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Regioni.it

n. 4179 - mercoledì 10 novembre 2021

Sommario
- Fedriga convoca la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per l’11 novembre alle 15.00
- Politica di coesione: strategia e strumenti per rafforzare e sostenere la ripresa nelle Regioni. Ieri la I sessione della "winter school" del Cinsedo
- Concessioni balneari: sentenza del Consiglio di Stato, la reazione delle Regioni
- Agricoltura: dossier Prosek e sostegno filiera lattiero-casearia
- Pnrr: Governo coinvolga di più le Regioni
- Pandemia: circolare manifestazioni e terza dose a 40-60 anni

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Concessioni balneari: sentenza del Consiglio di Stato, la reazione delle Regioni

(Regioni.it 4179 - 10/11/2021) "L’incompatibilità comunitaria della legge nazionale che ha disposto la proroga ex lege delle concessioni demaniali produce come effetto, anche nei casi in cui siano stati adottati formali atti di proroga e nei casi in cui sia intervenuto un giudicato favorevole, il venir meno degli effetti della concessione, in conseguenza della non applicazione della disciplina interna". 
E' uno dei passaggi della sentenza del Consiglio di Stato (Cons. St., A.P., 9 novembre 2021, n. 17 – Pres. Patroni Griffi, Est. MolinaroCons. St., A.P., 9 novembre 2021, n. 18 – Pres. Patroni Griffi, Est. Giovagnoli) che, fra l'altro, sottolinea che "le norme legislative nazionali che hanno disposto (e che in futuro dovessero ancora disporre) la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative – compresa la moratoria introdotta in correlazione con l’emergenza epidemiologica da Covid-19 dall’art. 182, comma 2, d.l. n. 34 del 2020, convertito in legge n. 77 del 2020 – sono in contrasto con il diritto eurounitario, segnatamente con l’art. 49 TFUE e con l’art. 12 della direttiva 2006/123/CE; tali norme, pertanto, non devono essere applicate né dai giudici né dalla pubblica amministrazione".  
"Al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative in essere, nonché di tener conto dei tempi tecnici perché le amministrazioni predispongano le procedure di gara richieste e, altresì, nell’auspicio che il legislatore intervenga a riordinare la materia in conformità ai principi di derivazione europea", il Cosiglio di stato  stabilisce che "le concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative già in essere continuano ad essere efficaci sino al 31 dicembre 2023, fermo restando che, oltre tale data, anche in assenza di una disciplina legislativa, esse cesseranno di produrre effetti, nonostante qualsiasi eventuale ulteriore proroga legislativa che dovesse nel frattempo intervenire, la quale andrebbe considerata senza effetto".
Per il coordinatore del tavolo interregionale del Demanio oltreché assessore di Regione Liguria, Marco Scajola, “La sentenza del Consiglio di Stato sulla proroga solo fino al 2023 delle concessioni balneari è folle soprattutto perché rende migliaia di aziende ostaggio della magistratura amministrativa. Tutto questo è stato possibile a causa del lassismo di una politica che, per tanti anni, è stata indecisa, superficiale e chiacchierona determinando la scadenza delle concessioni demaniali marino-marittime tra due anni. Questo è un colpo forte contro migliaia di aziende familiari che vedono messa in discussione la loro storia e anni di lavoro e di impegno sulle nostre coste”.
“In questi anni in più occasioni – prosegue l’assessore Scajola - ho gridato che il governo non perdesse tempo e non aspettasse le sentenze, ma si adoperasse per risolvere la situazione, purtroppo questa sentenza mi dà ragione. Mai io credo e voglio credere nella politica seria e nelle Istituzioni”. “Siamo dell’idea – conclude Scajola – che se il governo vuole, può ancora intervenire anche alla luce di questa pesante sentenza, per dare comunque stabilità e certezze a un comparto che non merita questo trattamento e che non merita di veder il proprio lavoro e i propri sacrifici e investimenti economici, familiari e sociali messi violentemente in discussione e ridimensionati come purtroppo accaduto oggi. Per quanto mi riguarda come coordinatore del tavolo interregionale sul Demanio riunirò nei prossimi giorni le regioni per fare il punto e per essere propositivi nei confronti di migliaia di famiglie di lavoratori italiani”.
Anche l’assessore regionale a Turismo e Commercio della regione Emilia-Romagna, Andrea Corsini, commenta la decisione del Consiglio di Stato di indicare il 31 dicembre 2023 come termine ultimo per le proroghe delle concessioni balneari che da inizio 2024 saranno quindi aperte al libero mercato, come previsto dall’articolo 12 della direttiva Bolkenstein.
“Dopo la sentenza del Consiglio di Stato ora è davvero urgente che il Governo affronti in modo definitivo la materia attraverso una legge di riordino delle concessioni demaniali con finalità turistico ricreative. Un provvedimento da troppo tempo rinviato e che dovrà contenere criteri molto chiari per tutelare il lavoro, la professionalità e gli investimenti fatti dagli imprenditori balneari”.
“Da troppo tempo i nostri operatori turistici stanno vivendo una situazione di incertezza rispetto al loro futuro, a quello delle loro famiglie e delle proprie imprese- prosegue l’assessore-. Una situazione che deve essere chiarita una volta per tutte. Per questo occorre una norma che dovrà essere concordata con l’Unione europea per evitare di incorrere in procedure di infrazione che continuerebbero a mettere a rischio un comparto fondamentale per l’economia turistica nazionale e regionale”.
“Infine, rispetto alle voci che stanno circolando su una presunta non apertura delle spiagge nel 2022- chiude Corsini- preciso che sono illazioni prive di ogni fondamento. I nostri operatori turistici balneari vogliono lavorare nella certezza di regole chiare ed equilibrate”.
Per l’assessore regionale all’Ambiente, Toto Cordaro, ritiene che "la Regione Siciliana abbia creato, attraverso una norma proposta dal governo Musumeci e approvata dall’Assemblea regionale, presupposti giuridici diversi rispetto a quelli di tutte le altre Regioni italiane, essendo l’unica ad avere esteso al 2033 le concessioni demaniali marittime vigenti per legge. Basterebbe già solo questo, oltre al fatto che la Sicilia, Regione a Statuto speciale, ha competenza esclusiva in materia di demanio marittimo, per differenziarsi dal resto d’Italia. "In attesa di leggere con attenzione il dispositivo della sentenza - prosegue l’assessore - non si può non evidenziare che le altre Regioni si sono limitate a recepire, attraverso meri atti amministrativi, una disposizione contenuta nella legge finanziaria statale del 2018. La Sicilia, invece, oltre all’approvazione di un’apposita norma ha fatto di più, avendo previsto le condizioni essenziali per procedere al rinnovo delle concessioni".
In particolare, il decreto dell’assessore Cordaro ha indicato come requisiti per la proroga: l’attualizzazione della certificazione antimafia, la regolarità contributiva del concessionario e l’avere pagato tutti i canoni pregressi. Un aspetto, quest’ultimo, che ha portato nelle casse della Regione quindici milioni di euro in un’unica soluzione. Il governo regionale - conclude l’assessore – ha lavorato per valorizzare una categoria che ricomprende, a vario titolo, pubblico e privato e conta oltre tremila concessioni che assicurano ogni anno centomila posti di lavoro. Lo abbiamo fatto avendo come un unico obiettivo l’interesse della Sicilia e dei siciliani".


( red / 10.11.21 )
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Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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