Header
Header
Header
         

Regioni.it

n. 3876 - martedì 7 luglio 2020

Sommario3
- Decreto "Semplificazione", via libera dal Consiglio dei Ministri
- Pandemia: la nostra crisi vista da Banca d'Italia, Istat, Ocse e Commissione Ue
- Sistema elettorale: verso la doppia preferenza di genere in Liguria e in Puglia
- Boccia: su Mes ascoltare parere presidenti Regioni
- 50 anni Regioni: Lazio e Lombardia ricordano anniversario
- Distillazione di crisi: sancita l'intesa sul decreto

+T -T
Decreto "Semplificazione", via libera dal Consiglio dei Ministri

4 gli ambiti principali: contratti pubblici ed edilizia; procedure e responsabilità; amministrazione digitale; imprese, ambiente e green economy

(Regioni.it 3876 - 07/07/2020) Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro per la pubblica amministrazione Fabiana Dadone, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale.
La gestazione del decreto semplificazioni "posso acconsentire che sia stata sofferta, dire dolorosa è esagerato, il dolore lasciamolo per altre vicende", ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa a palazzo Chigi sul provvedimento approvato nella notte fra il 6 e il 7 lugllio. "Abbiamo dovuto approfondire, fare analisi, verificare, lo potrete analizzare nella forma definitiva, interveniamo a tutto campo su tutti i settori della pubblica amministrazione e su tutte le procedure, è una rivoluzione, senza concessione all'enfasi. Una semplificazione così non è stata mai fatta. Aver dovuto far convergere quattro forze di maggioranza e la sensibilità di vari ministri, lo vedo come un risultato clamoroso"", ha aggiunto.
Si tratta - si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi - di "un intervento organico volto alla semplificazione dei procedimenti amministrativi, all’eliminazione e alla velocizzazione di adempimenti burocratici, alla digitalizzazione della pubblica amministrazione, al sostegno all’economia verde e all’attività di impresa".
Quattro gli ambiti principali:
- semplificazioni in materia di contratti pubblici ed edilizia;
- semplificazioni procedimentali e responsabilità;
- misure di semplificazione per il sostegno e la diffusione dell’amministrazione digitale; 
- semplificazioni in materia di attività di impresa, ambiente e green economy.
Per quanto riguarda il primo ambito (Contratti pubblici ed edilizia) si punta a misure per incentivare gli investimenti nel settore delle infrastrutture e dei servizi, si introduce in via transitoria, fino al 31 luglio 2021, una nuova disciplina degli affidamenti di lavori, servizi e forniture.
Le nuove norme prevedono l’affidamento diretto per prestazioni di importo inferiore a 150.000 euro e una procedura negoziata, senza bando, previa consultazione di un numero di operatori variabile sulla base dell’importo complessivo, per tutte le prestazioni di importo pari o superiore a 150.000 euro e inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria.
"È previsto - prosegue il comunicato della Presidenza del Consiglio - che l’aggiudicazione o l’individuazione definitiva del contraente avvenga entro due mesi, aumentati a quattro in specifici casi. Il mancato rispetto di tali termini, i ritardi nella stipulazione del contratto e quelli nell’avvio dell’esecuzione dello stesso possono essere valutati ai fini della responsabilità del responsabile unico del procedimento per danno erariale e, qualora imputabili all’operatore economico, costituiscono causa di esclusione dello stesso dalla procedura o di risoluzione del contratto. Si introducono, inoltre, disposizioni volte ad accelerare i contratti sopra soglia, prevedendo in particolare che l’aggiudicazione o l’individuazione definitiva del contraente debba avvenire entro il termine di sei mesi dall’avvio del procedimento.  Inoltre, si prevede che la pendenza di un ricorso giurisdizionale non costituisca giustificazione adeguata per la mancata stipulazione del contratto nel termine previsto e, per le opere di rilevanza nazionale o sopra le soglie comunitarie, le sospensioni nell’esecuzione potranno essere stabilite dalle parti o dalle autorità giudiziarie solo in casi ben specificati. Sarà poi obbligatorio costituire collegi consultivi tecnici con il compito di risolvere rapidamente le controversie e le dispute tecniche che potrebbero bloccare gli appalti e, per evitare che la mancanza di risorse blocchi i cantieri, viene creato un apposito Fondo, che potrà finanziare temporaneamente le stazioni appaltanti. Infine, si semplificano e si uniformano le procedure di nomina dei Commissari straordinari per le opere di maggiore complessità o più rilevanti per il tessuto economico, sociale e produttivo.
In ambito edilizio, si provvede alla semplificazione degli interventi di demolizione e ricostruzione e delle procedure di modifica dei prospetti degli edifici; all’accelerazione dei termini di svolgimento delle procedure edilizie tramite una conferenza di servizi semplificata per acquisire l’assenso delle altre amministrazioni; al rafforzamento degli incentivi per gli interventi di rigenerazione urbana, con la riduzione del contributo di costruzione da pagare al Comune; alla proroga della validità dei titoli edilizi; alla previsione del rilascio su richiesta dell’interessato circa l’intervenuta formazione del silenzio assenso da parte dello sportello unico edilizia (SUE).
Rispetto invece al secondo ambito (Procedimenti e responsabilità degli amministrator) sul fronte della semplificazione dei procedimenti "si prevede che, per la maggior parte degli adempimenti burocratici, scaduti i termini previsti dalla legge, valga la regola del silenzio-assenso, con inefficacia degli atti tardivamente intervenuti.  Si introduce la conferenza di servizi semplificata, con la compressione dei tempi: tutte le amministrazioni coinvolte dovranno rispondere entro 60 giorni. Inoltre, le amministrazioni dovranno misurare la durata effettiva dei procedimenti di maggiore impatto per cittadini e imprese, confrontarli con i termini previsti dalla legge e pubblicarli. Si introducono semplificazioni per favorire la partecipazione di cittadini e imprese ai procedimenti amministrativi telematici, introducendo il principio generale che le pubbliche amministrazioni devono erogare i propri servizi in digitale e che i cittadini devono poter consultare gli atti in forma digitale.  Si tagliano anche i costi della burocrazia, prevedendo che, sia per le norme primarie che per i decreti attuativi, nel caso si introducano nuovi costi regolamentari, si debbano eliminare altri oneri di pari valore, oppure rendere i nuovi costi introdotti fiscalmente detraibili.
Si introduce per il periodo 2020-2023, l’Agenda della semplificazione amministrativa, definita secondo le linee di indirizzo condivisa fra, Stato, Regioni, Province autonome ed enti locali e si prevede la definizione di una modulistica standard in tutto il Paese per la presentazione di istanze, dichiarazioni e segnalazioni da parte dei cittadini.
Sul fronte della responsabilità degli amministratori pubblici, si prevede, fino al 31 luglio 2021, la limitazione della responsabilità per danno erariale al solo dolo per quanto riguarda le azioni, mentre resta invariata per quanto riguarda le omissioni, in modo che i funzionari siano chiamati a rispondere in misura maggiore per eventuali omissioni o inerzie, piuttosto che nel caso di condotte attive. Inoltre, la fattispecie del dolo viene riferita all’evento dannoso e non alla sola condotta, viene rafforzata il controllo concomitante da parte della Corte dei conti per accelerare le spese di investimento pubblico e viene definito in modo più puntuale il reato di abuso d’ufficio, affinché i funzionari pubblici abbiano certezza su quali sono gli specifici comportamenti puniti dalla legge".
Il terzo ambito riguarda la "diffusione dell’amministrazione digitale". Sotto questo profilo ci si affida agli strumenti della cittadinanza digitale e allo sviluppo dei servizi digitali della Pubblica Amministrazione prevedendo: "l’accesso a tutti i servizi digitali della PA tramite SPID, Carta d’identità digitale (CIE) e tramite AppIO su smartphone; il domicilio digitale per i professionisti, anche non iscritti ad albi; la semplificazione e il rafforzamento del domicilio digitale per i cittadini; la presentazione di autocertificazioni, istanze e dichiarazioni direttamente da cellulare tramite AppIO; semplificazioni per il rilascio della CIE; una piattaforma unica di notifica digitale di tutti gli atti della PA e via posta elettronica certificata (PEC degli atti giudiziari; la semplificazione della firma elettronica avanzata; il sostegno per l’accesso delle persone con disabilità agli strumenti informatici; regole omogenee per tutte le PA per gli acquisti informatici, la formazione digitale dei dipendenti pubblici e la progettazione dei servizi digitali ai cittadini; la semplificazione e il rafforzamento dell’interoperabilità tra banche dati pubbliche e misure per garantire piena accessibilità e condivisione dei dati tra le PA; la semplificazione e il rafforzamento della Piattaforma digitale nazionale dati, finalizzata a favorire l’utilizzo del patrimonio informativo pubblico. Si introdurre misure per l’innovazione, volte a semplificare e favorire le iniziative innovative e, in particolare misura, le sperimentazioni mediante l’impiego delle tecnologie emergenti".
Per quanto concerne il quarto ed ultimo ambito -  "semplificazioni in materia di imprese, ambiente e green economy" - il Decreto prevede per le imprese: "la semplificazione e la velocizzazione dei lavori sulle infrastrutture di rete per le comunicazioni elettroniche e la banda larga; l’aumento dell’importo di erogazione in un’unica soluzione della “Nuova Sabatini” (contributi alle imprese per il rimborso di prestiti destinati a investimenti in beni strumentali) e la semplificazione del medesimo incentivo per le imprese del Mezzogiorno; la semplificazione delle procedure per la cancellazione dal registro delle imprese e per lo scioglimento degli enti cooperativi; il rafforzamento del sistema di monitoraggio degli investimenti pubblici, la semplificazione delle attività del CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) e quella delle erogazioni dei contributi pubblici nel settore dell’agricoltura; la possibilità per le società per azioni quotate di prevedere aumenti di capitale in deroga rispetto alla disciplina del codice civile".
Quanto poi al tema del sostegno alla tutela dell’ambiente e alla green economy, "il decreto introduce la razionalizzazione delle procedure di valutazione d’impatto ambientale (VIA) associate alle opere pubbliche; l’esclusione dall’obbligo di assoggettabilità alla VIA e al regime dei beni e interessi culturali per interventi urgenti di sicurezza sulle dighe esistenti prescritti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che non trasformino in maniera significativa gli sbarramenti; la semplificazione delle procedure per interventi e opere nei luoghi oggetto di bonifica nei Siti di Interesse Nazionale (SIN); la velocizzazione dei tempi di assegnazione dei fondi contro il dissesto idrogeologico ai commissari; la razionalizzazione degli interventi nelle Zone Economiche Ambientali; semplificazioni in materia di interventi su progetti o impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile, nonché per realizzare punti e stazioni di ricarica per veicoli elettrici; una nuova disciplina sui trasferimenti di energia rinnovabili dall’Italia agli altri Paesi europei, con benefici per le casse dello Stato; l’estensione ai piccoli Comuni (fino a 20.000 abitanti) del meccanismo dello “scambio sul posto altrove” per incentivare l’utilizzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili; un piano straordinario di manutenzione del territorio forestale e montano per soddisfare le esigenze di miglioramento della qualità delle superfici forestali secondo direttrici incentivanti e di semplificazione; semplificazioni per il rilascio delle garanzie pubbliche da parte di SACE a favore di progetti del green new deal".
"Ringrazio il governo per il Decreto Semplificazioni che e' stato approvato questa notte perché nella lista delle opere pubbliche finanziate da commissariare per il Lazio e' una vera svolta in termini di investimenti e di presenza dello Stato sul nostro territorio". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, intervenendo  in una conferenza per illustrare i contenuti di un accordo per riprogrammazione dei fondi strutturali europei 2014/2020. "Ringrazio il ministro Giuseppe Provenzano e chi ha lavorato a questo accordo - ha aggiunto - E' tempo di costruire, diinvestire, di aprire cantieri e di farlo dentro una strategia di innovazione". 
"L'accordo firmato- ha spiegato l'assessore regionale alla Programmazione economica e Bilancio, Alessandra Sartore - è una grande opportunita' che consente alla Regione Lazio, prima in Italia, di utilizzare le risorse della programmazione in corso per fronteggiare la grave emergenza sanitaria, economica e sociale che stiamo vivendo, secondo quanto previsto dalle modifiche regolamentari adottate dalla Commissione europea e dal decreto Rilancio. E' grazie alla collaborazione con l'Europa e lo Stato se la Regione puo' riprogrammare gli interventi per rispondere alla crisi e confermare l'impianto, le risorse e la programmazione in corso. L'Europa consentira' infatti di certificare al 100% le spese sostenute nei prossimi 12 mesi, liberando dai programmi una quota equivalente relativa al loro cofinanziamento nazionale e regionale. Lo Stato consente alla Regione, da una parte, di riprogrammare economie disponibili sul Fondo Sviluppo e Coesione, dall'altra, di disporre di dotazioni aggiuntive dello stesso Fondo. L'effetto e' un'accelerazione della programmazione in corso, con un'auspicabile chiusura della certificazione della spesa entro il 2021. Questo ci consente anche di poterci concentrare sul nuovo ciclo 2021-2027 e sui grandi obiettivi dello sviluppo sostenibile, del green deal europeo, della digitalizzazione per costruire finalmente un nuovo modello di sviluppo condiviso a livello continentale. Temi che peraltro stiamo gia' affrontando con i primi incontri di partenariato sul territorio".
"Dal mio punto di vista voglio sottolineare l'importanza del metodo: leale collaborazione, non solo formale ma sostanziale. Le scelte sono state compiute dalla Regione, inserite nelle linee guida nazionali. Il 'centro' ha
svolto il ruolo che deve svolgere e la Regione ha operato le scelte migliori". Così il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano nel corso di una conferenza stampa in Regione Lazio sulla riprogrammazione dei fondi Ue.
Anche nella Provincia Autonoma di Trento si registrano novità sul fronte dei fondi europei, per contrastare l'emergenza generata dalla pandemia. Dopo che la Giunta provinciale ha approvato l'intesa con il Governo per una riprogrammazione anti Covid-19 di complessivi 51 milioni di euro dei Programmi Operativi FESR e FSE, il Presidente Maurizio Fugatti e il Ministro alla coesione territoriale Giuseppe Provenzano hanno sottoscritto un apposito protocollo d'intesa che ne da ora concreta attuazione. La riprogrammazione prevede interventi nei settori della sanità, della scuola, del lavoro e del sostegno all'economia; L'accordo prevede che al fine di garantire la copertura di progetti non più finanziati dai Fondi europei, sia assegnato dallo Stato alla Provincia autonoma di Trento, attraverso il Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) 2014-2020, un ammontare complessivo della stessa entità, 51 milioni di euro, al fine di consentire comunque l'effettuazione di tutti gli interventi FESR e FSE originariamente programmati. L'accordo prevede altresì ulteriori benefici per la Provincia derivanti anche dall'assegnazione di nuove risorse FSC 2021-2027 per 22 milioni di euro oltre alla conferma delle risorse statali (17,85 milioni di euro) per gli interventi che la Commissione europea ha proposto ora di coprire interamente anziché al 50%.


Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 54 del 07.04.2020

DL SEMPLIFICAZIONI: ZINGARETTI "GRAZIE AL GOVERNO, SVOLTA PER IL LAZIO"


( red / 07.07.20 )

+T -T
Pandemia: la nostra crisi vista da Banca d'Italia, Istat, Ocse e Commissione Ue

(Regioni.it 3876 - 07/07/2020) “Principali risultati dell’indagine straordinaria sulle famiglie italiane nel 2020”, è un’indagine della Banca d’Italia nella quale si evidenzia che la crisi economica nel nostro Paese dovuta alla pandemia ha colpito almeno la metà dei cittadini, e in particolar modo i lavoratori autonomi.
Si tratta di un’indagine straordinaria sulle famiglie italiane (Isf) condotta fra aprile e maggio dalla Banca d'Italia per raccogliere informazioni sulla situazione economica e sulle aspettative delle famiglie durante la crisi legata alla pandemia di Covid-19.
“Oltre la metà della popolazione dichiara di aver subito una contrazione nel reddito familiare, in seguito alle misure adottate per il contenimento dell'epidemia. L'impatto è stato particolarmente severo per i lavoratori indipendenti".
Tra le evidenze segnalate da oltre la metà degli individui c’è quella di aver subito una riduzione nel reddito familiare e per il 15 per cento il calo è di oltre la metà del reddito complessivo. L’impatto è più negativo tra i lavoratori indipendenti: quasi l’80 per cento ha subito un calo nel reddito e per il 36 per cento la caduta è di oltre la metà del reddito familiare.
Circa la metà della popolazione si aspetta una riduzione del reddito familiare anche nell’arco dei prossimi 12 mesi, anche se di intensità inferiore a quella degli ultimi due mesi: solo il 7 per cento ritiene che tra un anno il reddito della sua famiglia avrà subito un calo di oltre il 50 per cento rispetto a quello precedente l’emergenza sanitaria. Anche tra coloro che riportano una caduta di oltre il 50 per cento del reddito negli ultimi 2 mesi, più della metà si aspetta che tra un anno il calo sarà ridimensionato e il 15 per cento ritiene che il reddito tornerà ai livelli precedenti l’emergenza sanitaria.
Più di un terzo degli individui dichiara di disporre di risorse finanziarie liquide sufficienti per meno di 3 mesi a coprire le spese per consumi essenziali della famiglia in assenza di altre entrate, un periodo compatibile con la durata del lockdown legato all’emergenza Covid-19. Questa quota supera il 50 per cento per i disoccupati e per i lavoratori dipendenti con contratto a termine. Poco meno di un quinto dei lavoratori indipendenti e dei lavoratori dipendenti con contratto a termine si trova in questa condizione e ha subito una riduzione di oltre il 50 per cento del reddito familiare nei primi due mesi della emergenza sanitaria.
L’emergenza sanitaria incide negativamente anche sulle aspettative di spesa: circa il 30 per cento della popolazione dichiara di non potersi permettere di andare in vacanza la prossima estate e quasi il 60 per cento ritiene che anche quando l’epidemia sarà terminata le proprie spese per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatri saranno comunque inferiori a quelle pre-crisi.
Secondo gli ultimi dati Istat il 38,8% delle imprese italiane si dichiara a rischio chiusura nel corso dell'anno. Sempre nel'indagine Istat si evidenzia che il pericolo di chiudere è più alto tra le micro imprese (40,6%) e la piccole (33,5%) ma è "significativo" anche tra le medie (22,4%) e le grandi (18,8%). Oltre 6 alberghi e ristoranti su 10 rischiano la sopravvivenza mettendo in pericolo oltre 800 mila posti di lavoro.
Arrivano anche i dati della Commissione Ue sull’andamento dell’economia. Il Pil 2020 in Italia scenderà a -11,2%, il peggior calo dell'Ue, per risalire al 6,1% nel 2021. Il Pil della zona euro, invece, scenderà a -8,7% nel 2020, per risalire al 6,1% nel 2021. I dati peggiori sono, oltre l'Italia, quelli di Spagna (-10,9%) e Francia (-10,6%). Per Bruxelles si tratta di "una recessione ancora più profonda" delle attese e con "divergenze più ampie".
“Le previsioni d'estate ci mostrano che la strada per la ripresa è ancora lastricata di incertezza", commenta il Commissario per l'economia Ue Paolo Gentiloni, anche perché "la pandemia ha colpito l'economia europea più forte dell'atteso", nonostante "un cauto rimbalzo stia cominciando”.
Infine anche l’Ocse fa alcune previsioni e indica all’Italia di “agire rapidamente per aiutare i propri giovani a mantenere un legame con il mercato del lavoro, per esempio riprendendo e rinnovando significativamente il programma Garanzia giovani": è quanto scrive l'Ocse nelle Prospettive sull'Occupazione 2020. Tra l'altro, per l'Ocse, "incentivi all'assunzione, concentrati sui gruppi più vulnerabili, possono contribuire a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro”.
“Se la pandemia sarà tenuta sotto controllo - prevede l'Ocse- la disoccupazione dovrebbe, poi, scendere gradualmente all'11% entro la fine del 2021, comunque ben al di sopra del livello pre-crisi”.
Comunque ipaesi dell'Ocse, "a partire" dall'Italia, hanno adottato "misure senza precedenti per sostenere il reddito dei lavoratori e introdurre o estendere programmi di cassa integrazione, che hanno visto un numero di richieste mai così elevato”. Ora bisogna trovare “il giusto equilibrio tra un rinnovato sostegno a chi è in difficoltà, l'accompagnamento delle inevitabili ristrutturazioni dove necessario e la creazione di nuovi posti di lavoro”.
E’ da evitare che le persone cadano in povertà.”Il funzionamento del reddito di cittadinanza e del reddito di emergenza dovrebbero essere riconsiderati per garantire che le famiglie più bisognose siano davvero sostenute" scrive l'Ocse nella scheda dedicata all'Italia delle Prospettive sull'Occupazione 2020.

  
Principali risultati dell'indagine straordinaria sulle famiglie italiane nel 2020
 
++ Ue, calo record Pil Italia -11,2% nel 2020 ++ Risale a +6,1% nel 2021

 
+++ ANSA: LE NOTIZIE DEL GIORNO ORE 11.00 +++
 
CORONAVIRUS: OCSE, CRISI DA GRANDE DEPRESSIONE, PIL -15% IN PRIMA META' 2020

 
CORONAVIRUS: OCSE, CON NUOVA ONDATA ITALIA OLTRE 12,4% DISOCCUPAZIONE IN 2020 = e oltre l'11,5 in 2021,

**FASE 3: OCSE, ITALIA RIADATTI CIG, RICONSIDERI RDC E VARI INCENTIVI ASSUNZIONE**

 
NOTA MENSILE SULL’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA ITALIANA - PERIODO DI RIFERIMENTO: MAGGIO- GIUGNO 2020 - DATA DI PUBBLICAZIONE: 07 LUGLIO 2020



( gs / 07.07.20 )

+T -T
Sistema elettorale: verso la doppia preferenza di genere in Liguria e in Puglia

(Regioni.it 3876 - 07/07/2020) In Liguria si procede a passi spediti verso l'introduzione nel sistema elettorale della doppia preferenza di genere e del limite del 60% dei candidati del medesimo sesso per la formazione delle liste regionali per garantire un’adeguata rappresentanza di entrambi i sessi. E’ questa la modifica approvata dalla Giunta regionale alla legge elettorale in vigore la n. 43 del 1995.
Il disegno di legge approvato dalla Giunta prevede infatti modifiche alla legge elettorale della Regione Liguria e in particolare che nelle liste provinciali concorrenti i candidati del medesimo sesso non possano eccedere il 60% del totale, e la possibilità, per l’elettore di esprimere fino a due voti di preferenza per candidati appartenenti alla medesima lista. In caso di espressione di due preferenze, le stesse devono essere espresse a favore di candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.
Per consentire la formazione di liste di candidati che permettano di garantire effettivamente la rappresentanza di entrambi i generi, si prevede che le liste di candidati di ogni circoscrizione siano composte da un numero di candidati pari ai seggi da assegnare nella stessa, aumentati di un terzo, in quanto nelle circoscrizioni provinciali con un minor numero di seggi da attribuire, il suddetto rapporto non risulterebbe garantito in base alle norme attualmente vigenti. 
“Siamo una delle poche regioni che non ha ancora questo genere di opportunità che ci è stata sollecitata da alcune Associazioni e dal governo, attraverso il Presidente del Consiglio che potrebbe usare poteri sostitutivi per farlo direttamente – ha spiegato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – Non farlo, pertanto, richiederebbe di far iniziare la prossima legislatura sotto una selva di ricorsi. Siamo ben consapevoli che sulla legge elettorale non vi è un vincolo di maggioranza e che occorre una maggioranza qualificata che coinvolga anche le opposizioni, ma non sarebbe certo un bel segnale che il consiglio regionale della Liguria si facesse imporre un simile atto di civiltà da un altro ordinamento dello Stato”. Il presidente Toti ha ribadito di aver voluto dare uno stimolo al consiglio regionale affinché procedesse in tal senso, per evitare che il governo possa esercitare poteri sostitutivi verso l’assemblea regionale. 
La modifica introdotta dalla Giunta regionale comporta alcuni cambiamenti: a cominciare dall’allungamento delle liste e anche dalle modifiche nella composizione del listino del presidente dove è prevista una rappresentanza di genere e un’alternanza di genere.
“In pratica – ha spiegato Toti – il listino partirà dal nome del presidente candidato, il secondo esponente sarà una donna, il terzo un uomo, il quarto una donna, il quinto un uomo e il sesto una donna. Se non dovesse scattare l’intero listino composto da sei candidati più il presidente, ci si fermerà a tre persone di cui due donne e un uomo”.
Nel corso della riunione di Giunta alcuni partiti come la Lega, il gruppo Toti e FdI hanno dichiarato di essere disponibili a ulteriori ragionamenti, ad esempio sull’abolizione del premio di governabilità attraverso il listino.
“Il nostro lavoro di amministrazione – ha concluso Toti – si ferma qui, se poi i gruppi politici vorranno ampliare la discussione potranno farlo visto che non vi sono vincoli di maggioranza. Oggi solleciterà il presidente della commissione elettorale in consiglio regionale Vaccarezza e il presidente del consiglio Piana a un solerte disbrigo della pratica per consentire l’adeguamento della legge elettorale, in zona cesarini”.-
Sul tema era giunta nei giorno scorsi la sollecitazione  del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. "Ti invito con la massima urgenza ad allineare le disposizioni della normativa elettorale della tua Regione alle disposizioni" sulla doppia preferenza di genere. 
Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano rispondendo a Conte, rinfgraziandolo dell'intervento "che rappresenta pienamente la mia posizione sul tema. L’introduzione nella legge elettorale pugliese della doppia preferenza di genere per garantire una effettiva rappresentanza delle donne negli organi legislativi è un punto del nostro programma di governo della Regione. Essendo stato scritto dal basso, da migliaia di cittadini, quel programma esprime fortemente la volontà popolare. La competenza è del Consiglio regionale che, malgrado le mie ripetute sollecitazioni e richieste, non ha ritenuto finora di mettere in agenda la discussione sulla doppia preferenza. Ho immediatamente inoltrato al Presidente del Consiglio regionale la Tua lettera unitamente a una mia nota per sollecitare a intervenire in tal senso. In caso di mancato adeguamento nell’arco dei prossimi giorni da parte del Consiglio regionale - ha concluso Emiliano - considero l’intervento del Governo nazionale annunciato nei giorni scorsi a favore della introduzione della doppia preferenza di genere nella prossima tornata elettorale un atto legittimo e di assoluta condivisione”.

 
[Liguria] LEGGE ELETTORALE, REGIONE LIGURIA, PRESIDENTE TOTI: APPROVATA IN GIUNTA LA DOPPIA PREFERENZA DI GENERE. SI TRATTA DI UN OBIETTIVO DI CIVILTA’. ORA AL VIA ITER CONSILIARE
 
++ Regionali: Conte, urgenti norme preferenza di genere ++ Scrive a governatore Puglia, tra Regioni che non hanno applicato


[Puglia] DOPPIA PREFERENZA DI GENERE, IL PRESIDENTE EMILIANO RISPONDE ALLA LETTERA DEL PREMIER CONTE



( red / 07.07.20 )

+T -T
Boccia: su Mes ascoltare parere presidenti Regioni

Devo ringraziare le Regioni che hanno aiutato lo Stato nella più grande emergenza

(Regioni.it 3876 - 07/07/2020) “Il Mes era nato con finalità diverse, aveva condizionalità macroeconomiche per definizione insite nel suo meccanismo. Abbiamo lavorato perché le condizionalità macro fossero eliminate”, e “penso che abbiamo fatto buon lavoro, ma resta il fatto che spetta ai singoli governi decidere se e quando utilizzarlo”. così il commissario all'economia Ue Paolo Gentiloni.
“Quasi tutti – rileva Giovanni Toti, presidente della regione Liguria - i governatori e quasi tutti i sindaci, di centrodestra e centrosinistra, dicono 'va bene il Mes, se servono questi soldi prendiamoli, ma vi state preoccupando solo di dove prenderli e non di come spenderli'. Noi abbiamo una capacità di spesa che è molto vicina allo zero, il decreto Semplificazioni nelle sue bozze non dà neanche minimamente una risposta su quello che serve”.
Per il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, "L'azione del governo - ha sottolineato De Luca – “sarebbe davvero scandaloso se non si usassero i fondi aggiuntivi del Mes per operare un riequilibrio tra le Regioni nel riparto dei fondi per la sanità”.
Il sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, afferma che “sul Mes pensiamo che siano soldi indispensabili e importantissimi. Come andrebbero spesi lo stiamo immaginando, ognuno accarezza un progetto. Potremmo anche decidere di non chiedere tutta la somma, ma oggi abbiamo un'opportunita' che non puo' essere trascurata”.
Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali, spiega che “un conto sono le dinamiche del Fondo, un altro è la valutazione dell'impatto delle nuove risorse europee per rafforzare le reti sanitarie, a partire dalla prevenzione territoriale pubblica”, e comunque la quota del 34% di fondi per il Mezzogiorno non basterà. ''Penso che quella quota - dichiara Boccia - debba essere superata se in ballo c'è l'adeguamento dei Lep. Ma questo verrà fuori anche dal dibattito parlamentare sull'attuazione dell'autonomia differenziata sulla quale auspico un'accelerazione a settembre. Solo quando emergeranno i dati reali sui livelli essenziali delle prestazioni potremo dare una risposta definitiva a ipotesi e ragionamenti. Senza i Lep - riflette Boccia - non capiremo mai fino in fondo quanto debba essere destinato alle regioni più deboli e meno dotate anche nella sanità pubblica. Faccio mie le parole del presidente Mattarella: l'autonomia va attuata nel solco del rispetto del principio di sussidiarietà perché autonomia e sussidiarietà rafforzano l'unità del Paese”.
“Mi piacerebbe che sul Mes - aggiunge Boccia - prima di andare in Parlamento a settembre e discutere di scuola, sanità, trasporto pubblico locale, si riuscisse ad ascoltare il parere di tutti i presidenti delle Regioni. La leale collaborazione tra i presidenti e il governo in questi durissimi sei mesi, che lo stesso Mattarella ha richiamato, resta il presupposto per ogni confronto. Ma anche per migliorare certi meccanismi delle burocrazie regionali, e non solo, di cui non si sente affatto il bisogno”.
Quello del Governo con le Regioni durante la pandemia - spiega Boccia - è stato “un rapporto duro e complesso ma il 98% delle ordinanze regionali erano assolutamente corrette, il linea, e io devo ringraziare le Regioni che hanno aiuto lo Stato nella più grande emergenza”.
 
Mes: De Luca, scandalo se non usato per equilibrio tra Regioni Terremo occhi aperti, sperando che Governo decida di usare Mes


MES. TOTI: CAPACITÀ SPESA A ZERO, COSA LO PRENDIAMO A FARE? 'E IL DL SEMPLIFICAZIONI NON DÀ MINIMAMENTE RISPOSTA'

MES: BOCCIA, 'AL SUD PIU' DELLA QUOTA DEL 34% DEI FONDI COVID'

Mes, sott. Zampa: potremmo anche decidere di non chiedere tutta la somma


CORONAVIRUS. BOCCIA: CON REGIONI RAPPORTO DURO MA 98% ORDINANZE CORRETTE

 



( gs / 07.07.20 )

+T -T
50 anni Regioni: Lazio e Lombardia ricordano anniversario

(Regioni.it 3876 - 07/07/2020) "Come ha ricordato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il principio di autonomia delle Regioni e degli Enti locali è 'alle fondamenta della costruzione democratica, perche' appartiene al campo indivisibile delle liberta' e costituisce un regolatore dell'equilibrio costituzionale'. Così il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, nel suo discorso in Consiglio regionale per i 50 anni della Regione (e delle regioni a statuto ordinario) spiega che “la Lombardia è sempre stata un modello per tutto il Paese”.
Fontana rileva che "la storia delle Regioni ha attraversato momenti alterni ed è stata oggetto di riforme che hanno modificato gli assetti costituzionali in risposta alla volonta' del popolo. Il regionalismo e' l'espressione piu' autentica di un Paese che ha saputo fare delle diversita' il suo punto di forza e di successo: un Paese unito nella ricchezza delle sue varieta".
Dopo l'emergenza sanitaria "ora è il tempo di guardare avanti con pragmatismo e coraggio. Due sono gli imperativi categorici cui non possiamo sottrarci: il primo riguarda il nostro sistema sanitario regionale, che intendiamo rafforzare ulteriormente”.
“La Lombardia - dichiara Fontana - è sempre stata un modello per tutto il Paese in questo ambito: tuttavia, l'esperienza della pandemia ci insegna che possiamo, che dobbiamo, fare ancora meglio”. Per Fontana “è fondamentale mettere il nostro territorio nelle condizioni di affrontare con immediatezza la possibilità di eventuali rigurgiti pandemici, a cominciare dal prossimo autunno”, mentre “il secondo aspetto da non tralasciare riguarda le conseguenze economiche e sociali che l'emergenza sanitaria ha prodotto, con il rischio di nuove marginalità e povertà”.
Anche la regione Lazio ha festeggiato i 50 anni. Il presidente Nicola Zingaretti, sottolinea l’essere comunità: “siamo caduti a volte ma ci siamo sempre rimessi in piedi. Dobbiamo guardare a questo mezzo secolo di vita con orgoglio di una comunità e nonostante le difficoltà, gli incidenti di percorso, le ferite spesso dolorose che abbiamo subito, la nostra Regione è riuscita comunque ad avanzare e questo è un dato storico in termini di diritti, di benessere, di opportunità”.
Con queste parole il presidente della Zingaretti ha ricordato come era la Regione nel 1970, disunita, con zone di arretratezza e sacche di povertà, che faticava a trovare identità e come è diventata oggi: “dopo 50 anni il Lazio ha cambiato profondamente, c'è stato un grande sforzo collettivo che ha consentito di portare i nostri territori verso un orizzonte più moderno e innovativo superando tanti pregiudizi”.

 
50 anni consiglio regionale Lazio, Zingaretti: siamo comunità ""Siamo caduti a volte ma ci siamo sempre rimessi in piedi""



( gs / 07.07.20 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 18 giugno

+T -T
Distillazione di crisi: sancita l'intesa sul decreto

(Regioni.it 3876 - 07/07/2020) Via libera in Conferenza Stato-Regioni, il 18 giugno, al Decreto sulla distillazione con cui si danno risposte al settore vitivinicolo e a quell'eccellenza fortemente colpita dalla crisi del blocco del canale Ho.re.ca.(l'acronimo sta per Hotellerie, Restaurant, Cafè, si tratta di un termine commerciale che interessa l’industria dei servizi alberghieri e legati alla ristorazione, ma anche ai bar, ai caffè, alle pizzeria e ai i ristoranti) Provvedimenti condivisi con il settore e con le Regioni attraverso un confronto serrato.
Il decreto 6705 sulla distillazione volontaria di cris prevede che il produttore presenti la domanda con il contratto di distillazione non trasferibile ad AGEA OP in modalità telematica. La misura è stata inserita nel PNS vino come misura straordinaria per ridurre le giacenze di vini invenduti e sarà finanziata con fondi comunitari per 50 milioni di euro. La distillazione si rivolge esclusivamente ai vini comuni già detenuti alla data del 31 Marzo 2020 o derivanti da declassamenti di vini a Do/IG effettuati successivamente ma prima del 23 giugno 2020 , data di entrata in vigore del dm. Il prezzo riconosciuto è 2,75 euro per grado per ettolitro (Ad esempio per un vino di 11° Vol.  è pari a euro 30,25 per ettolitro). L’alcol ottenuto dalla distillazione dovrà essere destinato esclusivamente a fini sanitari e/o industriali, non potrà essere destinato ad alcool alimentare.
Al decreto è allegata la rimodulazione finanziaria per l’anno in corso con i budget assegnati alle varie misure del PNS vino e le quote di competenza delle singole regioni.
L'intesa sul decreto attiva, per la campagna 2019/2020, la distillazione di crisi del vino comune, a cui viene assegnata una dotazione di 50 milioni di euro.. "La distillazione di crisi", ha sottolineato la Ministra Teresa Bellanova, "è solo la prima delle diverse misure che abbiamo programmato in favore del settore vitivinicolo per fronteggiare la crisi derivante dalla pandemia da Covid 19 e dal conseguente lock down imposto dai Governi di tutto il mondo, che hanno bloccato le attività commerciali e turistico-ricettive, causando un incremento delle giacenze di vino e forti preoccupazioni tra gli operatori, soprattutto in vista della nuova vendemmia.
E' quindi necessario intervenire su più fronti per alleggerire il mercato ed evitare una sovraproduzione che potrebbe ripercuotersi non solo sull'andamento dei prezzi, ma anche sull'immagine delle nostre produzioni di qualità. Per questo, in accordo con la filiera e le Regioni, è stata messa a punto una strategia complessiva che, oltre alla distillazione, prevede ulteriori importanti interventi, primo tra tutti quello riguardante la riduzione volontaria della produzione di uve destinate a vini di qualità, alla cui attuazione sono stati assegnati 100 milioni di euro attraverso il Decreto legge Rilancio". Mentre la distillazione di crisi interviene a carico dei vini comuni, la riduzione della produzione - si spiega in una nota del ministero è rivolta esclusivamente ai vini di qualità, e i produttori vi potranno aderire volontariamente.
Il bando previsto dal decreto su cui è stta espressa l'intesa il 18 giugno dovrebbe eliminare circa 1,6 Milioni di hl di vino da tavola dal mercato, riconoscendo ai detentori del vino da distillare un contributo di 2,75 €/% volume /hl (circa 30 €/hl per un vino sui 10 gradi).
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha espresso l’intesa sul Decreto, condizionandola però all’accoglimento di alcuni emendamenti e chiedendo al Governo una rideterminazione degli importi previsti. Tali proposte sono contenute in un documento che è stato trasmesso nella corso della Conferenza Stato-Regioni del 18 giugno. Ottenuto l'assenso dell'esecutivo (come si legge negli atti), è stato possibile sancire l'intesa.
Si riportano di seguito il testo delle proposte delle Regioni ed i link all'atto della Conferenza Stato-Regioni e al Decreto.
Posizione sullo schema di Decreto del ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali recante d
isposizioni nazionali di attuazione del Regolamento delegato (Ue) n. 592 del 30 aprile 2020 della commissione per quanto riguarda la misura della distillazione di crisi per la campagna 2019/2020 e rimodulazione del pns relativa all’annualità 2020
Intesa, ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281
Punto 17) Odg Conferenza Stato Regioni
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome esprime l’intesa condizionata all’accoglimento dei seguenti emendamenti:
all’Art. 4:
Al Comma 2: sostituire le parole “30 giugno 2020 con le parole “7 luglio 2020”;
Al Comma 4 dopo le parole …”dei Contratti presentati” inserire  la virgola “…,”;
All’Art. 5:
Al Comma 4, terzo trattino: eliminare la parola “grezzo”.
La Commissione esprime inoltre la seguente raccomandazione:
Si richiede l’impegno del Governo a che gli importi proposti per il DM in via di adozione sulla Riduzione e resa siano rideterminati nel modo seguente:
Vini a DOCG con resa <=100q/ha 900 euro/ettaro;
Vini a DOC con resa <=130q/ha 700 euro/ettaro.
Roma, 18 giugno 2020

Link al documento appriovato dalla Conferenza delle Regioni del 18 giugno: Posizione sullo schema di decreto del ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali recante disposizioni nazionali di attuazione del regolamento delegato (ue) n. 592 del 30 aprile 2020 della commissione per quanto riguarda la misura della distillazione di crisi per la campagna 2019/2020 e rimodulazione del pns relativa all’annualità 2020

Link al'atto dalla Conferenza Stato-Regioni del 18 giugno: Intesa, ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sullo schema di decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali recante Disposizioni nazionali di attuazione del  regolamento delegato (UE) n. 592 del 30 aprile 2020 della Commissione per quanto riguarda la misura della distillazione di crisi per la Campagna 2019/2020 e rimodulazione del PNS relativa all’annualità 2020.

comunicato stampa
del Ministero delle Politiche Agricole: Via libera alla distillazione di crisi dalla Conferenza Stato-Regioni. Bellanova:"Sosteniamo e rafforziamo il settore vitivinicolo con un ampio ventaglio di misure"

c
omunicato stampa della Regione Emilia-Romagna:  Aperto il bando sulla misura della distillazione di crisi per la Campagna 2019-2020

Decreto n. 6705 del 23 giugno 2020 “Disposizioni nazionali di attuazione del regolamento delegato (UE) n. 592 del 30 aprile 2020 della Commissione per quanto riguarda la misura della distillazione di crisi per la Campagna 2019 /2020 e rimodulazione del PNS relativa all’annualità 2020” 

AgeaIstruzioni Operative n. 56 (con propria Circolare n. 41995 del 23 giugno 2020 (pdf, 648.03 KB)), aggiornate con le Istruzioni Operative n. 57 (pdf, 121.64 KB) nelle quali sono indicate le modalità procedurali ed i termini necessari per l’attuazione del decreto n. 6705/2020.

 
[Marche] Piattaforma 210 e agricoltura, dalla Regione 3,2 milioni di euro per sostenere 600 imprese vitivinicole



( red / 07.07.20 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
Redazione: tel. 064888291 - fax 064881762 - email redazione@regioni.it
via Parigi, 11 - 00185 - Roma
Progetto grafico: Stefano Mirabelli, Giuseppe Schifini
Registrazione r.s. Tribunale Roma n. 106, 17/03/03

Conferenza Stato-Regioni
Conferenza Stato-Regioni

Conferenza delle Regioni e Province autonome
Conferenza delle Regioni

Conferenza Unificata (Stato-Regioni-Enti locali)
Conferenza Unificata



Go To Top