorso che il ministro ha assicuarto di voler evitare.  Del resto, ha proseguito il ministro "In base al monitoraggio delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate" tra le Regioni sulle riaperture di attività. Il principio è "contagi giù uguale più aperture e viceversa - aggiunge -. Discuterete del monitoraggio con il ministro della Salute Speranza. Definito il monitoraggio si potrà procedere a differenziazioni".
Per il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti è apprezzabile "l'orientamento del Ministro Francesco Boccia di collegare le verifiche sulle riaperture anche ai livelli di contagio nelle diverse Regioni".
Di diverso avviso il Presidente della Liguria, Giovanni Toti: "Non credo ci sia nulla da impugnare: le Regioni non hanno impugnato il decreto legge di marzo, il 19/20, che per molti aspetti, a mio avviso, aveva profili di incostituzionalità e illegittimità. Eviterei, fossi il governo, anche solo di immaginare provvedimenti di tipo analogo verso le regioni". 
"Se il ministro per gli Affari Regionali si accorgesse che la maggior parte delle Regioni, con colori politici molto diversi, ha scelto una strada di applicazione lievemente difforme da quanto ha deciso il governo nazionale, si renderebbe conto che ad essere fuori strada probabilmente è il governo" ha aggiunto Toti. Oggi, con le altre Regioni di questo tema si e' dibattuto, ha ricordato il presidente della Liguria e "abbiamo rivendicato non solo la possibilità, ma la assoluta necessita' che le Regioni tornino ad esercitare i propri poteri, perche' applicare regole uguali a territori diversi produce ingiustizie. Pretendiamo dal governo il rispetto
costituzionale". 
Il riferimento del Presidente della Regione Liguria è alla lettera - sottoscritta da tutti i Presidenti di Regione sostenuto da una maggioranza di centro-destra, diffusa nel pomeriggio del 29 aprile - inviata al presidente dela Consiglio, Giuseppe Conte e al ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia (e per conoscenza al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidene dela Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, e al Presidente della Camera, Roberto Fico).  In questo testo  si sottolinea che "la Fase 1 dell’emergenza Covid ha visto un accentramento dei poteri normativi in capo al Governo, secondo lo schema decreto-legge + DPCM attuativi che ha posto problemi di compatibilità con la Costituzione, sia con riferimento al coinvolgimento parlamentare, sia con riferimento al rispetto delle competenze regionali". Un accentramento "responsabilmente accettato dalle Regioni a causa dell’assoluta emergenza e del principio di leale collaborazione tra livelli di governo, ma il protrarsi, anche nell’attuale fase di superamento della stretta emergenza, di risposte eccezionali, date rigidamente con atti del Presidente del Consiglio dei Ministri sprovvisti di forza di legge, potrebbe portare alla luce criticità anche notevoli circa la tenuta di un impianto giuridico basato su atti amministrativi che, in quanto tali, sono sì successivamente sindacabili innanzi al giudice amministrativo e, per ciò che concerne le Regioni, anche presso la Corte Costituzionale, ma che sfuggono al controllo preventivo da parte del potere pubblico e costituzionale".
In ogni caso - prosegue la lettera -  "adesso inizia la Fase 2", ovvero "una fase nuova, che si giustifica per una progressiva diminuzione dell’emergenza. Per questo motivo, è essenziale che si ritorni progressivamente ad un più pieno rispetto dell’assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione".
"Ogni territorio, infatti, ha le proprie specificità, sia da un punto di vista strutturale, sia da un punto di vista epidemiologico. Essendoci dunque situazioni di oggettiva disomogeneità di condizioni sul territorio nazionale, è necessario che si possano dare regolamentazioni differenziate. Si deve perciò passare dalla logica dell’uniformità alla logica dell’uguaglianza. Diversamente, trattando in modo uniforme situazioni diverse, si giungerebbe al paradosso di aumentare le disuguaglianze, con una lesione della logica dei livelli essenziali da garantire su tutto il territorio (art. 117, c. 2, lett. m, Cost.), del principio di valorizzazione delle autonomie (art. 5 Cost.) e, soprattutto, del principio di uguaglianza sostanziale tra i cittadini italiani (art. 3, c. 2, Cost.)".
"Un ordinato sistema di regolazione dell’emergenza Covid dovrebbe portare il livello di governo centrale ad adottare la cornice di riferimento, prevalentemente con atti normativi primari, sottoposti al controllo parlamentare. Tali atti potranno essere integrati da atti amministrativi (Dpcm) nello stretto limite di quanto previsto dalle competenze statali, o richiesto dal principio di sussidiarietà.
Le prescrizioni concrete poste dal Governo centrale dovranno comunque lasciare uno spazio di regolazione alle Regioni, per adattare le previsioni alle specifiche condizioni dei territori. In entrambi i casi, lo spazio per la regolazione regionale dovrà essere sottoposto ad un rigoroso controllo da parte del Governo centrale, utilizzando parametri scientifici oggettivi riferiti ad ogni sistema sanitario regionale, come ad esempio la saturazione dei posti letto [in terapia intensiva / semi-intensiva] o l’indice R0, con scansioni temporali settimanali", Con riferimento al mondo produttivo (ma senza, per questo, ridimensionare in alcun modo gli enormi problemi presenti  in altri settori quali, ad esempio, la scuola dell’infanzia e dell’istruzione) "ci attendiamo che il Governo recepisca da subito le istanze delle diverse categorie produttive, in quanto prolungare il lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali e non fatturare, con l’effetto che molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese". "È chiaro - si legge sempre nella lettera - che la salute è il primo e imprescindibile obiettivo, ma non può essere l’unico. Del resto il bene della vita ‘salute’ è caratterizzato da una molteplicità di profili: innanzitutto, fisico e psicologico ed è evidente che quest’ultimo è gravemente compromesso dalla perdita del lavoro e dai debiti".
Obiettivi perseguibili - secondo le Regioni governate da una giunta di centro-destra - col riconoscimento alle singole Regioni della facoltà di calibrare le aperture delle varie attività produttive. In estrema sintesi "in presenza di una data situazione epidemiologica riscontrabile oggettivamente e certificata dall’Autorità sanitaria delle singole Regioni e sottoposta ad uno scrupoloso controllo del Governo, di garantire la possibilità di poter riaprire la propria attività a tutti coloro che rispettino le misure già previste dal DPCM del 26 aprile 2020 e dai protocolli di sicurezza aziendali".
In un'intervista  alla Repubblica il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, si augura "che nessuno soffi sul fuoco. Tutte le Regioni che hanno scritto al Quirinale, hanno avuto dallo Stato un sostegno senza precedenti. Non lasceremo indietro nessuno. E poi sfido a trovare in questa fase un provvedimento che, in qualunque parte del mondo, accontenti tutti. Se per pasticci poi s'intendono difformità di interpretazioni sul contenuto illustrato dal premier, ci sono regolamenti attuativi che sciolgono i dubbi". Quanto all'operato del premier "nessuna violazione. In situazioni di emergenza si agisce con l'emergenza anche normativa, sempre nel rispetto della Costituzione". A chi dice basta Dpcm, Boccia dice: "Io penso che tutto debba passare dal Parlamento, a cominciare dalle norme che indicano la rotta. E' stato così con i decreti, approvati anche all'unanimità, che poi hanno dato vita ai Dpcm, i cui orizzonti sono di poche settimane".
Quanto alle Regioni che vogliono riaprire in anticipo, il ministro osserva: "Fino al 18 monitoriamo la situazione, dopo si potranno fare scelte differenziate sulla base dei contagi. Io non minaccio e non fermo nessuno. Impugnare le ordinanze e' l'ultima ratio sulla base della Costituzione. Tutto qui. Ma per il bene della nazione invito i presidenti delle Regioni a seguire ciò che dico a me stesso, unità, serietà', responsabilità".
"II ministro Boccia - spiega Stefano Bonaccini in un'intervsta al Corriere di Bologna - dopo la riunione della cabina di regia, ha annunciato che dal 18 maggio potranno essere le singole Regioni a modulare le riaperture sulla base dell'andamento del contagio. Io stesso avevo chiesto di poter anticipare le date indicate, inizio giugno, perla riapertura di attività economiche a cui va dato un orizzonte più ravvicinato, se ce ne saranno le condizioni. Per questo è giusto che possano anche prepararsi e organizzarsi fin d'ora. Se siamo arrivati alla ripartenza anticipata, da lunedì scorso, il 27, di distretti e imprese del settore manifatturiero la cui attività è rivolta prevalentemente all'export, e di molti cantieri, è proprio grazie a questo modo di ragionare. Ho anche chiesto indicazioni chiare per la scuola e i servizi per l'infanzia: va assicurato l'obbligo formativo e vanno aiutate famiglie e genitori. Anche su questo siamo già al lavoro e abbiamo avanzato una proposta importante".
"Da presidente della Conferenza delle Regioni - prosegue bonaccini in un altro passaggio dell'intervista - ho tenuto una linea di massima possibile condivisione fra noi e al tavolo di confronto col governo. E il momento dell'unità. Da questa situazione se ne esce solo insieme come Paese, non con le polemiche. Con i miei colleghi Fontana e Zaia ci sentiamo quotidianamente fin dal primo giorno della crisi, essendo state le nostre regioni da subito le più colpite. Sull'autonomia non arretro di un passo: se qui abbiamo retto è stato grazie alla sanità regionale che abbiamo costruito in questi anni. Se qualcuno proponesse il ritorno ad una gestione centralizzata della nostra sanità, sarebbero per primi i nostri cittadini a ribellarsi. Un conto è pretendere livelli essenziali di assistenza garantiti a tutti i cittadini, altro conto è pensare che la gestione statale sarebbe più efficiente. Qui non ci crederebbe nessuno".
“Dobbiamo percorrere il complesso iter legislativo”, afferma il presidente della provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, dopo affermazioni del ministro Boccia che ribadisce la sua linea unitaria nell'emergenza da Covid 19.  “Per noi è inaccettabile che la nostra autonomia venga ulteriormente ristretta”, ha affermato al termine della videoconferenza del 29 aprile.
"la Provincia di Bolzano - ribadisce Kompatscher - percorrerà il complesso iter legislativo per far ripartire passo dopo passo la vita e l'economia in Alto Adige". "Avremmo preferito che il Governo avesse fatto un passo indietro e che ci avesse accordato spazio di manovra. In tal modo avrei potuto regolare con un'ordinanza la fase 2 per l'Alto Adige". Intanto In Provincia fervono già i lavori per la predisposizione del disegno di legge con il quale la Provincia intende regolamentare le graduali riaperture e ripresa di attività. La Giunta provinciale intende approvare già domani (giovedì 30 aprile) il disegno di legge per presentarlo al Consiglio provinciale. "La legge indicherà non solo quali settori potranno ripartire, ma anche in che forma questo dovrà avvenire", fa presente il presidente della Provincia sottolineando: "È nostra volontà riammettere possibilmente tutte le attività economiche e prevedere con attenzione le relative modalità". "Terremo sotto stretto controllo naturalmente gli ulteriori sviluppi epidemiologici e adotteremo se necessario le eventuali corretture, ma dipende da tutti noi affrontare la fase 2 in modo responsabile e solidale", così Kompatscher responsabilizza tutti i cittadini, perché è necessario imparare a convivere con il virus.
Per il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, "Le misure annunciate per il 4 maggio  lasciano scontenti tutti: settentrionali e meridionali, chi per l'apertura e chi per la chiusura e si muovono poi in evidente contraddizione. In Sicilia non abbiamo grandi fabbriche, ma una diffusa presenza di piccole e medie imprese nel commercio, nel turismo e nei servizi. Metterle in condizioni di lavorare, nel rispetto assoluto delle norme di sicurezza, è un dovere del governo nazionale. Se proprio non vuole farlo, autorizzi le Regioni ad adottare le misure che risultino compatibili con la situazione epidemica locale".
“Abbiamo scritto al Presidente del Consiglio - comunica il Presidente  della Regione sardegna Christian Solinas - come Governatori della maggioranza delle Regioni italiane e delle Province Autonome e alla luce dell'incontro odierno col Governo per chiarire, con spirito di collaborazione, la nostra posizione sulla fase 2. Nelle richieste avanzate - sottolinea il Presidente - è possibile ritrovare i punti fondamentali per la ripartenza già illustrati nei giorni scorsi, che hanno trovato ampia condivisione tra tutti i colleghi, nel segno del rispetto delle Autonomie e delle peculiarità territoriali, e dell'esigenza di diversificare le misure in atto.  Anche in Sardegna - ribadisce il Presidente Solinas - alla luce dei dati è possibile avviare finalmente una ripresa ordinata, prudente ma più rapida, del nostro sistema economico e produttivo, e consentire un graduale ritorno a quella nuova normalità della vita sociale tanto attesa da tutti”.
Quello avuto ieri con il minisro Boccia "E' stato un incontro utile per capire le intenzioni del governo e per confrontarci su come affrontare la Fase 2. Gran parte dei presidenti chiedono di avere una certa flessibilità nel gestire la Fase 2, nell'ambito di linee guida nazionali e una libertà di attivare misure più o meno restrittive in relazione alle caratteristiche sanitarie, economiche e sociali della propria  regione". E' quanto ha detto il presidente della Regione Molise, Donato Toma. "Io sono a favore del fatto di avere la flessibilità nel decidere le riaperture nell'ambito di un quadro nazionale, poi non è detto che io riapra prima però deve essere una prerogativa dei presidenti delle Regioni decidere". Riguardo al rischio che con le ordinanze regionali si arrivi a un conflitto istituzionale davanti alla Consulta, Toma ha sottolineato: "Finora non ho avuto problemi, ho cercato di mantenere le ordinanze nell'ambito di un leale e corretta collaborazione istituzionale, ma laddove non ci fossero identità di vedute potrebbe aprirsi un confronto da evitare", ha continuato Toma facendo riferimento ai rischi di arrivare a un conflitto fino alla Consulta. Il dpcm, secondo Toma, dovrebbe essere "più permissivo" lasciando alle Regioni la possibilità di valutare: "Ad esempio in Molise io non sono propenso a una riapertura di parrucchieri, ristoranti e bar l'1 giugno, sarei più per rivalutare a inizio maggio la possibilità di una riapertura il 18". 
Il Presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin, che unitamente agli altri Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, ha partecipato il 29 aprile alle due riunioni in videoconferenza (la prima con il Ministro per gli affari regionali e autonomie, Francesco Boccia, alla presenza del Capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli e del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, e la seconda con il Ministro della Salute, Roberto Speranza) ha reso noti i principali temi trattati.  Al primo video-incontro, sono stati trattati, in particolare, il tema riguardante la normativa sugli aiuti di Stato e l’illustrazione della nuova Task force di volontariato della Protezione civile, per il tramite della quale anche la Valle d’Aosta potrà attingere a nuove risorse in termini di medici, infermieri e OSS.  Nel corso della videoconferenza è stato effettuato anche un aggiornamento rispetto ai dispositivi di protezione individuali ed in particolare sulla possibilità di utilizzare le mascherine lavabili in tessuto da indossare per fare la spesa.  Particolare attenzione è stata, infine, posta dal Ministro Boccia, all’armonizzazione delle ordinanze relative alle misure della Fase 2.  A tal proposito, la principale richiesta avanzata al Ministro, da parte delle Regioni, è stata quella di avere la possibilità di apportare modifiche a quanto previsto dal DPCM in relazione a situazioni particolari che caratterizzano i diversi territori regionali.  Nella successiva riunione, svoltasi sempre in streaming con il Ministro Speranza, l’accento è stato, invece, posto sul delicato tema che riguarda il sistema di monitoraggio sull’evoluzione epidemiologica, relativamente all’utilizzo delle App, all’evoluzione dei sistemi di monitoraggio sierologico e all’importanza di interventi sempre più tempestivi.


 

ORDINANZE REGIONALI

DECRETI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

ORDINANZE DEL CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE

DECRETI LEGGE IN GAZZETTA UFFICIALE


 
CORONAVIRUS. CONTE RIVENDICA LEGITTIMITA' DPCM: C'E' DI MEZZO LA SALUTE


 
[Basilicata] Bardi al Governo: più competenze alle Regioni nella Fase 2

Il post s
ulla pagina facebook del Presidente Stefano Bonaccini relativo all'intervista al Corriere Bologna

 
[Friuli Venezia Giulia] Coronavirus: da Regioni cdx richiesta di passare da divieti a regole



[Bolzano] Fase 2: La Provincia di Bolzano sceglie la via legislativa

 
[Sicilia] Coronavirus: Musumeci, ecco cosa chiediamo a Conte 

 
[Sardegna] PRESIDENTE SOLINAS SCRIVE CON ALTRI 10 GOVERNATORI E LE PROVINCE AUTONOME A CONTE: INIZIARE DAVVERO LA FASE 2, ALCUNE REGIONI POSSONO RIPARTIRE IN SICUREZZA


 
CORONAVIRUS: F.BOCCIA "A PRESIDENTI REGIONI CHIEDO RESPONSABILITÀ"


( red / 30.04.20 )

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Fase 2: l'economia in vista dei nuovi provvedimenti del Governo

Tabelle richieste e interventi

(Regioni.it 3832 - 30/04/2020) Il Governo “non può assicurare in modo immediato il ritorno alla normalità” e qualsiasi atteggiamento ondivago, come passare dalla politica del chiudiamo tutto al riapriamo tutto, “rischierebbe di compromettere in maniera irreversibile questi sforzi", così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla Camera nell'informativa sull'emergenza virus.
La fase 2 è sottoposta quindi al report del Comitato tecnico-scientifico che presenta i rischi di una risalita dei contagi. Comunque Conte annuncia che occorrerà anche "valutare la possibile riapertura, in modalità sperimentale, di nidi e scuole dell'infanzia, oltre ai centri estivi e ad altre attività ludiche ed educative destinate a nostri bambini". Pertanto se ci saranno meno contagi, "nuovi allentamenti a maggio". Il premier annuncia inoltre "15 miliardi per le imprese nel prossimo decreto".
Quindi slitta a maggio quello che è stato finora chiamato il decreto di Aprile, di sostegno economico alla ripartenza. Il provvedimento prevede 13 miliardi per gli ammortizzatori sociali e altre 9 settimane di copertura; il divieto di licenziamenti sarà prorogato e sono annunciare card da 200 euro per le bici.
Inoltre la Camera ha approvato il Def, il documento di programmazione finanziaria, e lo scostamento di bilancio.
E resta ancora aperta la questione degli aiuti Ue: se, come e quando il Recovery Fund verrà varato.
'La Commissione europea non ha ancora preso decisioni sull'implementazione dell'accordo' sull'uso del Mes 'e comunque tutto il sistema di monitoraggio o di sorveglianza sarà in linea con l'accordo politico raggiunto dall'Eurogruppo e dal Consiglio europeo'. Così la portavoce della Commissione europea per l'economia, Marta Wieczorek.
"Il Recovery plan, da quanto si apprende, potrebbe consistere in 1.000 miliardi di euro, di cui 50 per allungare di due anni la programmazione dei fondi di coesione regionali in scadenza nel 2020", osserva Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, secondo cui questa è "certamente una boccata d'ossigeno, ma ben poca cosa rispetto alle risorse che servono ai territori e alle Regioni per ripartire". Rossi sottolinea che "se sostenuti e coinvolti nell'attuazione del Recovery plan, come amministrazioni locali siamo pronti a fare la nostra parte, anche con bandi a fondo perduto rivolti all'industria, alle piccole e medie imprese, alle start-up e al mondo della ricerca". In Toscana "per sostenere la ripresa abbiamo calcolato che è necessario un piano di investimenti di almeno 5 miliardi all'anno".
Nel primo trimestre 2020 il Pil è calato del 3,8% nell'eurozona e del 3,5% nella Ue rispetto al trimestre precedente, stima Eurostat.
E' il calo più importante dall'inizio delle serie temporale nel 1995. Nel quarto trimestre 2019 il Pil era aumentato dello 0,1% nell'eurozona e dello 0,2% nella Ue. Rispetto al primo trimestre del 2019 il Pil ha registrato un calo del 3,3% nell'eurozona e del 2,7% nella Ue dopo essere aumentato dello +1,0% e del +1,3%rispettivamente nel trimestre precedente.
Secondo l'Istat ll Pil italiano nel primo trimestre 2020 è calato del 4,7% sul trimestre precedente e del 4,8% sull'analogo periodo dello scorso anno. La flessione del Pil 'è di un entità mai registrata dall'inizio del periodo di osservazione dell'attuale serie storica che ha inizio nel primo trimestre del 1995'. La variazione del Pil acquisita per il 2020 è di -4,9%.
Inoltre l’Istat indica che il tasso di disoccupazione a marzo è sceso all'8,4% con un calo di 0,9 punti rispetto a febbraio, sottolineando come nello stesso mese sia aumentata l'inattività mentre l'occupazione è diminuita leggermente. L'occupazione è diminuita di 27.000 unità rispetto a febbraio e di 121.000 unità rispetto a marzo 2019. Il tasso di occupazione cala al 58,8%. “Nonostante l'emergenza Covid 19 - afferma l'Istat - l'occupazione ha registrato una sostanziale tenuta”.
Ci sono anche i dati dell’Inail sugli infortuni in questo periodo coronavirus.
L'Inail ha già ricevuto oltre 28.000 denunce di infortuni per contagio da Covid 19 con 98 casi mortali. Le denunce mortali da Covid sono il 40% degli incidenti mortali sul lavoro denunciati.
Quasi la metà degli infortuni da contagio (45,7%) riguarda infermieri e altri tecnici della salute, seguiti da operatori socio-sanitari (18,9%), medici (14,2%) e operatori socio-assistenziali (6,2%).
Il Consiglio dei Ministri del 29 aprile 2020 ha varato una serie di provvedimenti, tra questi le misure urgenti su giustizia e tutela dei dati personali, intervenendo anche in materia di prevenzione dei contagi da Covid-19 e prevedendo che, presso il Ministero della salute, sia istituita una piattaforma per il tracciamento dei contatti stretti tra i soggetti che installino, su base volontaria, un’apposita applicazione per dispositivi di telefonia mobile.
L’applicazione sarà complementare rispetto alle ordinarie modalità già in uso da parte del Servizio sanitario nazionale.
Quindi via libera alle misure per la privacy della app Immuni: ogni dato personale sarà cancellato o reso anonimo a fine anno.
Il Ministero adotterà misure tecniche e organizzative idonee a garantire un livello di sicurezza adeguato ai rischi elevati per i diritti e le libertà degli interessati, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, assicurando, in particolare, che:
  • gli utenti ricevano, prima dell'attivazione dell'applicazione, informazioni chiare e trasparenti al fine di raggiungere una piena consapevolezza, in particolare, sulle finalità e sulle operazioni di trattamento, sulle tecniche di pseudonimizzazione utilizzate e sui tempi di conservazione dei dati;
  • per impostazione predefinita, i dati personali raccolti dall'applicazione siano esclusivamente quelli necessari ad avvisare gli utenti dell'applicazione di rientrare tra i contatti stretti di altri utenti accertati positivi al COVID- 19, nonché ad agevolare l'eventuale adozione di misure di assistenza sanitaria in favore degli stessi soggetti;
  • il trattamento effettuato sia basato sui dati di prossimità dei dispositivi, resi anonimi, oppure, ove ciò non sia possibile, pseudonimizzati. È esclusa in ogni caso la geo-localizzazione dei singoli utenti;
  • siano garantite su base permanente la riservatezza, l'integrità, la disponibilità e la resilienza dei sistemi e dei servizi di trattamento nonché misure adeguate ad evitare il rischio di reidentificazione degli interessati cui si riferiscono i dati pseudonimizzati oggetto di trattamento;
  • i dati relativi ai contatti stretti siano conservati, anche nei dispositivi mobili degli utenti, per il periodo strettamente necessario al trattamento, la cui durata è stabilita dal Ministero della salute. I dati sono cancellati in modo automatico alla scadenza del termine;
Si prevede, infine, che:
  • i dati raccolti non possano essere trattati per finalità diverse da quella specificate, salva la possibilità di utilizzo in forma aggregata o comunque anonima, per soli fini di sanità pubblica, profilassi, finalità statistiche o di ricerca scientifica;
  • il mancato utilizzo dell'applicazione non comporti alcuna limitazione o conseguenza in ordine all'esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati;
  • la piattaforma sia realizzata esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni o enti pubblici o società a totale partecipazione pubblica e i programmi informatici sviluppati per la realizzazione della piattaforma siano di titolarità pubblica;
  • l'utilizzo dell'applicazione e della piattaforma, nonché ogni trattamento di dati personali siano interrotti alla data di cessazione dello stato di emergenza disposto con delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, e comunque non oltre il 31 dicembre 2020, ed entro la medesima data tutti i dati personali trattati siano cancellati o resi definitivamente anonimi.
Infine si annuncia un provvedimento sui funerali: a partire dal 4 maggio si potranno tenere funerali 'con l'esclusiva partecipazione di congiunti', nel numero massimo di 15, 'preferibilmente all'aperto' ma anche nel luogo di culto se questo non è possibile. Si chiede la partecipazione ai riti con 'le vie respiratorie protette' e evitando 'il contatto fisico'. Le celebrazioni dovranno svolgersi in un 'tempo contenuto' ed 'evitando cortei di accompagnamento del feretro'.



( gs / 30.04.20 )

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Coronavirus: la sanità tra contagio e ripartenza

Tabella potenziamento servizi sanitari

(Regioni.it 3832 - 30/04/2020) Calano i malati da contagio coronavirus in Italia e il commissario Arcuri comunque assicura che saremmo “pronti a reggere un picco superiore a quello della prima fase” ed è in arrivo un accordo per garantire la fornitura delle mascherine alle farmacie. “Pronti a reggere un picco anche superiore a quello della prima fase, non all'Apocalisse, ma pensiamo che non ci sarà”, afferma sempre Arcuri. Alla fine dell'estate stop agli acquisti all'estero, produzione in Italia del 100% dei dispositivi di protezione individuale.
E dall’estero arriva la notizia che la Food and Drugs Administration americana è pronta ad autorizzare in emergenza l'uso del farmaco sperimentale remdesivir per trattare i pazienti affetti da coronavirus.
L'antivirale prodotto dalla società americana Gilead Science è stato testato su un gruppo di persone contagiate dal Covid-19 e ha dato buoni risultati, accelerando del 31% i tempi di guarigione, spiega l'Istituto della sanità americana. L'antivirale, tuttavia, fa discutere gli scienziati: la rivista scientifica Lancet pubblica uno studio secondo cui 'non funziona'.
Nel contempo il vaccino anti-Covid sperimentale messo a punto da Oxford University e Advent-Irbm, ChAdOx1, è stato somministrato finora ad oltre 320 volontari sani evidenziando di essere "sicuro e ben tollerato".  La sperimentazione clinica del potenziale vaccino è iniziata la scorsa settimana su oltre 500 volontari sani in 5 centri in Inghilterra. I risultati di questa prima fase sono attesi entro maggio.
La logica del documento epidemiologico elaborato dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss) con la Fondazione Bruno Kessler è riaprire il Paese cercando di capire quale variabile ha più peso nella diffusione del virus, dichiara il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro, nella conferenza stampa organizzata dall'Istituto. "E' uno studio nazionale che dovrà essere modulato sui dati regionali ed è focalizzato alla riapertura", ha aggiunto, e i "modelli dovranno essere aggiornati periodicamente e tarati sulle realtà regionali".
"La stima" dell'indice di contagiosità "Rt in tutte le regioni è sotto l'1, anche considerato il range che utilizziamo per la stima, e questo è un dato molto positivo, conseguenza delle misure adottate nel nostro Paese e dell'adesione dei cittadini a queste misure". L'84% di chi e' morto aveva più malattie, due o tre. i decessi totali sono oltre 25mila, rende noto Brusaferro.
Lo studio con le previsioni sulla curva epidemiologica in base alle varie riaperture, fornito al Governo per la fase 2, "e' basato sui dati, non ci sono errori", sottolinea Brusaferro. "Qualcuno ha detto che abbiamo sbagliato i conti, ma sono giusti - ha spiegato Stefano Merler della fondazione Kessler, che ha collaborato all'elaborazione dei dati - Chi ha criticato ha fatto un calcolo sul rapporto terapie intensive/infezioni, ma si dimenticano dei decessi per covid che non sono entrati in terapia intensiva. Il conto giusto e' 3-400 in terapia intensiva in quel periodo piu' i decessi, uguale 13.000, non 1.300 come ha calcolato chi critica lo studio. E sappiamo inoltre che i positivi reali rispetto a quelli noti sono 10-20 volte tanto".
Pertanto la curva dell'epidemia da coronavirus continua a decrescere sia come casi che per numero di sintomatici e il tasso di contagiosità Rt è sotto 1 in tutte le regioni. Si è ridotto anche il numero delle zone rosse: sono 74 comuni in 7 regioni.
Intanto in Emilia-Romagna si lavora anche sulla prevenzione dalle zanzare. Conosci, previeni, proteggi: con questo messaggio la Regione Emilia-Romagna invita i cittadini a difendersi dalle zanzare, che alle soglie dell'estate puntualmente si presentano e possono trasmettere malattie virali anche pericolose. Parte infatti sabato 2 maggio la campagna di comunicazione messa a punto dal Servizio sanitario regionale 'Zanzare e altri insetti, impara a difenderti', che quest'anno si presenta con una novità: una app, 'Zanzarer', che fornisce consigli e informazioni utili per facilitare la collaborazione dei cittadini nella lotta alle zanzare.


Coronavirus Fase 2: Tabella relativa ai potenziamenti sanitari nelle Regioni - aggiornata al 30.04.2020


CORONAVIRUS. MOTORE SANITÀ: ECCO DICHIARAZIONI ESPERTI IN WEBINAR SU TERAPIE


++ Coronavirus: Iss, curva continua a decrescere ++


++ Vaccino Oxford anti-Covid già a 320 volontari,è sicuro ++


++ Coronavirus: Brusaferro,Rt sotto 1 in tutte le regioni ++


Coronavirus:Iss,studio epidemiologico modulato su regioni


++ Coronavirus: tempo insorgenza sintomi 6.6 giorni ++

CORONAVIRUS: OMS EUROPA, 'PER ORA USO REMDESIVIR SOLO IN TRIAL'


++ Coronavirus: Iss, ridotte zone rosse, sono 74 comuni ++


CORONAVIRUS: DE MICHELI "ALLO STUDIO APP AFFOLLAMENTO MEZZI PUBBLICI"


 
[Istituto Superiore Sanità] Valutazione di politiche di riapertura utilizzando contatti sociali e rischio di esposizione professionale - 30 aprile 2020 -

 
[Istituto Superiore Sanità] Covid-19, il documento: valutazione di politiche di riapertura utilizzando contatti sociali e rischio di esposizione professionale - 30 aprile 2020 -

 
[Istituto Superiore Sanità] Covid-19, aggiornamento sull'evoluzione della pandemia - 30 aprile 2020 -



( gs / 30.04.20 )

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Bonaccini e Grieco: non penalizziamo Terzo settore, bene azioni Governo

(Regioni.it 3832 - 30/04/2020) “Bene la disponibilità del Governo, annunciata dal presidente Conte, di sostenere il Terzo settore con tutta una serie di interventi, in modo tale da non penalizzare chi ci ha aiutato in un momento così difficile. E’ stata infatti accolta la nostra richiesta di azioni e interventi concreti, e in particolar modo quella di dare la possibilità di estendere anche al Terzo settore le misure di accesso agevolato al credito e al fondo nazionale di garanzia. Imprese e associazioni di promozione sociale devono avere la possibilità di poter sospendere i mutui e di accedere alle agevolazioni per le spese di sanificazione o per pagare i canoni di locazione”, dichiara Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, al termine della riunione del 29 aprile (in videoconferenza) della Cabina di regia del Terzo settore guidata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, presente il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, e i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, Cristina Grieco (Assessore della Regione Toscana), coordinatrice della Commissione  Scuola e Lavoro della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome  e la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein.
“Le Regioni esprimono grande apprezzamento – spiega Cristina Grieco - per il lavoro di collaborazione finora svolto e per la sensibilità rappresentata dal presidente Conte, che ha permesso di portare a termine il lavoro sul decreto per l’istituzione del registro unico del Terzo settore e di valutare la possibilità di linee guida condivise. Così come è positiva la disponibilità di portare a conclusione in tempi brevi altri provvedimenti attuativi della riforma. 
Fondamentale anche l’annuncio che potranno essere sbloccate dal Parlamento le risorse del cinque per mille Irpef destinate al Terzo settore e pari circa ad un miliardo di euro.
Accolte anche le altre richieste delle Regioni, come quella di inserire nel prossimo decreto per l’emergenza coronavirus gli Enti del Terzo settore che non svolgono attività di impresa.
La Conferenza delle Regioni ha già chiesto al Parlamento di inserire un emendamento che permetta anche al Terzo settore - compresi gli enti religiosi civilmente riconosciuti e i soggetti economici indicati dalla Commissione Europea - di accedere alle risorse garantite per le imprese.
Così diamo loro la possibilità di continuare a dare servizi sociali che tutti riteniamo fondamentali anche nella Fase 2, quella della ripartenza. Tra questi il presidente Conte, con grande sensibilità, ha rappresentato di continuare a lavorare ad un ventaglio di soluzioni e possibilità da offrire alle famiglie in difficoltà nel periodo estivo per la gestione educativa di bambini e ragazzi, e nel merito le regioni stanno già lavorando con i ministri Azzolina, Catalfo e Bonetti all’elaborazione di linee guida che coinvolgeranno anche Terzo settore ed Enti locali.
Per il mantenimento dei servizi occorre inoltre avere certezza di risorse negli anni, recuperando anche quelle finora tagliate. In tal senso è da portare avanti anche la riorganizzazione del Registro Unico nazionale del Terzo Settore, tenendo conto che molte regioni hanno già istituito propri uffici e sono ancora in attesa delle risorse a loro attribuite per il passaggio dei registri in quello Unico nazionale”.


Bonaccini, Grieco (Regioni): non penalizziamo Terzo settore, bene azioni Governo  


 
Terzo settore, Catalfo: fornisce contributo fondamentale A studio nuovi interventi per Enti

 
CORONAVIRUS. INSEDIATA CABINA DI REGIA TERZO SETTORE, LE RICHIESTE ALL'UPI DE PASCALE: GOVERNO ESTENDA A ASSOCIAZIONI MISURE PREDISPOSTE PER IMPRESE

 
CORONAVIRUS: CABINA REGIA TERZO SETTORE, VECCHI "INCONTRO POSITIVO"



( red / 30.04.20 )

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Emergenza Covid-19: Comitato di Settore Regioni-Sanità, soddisfazione per protocollo Regioni-Sindacati

(Regioni.it 3832 - 30/04/2020) Grande soddisfazione da parte dei Presidenti del Comitato di Settore Regioni-Sanità, Davide Carlo Caparini (Assessore Regione Lombardia) e Vittorio Bugli (Assessore Regione Toscana), per la firma del protocollo tra la Conferenza delle Regioni e delle province autonome e le Organizzazioni Sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl. Un testo a cui il Comitato ha contribuito attivamente perché è giusto che in questo momento di gestione dell’emergenza Covid-19 che gli operatori sanitari ricevano un riconoscimento.
Ecco perché occorre che siano recepite le proposte del protocollo nel più breve tempo possibile. L’abnegazione dimostrata, anche nei momenti più difficili, merita un intervento per incrementare le risorse disponibili anche con stanziamenti ulteriori da parte del Governo, superando i limiti posti dalle attuali normative per la spesa del personale.



Comitato di Settore Regioni-Sanità: soddisfazione per la firma del protocollo Regioni-Sindacati che riconosce lo sforzo degli operatori sanitari nell'emergenza Covid-19

[CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME - FP CGIL - CISL FP - UILFPL] Coronavirus. Regioni e sindacati, destinare risorse e tutele aggiuntive al personale impiegato nell'emergenza

 



( red / 30.04.20 )

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Protocollo Regioni e sindacati: destinare risorse e tutele aggiuntive al personale impiegato nell'emergenza Covid-19

On line il testo siglato il 29 aprile

(Regioni.it 3832 - 30/04/2020) "È stato sottoscritto il 29 aprile un protocollo d’intesa tra la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano e le Organizzazioni Sindacali FP Cgil, Cisl FP, Uil FPL, per l’individuazione e la destinazione di specifiche risorse finalizzate a remunerare le particolari condizioni dei lavoratori impegnati nell’emergenza Covid-19 negli Enti e Aziende del SSN. Un testo costruito grazie anche al coinvolgimento del Comitato di Settore Regioni-Sanità (vedi anche notizia precedente).
"Regioni e sindacati, con il protocollo - si legge in un comunicato stampa congiunto Conferenza delle Regioni, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl)  chiedono di riconoscere 'la grande professionalità, la capacità di adattamento organizzativo e la dedizione al lavoro' degli operatori, attraverso un pacchetto di interventi 'che incrementi in misura sensibile le risorse disponibili, anche con un ulteriore stanziamento da parte del Governo', escludendo le risorse 'dal computo dei limiti previsto dall’attuale art.23 comma 2 del D.lgs. 75/2017 e dai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia di spesa di personale'.
Regioni e sindacati del pubblico impiego - prosegue la nota congiunta - elencano le leve retributive impiegabili, tra le quali: una particolare maggiorazione della produttività, a titolo di “progetto Covid-19”, individuata previo passaggio in contrattazione integrativa; l’estensione di un’indennità di malattia infettiva a tutto il personale sanitario ed oss, con la richiesta di intervenire, da un punto di vista normativo, per permettere l’estensione dell’indennità a tutto il personale; infine, la possibilità di ampliare i reparti e i servizi destinatari dell’indennità di terapia intensiva e sub-intensiva, attraverso il confronto e la contrattazione regionale.
Per rendere operative queste misure - proseguono le Regioni e le organizzazioni sindacali firmatarie del presente protocollo -, è stato condiviso 'l’invio al Governo di una serie di proposte tra le quali, in particolare, alcuni emendamenti all’ex art.1 del Cura Italia'.
È stato inoltre richiesto 'di dare compiuta attuazione a quanto previsto nel Patto per la Salute 2019-2021, prevedendo la possibilità per le Regioni in equilibrio economico, che hanno garantito i LEA e avviato il processo di adeguamento alle disposizioni di cui al DM 2 aprile 2015, n. 70, di destinare alla contrattazione integrativa risorse aggiuntive rispetto a quelle già previste nel CCNL, nel limite del 2 per cento del monte salari regionale, rilevato nell’anno 2018, nonché ulteriori risorse aggiuntive di derivazione nazionale e comunitaria'.
A tal fine, 'risulta poi necessario per poter pienamente utilizzare le auspicate ulteriori risorse, che interventi finanziari di carattere europeo e nazionale per la gestione dell’emergenza, siano escluse dal computo dei limiti previsti dall’attuale art. 23 comma 2 del D.lgs. 75/2017 e dai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia di spesa di personale'.
Si ritiene infine - concludono Regioni e Sindacati - che debba essere previsto, in relazione all’eccezionalità dell’emergenza sanitaria in atto, un intervento normativo che tuteli tutto il personale coinvolto che ha operato nella fase emergenziale da responsabilità civili e penali, salvo il caso di condotte poste in essere con dolo o in ipotesi particolarmente qualificate di colpa grave".


( red / 30.04.20 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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