(Regioni.it 3821 - 16/04/2020) La regione Lombardia chiede al Governo di dare il via libera alle attività produttive dal 4 maggio, nel rispetto di quattro condizioni: distanza di un metro tra le persone, obbligo di mascherina per tutti, obbligo di smart working per le attività che lo possono prevedere e test sierologici, che inizieranno dal 21 aprile. “Assisto disgustato a molteplici azioni di gigantesca deformazione della realtà e di sciacallaggio politico e mediatico” afferma l'assessore lombardo Giulio Gallera, in merito alle prime reazioni sulla proposta di entrare nella Fase 2, quella della ripartenza.

Fontana aveva chiarito: "Non parliamo di attività produttive, di competenza del governo centrale, ma delle attività ordinarie”.

“Credo che si debba andare veloci” perché “comunque e in ogni caso dobbiamo cercare di fare ripartire la vita" ma "sempre nel rispetto e nella garanzia delle condizioni sanitarie dei nostri cittadini”, dichiara sempre Fontana, spiegando che domani sarà convocato il “primo tavolo della competitività allargato ai capigruppo" in cui si entrerà "nel merito" delle "condizioni e delle limitazioni" da assumere per la ripresa.
Per una ripartenza 'in sicurezza' delle attività produttive c'è l'ipotesi di spalmare il lavoro non su cinque ma su sette giorni: 'scaglionare il lavoro magari su 7 giorni anziché su 5, con orari di inizio diversi per evitare l'utilizzo eccessivo dei mezzi pubblici in determinate fasce', ha spiegato Fontana.

Intanto il Governo sta lavorando alla Fase 2 differenziata per maggio ad orari diversi d'ingresso e uscita per uffici pubblici e aziende per riorganizzare i trasporti pubblici: sarebbe questa una delle ipotesi cui sta lavorando il governo in vista del 3 maggio con la task force guidata da Colao.
Il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, afferma che " chi vorra' riaprire proporremo di fare il test sierologico; quando sara' deciso di riaprire, noi diciamo che in Toscana e' utile e cercheremo di fare di tutto perche' si faccia il test. Non possiamo imporre nessun trattamento sanitario, pero' noi lo paghiamo e quindi dentro le fabbriche sara' un accordo tra sindacati e datori di lavoro a trovare le modalita' per cui si potra' intervenire".
Per il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. "l''emergenza non e' finita e dobbiamo proseguire rispettando le restrizioni. Continuiamo tutti insieme a lavorare per un'Emilia Romagna che possa rialzarsi al piu' presto. Con tutte le parti sociali stiamo definendo la fase due. Al primo posto la sicurezza dei lavoratori".
Secondo il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, "l'uscita dal lockdown deve avvenire, ma avvenga dentro tempi e regole nazionali da individuare in fretta senza furbizie. Cos'altro deve accadere per capire che i nostri destini di italiani e di europei sono legati? E che ciò che accade a una Regione condiziona pesantemente ciò che accade su tutto il resto del Paese? Errare è umano, perseverare è diabolico".
Il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, rileva che "la riapertura dei cantieri in sicurezza va avanti", commentanto il prosieguo dei lavori di un grande centro commerciale, mentre il presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci, parla del futuro: "E' chiaro che il settore turistico, già fin dallo scorso anno si era rivelato quello maggiormente in crescita tra le regioni del Mezzogiorno d'Italia. Ecco, io credo che noi possiamo anche quest'anno, dopo l'epidemia, lanciare l'idea della Sicilia sicura. Venite in Sicilia e restate a fare le vostre vacanze - dichiara Musumeci -. Sono convinto che negli ultimi mesi dell'anno potremo recuperare, perché si può fare turismo anche in autunno e in inverno. Per questo abbiamo pensato di adottare misure di sostegno alle imprese impegnate nel turismo, mettendo a disposizione 1,5 miliardi di euro tra un piano emergenziale e un piano di ricostruzione economica. Sono convinto e sono assolutamente aperto al confronto con gli operatori del turismo, perché insieme all'agricoltura di qualità possiamo fare di questi i settori portanti per recuperare una condizione che ha lasciato sul tappeto migliaia e migliaia di famiglie".
Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, evidenzia che "in questo momento come abbiamo più volte detto ogni regione può restringere se vuole, ma non può aprire senza un provvedimento del Governo. E la cabina di regia deciderà sulle modalità di riapertura il prossimo 4 maggio".
"Con il ministro Boccia - afferma Fontana - abbiamo già iniziato a discutere di quelle che possono essere le modalità di riapertura e mi ha anticipato che sabato o domenica ci sarà la cabina di regia per parlare della riapertura del Paese", e aggiunge che non c'è stata "nessuna fuga in avanti, la nostra è una proposta di buon senso". Quanto alla riapertura di aziende e attività produttive, "non competono a noi" e su "tutte le attività produttive decide esclusivamente il Governo".

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