Header
Header
Header
         

Regioni.it

n. 3884 - venerdì 17 luglio 2020

Sommario
- Conferenza delle Regioni lunedì 20 luglio, alle 16.00
- Comitato di Settore Regioni-Sanità: soddisfazione per accordo contratto dirigenza funzioni locali
- Vertice a Bruxelles: Mes, recovery fund e governance i temi sul tavolo
- Politiche sociali, disabilità e "Dopo di Noi"
- Sostegno e valorizzazione della famiglia: raccomandazioni per il Disegno di legge delega
- Bonaccini: il tema dell'Autonomia sempre all'ordine del giorno

+T -T
Vertice a Bruxelles: Mes, recovery fund e governance i temi sul tavolo

(Regioni.it 3884 - 17/07/2020) I leader europei tornano a riunirsi a Bruxelles dopo la pandemia che li ha tenuti lontani da febbraio. Restano però alcune distanze sulla strategia per la ripresa dalla crisi post-Covid. "Siamo al rush finale", sottolinea Giuseppe Conte che incontra poi Emmanuel Macron con l'obiettivo  di rinnovare una "forte intesa" nella direzione di una "risposta ambiziosa" e immediata. "E' fuori dalle regole" la pretesa di avere il veto sui piani di riforme dei singoli Paesi, come vorrebbe Mark Rutte, dice il premier italiano, sfidando le resistenze del collega olandese.  Conte affronta a Bruxelles un vertice che lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito "decisivo". E batte sul tasto della necessità di non farne una partita "contabile", non un "dare e avere", ma una sfida politica con una visione: "In gioco c'è l'Europa, una pronta ripresa e la competitività nel mondo globale, con la Cina e gli Stati Uniti", ribadisce.  La partita è difficilissima per questo il presidente del Consiglio cerca di rinnovare l'asse con Macron che portò, all'inizio dell'emergenza Coronavirus, nove Paesi europei a firmare una lettera in cui si chiedevano gli Eurobond. I due leader ne hanno discusso in una saletta di un albergo di Avenue Louise a Bruxelles. La delegazione italiana assicura che c'è "grande sintonia". Macron, come Merkel, difende i 500 miliardi di risorse a fondo perduto del progetto di Recovery fund, mentre è pronto a cedere qualcosa sui 250 miliardi di prestiti. Conte arriva a Bruxelles determinato a raggiungere il miglior risultato possibile.Ma chi approverà i piani di rilancio preparati dai Paesi, e quella sulla condizionalità legata allo stato di diritto? Secondo molti i fondi li avrà solo chi rispetta leggi e valori europei, ma Ungheria e Polonia minacciano il veto sulla seconda, perché hanno in corso procedure proprio per il mancato rispetto dello stato di diritto. L'Olanda poi ha già minacciato barricate sulla prima, perché vuole voce in capitolo sui programmi di rilancio di ciascuno, ma secondo Conte "E' una richiesta non in linea con le regole europee".
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha proposto di mantenere intatti i 500 miliardi di sovvenzioni e i 250 di prestiti proposti dalla Commissione. L'Italia, con Spagna, Portogallo, Francia e altri, difenderà le cifre il piu' possibile, soprattutto quelle dei trasferimenti a fondo perduto. L'obiettivo per Roma e' portare a casa quasi per intero quegli 81,8 miliardi di sussidi che le ha assegnato Ursula von der Leyen, e se durante il negoziato fosse costretta a cedere qualcosa, certamente cederebbe sul fronte di alcuni singoli programmi (come il Just Transition o gli aiuti umanitari) ma non sulla parte riservata ai piani di rilancio, cioe' la Recovery and resilience Facility. Nemici su questo fronte sono i frugali, cioe' Olanda, Danimarca, Svezia e Austria, che vogliono invece vedere ridotta soprattutto quella parte.
Ma l'ostacolo maggiore e' quello della governance. La Commissione aveva proposto di approvare lei stessa i piani di rilancio e gli esborsi delle diverse tranche di sovvenzioni. Michel, accogliendo una proposta tedesca, ha invece spostato l'onere - e quindi il controllo sui piani nazionali - sul Consiglio, che li deve approvare a maggioranza qualificata. All'Olanda non basta: chiede l'unanimità, perché vuole avere possibilita' di veto. 
Il secondo grande ostacolo è la condizionalita' sullo stato di diritto. Il premier ungherese Viktor Orban ha chiesto non solo di eliminare il legame tra fondi e rispetto delle regole democratiche, ma anche un impegno a modificare in futuro l'articolo 7 del Trattato, ovvero quello che consente all'Ue di sanzionare un membro che non rispetta i valori comuni. 
 "Dobbiamo guardare in faccia la realtà" della crisi "e tutti devono davvero essere disposti a scendere a compromessi in modo da poter ottenere qualcosa di buono per l'Europa",ha  detto la cancelliera tedesca Angela Merkel e "sarebbe auspicabile giungere oggi a un risultato", per questo "La Germania lavorera' insieme alla Francia per aiutare il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Dobbiamo solo lavorare sodo".
Per il cancelliere austriaco Sebastian Kurz. "Anche se ci sono stati alcuni passi avanti"" sul bilancio, ""le posizioni restano distanti tra gli Stati Ue sugli strumenti di Recovery e specialmente sul loro volume, finanziamento e obiettivo. Dobbiamo garantire che questo strumento sosterrà la transizione verde e quella digitale, le riforme strutturali e siano di beneficio a chi è stato colpito di più dalla crisi Covid-19. Non concorderemo su alcuna misura che porti a una TransferUnion permanente"". Anche il premier olandese Mark Rutte ha detto che  "I negoziati saranno difficili", da Italia e Spagna deve venire "un chiaro impegno" sulle riforme. E' quanto ha detto che non è detto particolarmente ottimista sul Consiglio europeo iniziato a questa mattina, che ha "meno del 50%" di possibilità di successo. "Oggi e domani discuteremo del bilancio Ue e del Recovery Fund per superare l'impatto del Covid19 - ha scritto Rutte su twitter - Sono due questioni enormi e complicate con importanti interessi in gioco per tutti. I negoziati saranno duri". "La posta in gioco non potrebbe essere più alta. Se facciamo le cose giuste, possiamo superare la crisi ed emergerne più forti. Tutti i pezzi necessari sono sul tavolo: una soluzione è possibile. E una soluzione è quello che gli europei aspettano da noi, perché sono in gioco i loro posti di lavoro". Lo sottolinea la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, arrivando nella sede del Consiglio a Bruxelles per il summit dei 27 sull'Mff 2021-27 e sul Recovery Plan.
"Se facciamo la cosa giusta riusciremo a superare questa crisi in modo piu' forte. Tutti i pezzi necessari sono sul tavolo e la soluzione e' possibile: e' quello che i cittadini dell'Unione europea si aspettano da noi. È il nostro lavoro. Il rischio di una nuova ondata del virus rimane e tutto il mondo ci guarda e si chiede come l'Europa riuscira' a restare unita". Lo ha affermato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, a margine del Consiglio europeo straordinario sul Recovery Fund.
"E' arrivato il tempo di scegliere come e dove crescere nell'interesse dei cittadini e del pianeta". Lo ha detto David Sassoli, presidente del Parlamento Ue, rivolgendosi al Consiglio europeo. "La pandemia - aggiunge - ci consegna nuove responsabilita' e doveri: la responsabilità di scegliere e il dovere di farlo nell'interesse di tutti e non di pochi. "Il piano di ripresa - prosegue Sassoli deve essere all'altezza delle nostre ambizioni. Deve contribuire a trasformare l'economia e lottare contro le disparita' che si stanno aggravando. Della crisi dobbiamo aver paura perche' gli effetti sociali e la perdita di posti di lavoro non risparmiano nessuno. Il pacchetto di misure annunciato dalla Commissione europea il 27 maggio è un passo decisivo nella lunga storia dell'integrazione europea".  "La Commissione ha proposto, per la prima volta - aggiunge - di prendere in prestito fino a 750 miliardi di euro sui mercati finanziari nel quadro di un nuovo strumento di ripresa. E' questo il dispositivo essenziale di cui dotare l'Europa in questa fase. Il Parlamento sostiene questa impostazione, il suo importo e la ripartizione indicata tra sovvenzioni e prestiti". "Ci aspettiamo l'introduzione di un pacchetto di risorse proprie - prosegue -  con un impegno alla loro entrata in vigore il prima possibile e comunque entro il 2023. Cosi' pure riteniamo che sia giunto il momento di eliminare tutti gli sconti nella contribuzione degli Stati membri, che sono iniqui e difficili da giustificare".
In Italia l ministro dell'Economia, Roberto Gualteri, in un'intervista al 'Corriere della Sera', rispondendo a una domanda sull'eventualità di un utilizzo del meccanismo, che vede la divisione all'interno del governo per la contrarierà del Movimento 5 Stelle, ha ricordato che"Il governo non ha mai escluso l'uso della nuova linea di credito del Mes". Sul piano interno il Ministro avverte  che il prossimo decreto conterrà e risorse aggiuntive per coprire tutte le mancate entrare" degli enti locali (vedi anche la notizia precedente), sottolineando che l'impegno preso dal Governo su questo fronte sarà mantenuto. E', spiega, "in corso un tavolo" che sta finalizzando il lavoro.
Su Facebook il presidente della Toscana, Enrico Rossi, sottolinea che "Non si potrà mai parlare di Europa Unita finché quattro piccoli paesi che insieme non fanno la popolazione di un paese europeo medio possono esercitare il diritto di veto e bloccare decisioni cruciali per il futuro dell'Europa stessa. Il voto di ogni cittadino europeo vale per uno quando si elegge il parlamento e quello è l'unico luogo che dovrebbe decidere in ultima istanza su tutte le decisioni importanti".  "Finché in Europa decideranno i veti dei governi nazionali - aggiunge Rossi - la costruzione dell'Europa unita sarà sempre ostacolata da egoismi, da interessi particolari, pregiudizi e strumentalizzazioni per catturare voti. Ma alla fine tutto questo vecchio e reazionario mondo sarà spazzato via dai cittadini europei".

 
VON DER LEYEN: TUTTO IL MONDO CI GUARDA, L'EUROPA RESTI UNITA


UE: VON DER LEYEN, 'EUROPEI ASPETTANO SOLUZIONI, E' IN GIOCO IL LORO LAVORO' =


 
== UE, SASSOLI "E' IL TEMPO DI SCEGLIERE, LOTTARE CONTRO DISPARITA'"==

 
UE: ROSSI, 'EUROPA MAI UNITA FINCHE' DECIDERANNO I VETI DEI GOVERNI NAZIONALI'


MES: GUALTIERI, 'GOVERNO NON HA MAI ESCLUSO UTILIZZO' =


++ Gualtieri, mancate entrate enti locali saranno coperte ++



( red / 17.07.20 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
Redazione: tel. 064888291 - fax 064881762 - email redazione@regioni.it
via Parigi, 11 - 00185 - Roma
Progetto grafico: Stefano Mirabelli, Giuseppe Schifini
Registrazione r.s. Tribunale Roma n. 106, 17/03/03

Conferenza Stato-Regioni
Conferenza Stato-Regioni

Conferenza delle Regioni e Province autonome
Conferenza delle Regioni

Conferenza Unificata (Stato-Regioni-Enti locali)
Conferenza Unificata



Go To Top