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Regioni.it

n. 3839 - martedì 12 maggio 2020

Sommario3
- Covid-19; dopo il confronto con il Governo, Bonaccini: "Si riparte" con "atteggiamento responsabile delle Regioni"
- Fase 2: la ripartenza delle Regioni dal 18 maggio
- Def: posizione sul documento di economia e finanza 2020
- PNR: Ue e Programmazione Integrata per crescita e sviluppo sostenibile
- Sciopero Benzinai negli impianti delle autostrade dalle 22.00 del 12 maggio alle 22.00 del 14
- Molise: nuova Giunta, attribuite deleghe agli assessori

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Covid-19; dopo il confronto con il Governo, Bonaccini: "Si riparte" con "atteggiamento responsabile delle Regioni"

Premiata la collaborazione istituzionale

(Regioni.it 3839 - 12/05/2020) “Si riparte. Dal 18 maggio anche le attività finora sospese potranno riprendere il loro corso sulla base di una puntuale programmazione regionale,  sia pure in condizioni di sicurezza e nel rispetto dei protocolli a tutela dei lavoratori e degli utenti che il Governo si è impegnato a varare nelle prossime ore”, lo ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, al termine del confronto dell'11 maggio con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza.
“Termina la fase necessaria di sospensione delle competenze regionali, si entra ora – prosegue Bonaccini - in una fase di ripartenza differenziata in base alle caratteristiche territoriali e ai dati epidemiologici di ogni singola zona con l’esercizio pieno dell’autonomia regionale. È quanto avevamo sollecitato, e apprezziamo lo sforzo e l’impegno del Presidente del Consiglio. Attendiamo ora le linee guida nazionali e i protocolli nel più breve tempo possibile.
Per questi motivi abbiamo poi richiesto due cose.
La prima – spiega il Presidente della Conferenza delle Regioni - è che ci sia presto un Decreto che rappresenti un vero e proprio spartiacque che premi la collaborazione istituzionale, l’atteggiamento responsabile delle Regioni ed una visione dell’autonomia territoriale come opportunità per rispondere alle esigenze dei diversi contesti socio-economici. Ma questi ultimi dovranno essere costituti da un nucleo di poche e chiare regole sulla base delle quali chi è in grado di aprire - naturalmente considerando il dato epidemiologico e nel rispetto delle regole di prevenzione - possa farlo il prima possibile. E sotto questo profilo abbiamo avuto ampie rassicurazioni dal Governo.
La seconda questione riguarda la delicata questione delle minori entrate. Ho proposto su questo tema al Governo un percorso possibile per trovare nel brevissimo periodo un accordo fra l’Esecutivo e le Regioni, considerando le caratteristiche sia delle Regioni a statuto ordinario che delle Regioni a statuto speciale. Mi sembra anche su tale questione – ha concluso Bonaccini - di aver colto sensibilità e attenzione da parte del Governo”.
"Inizia la fase della responsabilità per le Regioni" ha ribadito ai Presidenti delle Regioni il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che già da giorni aveva aperto alla possibilità di procedere ad aperture differenziate a seconda della condizione in cui si trovano i diversi territori e aveva puntato sulla 'responsabilizzazione' delle Regioni. "Se i contagi andranno giù, potranno riaprire anche altre cose, se i contagi saliranno su, dovranno restringere" ha poi ribadito.  Sulla Cassa integrazione in deroga il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, nel corso della riunione, ha proposto la convocazione di una riunione operativa anche con la ministra del lavoro Nunzia Catalfo per semplificare le erogazioni modificando le attuali procedure. Le relative misure saranno inserite nel Dl rilancio.
Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza,  sottolinea che "prosegue il percorso di riapertura con giudizio". Dal 18 maggio ci sarà - avrebbe spiegato il ministro - più autonomia per i territori sulla base di protocolli stringenti e un monitoraggio rigoroso del contagio, aprendo alla possibilità di differenziazioni tra i territori.

Covid-19: Bonaccini dopo il confronto con il Governo, "Si riparte" premiando "collaborazione istituzionale" e con "atteggiamento responsabile delle Regioni"  


Coronavirus - Fase 2: Tabella relativa ai potenziamenti sanitari nelle Regioni - aggiornata al 12.05.2020


Fase 2: Boccia, non ci sara' normalita' fino a vaccino


Fase 2: Boccia, linee guida quasi pronte; forse entro giovedi'


++ Fase 2: Boccia, inizia fase responsabilità per Regioni ++


ANSA/ Via libera a Regioni,il 18 riaprono ristoranti e negozi


Fase 2: Bonaccini, a parole Conte corrisponderanno fatti


FASE 2: BOCCIA, 'LINEE GUIDA PER RIAPERTURA PRONTE IN SETTIMANA' =


Conte: con le Regioni potremo concordare alcune anticipazioni


FASE 2: BOCCIA A REGIONI, 'ANCH'IO VOGLIO USCIRE DA EMERGENZA MA IN SICUREZZA' =


FASE 2: BOCCIA, 'SI' A MES, DIFFICILE SPIEGARE A REGIONI NO A MLD EURO' =


Fase 2: Speranza, riaperture con giudizio e differenziazioni

 



( red / 12.05.20 )

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Fase 2: la ripartenza delle Regioni dal 18 maggio

Le dichiarazioni dei Presidenti dopo il confronto dell'11 maggio con l'esecutivo

(Regioni.it 3839 - 12/05/2020) Poco meno di tre ore di confronto tra Regioni e Governo, l'11 maggio (vedi notizia precedente) per definire le possibilità di ripartenza delle attività sui territori. Al termine arriva l'accordo che dal  18 di maggio permetterà alle Regioni una apertura differenziata delle attività. Al via il commercio al dettaglio e si potranno programmare le riaperture delle attività quali quelle di cura alla persona, così come di bar e ristoranti.
"“Il governo ha accolto le richieste di autonomia delle regioni." ha detto il presidente della Regione Liguria e Vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti, nel corso della video conferenza tra i presidenti di Regione con il premier Conte, il ministro Boccia e il ministro Speranza.  "Dal 18 maggio potremo aprire le attività in base alle esigenze territoriali.  In Liguria potranno quindi ripartire le categorie che aspettano da giorni risposte come : ristoranti, bar, negozi di abbigliamento, parrucchieri e centri estetici. Pertanto le proposte del governo verranno integrate con quelle degli enti locali. E su questo faremo un attento monitoraggio. Come presidenti di Regione abbiamo anche chiesto che possano arrivare entro giovedì i protocolli, le linee guida che mancano per tutte le attività su cui stanno lavorando Inail e il comitato tecnico scientifico.  Serve un percorso istituzionale con il governo, soprattutto ora che ci si avvia ad una nuova fase – ha continuato Toti - inoltre serve che nei prossimi provvedimenti che il governo assumerà nel prossimo futuro si distingua bene tra responsabilità nazionali e locali proprio per disinnescare ogni attrito e dare una mano alla ripartenza: bene comunque che il Governo abbia accolto le richieste di autonomia delle regioni nella gestione della Fase 2”.  Le Regioni – ha continuato Toti – hanno l’esigenza di dare risposte chiare ai loro territori, ai loro sindaci, compenetrando molteplici esigenze: in primis la salute dei cittadini, ma anche altri diritti costituzionali, come quello di impresa o il diritto alla mobilità”.
Il presidente ha rivendicato un percorso di dialogo, in modo che “ognuno possa rispondere delle proprie responsabilità senza innescare malumore istituzionale”.  Toti poi ha espresso le sue preoccupazioni per la situazione finanziaria degli Enti locali “che non possono fare debito per spesa corrente, e per questo si ha la necessità di condividere l’extra deficit che il Governo ha richiesto al Parlamento perché non si crei una situazione per cui i servizi essenziali per i cittadini vengano a soffrirne, a causa dei tagli agli enti locali”.
"Accogliamo con favore - ha dichiarato il presidente della valle d'Aosta, Renzo Testolin - l'impegno assunto da parte del Governo nazionale di garantire entro le prossime 48/72 ore l'emissione dei protocolli in merito alle attività ancora da aprire. Questo ci permetterà di fornire alle nostre aziende indicazioni puntuali per organizzare la propria riapertura in sicurezza e di prevedere, compatibilmente con l'andamento della situazione sanitaria, una serie programmata di riaperture.
"Lunedì 18 maggio il Friuli Venezia Giulia potrà riaprire tutte le attività economiche ancora chiuse". A darne notizia è il Presidente Massimiliano Fedriga. "A tal proposito - sottolinea Fedriga - la Regione trasmetterà all'Esecutivo nazionale l'elenco di tutte le realtà interessate"
“Il Governo ha riconosciuto l’autonomia delle Regioni nella gestione della Fase 2 dell’emergenza. Una fase particolarmente complessa sulla quale eserciteremo le nostre scelte di allentare - in sicurezza - le restrizioni in atto e tenendo conto, in particolare, della specificità della nostra Isola anche in relazione alla ridotta circolazione del virus”. Lo ha detto il presidente della Regione Christian Solinas.Dal 18 maggio si potranno quindi aprire sotto la nostra responsabilità gli esercizi al dettaglio in base alle esigenze del territorio e della popolazione”, sottolinea il presidente. Il Governo avanzerà - come nel caso delle aperture di bar e ristoranti - delle proposte che verranno integrate da quelle delle Regioni avendo riguardo delle specifiche caratteristiche del territorio”, prosegue Solinas. Nel corso della riunione abbiamo manifestato l’esigenza di un accordo tra lo Stato e le Regioni a Statuto speciale per trovare una soluzione alla riduzione del gettito fiscale - stimata in circa 700 milioni di euro - determinata dall’emergenza. La Regione attualmente copre per conto dello Stato spese per alcuni servizi essenziali, tra i quali quelli legati alla sanità e al trasporto pubblico locale che difficilmente potranno essere coperti a causa del minor gettito dovuto al lockdown”, ha concluso Solinas.
“Il premier Conte ha annunciato l’apertura, dal 18 maggio, del commercio al dettaglio, apertura che noi, insieme a tutte le altre Regioni, avevamo chiesto a partire da oggi. Il Governo ha però dato disponibilità a discutere, in base a specifici parametri epidemiologici e sanitari, di piani di ripartenza a base regionale. L’Umbria già a fine mese scorso aveva presentato un dettagliato cronoprogramma che, considerate le rassicurazioni della messa a disposizione delle linee guida Inail in tutti i comparti diversi dal commercio al dettaglio, ridiscuteremo con il Governo stesso”. È quanto sostenuto dalla presidente della Regione Umbria Donatella Tesei al termine dell’incontro. “Ci auguriamo che i protocolli, per riaprire in sicurezza le varie attività, arrivino in pochi giorni come promesso, così da permettere agli esercenti di organizzarsi di conseguenza per le riaperture. Durante l'incontro abbiamo appreso che i protocolli concernenti il commercio al dettaglio saranno gli stessi, così come sostenevamo noi la scorsa settimana, già adottati nei vari settori riaperti, come librerie, abbigliamento per bambini ecc. Ora attendiamo le linee guida nazionali per i servizi alla persona, i ristoranti, i bar e tutte le altre attività produttive e commerciali ancora sospese”.
“L'esempio del ponte Morandi di Genova non deve restare in Italia l'eccezione ma deve diventare la normalità, se vogliamo anche in Sicilia accelerare la spesa pubblica e la riapertura dei cantieri". È quanto ha ribadito nel corso del confronto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che ci ha chiesto al premier di prevedere una riunione operativa del Cipe per riprogrammare risorse comunitarie a favore delle imprese e provare quindi a fronteggiare la crisi economica scaturita dal Coronavirus.
Il governatore della Sicilia si è fatto portavoce delle necessità dei commercianti al dettaglio, di bar e ristoranti e dei parrucchieri, chiedendo l'urgente riapertura dei negozi e dei saloni. In ambito turistico, invece, Musumeci ha chiesto di immaginare misure ragionevoli soprattutto per gli stabilimenti balneari ed ha auspicato che i protocolli di sicurezza siano resi noti già nelle prossime ore. 
Sulla mobilità interregionale, infine, il presidente della Regione ha espresso la volontà di mantenere fino al prossimo 31 maggio la chiusura degli accessi all’Isola, "a parte per gli aventi diritto e per i casi particolari”.
"Accogliamo positivamente - ha commentato il Prrsidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti - l'approccio del governo che sul tema delle riaperture intende coinvolgere pienamente le Regioni e le Province autonome consentendo loro di pianificare le decisioni in base ai risultati del lavoro fatto sia in termini di contenimento del contagio sia nell'approntamento delle necessarie misure di sicurezza a tutti i livelli. Ora attendiamo assieme ai colleghi presidenti la definizione di nuove linee guida per quanto riguarda le attività ancora bloccate. Fugatti però si è concentrato soprattutto sul tema delle risorse. "A fronte di un conclamato crollo del Pil che scenderà di 8-10 punti, facciamo fatica a pensare che lo Stato non riesca a trovare quello 0,2 per cento che servirebbe per consentirci di continuare a garantire ai nostri cittadini quei servizi essenziali che ci siamo sempre pagati. Nessuna volontà di scontro, ha rimarcato il Presidente trentino, ma la forte richiesta di una specifica attenzione assumendo, come ha detto il presidente Bonaccini, approcci diversificati tra ordinarie e speciali, non perché siamo privilegiati, ma perché abbiamo meccanismi finanziari e organizzativi oggettivamente diversi".
Anche il il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha confermato che “Il Governo ha accettato la richiesta delle Regioni di consentire, a partire dal 18 maggio, la riapertura delle attività economiche lasciando a ciascuna regione, in funzione dell’effettivo pericolo epidemiologico, la decisione in margine ai tempi e alle specifiche modalità di esecuzione delle attività. Ho altresì richiesto di conoscere per quale ragione il ministro degli Esteri Di Maio, in materia non pertinente alla sua delega, abbia sferrato alle Regioni un attacco cosi ingiusto accusandole di non avere terminato l’istruttoria delle pratiche presentate dalle aziende per la cassa integrazione in deroga. Ho specificato che la Puglia ha terminato questo lavoro, pertanto l’Inps può procedere senza indugio alla immediata liquidazione della Cigd. Infine ho chiesto al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute di conoscere qual è il numero di tamponi ritenuto ottimale per la Fase 2, visto che la Puglia sta facendo investimenti milionari per l’acquisto di macchinari e reagenti per arrivare ad effettuare fino a diecimila tamponi al giorno. In particolare, ho chiesto se non fosse il caso di individuare la soglia di tamponi ritenuta sufficiente e di procedere agli acquisti di macchinari e reagenti in modo collettivo, non mettendo in concorrenza in un mercato scarso di forniture le singole regioni, precisando che questi acquisti ricadranno nel budget della protezione civile per l’emergenza Covid, e quindi dovranno essere sostenuti dallo Stato”.
“Anche nella fase che inizierà dal 18 maggio andrà così: il governo detterà le linee generali e i parametri di pericolosità dell'epidemia ai quali bisognerà attenersi. Io mi auguro che detti anche il potenziale numero di tamponi che ciascuna regione deve poter fare, perché per farli bisogna acquistare macchinari e reagenti per milioni di euro. E poi consentire a ciascuno di noi, in funzione del parametro di effettiva pericolosità, di stabilire i tempi e le modalità con i sindaci che non possono essere tenuti fuori”, ha poi aggiunto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, in collegamento su Rai1 "Storie italiane", in merito alle intese con il Governo a partire dal 18 maggio. “In questo modo - ha proseguito Emiliano - assicureremo il massimo della sicurezza possibile, con il massimo dell'attenzione alle concrete esigenze del popolo italiano. Non è facile. A dirlo sembra semplice, a farlo garantisco che non lo è, perché c'è chi vuole lavorare non potendo contare più su uno stipendio e c’è chi uno stipendio ce l’ha e probabilmente in questo momento vorrebbe maggiore prudenza, perché tutto sommato non rischia nulla. Insomma queste scelte che sembrano banali, sono dei drammi che non fanno dormire la notte”.
"Il presidente del Consiglio Conte - afferma il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio - ha 'recepito il messaggio' pervenuto dalle Regioni. Le ragionevoli richieste delle Regioni sono state comprese dal Governo". E "L'Abruzzo ha fatto da apripista stabilendo da una settimana la riapertura dei servizi alla persona il prossimo 18 maggio. La nostra ordinanza non solo non è' stata impugnata, ma ora viene legittimata dal Governo". Ora la Regione è "al lavoro per preparare le ordinanze per la riapertura di ulteriori attivita' nel rispetto dei protocolli di sicurezza che l'Inail, come.garantito dal ministro Speranza, produrrà nelle prossime 48 ore".
"In queste ore siamo al lavoro per aprire molti esercizi commerciali dal 18 maggio, mettendo la sicurezza al primo posto". Lo rende noto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Ci stiamo confrontando con tutte le categorie - spiega - per condividere le misure appropriate alla nuova fase, per garantire il massimo della sicurezza nel consumo dei prodotti commerciali e artigianali e nella ripresa delle attività sportive. Ripartire sicuri e' l'obiettivo per cui tutti dobbiamo essere impegnati".
"Per questa ragione - prosegue - ho scritto anche ai ministri della Repubblica invitandoli ad adottare nelle proprie sedi la misurazione della temperatura in tutti gli uffici pubblici, iniziative di mobility management e la sorveglianza sanitaria dei dipendenti mediante test seriologici. Misure che integrate con quelle già esistenti, potranno contribuire a ridurre il rischio di contagio in particolare sul territorio romano. Faccio inoltre un appello ai sindaci per approvare al più presto regolamenti e delibere per favorire e semplificare al massimo l'ampliamento dell'occupazione del suolo pubblico all'esterno" conclude.
"La posizione del governo sulla riapertura delle attività dal 18 maggio è "prudente e condivisibile": lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana. Secondo Rossi è giusto "decidere con gradualità e prudenza", anche in ragione del quadro epidemiologico delle singole regioni: "Dopo la propostadel Governo - ha spiegato - noi avanzeremo la nostra proposta di integrazione". Secondo quanto emerso dall'incontro, in attesa di riscontri su un'eventuale ripresa dei contagi dopo le riaperture del 4 maggio scorso, le Regioni andranno avanti insieme al Governo con il lavoro sui protocolli di sicurezza. "La Toscana è già al lavoro con le categorie e col governo per predisporre i protocolli", ha sottolineato Rossi.
"Il Sud, che vive di servizi e non di grandi aziende, ha necessità urgente di ripartire. Abbiamo necessità di conoscere in tempo le famose linee guida per programmare un apparato vitale come la stagione turistica. Tutti i Governatori lo stanno chiedendo, la fase 2 è una fase di ripartenza, che non può essere uniforme con un paese profondamente diverso", scrive la presidente della regione Calabria, Jole Santelli, su Facebook. "Siamo in un periodo di osservazione perché abbiamo riaperto le grandi fabbriche. In Calabria non abbiamo aperto proprio nulla perché le fabbriche da noi non ci sono, io cosa devo osservare? Continuo a ripeterlo: non possiamo permetterci linee guida uniformi; ne circolano alcune che prevedono una distanza tra gli ombrelloni di 7/9 metri". "Invito il Governo a spiegarmi come sia possibile farlo in Calabria, con una costa in gran parte erosa e frazionata, soprattutto in quelle aree dove il turismo è attività vitale e primaria. Quello che chiedo al Governo è di ascoltare i territori e le loro esigenze e di farlo presto. Solo questo".
"Noi andiamo avanti - sottoline il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli - siamo pronti, come avevamo detto, a riaprire il 18 maggio le attività per le quali abbiamo approvato dei protocolli. Poi eventualmente ci saranno degli aggiustamenti in base alle linee guida nazionali". La giunta regionale marchigiana ha varato un corposo pacchetto di protocolli di sicurezza, concordato con le associazioni di categoria e e l'ufficio prevenzione, relativi al turismo (in primis balneare, ma non solo), commercio, ristorazione, ma anche servizi sociosanitari. Ceriscioli ha qualche perplessità sulla tempistica di diffusione delle regole nazionali: "gli operatori devono organizzarsi, non possiamo tenere le cose in sospeso. Noi comunque - conclude - siamo pronti".
Sulle riaperture in Lombardia "saremo estremamente cauti, anche perchè questo è il periodo più delicato. O si raccolgono i frutti del lavoro positivo fatto finora oppure si crea una situzione estremanente brutta"". Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana ai microfoni di Radio Anch'io, su Radio 1. "E' chiaro - ha aggiunto il Presidente lombardo - che i nostri dati sono ancora alti perciò è fuori di dubbio che scelte verranno prese delle scelte solo nel momento in cui ci fossero linee guida che garantiscano con grandissima percentuale di risultato la sicuirezza dei cittadini e dati confermati dal nostro comitato tecnico"". Una prima "valutazione" sulla riapertura di lunedì 18 maggio, insomma, verrà fatta sulla base dei dati epidemologici relativi alla diffusione del contagio nella fase 2: ""L'infezione ha circa 12 giorni di incubazione e perciò credo che verso giovedì avremo i dati sulla riapertura del 4 maggio". Fontana ha poi definito ""illazioni"" le indiscrezioni di stampa secondo cui la Lombardia sarebbe in difficoltà nell'attività di monitoraggio del contagio: ""Stiamo facendo tutto quanto previsto. Abbiamo l'app, abbiamo dati e stiamo installando un nuovo sistema per avere dati ancora più rapidamente. Sono tranquillo"".
"Le istanze delle Regioni sembrano vengano accolte. E' una sorta di anticipazione dell'autonomia", dice il Presidente del Veneto, Luca Zaia, riferendosi al confronto sulla Fase 2 con il Governo. "Se tutto sarà confermato - spiega - considero proficuo per i veneti l'esito dell'incontro". "Il premier - spiega - ha datol a possibilità per le Regioni di presentare un programma di aperture per il 18. Il Veneto, con estrema coerenza, presenterà in settimana la ripartenza totale".
"La sanità è come un 'abito sartoriale' per le Regioni - osserva Zaia - e quindi ogni Regione, come ha avuto questo abito durante l'emergenza, lo avrà anche nell'apertura". Il Veneto si prepara a riaprire "ovviamente - precisa il Presidente - tenendo sempre in primo piano gli indicatori sanitari. Dall'altro lato abbiamo chiesto che nei prossimi giorni si chiuda velocemente il protocollo con le linee guida per tutte le attività economiche, con la massima attenzione alla semplificazione".

 
Dossier su Emergenza Coronavirus: provvedimenti Governo, Decreti legge, Ordinanze regionali e Protezione civile


( red / 12.05.20 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 7 maggio

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Def: posizione sul documento di economia e finanza 2020

Tabelle richieste e interventi

(Regioni.it 3839 - 12/05/2020) Sul Def, il documento economico e finanziario redatto dal Governo per il 2020, la Conferenza delle Regioni ha espresso una serie di richieste, consegnate in sede di Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica il 7 maggio e al Parlamento il 28 aprile in audizione.
Si richiama in particolare l'attenzione sul fatto che le Regioni intendano salvaguardare gli equilibri di bilancio, che sono molto instabili per le mancate entrate tributarie dovute alla crisi da coronavirus. Nel contempo si ribadisce la volontà di non mettere a rischio i servizi erogati ai cittadini.
Il forte calo delle entrate, che dovrebbe essere compensato per l'emergenza Covid-19, è sottolineato anche nel corso dell’incontro della Conferenza delle Regioni in videoconferenza dell’11 maggio con il Governo.
Si stima per le Regioni a statuto ordinario un non previsto calo di risorse pari a circa 2 miliardi e che dovrebbe essere almeno in parte coperto con il decreto di maggio.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato quindi un documento concernete la "Posizione sul Documento di Economia e Finanza 2020".

Al fine di formalizzare il contenuto delle slides consegnate nel corso dell'audizione del 28 aprile scorso, la posizione della Conferenza è stata trasmessa alla Commissione V Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei deputati e alla 5° Commissione Bilancio del Senato della Repubblica.
Di seguito, il testo del documento approvato il 7 maggio 2020.

Posizione sul documento di economia e finanza 2020 (Def) 
Le Regioni e le Province autonome illustrano i temi già oggetto dell’Audizione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sul DEF 2020 alla Commissione Bilancio della Camera il 28 aprile scorso: 
Scenario macroeconomico DEF 2020 
L’epidemia causata dal CoVid-19 ha condizionato la previsione macroeconomica del DEF 2020 che è costruita in base all’ipotesi che le misure di chiusura dei settori produttivi non essenziali e di distanziamento sociale vengano attenuate a partire dal mese di maggio e che l’impatto economico dell’epidemia si esaurisca completamente nel primo trimestre del 2021. In tale contesto di incertezza il DEF 2020 aggiorna i dati macroeconomici del 2020 e le proiezioni del 2021
 
 
 
Preme ricordare le stime appena enunciate dalla Commissione Europea, secondo le quali, l’Italia dovrebbe subire un calo del prodotto interno lordo del 9,5% nel 2020, seguito da un rimbalzo del 6,5% l’anno prossimo. Lo scenario, pertanto risulta essere peggiore rispetto a quello considerato dal Governo. 
Priorità fondamentali delle Regioni e delle Province autonome
  1. Salvaguardia degli equilibri dei bilanci
L’emergenza epidemiologica da CoVid-19 determina minori gettiti sulle entrate di competenza per le Regioni e le Province autonome che mettono a rischio:
  • gli equilibri di bilancio
  • la realizzazione degli avanzi oltre al pareggio secondo le manovre di finanza pubblica
  • il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni
  • il finanziamento delle funzioni proprie regionali
Le Regioni e le Province autonome hanno stimato un fabbisogno finanziario di circa 5 miliardi, derivanti da minori entrate per le Regioni a statuto ordinario per circa 2 miliardi e di 3,17 miliardi per le Regioni a statuto speciale e le Province Autonome (in linea con gli accantonamenti sui tributi erariali). 
Le Regioni e le Province Autonome hanno espresso anche in occasione delle Conferenze Unificate per il parere ai decreti legge nn.9, 14, e 18 del 2020 la preoccupazione per la salvaguardia degli equilibri di bilancio, con la richiesta dello stanziamento di un fondo a compensazione integrale delle perdite e di un tavolo tecnico presso il MEF per l’esame delle ricadute sugli equilibri dei bilanci regionali della situazione emergenziale.
Il Governo in tali sedi ha chiesto alle Regioni di attendere le risposte dell’UE sulla possibilità di superare i limiti del Patto di Stabilità europeo impegnandosi per una soluzione nei decreti legge successivi. Nel frattempo il Patto di Stabilità Europeo è stato sospeso e il Governo ha presentato una manovra di 25 mld con il DL 18/2020 e si accinge a varare una manovra di 55 mld il Nuovo DL “maggio”.
 Si ricorda che, gli enti territoriali secondo l’art.119 della Costituzione non possono finanziare spesa corrente con debito e sono tenuti al rispetto dell’equilibrio di bilancio previsto dalla legge n. 243/2012 (art. 9) – non possono fare deficit - oltreché al rispetto degli obiettivi di finanza pubblica stabiliti dalle precedenti manovre finanziarie. Inoltre la legge 243/2012 introduce specifiche disposizioni anche all’articolo 11 e all’articolo 12 che non possono essere eluse.
Le Regioni e le Province autonome sono l’unico comparto della PA che oltre a dover rispettare gli equilibri di bilancio previsti per tutti gli enti territoriali, contribuisce in modo reale agli obiettivi di finanza pubblica con un avanzo (oltre al pareggio) pari a 837,8 milioni per le RSO e con 3,17 miliardi di accantonamenti sulle compartecipazioni ai tributi erariali per le RSS.
Il consolidamento dei conti pubblici delle Regioni e le Province autonome e la partecipazione agli obiettivi di risanamento, costituiscono la base fondamentale per non interrompere il percorso responsabile dell’autonomia.
Realizzazione dell'obiettivo di finanza pubblica richiesto alle RSO dalla manovra nonostante un peggioramento degli obiettivi per lo Stato
 
 
 
 
 
 
Contributi delle RSS in termini di accantonamenti
 
Si rileva che nella scheda redatta dal Dipartimento Affari Regionali in vista di questa seduta della Conferenza permanente per la finanza pubblica, il Governo intende utilizzare le risorse derivanti dal maggior indebitamento per realizzare interventi di potenziamento anche per le amministrazioni pubbliche “che sono chiamate a dare una efficace risposta alla situazione emergenziale” e che durante il graduale rientro del rapporto debito /PIL “misure restrittive di politica fiscale sarebbero controproducenti”. 
In tale contesto, invece le Regioni e le Province autonome si troveranno in assenza di adeguate misure di compensazione, di fronte alla scelta di ridurre la spesa corrente, compresi i livelli essenziali delle prestazioni anziché potenziare le proprie risposte contro la situazione emergenziale ovvero attivare la leva fiscale (attivando misure restrittive di politica fiscale al contrario dello Stato, politiche che peraltro non darebbero il gettito auspicato) ovvero violare le norme per sugli equilibri dei bilanci e /o non rispettare gli obiettivi di finanza pubblica definiti. 
Le Regioni e le Province autonome ritengono che all’interno di una manovra statale in deficit per 55 miliardi (che sommati ai 25 mld del precedente DL 18/2020 definiscono una manovra di 80 miliardi) vi siano gli spazi per la copertura integrale delle minori entrate, costituendo 2 fondi separati per le RSO e per RSS, stante la loro peculiarità giuridica, in maniera tale da rispettare la proporzione 1/3 e 2/3. 
Si sottolinea l’urgenza di individuare la migliore soluzione per le singole Regioni e le Province autonome su questa criticità, in quanto occorre considerare che l’eventuale compensazione ipotizzata a luglio in misura inferiore alla stima prospettata determinerebbe un insostenibile taglio lineare della spesa già a bilancio concentrato nei mesi restanti dell’anno.
  1. Fondo Sanitario Nazionale – Fondo Nazionale Protezione civile
Il DL 18/2020 ha previsto un incremento delle risorse per il Fondo Sanitario Nazionale (+1.410 milioni) e per il Fondo Nazionale di protezione civile (+ 1.650 milioni). È prioritario un ulteriore incremento dei Fondi a fronte dell’emergenza e necessario:
  • velocizzare l’attuazione del Patto Salute 2019-21
  • prevedere che i fondi della Protezione Civile siano posti a copertura delle spese delle autonomie territoriali non solo dell’Amministrazione centrale
  1. Fondo Trasporto pubblico locale
Il Fondo Nazionale dei Trasporti nella attuale dotazione di 4,9 mld di euro è sottostimato. le Regioni contribuiscono con risorse aggiuntive fino a circa 6 mld di euro.
Il settore subisce:
  • la contrazione dei servizi di trasporto pubblico locale e riduzione dell’utenza, in media del 75-80%;
  • la riduzione dei proventi da traffico;
  • lo stravolgimento dell’equilibrio dei contratti di servizio vigenti e rischio di mancata continuità aziendale.
È evidente la necessità di assicurare l’equilibrio economico-finanziario degli operatori del settore.
 
Le Regioni e le Province autonome chiedono un fondo destinato a compensare la riduzione dei proventi da traffico registrati nelle Regioni e le Province autonome a decorrere dall’inizio delle restrizioni imposte alla circolazione delle persone per contenere gli effetti negativi dell’emergenza epidemiologica da CoVid-19 sulle imprese affidatarie di servizi di trasporto pubblico locale e regionale ferroviario, automobilistico e via acqua.
  1. Piano straordinario investimenti e semplificazione della legislazione nazionale
È prioritario affiancare all’attuale manovra di sostegno alle imprese e famiglie anche una politica di rilancio degli investimenti, che acceleri e accompagni la crescita nel lungo termine.
Le Regioni e le Province autonome ritengono prioritario lo sblocco immediato delle risorse del Fondo per gli investimenti delle Amministrazioni centrali, oltreché non più rinviabile il rilancio delle opere pubbliche, con un nuovo modello di sviluppo di «hub» di investimenti sul territorio, che acceleri la programmabilità degli investimenti e la crescita dei territori con l’assegnazione delle risorse alle Regioni e con l’obbligo delle stesse al riparto in data percentuale agli enti locali del proprio territorio; previa condivisione delle priorità con gli enti locali. La sinergia istituzionale fra Stato, Regioni ed Enti territoriali deve essere sfruttata al  massimo e può essere il veicolo per superare la crisi, le stime infatti prevedono un recupero solo parziale dopo due anni dei livelli precrisi dell’attività economica. 
Gli investimenti devono essere generare un congruo surplus di bilancio primario per rendere sostenibile il rapporto «debito/PIL. Questi i settori di particolare interesse:
  • Pianificazione degli investimenti già programmati in materia di sicurezza, infrastrutture per il trasporto (ferroviarie, stradali, portuali, mobilità sostenibile etc.) e rinnovo parco mezzi (ferroviari, bus, navali) con attenzione alla messa in sicurezza delle Ferrovie ex-concesse;
  • Pianificazione degli investimenti per il completamento del comparto infrastrutturale dei Servizi Idrici Integrati ai fini del risparmio idrico (risanamento reti di distribuzione, riuso delle acque reflue) e della tutela ambientale (collettamento acque reflue, depurazione);
  • Rifinanziamento e razionalizzazione dei fondi in materia di politiche per la casa e abitative nonché il superamento delle barriere architettoniche;
  • Perequazione infrastrutturale;
  • Rete infrastrutture scolastiche;
  • Rete ospedaliera e infrastrutture la salute;
  • Digitalizzazione/Banda Ultra Larga
Si contribuisce alla crescita del Paese anche  attraverso l’accelerazione e il potenziamento delle opere infrastrutturali connesse alla realizzazione dei “Giochi Olimpici  e Paraolimpici 2026 Milano-Cortina”
  1. Sostegno alle imprese
Le Regioni e le Province autonome chiedono un fondo straordinario da affiancare in sinergia alle misure già adottate dalle stesse Regioni anche con fondi propri.
Si auspica il coinvolgimento preventivo delle Regioni: a titolo esemplificativo la scelta di sopprimere anticipatamente e definitivamente la disposizione contenuta nell’articolo 18 comma 1 lettera r) del D.lgs. n. 112/1998 anche nei confronti delle Amministrazioni in cui era attualmente operativa testimonia un mancato coordinamento ed un vulnus nei confronti del principio di leale collaborazione quanto mai necessario in questo momento di emergenza. 
Alle risorse devono essere affiancate azioni per:
  • Rendere trasparenti e più semplici le procedure che devono seguire i soggetti finanziatori nell’erogazione del finanziamento: emerge il rischio di una disparità di trattamento fra i soggetti destinatari e soprattutto, in considerazione della limitatezza delle risorse a disposizione, non è assicurata la copertura di tutte le esigenze manifestate dalle imprese e, in particolare, di quelle che si trovano in una situazione di maggiore difficoltà e che non hanno rapporti consolidati con le banche.
  • Sfruttare tutte le opportunità offerte dalla normativa in materia di aiuti di Stato: è assolutamente necessario che il Governo si adoperi tempestivamente per procedere alle notifiche generali (c.d. notifiche ombrello) sia con riferimento al quadro temporaneo delle misure di aiuto a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID 19, sia con riferimento all’art 107 2 b del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea in tema di aiuti per i danni dovuti alle calamità
Gli interventi di sostegno alle imprese sono limitati al settore delle garanzie sul credito e non sono previste misure a fondo perduto. 
Per quanto riguarda la cosiddetta fase 2, si propone che, qualora vengano garantite da parte delle imprese chiare misure di sicurezza e, parimenti, il monitoraggio effettuato dal Ministero della Salute risulti positivo rispetto ai parametri, tutte le imprese, assoggettate a detti protocolli, possano riprendere in sicurezza la propria attività:  più in generale, è necessario, superare la disciplina di apertura e chiusura delle attività produttive sulla base dei codici ATECO puntando invece sul precisi protocolli di sicurezza per settore.


( gs / 12.05.20 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 7 maggio

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PNR: Ue e Programmazione Integrata per crescita e sviluppo sostenibile

(Regioni.it 3839 - 12/05/2020) La Conferenza delle Regioni e delle province autonome ha approvato nella riunione del 7 maggio, svoltasi in videoconferenza, il documento al Programma Nazionale di Riforma 2020, intitolato “Le Regioni e la programmazione integrata per la crescita e lo sviluppo sostenibile dell’Italia e dell’Europa”.
Il documento è stato quindi inviato per via telematica ai ministri competenti,  il Ministro per gli Affari europei, Roberto Gualtieri (Ministro dell’Economia e delle Finanze) e al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia.
Nel documento consegnato al Governo si sottolinea in particolare il contributo che la Conferenza delle Regioni ha condiviso in merito al Programma Nazionale di Riforma 2020.
Quindi si chiede al Governo di tenere conto di questo contributo e pertanto del suo inserimento nel Programma Nazionale di Riforma che il Governo dovrà presentare alla Commissione europea nei prossimi giorni.
Allegato al documento, vi è un quadro sinottico dei provvedimenti di riforma adottati dalle Regioni e dalle Province autonome dal gennaio 2019 al febbraio 2020, articolato combinando gli obiettivi tematici dell’attuale e della prossima programmazione dei fondi europei con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile.
Infine si segnala che quest’anno le Regioni predisporranno un “Contributo regionale al Programma Nazionale di Riforma 2020”.

Di seguito il documento della Conferenza delle Regioni.

Le Regioni e la Programmazione Integrata per la crescita e lo sviluppo sostenibile dell’italia e dell’europa

Le Regioni e le Province autonome, mediante l‘annuale Contributo delle Regioni al PNR, hanno attivato negli anni un percorso virtuoso, a supporto della programmazione integrata verso una crescita e uno sviluppo sostenibili, raccordando il Semestre europeo con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (SDGs), la politica di coesione (programmazione 2014-20 e 2021-27) e i principi del Pilastro europeo dei diritti sociali (PEDS). Dopo l’accordo per la crescita europea (The European Green Deal) la Commissione europea ha reimpostato il processo del coordinamento macroeconomico del Semestre europeo per incorporare gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, per mettere al centro della politica economica la sostenibilità e il benessere dei cittadini, nonché per fare degli SDGs il cuore del sistema di policy making europeo. Il Covid-19 ha sospeso il processo, essendo le istituzioni europee, nazionali e subnazionali impegnate a risolvere la pandemia. Tuttavia il quadro delle politiche strategiche necessiterà ancora delle analisi sulle criticità, i risultati e gli sviluppi conseguiti sulla base delle Raccomandazioni specifiche per Paese (CSR) del luglio 2019, le previsioni della Strategia annuale della crescita sostenibile (ASGS) del 17 dicembre 2019, nonché delle valutazioni e delle indicazioni contenute nella Comunicazione comune del Pacchetto d’Inverno (COM 2020 150 finale del 26 febbraio 2020), introduttiva del Country report per l’Italia. A questo scopo, le Regioni forniscono la fotografia degli interventi di riforma effettuati a livello regionale nel periodo gennaio 2019 - febbraio 2020 a supporto di una programmazione strategica sempre più finalizzata e integrata. Il Contributo delle Regioni al PNR 2020 propone una risposta coerente delle Regioni alle CSR per l’Italia, seguendo l’impianto della ASGS europea, incentrata su quattro Pilastri (sostenibilità ambientale, incrementi di produttività, equità, stabilità macroeconomica), destinati a sottendere a riforme strutturali, politiche occupazionali, politiche d'investimento e di bilancio responsabili, volte a costruire un'economia al servizio delle persone e del pianeta in tutti gli Stati membri. Il “Pacchetto d’inverno” del Semestre europeo chiede agli Stati membri di comunicare i progressi compiuti nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 (evidenziato nello specifico Annex E). Dal 2016, l’analisi offerta dall’annuale Contributo delle Regioni al PNR declina gli interventi di riforma regionali secondo gli SDGs.
Elementi costitutivi della programmazione integrata del Contributo delle Regioni al PNR 2020
Il Contributo delle Regioni al PNR 2020 collega il Semestre europeo con le programmazioni dei fondi SIE 2014-2020 e 2021-2027. Quest’anno la visione è stata ampliata con il confronto con altre programmazioni e indicatori, in un’ottica funzionale ai Documenti di Economia e Finanza regionali. E’ stato, infatti, elaborato un quadro sinottico (allegato) per l’individuazione delle misure e sottomisure che compongono il Contributo regionale al PNR 2020, che includono i seguenti elementi di programmazione integrata: i RA (Risultati Attesi) della programmazione dei fondi SIE 2014-2020; i Target degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 (SDGs); gli Obiettivi di Policy (OP) e i relativi Obiettivi Specifici (OS) come previsti nelle bozze di Regolamenti UE della programmazione 2021-2027 e le indicazioni contenute nell’Annex D del Country Report 2019 e del Country Report 2020 relativamente alla parte “Fattori per un’attuazione efficace della politica di coesione”; i 20 Principi del PEDS; i 12 domini del Benessere equo e Sostenibile dell’ISTAT (BES); nonché gli obiettivi strategici contenuti nella Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile del 2017 (SNSvS) e i vettori di sostenibilità.
Considerato che le CSR 2019 fanno riferimento a macro settori di policy, gli interventi di riforma regionali sono stati catalogati secondo i Target della strategia Europa 2020, riferiti alle medesime CSR. Gli strumenti di rilevazione utilizzati per costruire il Contributo regionale sono stati organizzati accorpando Target e CSR come segue: CSR2-T1-T6-T7-T8 (Mercato del lavoro, Promozione dell’occupazione, Istruzione e competenze, Inclusione sociale); CSR3-T2-T3-T4-T5 (Investimenti in R&I, Decarbonizzazione dell’economia, Investimenti sulla qualità delle infrastrutture, Competitività territoriale, Efficienza della Pubblica Amministrazione, Concorrenza, Appalti); sarà comunque possibile effettuare una riconduzione dei risultati raggiunti per una futura lettura dei dieci anni dei Target EU2020. In considerazione dei temi trattati, CSR 1 (Politiche di bilancio, Interventi fiscali), CSR 4 (Efficienza della giustizia, Lotta contro la corruzione), CSR 5 (Accesso al credito, Finanziamento non bancario) non sono direttamente riconducibili ai Target EU2020, ma concorrono comunque alla lettura dei 4 pilastri del ASGS e del Country Report 2020.
Le azioni intraprese dalle Regioni e Province autonome sono sintetizzate con riferimento alle 5 Raccomandazioni per l’Italia del 2019, ai 17 SDGs dell’ONU e ai loro target, nonché ai Risultati attesi e agli Obiettivi di policy della politica di coesione attuale e futura, ai BES/ISTAT e al Pilastro europeo dei diritti sociali (PEDS) (in allegato un quadro sinottico).
Il testo integrale del contributo delle Regioni e delle Province autonome al PNR sarà pubblicato sul sito della Conferenza delle Regioni (www.regioni.it).

Link al documento della Conferenza delle Regioni del 7 maggio 2020: Le Regioni e la Programmazione Integrata per la crescita e lo sviluppo sostenibile dell’italia e dell’europa
 


( red / 12.05.20 )

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Sciopero Benzinai negli impianti delle autostrade dalle 22.00 del 12 maggio alle 22.00 del 14

On line la tabella con l'indicazione degli impianti aperti

(Regioni.it 3839 - 12/05/2020) Fegica Cisl e Figisc/Anisa, hanno proclamato uno sciopero generale con relativa chiusura degli impianti di rifornimento carburanti dalle ore 22.00 del giorno 12/05/2020 alle ore 22.00 del giorno 14/05/2020, sulla rete autostradale, compresi tangenziali e raccordi. Come è noto la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome il 3 marzo 2011 ha approvato il documento recante “Disciplina unitaria per la turnazione degli impianti autostradali in caso di sciopero”. Il documento, recepito con specifici atti dalle singole Regioni e Province Autonome, indica tutte le aree di servizio autostradali presenti sul territorio nazionale e le suddivide in tre turnazioni "A, B, e C".
Ogni turnazione serve a garantire il servizio per ogni sciopero, indipendentemente dal numero di giorni di astensione dal servizio.
La Regione Marche, coordinatrice della materia nell’ambito della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, indica che, in occasione dello sciopero nazionale indetto dalle ore 22.00 del giorno 12 maggio 2020 alle ore 22.00 del giorno 14 maggio 2020, va applicata la turnazione B).
E' compito delle singole Regioni e delle Province Autonome - ricorda la Regione Marche - predisporre e notificare gli atti di propria competenza a tutti i soggetti interessati, in modo da dare piena attuazione a quanto stabilito dal citato documento “Disciplina unitaria per la turnazione degli impianti autostradali in caso di sciopero”.

L'elenco degli impianti aperti (turnazione B)



[FIGISC] AUTOSTRADE: SCIOPERO BENZINAI 13-14 MAGGIO PROSSIMI VENTURI - 30.04.2020


FEGICA, EMERGENZA COVID-19. DA QUESTA SERA LE AREE DEL RACCORDO ANULARE DI ROMA CHIUSE LA NOTTE 10.04.2020

 



( red / 12.05.20 )

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Molise: nuova Giunta, attribuite deleghe agli assessori

(Regioni.it 3839 - 12/05/2020) Il presidente della Regione Molise, Donato Toma, ha firmato nel pomeriggio del 9 maggio il decreto concernente l’assegnazione delle deleghe assessorili.
Il presidente Donato Toma, oltre ai compiti istituzionali propri e alle materie non assegnate esplicitamente agli assessori, curerà le seguenti materie: Programmazione e politiche comunitarie; Cooperazione internazionale; Università ricerca ed innovazione; Bilancio, Finanze e Patrimonio; Politiche delle risorse umane; Agenzie e Partecipate, Riforme istituzionali e semplificazione; Politiche del lavoro; Politiche sanitarie e sociali; Tutela dell’ambiente; Difesa del suolo; Politiche energetiche; Protezione civile; Politiche della casa; Sport ed impiantistica sportiva; Trasporti e mobilità.
Ai componenti della Giunta regionale sono assegnate le deleghe come segue:
- all’assessore e vicepresidente Vincenzo Cotugno: Attività produttive e sviluppo economico; Internazionalizzazione delle imprese; Turismo e marketing territoriale, Cultura, Molisani nel mondo;
all’assessore Nicola Cavaliere: Politiche agricole ed agroalimentari; Sviluppo rurale; Programmazione forestale; Caccia e pesca; Pesca produttiva;
- all’assessore Roberto Di Baggio: Urbanistica e Pianificazione territoriale; Rapporti con l’Ente regionale per l’edilizia sociale (Eres) e gli IACP; Istruzione e formazione professionale;
- all’assessore Vincenzo Niro: Lavori pubblici; Viabilità ed Infrastrutture; Sistema idrico integrato; Demanio regionale.
Il presidente Toma precisa che si tratta di una prima attribuzione, cui farà seguito una discussione con gli assessori per concordare una eventuale riorganizzazione.

 
[Molise] Giunta regionale, assegnate le deleghe

Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 40 del 09.05.2020



 
 

 



( red / 12.05.20 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
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